venerdì 29 ottobre 2010

FashionFriday -- vestire basic è più comodo

quando ero giovane e spensierata ero una che vestiva in maniera ricercata. ero una che stava lì a cercare la borsa del colore particolare da abbinare solo con quel pantalone, quella che riusciva a trovare fantasie che apparentemente non c'entravano niente l'una con l'altra e invece insieme riuscivano a dare gusto a un abbiglio anche quotidiano. a dire il vero io ero anche quella che aveva gonne o pantaloni che si potevano usare solo in giorni in cui non ero gonfia per il tempo o per il ciclo, vestiti con cui non sempre mi vedevo bene, magliette che non si sapeva come apparissero nel mio guardaroba e attorno a cui bisognava costruire tutta una delicata strategia di abbinamento, altrimenti sembrava il furto dall'armadio di un'altra, scarpe meravigliose, ma inutilizzabili nel quotidiano e pantaloni che si potevano indossare solo con quelle. la verità è che investivo molto tempo in tutto questo. molto nel senso che avevo tempo la mattina per contemplare l'armadio, per lo più svuotarlo sul letto e poi scegliere cosa indossare. provarlo, riprovarlo, scartarlo, rimischiarlo.
ovviamente la maggior parte del tempo serviva però a rimettere a posto.
credo che i risultati fossero positivi, insomma, almeno io mi piacevo.
ma da quando ho iniziato ad avere una famiglia e a lavorare full time e poi addirittura sono diventata mamma mi sono trovata costretta a cambiare manovre. per una questione di sopravvivenza, certo. anche se fermamente convinta del fatto che dovessi comunque piacermi, innanzitutto.
piano piano ho basicizzato il mio guardaroba. ho lasciato pochi sprazzi di fantasie e particolari bizzarri e ho investito in capi basici, sperimentando modelli, linee e tessuti diversi, ma che potessi mettere insieme con più facilità e soprattutto più rapidamente. non solo, ho anche cambiato modo di comprare: più ponderata.
che dire la parola ponderata mi fa ridere perché è uno di quegli ossimori stridenti messa vicino a me, ma tant'è.
ho iniziato a scegliere in base alla qualità e alla vestibilità e meno in base al piccio del momento. colori basici e tessuti naturali. linee che valorizzassero davvero la forma del mio corpo. e così ho meno cose ma che indosso con più facilità.
per esempio prima avevo tanti pantaloni e tante gonne, ma adesso ho capito che per tutti i giorni preferisco i vestiti che mi fanno sentire subito a posto, curata, ricercata, ma semplice e comoda.
ecco, una volta che uno riesce a strutturare il proprio guardaroba nelle nuances che più preferisce con capi basici e che indossa bene perché la valorizzano, poi può sbizzarrirsi con gli accessori per rendere più o meno stravagante un outfit, oppure rinnovarsi ogni stagione con un tocco modaiolo, di maculato per esempio come quest'inverno.
non so se esiste il guardaroba perfetto che ti lanci fuori sempre i capi giusti per ogni occasione, ma sicuramente per come vivo io quotidianamente questo sistema mi fa sentire sempre curata. e mi piaccio, sì.
questo è più o meno quello che mi piace indossare, a budget decisamente superiore di quello che io ho a disposizione per il mio abbigliamento, e anche con qualche volo di fantasia in più, gentilmente concesso da polyvore, altrimenti detto l'oppio delle mamme.







