venerdì 25 marzo 2011

21 mesi e un pezzetto più grande

mio piccolo momo,
tesoro grande della mamma,
lo sai che non so proprio come abbiamo fatto a ritrovarci così grandi?
il nostro filo si allunga sempre più e guardarti da qui è meraviglioso quanto di mattina annusarti la piega del collo in cui si incastra il pigiamino. sei un vulcano di energia, di ilarità, di inaspettate affermazioni di te. il tempo scorre sempre più veloce ed è sempre più denso di scoperte e condivisione.
ma questo ventunesimo mese si chiude con un momento importantissimo. non chiedi quasi più la nenna e credo che siamo quasi giunti alla fine di questa avventura. riesci a stupirmi sempre e a mettermi una guancia sul cuore quando sono preoccupata. così questa volta ci siamo capiti. abbiamo saputo trovare insieme questo momento. mi hai chiesto una manina, io te l'ho data e ti sei fatto coraggio.
tutto qui.
e sei diventato un pezzetto più grande.

sono orgogliosa di te, della tua voglia di crescere e di esplorare, di allontanarti e ritrovare la strada.
sono orgogliosa di noi, della nostra relazione libera. dei nostri tentativi, dei nostri litigi, delle nostre piccole battaglie, dei nostri segreti.
ho capito in questi giorni che la sfumatura più profonda del sentimento che mi lega a te è l'assenza assoluta di senso del dovere. sento di stare nella vita grazie a te, di appartenere al respiro dell'universo amando te e tuo padre come si indossa la propria pelle ogni mattina. semplicemente. con le mie imperfezioni, e la mia devozione.

mi auguro di riuscire sempre a donarti quest'amore qui.


martedì 22 marzo 2011

conciliazione -- qualcuno ne sa qualcosa?

no, va be', 'sto post fa ridere già a partire dal titolo.
qualcuno pensa davvero che esista la famosa conciliazione tra figli e carriera (altra risata a scroscio... per la carriera intendo)?
secondo me è tutto un tappare buchi e avere mezze cose.
e adesso per esempio dopo un'ennesima giornata con momo malaticcio "perché io me lo posso permettere" (e stendiamo un velo pietoso anche su questo) sono in bagno rintanata perché quel santo del MaritoZen è tornato un po' prima e gioca allegramente col mostriciattolo moccoloso.
ecco, io vorrei solo sapere dove sta l'inghippo.
va al nido per permettere alla famiglia di reggersi in piedi. io lavorerei part time e poi lo andrei a riprendere per trascorrere il pomeriggio insieme fino a quando arriva il papà, quando inizia tutto il tran tran serale (bagnetto, cena, coccole, nanna).
ma...
quando ci va al nido?
se ha fatto due settimane di seguito da ottobre è tanto. è vero che non ha preso niente di grave. solo un'esentematica, solo un paio di febbroni, due congiuntiviti e tosse cronica. casa nostra è un percorso a ostacoli tra monodosi di fisiologica e fazzolettini appallottolati, ma non fa niente, poteva andare peggio, dice il nostro pediatra. e io ne sono convinta.
ma...
quando ci va al nido?
e soprattutto
quando io lavoro?

