venerdì 11 dicembre 2009

a volte ritornano

riflettevo che altre mamme in questo momento starebbero lottando con l'inserimento al nido, con la ripresa dei vestiti da lavoro, magari coi sensi di colpa e forse con una sottile vertigine che il primo tuffo in mare della stagione comporta.
io no.
io sono qui ad affrontare giornate sempre piuttosto simili, con la variante di nuovi pianti da decifrare, dentini da aspettare, nuove macchie da togliere strofinando. con i progressi e i drastici rotolamenti indietro. coi punti fermi che traballano appena sembrano piantati.
io non ho tailleur-una-taglia-fa che mi aspettano, posso indugiare nelle maglie premaman e nei jeans più sdruciti.
io non sono costretta a portare momo al nido, posso continuare ad accompagnarlo al sonno di ogni riposino ed essere (quasi) certa di non perdermi nulla delle sue rapide conquiste.
io ancora non ho iniziato a svezzarlo/mi e lui si nutre ancora unicamente del mio latte. con tutto quello che comporta.
noi siamo ancora totalmente simbiotici. faccio qualche passeggiata, al massimo di un'ora, senza di lui, ma siamo ancora indissolubilmente legati.
tutto questo senza una scadenza impellente. e io resto invischiata in questo conflitto tra quello che vorrei dare a mio figlio e quello che vorrei dare a me.
per ora vince lui senza riserve, senza resistenza. poi si vedrà.
queste elucubrazioni sono state scritte a pizzichi e bocconi, penso al tempo costantemente interrotto, agli spazi che non ho. penso all'albero di natale mezzo-finito, ai miei capelli senza piega e alla cerniera degli stivali che dimentico ogni giorno di chiudere fin su. agli occhialoni da sole che mi servono per tagliare il tempo di un trucco salva-occhiaie, ai libri cominciati e lasciati a metà. penso ai vestitini comprati un anno fa e che non mi entrano più. ai viaggi che vorrei fare.
poi penso ai gorgoglii delle risate di momo. ai baci bavosetti che mi dà. penso a quando l'ho visto afferrare il sonaglio e accanirvisi con le gengive, a quando qualche giorno fa è rimasto seduto anche senza sostegni, ai suoi saltelli di eccitazione, alle manine goffe, al suo profumo di purezza. penso che non esista nulla di più autentico di un suo sguardo. e penso che deve ancora insegnarmi tanto.

12 commenti:

Unknown ha detto...

la medaglia ha sempre due facce, il trucco sta nell'accettare a cuor leggero quella che ci piace di meno ma che indubiamente amiamo di piu.

Unknown ha detto...

Bhe non sempre chi ha un lavoro che l'aspetta è messa meglio, se ti può consolare...
In ogni caso credo che tutti i nostri sacrifici sono ben ricompensati ma ci sta anche che ogni tanto abbiamo i nostri momenti NI

Nicky ha detto...

Mi piacerebbe lottare con queste cose.
Un bacio... passa da me quando puoi...

igi ha detto...

cara caia, è bellissima questa tua dedizione per momo....per me quella simbiosi che tu descrivi è ormai un dolce ricordo....e non so decidere se preferisco la mia o la tua situazione...come scrive Marlene la medaglia ha sempre due facce.
un bacio

Mammain3D ha detto...

Non avere una scadenza ti consente di non sentirti costretta a lottare ma ti carica della responsabilità di scegliere, per te e per Momo.
Ascolta i vostri bisogni, datevi il vostro tempo… poi, non senza sacrifici, perché qualsiasi scelta ne comporta, vi svezzerete. Tornerai a pettinarti, ad indossare la tua vecchia taglia di vestiti, a completare la lettura dei libri. Per le occhiaie invece no, non ti posso promettere niente! :-)
Ti abbraccio

lagioiadivivere ha detto...

cara caia, anche io col primo figlio ho vissuto un rapporto simbiotico quasi deleterio per la mia persona. Totalmente assorbita dai suoi bisogni mettevo da parte i miei, dimenticando di essere donna prima che mamma. Col senno di poi capisco anche di aver vissuto la fatidica depressione post parto ed ero divisa dal mio amore per quella creatura indifesa che avevo generato e la voglia di tornare me stessa. Ho capito poi che dietro non si torna più, si cambia, si migliora, si diventa più umane. Oggi sono mamma per la seconda volta di un'altra splendida anima. Vivo però quest'esperienza in maniera diversa, sono più serena, so dove mettere le mano e riesco a gestirlo e gestirmi parimenti. Questa seconda esperienza è davvero appagante nonostante le fatiche siano maggiori. ti faccio tanti auguri

Claudia ha detto...

Fantastico....

Ondaluna ha detto...

Mi prendo la solita calma per le tue parole, leggendole e rilegendole. Quindi, per il momento, ti stringo solo forte forte e sono contenta di rileggerti.

Carpina ha detto...

Io un lavoro cui tornare, quando Ivan aveva cinque mesi, ce l'avevo eccome: ma non ero assolutamente pronta a lasciarlo.
Pur con tutte le ovvie difficoltà, era proprio lì accanto a lui che volevo stare. Appiccicata a lui.
L'ho svezzato a cinque mesi e mezzo, ma i primi mesi le pappe e pappine erano solo un diversivo: ero sempre e solo io il suo alimento principale.

Ora, chissà, col prossimo, come sarò. Ma so che lasciarli al momento dello svezzamento, non è giusto.

Ti leggo e ritrovo la sensazione dei punti che sembravano saldi ma traballano, e mi domando come sarà il mio prossimo dopo-parto - come saranno quei mesi tanto speciali, difficili, intensi. Come sarà Mattìa.

Un bacio a te e Momo.
carpina

extramamma ha detto...

Leggendoti ho ricordato quando Anita era piccola e anch'io stavo a casa con lei, allattavo e pensavo a quello che avrei fatto dopo, (ritornare a lavorare a tempo pieno, oppure no?). In quel periodo sentivo fortissimo il piacere di stare con lei, dedicarmi completamente, perdendo la nozione del tempo e dei doveri...era un'attrazione fortissima, magica.
Goditi questo tempo con Momo e non pensare troppo a cosa dovresti fare invece, poi il momento dell'azione, del ritorno alla routine più "normale" arriverà comunque. Questi sono momenti irripetibili non rinunciarci :-)

Trasparelena ha detto...

5 mesi e mezzo sono pochissimi per l'asilo, per lo svezzamento, per tutto.
Io alla mia mostrilla a quell'età credo che dessi solo la frutta ma in più rispetto al latte. E al pensiero che l'avrei dovuta lasciare al suo non mese di vita per tornare in ufficio avevo attacchi di panico e ansia.
Goditi Momo tu che puoi che io se potessi starmene a fare la mamma, pure adesso che la mostrilla è una bambinagrande, ci metterei la firma al volo, perchè la sensazione di perdersi qualcosa ogni volta che la lascio non passa. E fregatene delle occhiaie, che le mamme son sempre bellissime, pure senza trucco!

Anonimo ha detto...

Io sono dovuta tornare al lavoro quando il Musetto aveva cinque mesi e mezzo. Quanti pianti mi sono fatta! Comunque mi reputo fortunata perché sto via solo quattro ore ed il più delle volte con lui c'è il maritino tenebroso. Certi giorni però mi prende così male che mollerei tutto per stare con il mio cucciolo e non perdermi ogni sua scoperta.
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