lunedì 25 ottobre 2010

16 mesi

mio piccolo momo
che piccolo non sei più, che mi guardi serio a volte e aspetti di capire. che scruti i miei capelli appena lavati e scompigliati e magari ti chiedi come hai fatto a venir fuori da una matta così. che certe volte scoppi a ridere se faccio le pernacchie, ma ridi per farmi contenta.
mio piccolo momo, che piccolo per me resterai sempre, stai proprio scoprendo il mondo.
hai una fame di cose, di avventure, di storie, di parole che a volte è difficile saziare. hai gli occhi penetranti e non molli lo sguardo da quello che ti interessa. hai pronto il tuo ditino che ti aiuta a chiedere, chiedere una spiegazione, un nome, un racconto, un perché, un possesso. aneli libertà, autonomia e spazi, ma poi hai la gioia nella gola quando mi corri incontro e mi stringi forte la faccia tra le manine e mi mordi, mi baci e ridi ancora.
la mattina fai la zuppetta da solo con biscotti e latte. hai imparato a usare il cucchiaino, a riempirlo e portarlo alla bocca che inizi ad aprire due minuti prima, per sicurezza. a volte ti spazientisci e con l'altra mano prendi la pappetta di biscotto sul cucchiaino e te la mangi, 'ché quando hai fame non puoi stare a perdere tempo. poi ci guardi e aspetti che ti battiamo le mani e stringi le labbra in una smorfia di orgoglio che ti fa assomigliare a me. quando non hai più fame rovesci il resto di latte sul tavolo e fai finta di non sentire i rimproveri, cambiando discorso, portando la nostra attenzione su qualcosa che è sui fornelli o nel lavandino.
poi vai all'asilo e ormai mi saluti dalla tua sediolina, compunto e impegnato nell'attività in cui ti immergi non appena entri, sventolando la manina e sussurrando il tuo ta-tào.
quando ti vengo a prendere sorridi placido e mi fissi impassibile finché non ti abbraccio con tutte le mie smancerie da mamma rammollita e tu mi dai un colpetto sulla guancia con lo zigomo e poi eh!eh!, educatamente indichi il mio petto e con lo sguardo non perdi il posto sulla panchina dove in genere ci sediamo a ritrovarci.
fai la tua poppata, lunga come da neonato non avevi fatto mai. e poi si parte. a giocare a passeggiare. i pomeriggi ormai passano in fretta, è una gioia giocare con te, accompagnarti nella tua ansia di esplorare. non so come è accaduto, ma a un certo punto hai deciso che non valeva la pena puntare i piedi su tutto e che ogni tanto potevi stare e aspettare. così le nostre giornate non sono più corse sfrenate per precedere i tuoi pianti e le tue insofferenze, ma incantevoli passeggiate assieme, scoprendo quello che ci piace l'uno dell'altra e del mondo che percorriamo, scoprendo nuovi limiti e nuove abilità, nuove strade e nuovi panorami.
ancora, il pomeriggio, facciamo spesso merenda col gelato e tu ne mangi un po' da solo col cucchiaino e poi vuoi il cono e anche se ti sporchi un sacco è bellissimo lasciarti fare.
hai scoperto le macchinine, giochi con quelle che erano del tuo papà e ti piace un sacco portarle di qua e di là. ti piace fare travasi e trasporti, ti piace partecipare a ogni attività domestica. ti piace soprattutto preparare la cena e vuoi osservare ogni mia mossa e mi incalzi se non ti spiego ogni passaggio. basta parlarti e accompagnarti, prenderti per mano e mostrarti le cose. tu sei felice e socchiudi le labbra, le guance diventano due meluzze e assomigli tanto al tuo papà. in quei momenti mi si ferma il respiro e anche il tempo e ti guardo mentre l'amore entra nelle mie ossa e capisco un sacco di cose che vorrei dirti, ma poi mi sfuggono tutte e tutto riparte veloce e ti vengo a baciare, ma tu mi scansi che hai da fare.
una cosa che mi stupisce ancora tanto è l'espressione di sorpresa e gioia, che ti leggo in viso quando sentiamo la chiave nella toppa e spalanchi gli occhi e sussurri papà, restando immobile fino a quando ti prendo in braccio e ti porto da lui. e allora inizi a indicargli cose e a tirarlo verso un gioco o una stanza. non lo guardi, ma lo attiri a te, lo trascini immediatamente nel tuo mondo e non ammetti che lui non ti segua.
a cena mangi ormai tanto, tutto a pezzettini con le tue manine o con la forchettina che chiedi di farti rabboccare e poi porti da solo alla bocca. quando non hai più fame spingi il piatto e non ammetti una sola insistenza. poi ci fai compagnia, a volte vuoi giocare con la tua cucinetta e chiedi di scendere dal seggiolone, per poi farci assaggiare le tue preparazioni. dopo cena papà ti porta a fare il bagnetto e vi sento ridere e giocare come non immaginavo. papà ti ha insegnato a trovare tutte le parti del corpo e tu inizi a riconoscerle tutte, dal pancino, alle orecchie, al pisellino. sei uno spasso quando non riesci a trovare subito il naso e vai con le ditine a tentoni finché non lo acchiappi per bene. spesso il bagno ti stanca talmente che non facciamo in tempo a metterti il pigiamino che inizi a salutare tutti per essere portato a nanna. chiedi nenna. e allora ci accuccioliamo nel lettone e fai la tua poppata della buonanotte. in genere crolli come un animaletto, attaccato a me, con quelle pennellate di ciglia scure che ti serrano il viso e lo ricompongono per il sonno, i pugnetti chiusi e premuti contro me e le ginocchia rannicchiate. poi il sonno arriva più profondo e lasci la presa, ti giri dall'altra parte e continuando a simulare il ciucciare ti adagi a pancia sotto. in quei momenti ancora mi commuovo, e non so contenere le lacrime a volte, perché sei così puro, vero, indifeso e coraggioso. ti affidi a me eppure ti appartieni. e io non posso far altro che sollevarmi, lontana dal tuo respiro che profumerà la stanza e guardarti da dove non disturberò il tuo viaggio. pronta con un abbraccio se non trovi più la strada.
non pensavo di poterti amare ogni giorno di più. e sembra una frase banale, ma racconta i miei giorni e i miei spazi interiori. con la felicità immensa e l'immensa curiosità di vederti crescere e aspettare il domani, e lo struggente attaccamento a ogni istante in cui sei ancora il mio bambino, piccolo piccolo.


