domenica 31 gennaio 2010

Sunday (Book) Review -- poesia

"Camminando si sentono i piedi della poesia, uno, due, tre / uno, due, tre, quattro / uno, uno, due, tre, quattro -- ballando si sentono ancora meglio. Quando il camminante incontra altri camminanti (nei sentieri dentro i boschi, dentro le città o dentro il corpo) li ascolta nel suono dei piedi -- per sentire la poesia.
I poeti camminanti vanno in giro per ascoltare il suono dei piedi -- o stanno fermi come alberi. Camminano anche perché vogliosi di suonare i piedi della poesia. Ci sono poeti camminanti che vanno in giro cercando non farsi vedere per meglio sentire.
Le bestie camminanti sentono subito i poeti camminanti -- come ad esempio una volta Orfeo. Le bestie camminanti non sono il pubblico della poesia -- ma la poesia.
I piedi della poesia in origine erano bestie, piante, insetti, rumori del cielo e della terra. Poi nomi. Gli occhi, attraverso cui l'amore dice la poesia, servono per guardare gli alberi e le bestie che formano l'anima. Le bestie dell'anima sono la poesia.
Nel bosco dell'anima gli animali (che sono parti dell'anima) cantano da soli o insieme, si fanno festa o si rattristano. Quello è il paesaggio della poesia -- è da lui che la poesia viene su. La poesia che viene da fuori fa da nutrimento al bosco dell'anima e alle sue bestie.
Prima di tutto viene l'accorgersi -- e stare a disposizione del linguaggio aspettando che le signorine Muse si mettano a ballare e facciano sentire i piedi -- proprio come i calciatori e l'arbitro alla folla, o i cavalli delle corse, o il pin pun pan pon dei concerti notturni -- che quando però così tanti decibel assordiscono le Muse e le spaventano.
Lei (la poesia) è il bambino che vede per la prima volta e cerca di scolpire nel suono l'immagine delle cose che sente e vede disegnandole con la voce. Questa è la sua magia. È la poesia. Le parole così neonate sono animali sonori che lui mette in vita. Coi nomi così soffiati lui anima il mondo.
Stando fermi, invece, si è alberi e si sente il battere della terra -- sia il rumore dei passi camminanti sia i terremoti o bombe o motociclette o i piedi della signora morte. Poi c'è il vento che fa suonare i rami e le foglie, vengono gli insetti e gli uccelli mentre l'albero cresce. Anche l'albero è un poeta camminante, in senso verticale."
questo è il prologo di il poeta albero di giuliano scabia, uno scrittore particolare ed eclettico che amo molto, di cui consiglierei uno qualunque dei suoi libri perché tutti parlano in poetese e ognuno racconta la fantasia.
io sono stata una ragazzina che imparava le poesie a memoria, che cercava di scriverne, e ne declamavo anche qualcuna. una ragazzina che inviava gli ingenui componimenti ai concorsi, che studiava strofe e metrica.
questo prologo dice quello che negli anni ho maturato sulla poesia e non ero in grado di esprimere, ma che quando mi è arrivato tra le dita e tra le righe, ho riconosciuto come mio.

e voi? cosa intendete voi per poesia? e quale libro, autore o verso mi consigliereste di leggere?

venerdì 29 gennaio 2010

umorale

mamma, babbo e momo, seduti a tavola, fanno colazione, ognuno con le proprie preferenze.

io: ma guardalo! come chiacchiera, come gioca con lo strofinaccio! guardalo! come sta nel suo mondo bimbo...
MaritoSonnacchioso: eh sì, seduto sul suo seggiolone... ciuccia il suo biscottino e ogni tanto fa i sorrisetti...
io: mi chiedo come sia possibile che in questo bambino riescano a convivere due nature così diverse. solo ieri chi lo avesse visto per cinque minuti avrebbe detto che è un bambino capriccioso, insofferente, che non sa stare da solo, antipatico e urlante. e oggi: si sveglia lallando, senza disturbare aspetta nel suo lettino che qualcuno lo prenda, fa colazione con noi tranquillo e sorridente, si fa cambiare il pannolino senza neanche una smorfia, sorride, sorride, sorride. e vedrai, come l'altro giorno, riuscirò a fare tutte le mie cose mentre lui se la spassa sul tappetone a giocare. ma com'è possibile?
MS: magari è soltanto un umorale...
io: seeeeeee, umorale...
MS: vediamo un po'... chi abbiamo di umorale in famiglia!??!

