domenica 28 giugno 2009

È nato Giacomo!!!

giovedì 25 giugno alle 20.53 è venuto al mondo giacomo,
una piccola caramella di zucchero e mirtillo di 3 chili e 50 grammi.
appena ha aperto gli occhi tra mamma e babbo ha fatto un sorriso enorme...
è proprio un piccolo momo.



siamo tornati a casa oggi e mi son potuta collegare.
grazie a tutti per gli auguri, quanto prima vi aggiornerò sui dettagli!
un bacio esausto, stordito e felice, anzi qualcosa di più.

mercoledì 24 giugno 2009

37 settimane -- ma il coraggio cos'è?

ieri 37 settimane. monitoraggio. visita e risultato ultime analisi.
dilatazione in atto, solo un centimetro, ma pare che il tutto si stia appianando per far scivolare momo alla luce. contrazioni non dolorose, frequenti, ma non regolari. e intanto lui spinge, spinge... e io mi accoccolo su un lato sperando di disorientarlo e non fargli trovare subito la strada. domattina devo tornare per un altro controllo, l'ostetrica, vista la distanza dell'ospedale da casa ci ha consigliato di mettere la valigia in macchina. bah...
io vivo un po' alla giornata, sapendo di non avere più tanto tempo per organizzare, ma lasciando sempre qualcosa per il giorno dopo, convinta che il mio bambino collaborerà e aspetterà che sia tutto pronto, che io sia pronta.
perché non lo so mica se lo sono.
in alcuni momenti, vorrei averlo tra le braccia, libero e sgambettante, e poterlo guardare, e leggere tra le pieghe della sua pelle trasparente di mandorla dolce, la sua storia e un po' della mia, un po' di quella del suo babbo.
in altri, penso al passaggio e mi accorgo che mi si richiede un coraggio che non so di avere. non so cosa mi aspetta. non so cosa succederà, come reagirò, e soprattutto non so chi è lui.
è il mio bambino, mio figlio, ma com'è fatto? di cosa avrà bisogno? cosa mi chiederà, cosa cercherà? lui cosa si aspetta?
sembra un salto nel vuoto, un tuffo a occhi chiusi e io lo farò, in qualche maniera lo farò. ma è questa incoscienza il coraggio? è davvero questa cecità?

lunedì 22 giugno 2009

due

in questi giorni non sono riuscita ad aggiornare per tanti motivi. primo fra tutti lo strazio per una notizia appresa dopo il mio ultimo post, curiosando e cercando di mettermi in pari sui BlogAmici.
sono stata presa da una paura folle, perché purtroppo accade che una mamma debba dire addio al proprio bambino troppo presto. non ci sono molte parole per spiegare quello che si prova ad assistere a qualcosa del genere, ce ne sono ancora meno per spiegare quello che si prova a viverlo, eppure ognuno proietta su di sé, se ne fa un'immagine e non può restare indifferente.
sembra strano come un legame sul filo della rete possa far sentire così vicini, ma è così.
allora vorrei lasciare un pensiero a questa amica, perché trovi la forza di ripartire da dove tutto è cominciato, perché prima di essere tre, si è stati due.

quando saremo due saremo veglia e sonno,
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi e i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l'uguale di nessuno
e l'unità consisterà nel due.
quando saremo due
cambierà nome pure l'universo
diventerà diverso.

erri de luca - due in solo andata, righe che vanno troppo spesso a capo

questa poesia ha fatto parte dell'incontro col PrincipeAzzurro, quando niente si sapeva, ma tutto era nell'aria. è il nostro punto d'inizio, la nostra unità, a quella mi aggrappo per non avere paura. e la voglio donare a te, amica, come un abbraccio, come una ciambella di salvataggio.