promemoria dai sedici mesi di momo
peso: kg10,6
altezza: cm 79
dentini: n. 8
capelli: biondissimi, tagliati solo una volta
occhi: blu blu, quando piove diventano grigi
mobilità: cammina spedito, corre, sale sullo sgabello dell'ingresso, scavalca gli ostacoli, si mette in punta dei piedi e arriva anche dove non dovrebbe.
alimentazione: fa 4 poppate (minimo) una soltanto di giorno. fa 5 pasti e i cibi preferiti al momento sono banana, pizza, gelato, carne, pesce, minestrone, pomodori, cetrioli, pane con l'olio, prosciutto cotto, uva, more e formaggio. (anche la porchetta lo fa impazzire, veramente). mangia per lo più da solo con mani o posate e  si sporca sempre meno.
giochi favoriti: cucinetta (pentole, mestoli&co.), macchinine, libri cartonati, marionette. travasi, trasporti, bucato,  scivolo e cavvallucci al parco giochi. bagnetto.
linguaggio: mamma, papà, nonno, nonna, no, tti (sì), ta-tào (ciao ciao), babànna (banana), pappa, cacànna (castagna), pong (appoggino), cacca (cacca e casa), atte (grazie), nenna (nenna, seno), pane, pommo (pomodoro), ibbo (libro), ejo (aereo), brum brum (moto e macchine), babàu (cane), sci-sci (scivolo), nghlo-nghlo (cavalluccio).

venerdì 22 ottobre 2010

FashionFriday -- ispirazioni


sere fa ho visto un film in tv col MaritoZen: il velo dipinto di john curran, di cui conoscevo il romanzo di william somerset maughan da cui è tratto. è una storia romantica ambientata negli anni '20.
per quanto il film non mi abbia particolarmente trascinato, non ho potuto che sognare quelle atmosfere modaiole anni '20.

io credo che avrei vinto la palma della peggio vestita se fossi vissuta in quell'epoca. il taglio dei vestiti non dona particolarmente alla mia forma fisica, ma non posso che battere le palpebre e sognare un po' ammirando quegli ombrellini parasole, quel lino leggero, quei guanti oltre il gomito e quelle pettinature scolpite, ma soprattutto quei morbidi cappelli calati sulla fronte. l'unica cosa che non mi sconfiffera proprio di quegli anni sono le frange che invece sembrano ritornate di gran moda. a me no, grazie.

piuttosto le scarpe, con tacco medio e cinturino a T, che slancia. o allacciate maschili. piuttosto i colli di pelliccia, ricchi e voluminosi. piuttosto collane girocollo o tanti fili di perle di varie lunghezze. fino all'ombelico. oppure un bel bocchino in osso. in un blog di mamme è politicamente scorretto parlare di fumo, ma io ero una fumatrice convinta e gaudente, nella mia vita precedente, poi ho smesso, e ne sono convinta e gaudente, ma il bocchino lo userei lo stesso, per bellezza, per vezzo. allora sogna di qua che sogna di là ho creato qualche outfit portabilissimo oggi, senza sembrare mummie resuscitate da altre epoche.







qual è il vostro preferito???

giovedì 21 ottobre 2010

attività di svago

A: come va?
B: che vuoi, si tira avanti...

C: ehi ciao!
D: ciao, da quanto tempo!!!
C: allora pare che campiamo.

E: buongiorno e ben trovati!
F: chi se lo aspettava di riuscire a tornare anche quest'anno...
E: ma perché? ti trovo in forma!
F: eh... non fosse che quest'estate me la son vista brutta con quel caldo.

G: allora sei tornata anche quest'anno!
H: per un pelo... sono stata derubata in casa, ancora non mi riprendo.

I: come son felice di rivederti!
L: anch'io! per come ci siamo lasciati a maggio non credevo proprio di rivederti.

M: ciao! ci si rivede!!!
N: eh! oggi pare di sì, domani non si sa.

no, non faccio volontariato in un ospizio.
mi sono iscritta a un corso di yoga mattutino. la cosa drammatica non è l'atmosfera allegra e pimpante che si respira, ma ritrovarmi alle 9 di mattina un ottantenne appeso a testa in giù e nel contempo non riuscire neanche a piegarmi in avanti con le mani per terra.