provo anche a forzarmi e a introdurre una persona che stia con lui, ma
viene quando ci sono io perché ovviamente momo si deve abituare a lei e anche io devo capire chi cavolo è. e comunque quando mi serve è per lo più impegnata perché giustamente pure lei deve lavorare, mica può stare ad aspettare la chiamata mia. di tenere una persona fissa al momento non è possibile e comunque a parte l'aspetto economico, dovrei veramente fare uno sforzo enorme su me stessa e mi sembra che dall'inizio mi sia ammorbidita molto.
insomma, è ovvio che se voglio contare sul mio tempo lavorativo devo organizzarmi con asilo e baby sitter e ogni mattina, scegliere di lasciare momo abbacchiato e vulnerabile con una persona che per quanto conosciuta resta un'estranea. devo sceglierlo ogni mattina e a me fa fatica.
spesso opto quindi per restare io con lui e aspettarmi di riuscire a lavorare di notte (come se di notte momo non mi reclamasse) o recuperare nel week-end quando c'é il padre (mai successo fino ad ora, non per la mancanza di collaborazione del MaritoZen, anzi, ma perché recuperare non è mai abbastanza). e anche questo mi costa fatica. far le cose un po' abbozzate, non come vorrei, sempre con la sensazione che se solo avessi avuto un giorno in più...
ecco, tutto questo, lo dico davvero senza risentimento.
io faccio quotidianamente questa scelta, consapevolmente. e, anche se mi costa fatica, la faccio e la porto avanti.
sono una mamma che cerca di lavorare part-time, altro che conciliata.
mi raccontate se voi vi riuscite a conciliare?
mi dite come si fa?
no, giusto per capire se questa parola fa ridere solo me.

lunedì 21 marzo 2011

buona primavera

il nostro forzato week end lungo in semiclausura è finito, ma oggi momo non è andato al nido per precauzione. mamma ha fatto festa, (cosa che dovrà prima o poi recuperare, mangagghia come dice momo!)
e l'aria tiepida della primavera mi ha fatto trascorrere una mattinata così piacevole e allegra con lui che certe volte mi chiedo come mai a volte mi faccia prendere dalla depressione e mi venga da piangere e mi senta così incapace di andare avanti.
è tutto così semplice. posso fare tutto quello che voglio anche con lui.
cammina con la manina senza scappare oppure sta tranquillo nel passeggino. se vuole stare in braccio, gli basta poco poco, poi riprende la sua andatura barcollante e scanzonata. gioca con gli altri bimbi e non fa capricci per andare sui giochi pericolosi, si accontenta dello scivolo piccolo, cade e si rialza e dice cipikkji (accipicchia) e ride. poi al negozio spiega che si lava le sselle (ascelle) col sapone e mostra la meccanica, prende il dentifricio e chiede di aprirlo, ma non si stende nel negozio urlando se gli spiego che lo apriamo a casa per lavare i denti dopo pranzo. dice eh. e si accontenta di tenerlo in mano. sale fino al quarto piano reggendosi alla ringhiera delle scale con una mano e con l'altra a me e davanti alla nostra porta grida eccitato llivàtiiii!!!. mi dice quello che vuole per pranzo e lo mangia, da solo senza fare storie, sbrodolandosi, ma ripulendosi alla meglio. poi mi aiuta a stendere i panni e finitooo!!! urla quando non c'è più niente nella bacinella rossa, poi si strofina alla mia gamba mi chiama e io mi abbasso, si accoccola addosso e dice: ttanco, mamma. tettino. e allora andiamo al suo lettino, si accucciola mi chiede chete (gretel, di hansel e gretel) e si addormenta che i due non sono ancora arrivati alla casina di marzapane.
sono pure riposata. se vado a dormire alle 9 come ieri sera e il MaritoZen mi lascia a letto per una mezz'oretta in più come stamattina sento che posso addirittura scalare una montagna.
ma allora chi era quel nanetto che si aggirava per casa nostra fino a qualche tempo fa?

venerdì 18 marzo 2011

Storie di ordinaria schizofrenia

MaritoZen: Ed ecco qua! Vedi? Ci sono le tue patate, papà ti ha messo anche il tuo stracchino e la carota.
Momo: Mmmm... No!
MZ: Sai che puoi fare?
M: No!
MZ: Guardaaaa! Puoi prendere lo stracchino con la carota e mangiarlo...
M: ...no!
MZ: ...direttamente dalla carota!
M: No no noooo giù, giù, giù!
MZ: Nooo, Momo, ma cosa hai capito? Questo non è per te! Papà l'ha messo qui nel tuo piatto per sbaglio. Questo lo mangia papà!
M: No!
MZ: Ecoo, non ti preoccupare, lo mangia papà, vedi?
M: No!
MZ: Sì, guarda, mi prendo proprio il piatto e mi mangio lo stracchino con la carota...
M: No!
MZ: ...mmmm che buono!!!
M: No, no, noooo mio, mio, MIO
MZ: No
M: MIO MIO mammaaaa corota corota!
MZ: Va bene, tieni!