mercoledì 27 gennaio 2010

Sunday (Book) Review -- una storia per la memoria

sì, lo so che non è domenica. sì, lo so che sbarellare già alla terza settimana non è segno di affidabilità, ma che ci volete fare? cercherò di recuperare con un libro veramente coi fiocchi. e approfitto del giorno della memoria per parlarvi di un libro a tema.
ero arrivata da poco nella redazione dove ho lavorato prima di partire per new york e dopo 8, 9, talvolta 10 ore a correggere bozze, a fissare font e caratteri, a segnare accenti stortignaccoli, non è che il primo pensiero, arrivata a casa, fosse aprire un libro in cui matematicamente avrei scovato un refuso per capitolo. vero è che i libri che mi capitava di leggere non avevano acceso la mia passione più di tanto, quindi nei momenti liberi, soprattutto in autobus durante i tragitti di andata e ritorno, l'ansia di nutrimento aveva la meglio e un buon compagno mi dilettava sempre, ben scelto però.

fu così che mi ritrovai a piangere incollata a un malconcio sedile dell'atac e a dover riprendere un autobus al capolinea.
More about La bambina che salvava i libri la bambina che salvava i libri è uno di quelli che salveresti, appunto, da un incendio. è uno di quelli che compri per il titolo evocativo e ti piace tenere sul comodino perché la bambina ritratta in copertina racconta già una storia. è uno di quei libri che è difficile raccontare perché ognuno lo legge a modo proprio. è uno di quei libri di cui ti piace già sfogliarne le pagine che ondeggiano con insolite giustificazioni. ci sono disegni, tanto grassetto e stelline. sincopi e sovrappensieri. titoli, sottotitoli e indici, sintesi e approfondimenti. sottolineature senza matita e inquadrature fisse, carrellate rapide ed esemplificazioni. significati, frammenti. pensieri da fermare, parole da ricordare. e poesia, tanta poesia, che trasuda persino dagli spazi vuoti. dal buio di un rifugio. persino dalla morte.
è scritto da un autore giovane di libri per ragazzi. australiano, ma figlio di genitori europei che hanno vissuto sotto il nazismo le esperienze cui egli si ispira per questa storia.
liesel ha nove anni e ruba per sfamarsi. in tutti i sensi.