mercoledì 20 ottobre 2010

Parliamo di... pannolini!!! -- 3, i lavabili un anno dopo

ormai è più di un anno che usiamo i pannolini lavabili.
in realtà sono 15 mesi, più o meno l'età di momo.
nel frattempo sono cambiate tante cose. abbiamo acquistato altri modelli e abbiamo cambiato alcune abitudini.
innanzitutto da almeno 6/7 mesi abbiamo dismesso i pop-in.
si sono rivelati veramente poco duraturi. da parecchio momo non li veste più ed è anche un bimbo piccolino. inoltre si asciugavano veramente lentamente e spesso restavano impregnati di un cattivo odore dato proprio dalla lunga permanenza del bagnato. purtroppo li ho dovuti togliere di mezzo.
e quindi abbiamo fatto un altro acquisto consistente di popolini, con il sistema della mutandina impermeabile sopra alla parte assorbente.
questa volta però, invece dei pre-fold, che hanno tanti vantaggi, ma sono più scomodi nella vestizione, abbiamo acquistato gli ultrafit che hanno la forma del pannolino, sono regolabili attraverso bottoncini e sono più pratici da mettere perché hanno il velcro esattamente come gli u&g.
quindi al momento il nostro parco-pannolini prevede:
12 pre-fold
10 ultrafit
3 ultrasoft (da notte)

questi mi permettono di fare una lavatrice ogni tre giorni, ma la routine sembra non lasciare tregua in questo periodo, perché non riesco più a stendere fuori causa maltempo, in casa non accendiamo ancora i riscaldamenti e io non ho l'asciugatrice. questo significa che abbiamo uno stendino perennemente allestito con pannolini o l'altra roba che pure deve essere lavata.
sembra una sciocchezza, ma la cosa sta diventando veramente pesante alla vista, all'umore e anche pesante per la fatica quotidiana.
non nascondo che abbiamo momenti di cedimento. in particolare da quando momo ha iniziato l'asilo, per cui devo avere sempre qualche pannolo in più da lasciare lì. tra l'altro all'asilo porto solo gli ultrafit perché in effetti sono più facili da far indossare, ma la conclusione è che devo lavare più di frequente, i pannolini ci mettono più di un giorno ad asciugare e io sono arrivata a un'insofferenza pesante all'odore che sento quando si apre il secchiello in cui teniamo i pannolini sporchi, benché lo lavi a ogni lavatrice.
la mia parte arietina e capocciona resiste, quella da razional-capricorno del MaritoZen invece vacilla.
la sua posizione è: abbiamo fatto la nostra scelta pensando di dare un contributo al mondo e qualcosa in più a nostro figlio. e in effetti per 15 mesi è andata così. ora dobbiamo fare i conti con la nostra vita e le nostre contingenze:
  • non abbiamo un'asciugatrice;
  • né a roma sono attivati servizi ad hoc;
  • non abbiamo uno spazio esterno al coperto in cui stendere tipo balconcino;
  • non abbiamo un aiuto domestico;
  • dobbiamo sopravvivere.
detto questo vorrebbe mettere via i pannolini lavabili e passare agli u&g.
io con la cocciutaggine che mi contraddistingue dico:
  • abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno;
  • un giorno davanti all'altro e arriva l'inverno e i termosifoni; 
  • non mi va di togliere a momo questo privilegio;
  • in fondo questa primavera possiamo già provare a togliergli i pannolini, mancano solo 6/7 mesi;
  • chi glielo dice a tutti quelli che mi guardavano col sopracciglio alzato che alla fine ho ceduto? (mai, mai, MAI, piuttosto la morte!!!)
ecco l'attuale situazione.
la verità è che i pannolini lavabili sono proprio una grande rottura di scatole: ecco, l'ho detto.
però hanno tanti vantaggi, questo lo credo fermamente. e probabilmente in un mondo diverso, una società diversa, una città diversa, una casa diversa, tutto sarebbe meno difficile. e forse, mi dico, la cultura del sacrificio non ci appartiene più per questo dentro di noi scalpitiamo.
nel frattempo ho messo su un lavaggio e sento la centrifuga girare vorticosamente, quindi chiudo il post e vado a stendere una quindicina di panni sul mio stendino da appartamento.

lunedì 18 ottobre 2010

mi metto un pigiama rosa

volevo scrivere un post rosa stamattina, ma è un po' che non arrivo mai a fare quello che voglio. è tardi, e ormai saremo quasi tutte in pigiama. però trovare il tempo per un gesto d'amore è ancora qualcosa che contraddistingue una Donna.
e fare prevenzione è un gesto d'amore per sé e per chi ci ama.

venerdì 15 ottobre 2010

FashionFriday -- i miei must d'autunno

dopo l'ultima frenetica settimana che non mi ha dato tregua, torno col mio appuntamento frivolo e preferito, il FF.
a roma fa ancora abbastanza caldo, ma se si esce la mattina presto e si sta fuori di sera, l'aria rinfresca. siamo d'accordo che non ci sono più le mezze stagioni, siamo d'accordo che le ottobrate romane le conoscono pure i giapponesi, ma la canotta, diciamocelo, non è più sufficiente. ecco allora che finalmente ci si può sbizzarrire con l'abbigliamento a strati che io adoro. per questo ho pensato di mettere insieme i capi indispensabili per affrontare l'autunno, i miei must di stagione.

a proposito di classici, per me il trench fa subito autunno e non ne posso fare a meno. sta bene con (quasi) tutto e rende ricercato anche il più sportivo degli abbigliamenti.




poi un bel cardigan avvolgente e caldo, magari sciallato, da indossare su gonnelline estive e leggere, con sandalo da azzardare con calzettone o, meglio ancora con biker boots color cuoio.