venerdì 12 giugno 2009

8 mesi - back to the nest

mio piccolo momo
da qualche giorno abbiamo superato anche questo traguardo insieme. 8 mesi di sussulti, di sorrisi, di insofferenza, di coccole, di bollicine, di paure, di semini piantati.
abbiamo camminato insieme, nuotato, annusato, viaggiato, sognato, assaporato, vissuto, abbiamo respirato insieme.
e adesso mi dicono che spingi per uscire.
mi chiedo perché tutta questa fretta. il tuo babbo dice che hai tante cose da fare, che hai già le idee chiare. io ti vorrei ancora tutto mio.
vorrei ancora avere il privilegio di inventarti ogni giorno, immaginare ogni tuo movimento e azzardare i tuoi desideri. ti vorrei tutto mio.
siamo a casa finalmente. ho aspettato questo viaggio, questo ritorno a casa, per mesi. e tutto sta procedendo come pensavo, giornate frenetiche e affannate cercando di recuperare il tempo.
stiamo svuotando la stanza che diventerà la tua cameretta. ci stiamo disfacendo di tante cose per farti spazio. il tuo babbo dipingerà le pareti di giallo e io cercherò di decorarle.
ti abbiamo comprato il lettino, azzurro e tutto smussato e tondeggiante. mi fa pensare a un pezzo di scenografia per una favola. mi fa pensare che farai dei sogni meravigliosi e rocamboleschi in quel lettino.
poi fra qualche giorno arriverà NonnoLupoDiMare con il resto dei mobili. NonnaPapera invece è già qui, ci aiuta in tutte queste faccende e ti ha lavato e stirato l'infinito corredino di cui spero di riuscire a farti indossare tutto almeno una volta.
in questa settimana abbiamo fatto una marea di visite ed esami. il nostro ginecologo ha detto che stiamo bene e che, appunto, sei lì con la testa in posizione che spinge per fare capolino. non si stupirebbe di non arrivare a luglio per conoscerti. dall'ecografia sei risultato un bel fagottino di 2,9 kg che, pure con il dovuto margine d'errore, sarebbe una grandezza dignitosa per presentarti al mondo.
insomma, due sere fa ho preparato la benedetta valigia per l'ospedale. un borsone per me e una saccca per te. ovviamente coordinate. per te forse ho esagerato un po', ma ancora non ho capito se avrai freddo o caldo. allora ho disposto maniche lunghe con ghettine piedinate e pagliaccetti a manica corta. mi dispiace se sembrerai un lattante, ho dovuto segliere le cosine più sobrie perché dicono che in ospedale è meglio essere discreti, ma poi stai tranquillo che una volta a casa la tua mamma ti vestirà come si deve!
per me invece ho deciso per due semplici camicie da notte bianche e vestaglia rossa.
sai cosa mi viene in mente ultimamente?
chissà se mi riconoscerai?

...

giovedì 4 giugno 2009

I'm packing

valigie.
siamo a quota sei, di cui una si può dire interamente di momo (nel frattempo il suo corredino e l'accessoriame vario è cresciuto a dismisura anche se non ho aggiornato...), quindi il suo babbo può smetterla di dirne di tutti i colori alla mia cappelliera maculata, perché la mia roba prende più o meno lo spazio che aveva all'andata...


roma, più o meno un anno fa...

un altro borsone lo lasceremo a qualche anima pia che venendo in italia più leggero di noi ce lo riporterà. e questo è tutto.

verrebbe spontaneo fare bilanci, ma non sono da me. preferisco aspettare un po' e poi prendermi di diritto la briga di fare la nostalgica.
da qualche giorno a metà pomeriggio iniziano a intensificarsi le contrazioni e a farsi vivi dei doloretti inquietanti, ma io ho la mia poltroncina ikea come quella di bietolina, e mi ci adagio restando a fissare per momenti interminabili le dune che si alzano sulla mia pancia.
ora vorrei essere già a fiumicino, con il rosso lacca scaramantico ai piedi, ma la mia panciona piena di momo ancora intatta. e poi correre (si fa per dire) lì, tra i papaveri che s'intravedono nella foto, per annusare casa mia. lì, nei colori che abbiamo steso, nella luce che lasceremo entrare, tra quelle mura che avevamo scelto per accogliere la nostra famiglia che cresce.

martedì 2 giugno 2009

Di parti, partenze e pedicure

sono nel bel mezzo del trasloco.
valigie aperte, alcune chiuse a fatica.
pressato il comprimibile.
affrontata l'ipotesi della spedizione.
pronta, ma anche no.

in tutto questo travaglio leggo da ieri post di nascite e parti più o meno inaspettati.
oggi io e momo compiamo 34 settimane.
a questo punto la famigerata valigia dovrebbe essere pronta (quella per un intercontinentale va bene lo stesso???) e, dicono, se momo dovesse stiracchiarsi un po' troppo e fare capolino le probabilità di rischio diminuiscono ora dopo ora.
non solo, giorno dopo giorno, aumentano le probabilità che questo accada.