lunedì 25 gennaio 2010

7 mesi -- io mamma, tu bambino

mio piccolo momo
come siamo arrivati a questo punto?
adesso pesi 8 chili e qualcosa, e inizi ad avere anche un bel po' di capelli.
tieni eretta la testa, stai seduto dominando il tuo tappetone. quando sei prono, sollevi tanto il pancino da terra facendo leva con le tue gambotte grassocce ma muscolose, però riesci ad andare solo indietro. inizi a fare capriole per raggiungere le cose che vuoi toccare ed esplorare.
sei diventato un bimbetto proprio espressivo. e ti disperi per i tuoi limiti. questa è una caratteristica che a tratti mi spaventa di te. spesso trascorri tanto tempo a giocare da solo finché non ti accorgi che non riesci a prendere una palla troppo lontana o non riesci a seguirmi nelle mie faccende e prima spalanchi gli occhi, poi ti tendi e goffamente cerchi uno slancio, e poi piangi stizzito e gridi la tua frustrazione. io accorro. spesso mi chiedo se faccio bene. se forse devo lasciarti tentare. ma tu resti lì a piangere disperato. arrabbiato con te stesso più che alla ricerca d'aiuto. altre volte invece vuoi semplicemente la mia vicinanza, a commentare i tuoi giochi. vuoi una voce, una canzone. e allora fai un ehh perentorio e sonoro e io arrivo. sono lì e ti osservo da tutte le angolazioni e mi commuovo quando vedo l'accanimento verso tutto ciò che non è gioco. spesso preferisci il telefono al tuo paperotto di stoffa. un foglio su cui sto scrivendo alle tue costruzioni di gomma, i nostri piatti ai sonagli. i miei libri ai tuoi di gomma.
sei sempre più curioso, non hai paura di niente. a volte quando fai un movimento che ti fa rotolare col naso per terra, dopo la prima reazione di pianto, mentre sei in braccio a farti consolare, stai già lì a fissare il punto in cui hai preso la botta e a spingermi via per farti lasciare seduto. e lì rifai gli stessi movimenti per attutire la caduta, questa volta. mi piaci, amore mio, caparbio e testone. anche nel prendere i capricci sei determinato, asfissiante pure. questo mese le gite in macchina con l'ovetto hanno sortito esiti migliori, ma ci sono sempre quei momenti in cui decidi che non ti va e fai il diavolo a quattro per ottenere di essere staccato. e io mi sono scoperta molto più ferma di quanto credessi. un giorno ho lasciato che piangessi per tutto il tragitto di ritorno in macchina. non c'era modo di fermarci, come altre volte, per calmarti e ripartire. dovevamo tornare a casa e io guidavo. pensavo fosse molto più rischioso sganciarti e farti sedere in braccio a NonnaPapera che farti sfogare la tua ribellione contro le cinghiette e così, per la prima volta, ti ho continuato a ripetere che era giusto così e non te l'ho data vinta. tu, testardo, hai continuato a piangere tutto il tempo fino a casa. io quella notte non ho dormito, ma penso di aver fatto la cosa giusta. non mi piacciono i bambini che tiranneggiano un'intera famiglia e io, piccolo cuore di mamma, spero di farti crescere solido e felice. sto facendo del mio meglio. e lo sto facendo con enorme fatica, perché non l'ho trovato scritto da nessuna parte qual è il meglio per te.
la settimana scorsa c'è stato anche il primo vero rimprovero. e ho capito che sei veramente cresciuto. non ti sfugge più nulla del senso delle cose. e se da un lato devo stare attenta perché darti l'esempio conta più di mille parole, dall'altro so che adesso puoi capire e imparare. era una delle tue giornate di rifiuti e dopo una nottata allucinante e una mattinata di lamentini (a proposito, hai imparato questo mu muu che è qualcosa di snervante come solo una goccia cinese può essere!) la mia pazienza era giunta al termine. avevo preparato il pranzo e volevo mangiare. tu avevi appena mangiato quel po' di pappa e fatto la tua poppata, sembravi aver cambiato umore e così speravo di approfittare per mangiare, ma dopo poco hai iniziato: mu muu. ho continuato impassibile a guardarti e spiegarti che era giusto che rispettassi anche il mio pranzo e tu gridavi capriccioso, con punte d'isteria. hai cercato di farti prendere dalla nonna, con le moine più subdole e accattivanti che avessi mai visto, ma quando hai capito che neanche la nonna ti avrebbe preso, hai fatto un po' di caos: lanci di oggetti, gridolini e qualche tentativo di pianto. in un altro momento ti avrei accontentato, invece non so come ho trovato la fermezza di continuare a spiegarti che quel giorno non ci sarebbe stata eccezione. hai smesso, guardandomi sprezzante, e hai iniziato a trastullarti con il seggiolone. quando abbiamo finito e ti ho preso in braccio, ho iniziato a dirti che eri stato bravo e obbediente e tu, per tutta risposta, mi hai guardato negli occhi, spalancando i tuoi che diventavano sempre più liquidi, hai iniziato a far tremare il labbro inferiore e sei scoppiato a piangere infilando la testa nel mio collo. volevo piangere anch'io, mi son sentita cattiva, ma poi mi è venuto naturale cullarti, calmarti, continuare a ripeterti che non era successo niente e che la mamma non era arrabbiata, ma tu avevi capito una cosa importante. ti ho asciugato le lacrime e siamo andati a giocare con i mandarini.
grandi conquiste questo mese, piccolo mio!
la sera ci accoccoliamo e addormentarti sta diventando un rito dolce, fatto di favole della buonanotte e ninna nanna, chi l'avrebbe mai detto.
ti capisco un po' meglio e riusciamo anche ad avere momenti di sospensione. momenti durante i quali tu non hai necessità da assecondare, non hai capricci da arginare, ma sei sveglio, tranquillo e in ascolto. e aspetti che il mondo arrivi, che qualcosa ti sfiori, che un bacio all'improvviso ti faccia il solletico e che la tua risata ti sorprenda. e in quei momenti lì siamo di nuovo tutto un corpo che può stare, semplicemente. eppure siamo due cuori che battono in controtempo. e possiamo incantarci del mistero della vita. e io mi ricordo che sei fatto della mia carne, ma sei lì e respiri con il tuo ritmo che ha una musica diversa. sei proprio mio e così te stesso. è meraviglioso guardarti da fuori, momo. è meraviglioso vederti prendere una forma autentica e diversa da me.