un particolare che ho iniziato a indossare da quando ero a new york sono gli stivali senza collant, ma con calzettoni che fanno capolino. sbizzarrendosi con gli accostamenti.



infine il mio accessorio preferito (borse e scarpe non c'entrano sono un'altra categoria), il cappello. durante l'estate, a parte la paglia in spiaggia, io non riesco a usarne per uscire. mi fa un caldo pazzesco e mi appiccica i capelli sulla fronte, cosa che detesto quasi quanto il male ai piedi per i tacchi sui sanpietrini. quindi benvenuto auttuno! io mi ci tuffo con un bel borsalino.


e questo è il mio abbigliamento ideale che spesso si scontra con la mia routine quotidiana da scaricatrice di porto, con i mocci al naso di momo e con i sanpietrini romani, ma, come paola ci insegna, sognare che male fa?



e voi? a cosa non riuscite a rinunciare in questo autunno?
quali tendenze avete colto al volo, o cosa vi portate dietro, di cambio di stagione in cambio di stagione, come una vostra copertina di linus?

giovedì 7 ottobre 2010

la settimana internazionale del PortareIBambini

leggo in giro per i blog che siamo nella settimana internazionale del portare i bambini.
io sono una che un po' per necessità (devo ripeterlo che sto al quarto piano senza ascensore? no. ok) un po' per simpatia, un po' perché ancora incinta avevo ricevuto la fascia in regalo dalla mia CognataGiàMamma, un po' perché boh, ho iniziato sin da subito a portare momo in fascia.


qui aveva appena 20 giorni e io lo portavo sempre al calar del sole al parco

qui invece aveva già 2 mesi e grazie alla fascia sono riuscita persino a portarlo in barca e lui stava in quella posizione talmente rannicchiata che se fossi stata un'estranea mi sarei fermata per strada e mi sarei detta: ma toglielo da lì!!! sicuramente sta scomodo!!!







 qui momo aveva circa 10 mesi ed eravamo a uno zoo.

 il MaritoCanguro ha invece sempre preferito il nostro marsupio ergo baby, una specie di mei tai, che effettivamente era più pratico da mettere e togliere. a volte lo usavo anch'io, ma finché momo è stato piccolo e leggero io preferivo il tessuto della fascia.


da quando momo ha iniziato a pesare e abbiamo messo via la fascia e lasciato in uso solo l'ergo baby per passeggiate lunghe, messo a zainetto, per gli spostamenti quotidiani io uso questo aggeggio ribattezzato a casa nostra "appoggino" prima, "ping" poi perché momo lo chiama così. è una fascia con una specie di seggiolino incorporato che permette di portare il bambino in braccio con un maggior sollievo della schiena. momo spesso ci si mette anche in piedi O.o


qui eravamo a spasso per la sabina, quest'estate. momo aveva 14 mesi.