mi son fatta due piantilli, ma poi ho preso il toro per le corna e mi son detta:
partorirò pure con delle hostess invece che ostetriche, su un sedile di prima classe anziché appesa a una liana all'avanguardia, ma su una cosa non transigo...


lunedì 1 giugno 2009

Pic nic at Tiffany's


ieri siamo andati a fare un pic nic con una coppia di amici che abita a brooklyn.
lei americana della pennsylvania, madre di origini italiane, ha vissuto per lunghi periodi in francia e germania e poi in siria dove ha conosciuto il marito, siriano appunto, che adesso vive qui a new york con lei. hanno una casetta deliziosa che dividono con un'amica e sono tutti e due degli ottimi cuochi.
per salutarci ci hanno proposto una domenica di relax e cibo americano. grazie al cielo viste le origini cosmopolite, tutte le squisite pietanze partivano da un'idea americana, ma erano assolutamente reinterpretate, così da metter su un pranzo delizioso, sfizioso e leggero, che ha avuto il suo culmine di sapore con un'originalissima apple pie homemade, di cui ho la segretissima ricetta che voglio provare appena tornerò in italia.
ma la cosa curiosa è stata che dopo essere giunti a casa loro in una domenica decisamente estiva, coi piedi gonfi (i miei) e le chiazze rosse in faccia (la mia), ci propongono di andare al parco, che si scopre essere il cimitero di fronte cui abitano.
io e il MaritoAttonito sorridiamo, con la classica faccia da ebeti stranieri che annuiscono senza aver propriamente capito, certi di aver frainteso, poi seguendoli ci rendiamo conto che eravamo diretti proprio lì, al greenwood cemetery.
a quel punto stiamo al gioco e proseguiamo. diciamo pure che io ormai boccheggiavo, tra le dune del cimitero, i sali e scendi tra le tombe che s'intravedevano appena nel prato verdeggiante e curato, e non avevo tutto questo fiato per parlare. invece il MaritoAvventuroso che si vedeva che stava morendo dalla voglia di approfondire la cosa e capire se fosse un evento speciale che avevano deciso di condividere con noi o qualcosa di assolutamente ordinario per loro, intavola il discorso. e così ci raccontano che per la gente del quartiere è normale andare lì per trascorrere qualche ora di relax, perché è pulito, non ci vanno animali, c'è quiete e persino la sicurezza della sorveglianza che gira continuamente in auto. nonché bagni pulitissimi in corrispondenza dei cancelli delle varie entrate.
in effetti a guardarsi intorno era un meraviglioso e rigoglioso parco, a tratti boscoso, che trasmetteva pace, nient'altro. enormi alberi donavano zone d'ombra, numerose panchine sparse lungo le strade, sulla riva del laghetto e in cima alle collinette concedevano ristoro. bastava evitare di inciampare in qualche lastra di marmo che ogni tanto spuntava tra l'erba. perché anche queste lapidi, non erano fitte e a distesa ordinata come nei nostri cimiteri, ma apperentemente posizionate senza un criterio.
insomma, superato l'impatto, e presi dalla fame che nel frattempo cresceva, non abbiamo opposto resistenze quando i nostri amici hanno scovato una panchina sotto un enorme albero frondoso e hanno iniziato ad allestire il pic nic.
abbiamo trascorso delle ore davvero rilassanti e divertenti, quasi scordando l'insolita ambientazione, finché abbiamo visto arrivare prima alla spicciolata, poi a gruppi, persone che venivano a fare fotografie proprio vicino a noi. inizialmente io ho pensato volessero riprendere il quadretto insolitamente bucolico del nostro pranzo, poi invece è stato chiaro che venissero a farsi fotografare accanto ad una grande lapide a due metri da noi.
chissà chi c'era?
nessuno aveva voglia di alzarsi, tra il caldo e la pancia piena siamo andati avanti a chiacchierare senza pensarci più.

ma quando è stato il momento di smontare le tende, ho buttato uno sguardo: a due passi da noi giaceva louis comfort tiffany, il figlio del fondatore del celebre marchio di gioielleria, nonché suo successore nella direzione dell'antica attività, artista e designer per il marchio.
tutto sommato, non ho avuto la gioia di scartare un pacchettino azzurro, ma un pic nic da tiffany è qualcosa di unico, impagabile.