E fu così che Momo mangiò tutto lo stracchino e le carote.

MZ: E la patata?
M: No!
MZ: La mangia papà?
M: No, a babàlu (al cagnolino)

venerdì 11 marzo 2011

Grazie Nonni!



NonnaPapera ha appena preso il suo treno, lasciandoci nel bel mezzo dell'uscita di un molare... anche questo fa parte del gioco ;)

È online il mio ultimo video su la tv dei Piccolini!

Il gioco del sì

MaritoZen: momo, vuoi un po' di parmigiano sulla pasta?
momo: no
MZ: allora tieni, ecco la forchettina, pasta senza formaggio...
momo: no
MZ: non ti va?
momo: no
MZ: allora la mangia papà!
momo: no
MZ: ...
momo: ...
MZ: senti, che ne dici se inventiamo un nuovo gioco...
momo: no
MZ: ma ascolta, senti se ti piace questo gioco: si chiama gioco del sì e si fa in questa maniera: diciamo tutti sì!
momo: ...
MZ: mamma dai un bacino a papà?
io: sì!
MZ: vogliamo mangiare tutti insieme la pasta?
in coro: sììì!!!
MZ: mamma vuoi un po' di formaggio?
io: sì!
MZ: momo tu lo sai dire sì?
momo: shì
MZ: bravo! sì!
momo: shì!
MZ: sì
io: sì
MZ: sì
momo: shì!
MZ: ohhh che bravo, hai sentito mamma momo sa dire sì!
io: sì!
MZ: ecco, allora momo continuiamo a giocare!
momo: shì!
MZ: tieni la forchettina! vuoi mangiare la pasta?
momo: no
...

giovedì 10 marzo 2011

Prove tecniche di evasione

c'è NonnaPapera qui da noi e ieri sera per la prima volta da quando è nato momo io e il MaritoZen siamo usciti per andare a cena fuori.
a dirla così mi sembra surreale. momo ha 20 mesi suonati, ma lui non si è mai addormentato la sera con qualcuno che non fossi io o il papà.
così esplicitamente non l'avevo detto mai, ma è la dura verità.
tanto che ieri quando ci siamo seduti in questo posticino con luci soffuse e atmosfera newyorkese, io e il MaritoZen ci siamo chiesti come è potuto succedere.
è successo e basta, i giorni son passati, la mancanza di occasioni ha fatto il resto e ci siamo trovati che momo ha 20 mesi e mezzo e noi siamo usciti per la prima volta da soli di sera solo ieri.
perché?
perché non abbiamo i nonni a disposizione e quando ci sono stati non si è mai fatto in tempo a creare un'abitudine a lasciare che gestissero il sonno notturno di momo.
perché non abbiamo una baby sitter. e di questo parlerò in un post a parte che è un'altra faticosa parentesi.
insomma questo è.
in compenso ieri ho riassaporato l'ebbrezza del vino rosso nei calici su tavoli di legno. che mi ha portato alla mia vita precedente verso la quale nutro una profonda nostalgia.
da qui una marea di riflessioni che abbiamo condiviso tra un sorso e l'altro rispetto ai progetti di vita, alle scelte, alle responsabilità, alle pretese che abbiamo nei confronti della nostra vita e a quello che riteniamo sia la felicità. discorsi un po' pesantini per la nostra prima uscita, vero?
in ogni caso sono finiti presto, visto che alle 9,15 momo chiamava inconsolabilmente la mamma, strofinandosi gli occhietti e implorando ttanco ttanco (sono stanco, fatemi dormire).