mercoledì 6 ottobre 2010

elogio di NonnoLupoDiMare

non so se s'è capito, ma siamo ai minimi termini.
momo è da tre settimane con la tosse e il raffreddore, nel week end gli è venuta la febbre e quindi ha prontamente elargito virus e batteri all'intera famiglia. domenica il MaritoGuerriero era ko, ma si è ripreso, io invece da ieri sono veramente abbattuta. febbre e tosse. ieri sera son crollata alle nove sotto tre piumini, la copertina di lana e due vestaglie.
non vi dico le notti che cosa sono diventate. ovviamente il malato jr è disturbato dalla tosse, respira male e quindi si sveglia, si agita, non trova pace. si attacca al seno in continuazione e morde per il nervoso perché non respirando bene non riesce a ciucciare. poi dormendo male, è nervoso durante il giorno e reggerlo senza creare conflitti è davvero un'impresa. insomma niente di nuovo per la mammità, ma avrei fatto volentieri a meno, anche perché nel mio utopico programma avevo deciso che a ottobre avrei spostato il lettino di momo nella sua cameretta e avrei cercato di rieducarlo a un sonno umano (per noi).
tentativi, eh?, ma meglio di niente.
comunque in questo frangente apocalittico si è trovato "per sbaglio" NonnoLupoDiMare, passato da qui per andare al salone di genova (non per niente è un lupo di mare) e richiamato al rapporto quando gli eventi sono precipitati.
direi che spendere due parole per il nostro salvatore, sia il minimo.
NonnoLupoDiMare è un nonno giovane e aitante. è pur sempre un nonno, quindi fatevi due conti, ehheh. momo ha una passione sfrenata per lui, forse perché lo acchiappa e lo fa volare, forse perché gli ha regalato un'infernale macchinina che fa una musica snervante e apre e chiude gli sportelli, si ribalta e fa la corsa fino a schiantarsi contro i muri (cosa che fosse stato per noi, non avrebbe mai messo ruota in questa casa), forse perché lo ha iniziato alle giostrine con monetina (altra cosa che avesse conosciuto il più tardi possibile sarebbe stato solo che un bene), forse perché gli dice che è un "macellaio netturbino" e lui ride come un matto, forse perché gli parla come fosse un grande, gli compra il gelato e gli spiega i modelli dei motorini e delle macchine e soprattutto delle barche. o forse, soprattutto, perché si riconoscono. eh sì, il MaritoRassegnato ha ormai capitolato di fronte all'evidenza. saltando una generazione, cioè me (che poi questa cosa dicono sia da dimostrare), pare che momo discenda esattamente da NLDM e dalla sua frenesia. mia nonna racconta che fino all'adolescenza non ha quasi mai magiato seduto, perché doveva andare a giocare il prima possibile, che da bambino avesse un allevamento di porcellini d'india e che sia stato spesso ripescato da qualche fosso nel quale era caduto con la sua inseparabile bicicletta. ditemi in bocca al lupo.
NLDM è qui a raccogliere i cocci e oltre a occuparsi di momo, al mio crollo, ha dovuto prendere le redini della casa. un po' anche per propria sopravvivenza e un po' perché lui da qualche anno si è scoperto uno chef.
ieri sera per la gioia del MaritoTrascurato ci ha deliziati con questi paccheri con pesce spada e melanzane
lui è molto geloso delle sue ricette, ma questa mi ha concesso di pubblicarla... cosa non si fa per una figlia febbricitante!
ricetta per 3
300 gr di paccheri
una fetta di pesce spada (va be' dipende quanto è grande), spinata e pulita, tagliata a cubettini piccoli piccoli
una melanzana tagliata a cubettini altrettanto piccoli
olio evo
vino bianco
aglio, cipolla
peperoncino
scorza di mandarino
esecuzione
mettere in una padella aglio cipolla sminuzzata e olio e far soffriggere un po', aggiungere il pesce e una volta colorito, innaffiarlo col vino bianco. far sfumare un po' e poi aggiungere le melanzane. la cottura non è a fuoco troppo vivace, altrimenti il condimento si secca.
aggiungere peperoncino e un po' di buccia di mandarino grattuggiata.
nel frattempo mettere su l'acqua per la pasta e lessare i paccheri. una volta al dente, scolarli e farli saltare pochi secondi in padella col condimento. et voilà, impiattare!!!

N.B. la ricetta è nata anche dalle contingenze. abbiamo aperto il freezer e non c'era pesce spada sufficiente per mangiarne come secondo tutti e tre. quindi avevamo pensato di scongelare quella fetta per farne un sugo rosso, poi però è arrivata la zolla e ci siamo fatti ispirare dalle belle melanzane e i primi mandarini della stagione!

martedì 5 ottobre 2010

EatingTuesday -- mood autunnale

quando arriva l'autunno, anche se le temperature non scendono poi tanto, ma il cielo inizia a ingrigirsi, qualche pioggerella ti sorprende durante la giornata e la notte godi della tua copertina sferruzzata, inizio a riaccendere il forno.
io non amo il caldo, meno che meno amo sudare, quindi da maggio a settembre, a casa nostra il forno si riposa. non viene acceso neanche per sbaglio. perché lo sapete che produce calore e rende la più grande delle cucina una camera crematoria, no?
per inaugurare la stagione autunnale, che poi è la mia preferita, ho fatto dei biscottini per momo e siccome laura, una mamma mi ha scritto per chiedermi una ricetta per la sua bimba, eccola qua:
ricetta
300 gr di farina
1 uovo + 1 tuorlo
80 gr di zucchero
la scorza di un limone (facoltativa)
130 gr di burro sciolto a bagnomaria* o 100 gr di olio di semi di girasole
1 cucchiaino di lievito per dolci

esecuzione
questa frolla proviene dal ricettario bimby e io la uso per biscotti e crostate. viene leggera e fragrante ed è di rapida e semplice esucuzione.
frullare a velo lo zucchero con la buccia del limone. sulla tavola mettere la farina setacciata e fare la conca in mezzo. metterci le uova, il burro, il lievito e lo zucchero "limonato" e impastare finché non diventa una palla omogenea. mettere la palla in un contenitore di vetro chiuso da pellicola e far riposare un quarto d'ora in frigo.
a questo punto stendere la pasta e farne forme a piacere. 
facendo una sfoglia di 3-4 mm vengono queste stelline che richiedono appena dieci minuti in forno preriscaldato a 180 gradi. 
diversamente si possono fare delle treccine, attorcigliando dei bastoncini cilindrici di lunghezza a piacere (10 cm vengono perfetti). 
oppure si possono fare dei tondini più spessi (6-7 mm) e metterci al centro una goccia di marmellata (homemade, of course). 
sbizzarritevi e usate la fantasia!!!

un'altra ricetta che faccio spesso, che purtroppo non ricordo dove ho trovato, quindi non linciatemi se scavalco il coyright, sono disponibile a citarne la fonte se me la rivendicate, è questa qui:
500 gr di farina 00
200 gr di zucchero
1 bustina di lievito per dolci
2 uova
1 cucchiaio di miele
50 gr di burro
2 tazzine da caffè di olio di semi (io uso l'olio di girasole)
latte q.b.
esecuzione
l'esecuzione per l'impasto è la stessa (anche senza frullare lo zucchero, tanto il limone non c'è), alla fine si aggiunge il latte in quantità variabile. le frolle sono sempre impasti sostenuti, solidi, quindi attente a non aggiungerne troppo.
questa è ancora più leggera, perché in proporzione ci sono meno grassi e meno uova. in genere questi li faccio in forme più grandi e restano più ciccioni. ma si presta tranquillamente anche ai biscottini tipo stelline, quindi dipende dal vostro gusto!

fatemi sapere quali sono i vostri preferiti e se volete aggiungere ricettine facili e soprattutto leggere da poter proporre anche ai nostri pupetti siete le benvenute!


* burro a bagnomaria. il bagnomaria protegge il burro da eventuali bruciature che potrebbero avvenire se lo si mette direttamente in padella, alterandone il sapore. a dire il vero mia nonna lo metteva nel pentolino e lo faceva sciogliere a fuoco lento lento al fornellino piccolo e i suoi biscotti venivano lo stesso buonissimi, però la prudenza non è mai troppa!


domenica 3 ottobre 2010

Sunday (Book) Review -- la ricerca del tempo perduto

ieri avevamo in programma una grigliata in campagna con amici per il primo compleanno di un amichetto di momo. era una cosa organizzata da tempo. saremmo dovuti andare fuori roma con salsicce e filoni di pane per respirare un po' d'aria buona, bere qualche bicchiere di vino e aspettare di smaltirlo prima di tornare a casa all'imbrunire. tutto organizzato, i vestiti pronti sulla sedia (ommioddio, polyvore sta davvero diventando una droga, ma in questo post è ot, lasciamo perdere!!!), pannolini e non-si-sa-mai kit impacchettati, macchina fotografica sotto carica ed entusiasmo in saccoccia.
ieri mattina ci siamo svaegliati -- all'alba come sempre, grazie alla nostra sveglia di sbavini e mugolii -- e il sole splendeva. bene, possiamo "grigliare" all'aperto. gli sbavini stamattina son particolarmente appiccicosi però. e i mugolii non sono propriamente mugolii, assomigliano più a rantoli. sì, rantoli è la parola giusta. andiamo a cambiare il pannolino che nel frattempo papi prepara il caffè. ma questi occhietti? ma non dirmi che...
no, non me lo dice. momo ancora non sa parlare.
ma il termometro è implacabile: 38,5.
in un attimo tutti i progetti di sole, di risate, di compagnia, di fotografie controluce, di bruschette, di jeans arrotolati si sgretolano, lasciandomi a occhi lucidi di fronte agli occhi da bambi più strappalacrime dell'universo.
andiamo in cucina, diamo la notizia affranta al MaritoSonnambuloMaEfficiente e facciamo finta di niente. in fondo che vuoi che sia? è normale con un bambino piccolo che va all'asilo. anzi, meglio nel week-end, 'ché ora che lavoro se succede in settimana è veramente un macello. sì, però, gli amici, la campagna, i jeans arrotolati... lascia perdere, sai quanti week-end di grigliate ci sono da qui a quando momo andrà all'università? appunto. e chissà a quanti dovremo rinunciare.

data la notizia agli amici abbiamo iniziato la nostra giornata agli arresti domiciliari. i jeans arrotolati me li sono messi lo stesso, e poi ho pensato di approfittare della giornata in casa per sistemare un po' di mucchi di roba sparsi qua e là. momo mi seguiva come un cagnolino e trasportava calzini da un cassetto all'altro, svuotava la lavatrice, toglieva le mollette dallo stendino e cucinava patate e paperelle da bagnetto sulla sua cucinetta. poi ha iniziato a essere insofferente così ci siamo accucciolati sulla sedia a dondolo, si è fatto una super poppata consolatoria straordinaria ed è stramazzato dal sonno. dalle 10,30 alle 13,20. con me che dovevo fare la pipì dalle 10,35 (ma questa è un'altra truculente storia).

però, prima che l'orsetto cadesse in letargo ero riuscita ad afferrare lui, uno di quei libri che solo all'idea di affrontare ti senti distaccato dalla realtà. ho iniziato a leggere, abbandonandomi a ogni singola parola, in quella melodia di spirali che si rincorrono a ritmi dolorosi, eppure indulgenti.
io ho già letto parte de la ricerca del tempo perduto, quando andavo al liceo. ma mi sono fermata ai primi tre tomi. e adesso proust mi richiama e sono costretta a ricominciarne la lettura.
ricomincio daccapo.
da quando il piccolo marcel è immerso nell'angoscia notturna, lenita solo dalla presenza della sua mamma.