mercoledì 9 marzo 2011

Noi

com'è difficile comprendere noi.
io e te, noi tre, chi siamo noi?
o forse io e lui e tu che ci stai a guardare
con le labbra strette e ti commuovi
ma se potessi
se non fossi abituato così
forse piangeresti anche
'ché è una conquista
una lacrima
e pure noi è una conquista
noi
una manina che si batte il petto noi
assertivo, pensato, realizzato
noi
il concetto compreso
la sicurezza trovata
una sfida
una scoperta
noi
quanto amore
in tre lettere
e quanto stupore.

martedì 8 marzo 2011

io non ho tempo

e questo non è normale.
io non ho tempo per sistemare in casa le mie cose che viaggiano appallottolate da una scrivania a un comò a un divano a una sedia.
non ho tempo per pranzare, se non c'è un avanzo dalla sera prima o la mamma che mi prepara qualcosa.
non ho tempo per telefonare a delle amiche che non sento da una vita.
io non ho tempo per spalmarmi la crema sulle gambe e a dire il vero neanche per guardarle e capire se sto creando danni irreparabili con la mia trascuratezza. la ceretta ovviamente non pervenuta.
non ho tempo per cucire un bottone al mio trench. e non ho tempo per prendere l'altro cappotto, ne consegue che vado in giro senza il bottone.
non ho tempo per leggere vogue.
io non ho tempo per leggere.
non ho tempo per cucinare un minestrone come si deve.
io non ho tempo per piegare le calze e le schiaffo in una scatola tutte insieme.
non ho tempo per cercare la calza gemella.
io non ho tempo per dormire.
io non ho tempo per raccontare sul mio blog quello che succede, quello che mi passa per la testa, quello che faccio nel tempo che resta.
per fortuna ho tempo per pensare. e penso che devo risolvere qualcosa perché tutto questo non può durare a lungo.

martedì 1 marzo 2011

planning

ho proprio bisogno di scrivere
devo appuntare questo momento
tutto deve ancora accadere, ma i dadi sono tratti.
inizio una nuova avventura e come in tutte le cose nuove io mi ci butto con incoscienza
poi ci metto le mani e mi accorgo che c'è poco da ridere
poi so già che arriverà il momento in cui tutto sarà ingurgitato nella mia frenetica routine e mi sembrerà di non aver fatto altro fino ad allora.
vorrei saltare la fase due, ecco. ed essere già alla routine consolidata, in cui mi faccio in quattro ma tutto va in automatico e non spreco tempo immobile nella sensazione che non ce la farò mai.

io mi sono laureata nel 2007, un mese prima di sposarmi. probabilmente se il MaritoZen non mi avesse acchiappato in un momento particolarmente romantico e soprattutto di sorpresa adesso la mia tesi sarebbe ancora nel mondo delle idee. perché il matrimonio è stato il pretesto per chiudere la parentesi dell'università (gli esami li avevo praticamente finiti da un pezzo, ma 'sta tesi proprio non voleva essere concepita...), ma soprattutto è stato la distrazione necessaria perché non focalizzassi tutta la mia attenzione e quindi la mia tensione alla perfezione e quindi la mia ansia da prestazione su una cosa. smezzando le paturnie son venute fuori due belle cose: una tesi con lode e un matrimonio meraviglioso (per quanto ricordo), con meno fatica e agitazione che se le avessi diluite in periodi conseguenti.
questa sono io, che ho bisogno di prendermi un po' per il culo per stare bene.
del resto ognuno c'ha le sue.
la cosa positiva dell'essere così analitici (sono analitica? boh) è che puoi prevedere le tue mosse e volendo puoi manovrarle a tuo vantaggio.
a tal proposito vorrei riuscire a saltare la fase due di cui sopra e iniziare a lavorare seriamente sul nuovo progetto. non per niente: non c'è tempo. e soprattutto mentre prima avevo una tesi da scrivere e un matrimonio da organizzare, adesso ho un figlio, e questo fa la differenza.