"Anche dentro di me tante cose sono andate distrutte che credevo dovessero durare per sempre, e altre nuove ne sono sorte facendo nascere nuove pene e gioie che quella sera non avrei potuto prevedere, così come quelle d'allora mi è ormai difficile capirle. E da molto tempo a mio padre non è più possibile dire alla mamma: « Vai col piccolo ». Quelle ore mi sono ormai inaccessibili. Ma da un po' di tempo ho ricominciato a sentire molto bene, se mi concentro, i singhiozzi che ebbi la forza di trattenere dinanzi a mio padre e che scoppiarono quando, più tardi, mi ritrovai solo con la mamma. In realtà, essi non sono mai cessati; ed è soltanto perché la vita si è fatta adesso più silenziosa intorno a me che li sento di nuovo, come quelle campane di conventi che il clamore della città copre tanto bene durante il giorno da far pensare che siano state messe a tacere e invece si rimettono a suonare nel silenzio della sera."

Alla ricerca del tempo perduto, Dalla parte di Swann
, Marcel Proust.


dopo il sonno accucciolato sul mio cuore, al battito della mia commozione su pagine che ho amato e riscopro di amare forse più per una maggiore consapevolezza dei moti della mia anima e una maggiore conoscenza della vita, momo si è svegliato sereno, con le guance arrossate e gli occhietti vispi. abbiamo passato un bel pomeriggio tutti e tre. giocando, coccolandoci e sorprendendoci di quanto ci amiamo.
credo che andando alla ricerca del tempo perduto si possano trovare molte sorprese. compreso un tempo nuovo, più lento, fatto di espressioni che son sempre davanti ai nostri occhi eppure possono ancora emozionare, riempire, donare. un po' come le campane del convento.

venerdì 1 ottobre 2010

FashionFriday -- la mia opinione sul classico, LBD

oggi parliamo di intramontabili.
di quei capi di abbigliamento o di quegli accessori che non dovrebbero mancare mai in un guardaroba. e non perché da qualche parte esista una lista di cui spuntare tutte le voci, ma perché secondo me possedere dei capi "classici" permette un'infinita varietà di utilizzo, una base di eleganza che non guasta e un'ancora di salvezza nei classici momenti del non-ho-niente-da-mettere.
se dovessi dire cosa mi piace indossare di più in assoluto, non avrei dubbi sul vestito. intendo il pezzo intero. lo trovo il modo più femminile di vestire. la maniera più semplice di trovare la giusta forma che valorizzi qualsiasi struttura fisica. e come è emerso da questo gioco, il vestito per eccellenza per me è il tubino nero, the LittleBlackDress, LePetitNoir, come dir si voglia.
per farvi capire cosa intendo per infinite possibilità di utilizzo e ancora di salvezza, mi sono cimentata in una prova erculea. modella, stylist e aiuto fotografa per un giorno. prima che mia sorella, la ZiaPolly andasse via l'ho reclutata dietro la mia nikon e abbiamo trascorso un paio d'ore a sbellicarci dalle risate e a fare le ganze. purtroppo non mi ha concesso di pubblicare gli scatti che ritraggono lei, accontentatevi di me. ditemi se l'idea vi piace, potrei sviluppare le potenzialità dell'autoscatto, ora che è partita!
nella versione più "scontata", da sera. niente di impegnativo, ma carino.
peep toe blu elettriche (eccole, paoletta!!!)  e clutch a portamonete nera.

da ufficio, o colloquio di lavoro. giacchina avvitata, mocassino con tacco e borsa capiente. occhiale di ordinanza.
romantico. con giacchina maniche a sbuffo rosa cipria, collane di perle, borsa della nonna cipria. scarpe dal gusto vintage.

boho. cappa di lana, collana artigianale, borsa da mary poppins, stivale in suede morbido, tacco medio basso.
rock. maxi foulard, stivaletto tacco a spillo, borsa vintage pitonata con manici a catena.
da signora. tacco a spillo borsa dalla linea pulita, squadrata, cardigan grigio/beige, volpe vintage.
da studentessa. cardigan tortora morbido chiuso da cinturone in vita. borsa a cartella tdm, stivali bassi con pellicciotta.
informale, sportivo, da giorno. ankle boots color cuoio, borsa capiente color miele, giubbino jeans.
da ridere. un po' maschile, un po' carnevale. occhiale alla arisa, cravatta del marito, stivale tacco alto, blazer dal taglio maschile.
eccolo qua. semplice, lineare, perfetto...
...ed economico! occhio che per chi non lo sapesse la taglia 40 corrisponde alla 44!!!





  non ho specificato le marche degli accessori e dei capi che ho unito agli outfit perché l'intento non era di fare pubblicità, ma vi assicuro che sono quasi tutte cose economiche (tipo zara, h&m, c'è anche una borsa carpisa), mentre alcuni pezzi appartengono al "patrimonio di famiglia", e credo che si possano trovare in mercati e negozi vintage.
che ne pensate, allora? qual è il vostro stile preferito?

love
c.