venerdì 22 gennaio 2010

è sempre una questione di scelte

il grigiore della mattinata non promette niente di buono a questo post che inizia dopo l'ennesima nottata di dati non pervenuti.
da quando momo ha avuto l'influenza e ha passato una settimana a rischio di soffocamento, la notte è diventata una giostra. si sale verso le nove di sera e niente fa da premonizione di come andranno le ore successive. talvolta si sveglia subito dopo un'ora, ma poi dorme fino a mattina con un solo risveglio per la poppata, altre volte (molte di più), comincia a svegliarsi verso le undici e non si capisce più niente fino alle sei di mattina. durante il giorno è abbastanza tranquillo e regolare, ma la notte no... sembra quella canzone di indietro tutta.
va be'. che ci possiamo fare? del resto (fino a domani) c'è NonnaPapera qui con noi che è di enorme aiuto, anche perché momo le si è molto affezionato e hanno trovato dei modi di comunicare tutti loro che mi permettono di prendere fiato.
infatti in questa settimana sono andata dal parrucchiere, dall'estetista DA SOLA e abbiamo fatto insieme alcuni giretti, tra cui due parentesi shoppinghesche, una piccolissima (per me) e una consistente (per momo), approfittando dei saldi.
non solo.
qualche sera fa sono passate a salutarmi le mie due meravigliose ex colleghe, nonché amiche, e ho potuto offrire loro una vera cena anziché la solita pizza a domicilio. e nel valzer dei miei altalenanti stati umorali, la gioia e lo svago che ne sono scaturiti sono stati più volte soffocati dai rigurgiti di nostalgia acuta per la dimensione in cui vivevo prima. prima di partire per new york, prima che la mia vita prendesse una piega così definita e definitiva, prima di momo, prima dell'abdicazione (temporanea?) al mio essere eclettico (scusate la presunzione, ma sì, il mio essere eclettico), in favore di una mammità totalizzante.
il problema è che io non so essere mamma in un modo diverso. in questi mesi mi dicevo che non avevo scelta. la scelta ce l'ho. potrei mandare momo all'asilo e rimettermi in movimento per reinserirmi nel turbine delle cose che mi piacciono. potrei farlo, se non avessi momo qui accanto che mi chiama coi suoi eeeehh, i suoi truuuuu, i suoi ghi ghi. momo che mi cerca con lo sguardo mentre gioca, momo che si attacca al seno come una bestiolina affamata, momo che gioca con tutto fuorché i giochi. momo che fa il labbruzzo quando lo rimprovero e poi affonda nel mio abbraccio, momo che cerca di emulare tutto quello che faccio, momo che ogni giorno non è come quello precedente.
non riesco ad entrare nell'ordine di idee di affidarlo a qualcuno, di perdere dei momenti di questa sua rapida crescita, e tanto meno di far perdere a lui la sicurezza di avere me accanto che lo sostengo in questa sua esplorazione. forse perché a differenza delle mamme che hanno il lavoro che le aspetta io so di poter scegliere. che è un privilegio, ma anche un peso. che è una responsabilità, ma anche un dono.
non so dove voleva andare a parare questo post, ma NonnaPapera ha portato momo a passeggio e io sono rimasta sola a casa. troppo poco perché io possa pensare di riorganizzarmi una stanza tutta per me, troppo a lungo per non pensare che quella stanza è chiusa a doppia mandata.

mercoledì 20 gennaio 2010

giveaway di genitoricrescono

genitoricrescono ci stupiscono sempre per la loro vena frizzante e fuori dal coro,
mettono in palio biglietti per il teatro per festeggiare il loro primo bloggheanno!
andate qui e partecipate!!!

domenica 17 gennaio 2010

Sunday (Book) Review -- il must di gennaio

come ogni gennaio, ma quest'anno con qualche ragione in più, mi ritrovo con qualche chilo da smaltire, una buona dose di determinazione a perderlo e un libro nella manica.
More about Le francesi non ingrassano l'ho comprato tre anni fa, ci eravamo da poco trasferiti nella nostra casa, io stavo scrivendo la tesi e avevamo appena deciso di sposarci. ero in sovrappeso e non mi piacevo. non ero la stessa di cui il QuasiMarito si era innamorato poco più di un anno prima, e non volevo che sposasse questa nuova tizia che ciondolava tutto il giorno in casa in pigiama in attesa di ispirazione. e quindi mi misi addosso qualcosa di sformato e mi infilai nella feltrinelli. e tra pagine rubate, rannicchiata dietro qualche scaffale, e voli pindarici tra poesia e manuali di autosostegno, m'imbattei in questo libretto raffigurante una silhouette inconfondibilmente e adorabilmente francese.
diciamola tutta: a me i francesi non è che mi stiano particolarmente simpatici, a livello epidermico. e trovo lo stereotipo di bellezza femminile eccessivamente diafano per i miei gusti (e anche per il mio punto di partenza). ma si dà il caso che in fatto di stile siano imbattibili, le francesi. e quando ti senti uno scaldabagno ambulante e vuoi chiudere gli occhi e sognare di essere bella, magicamente ti vedi con due gambe leggere e un paio di ballerine a punta, una baguette sotto il braccio e un baschetto calato sulla fronte. insomma ho acchiappato "Le francesi non ingrassano" e mi sono ritrovata a sgranocchiare tarallini sul divano di casa, divorandone le pagine.
l'autrice mireille guiliano, presidentessa della veuve clicquot di new york, racconta in maniera squisitamente autobiografica di come, dopo una permanenza americana all'ingrasso, abbia riscoperto le proprie abitudini alimentari e quindi il segreto che si cela dietro l'invidiabile linea delle donne francesi. amore per il cibo, cura e raffinatezza nell'approccio con il mangiare, ritualità. piacere. ricercatezza. qualità.
per dimagrire non è necessario rinunciare a dolci o cioccolata, né allo champagne, ça vans sa dire. basta usare la testa e pensare a quello che stiamo mangiando e al perché. basta mangiare bene. evitare il cioccolato tanto per. e gustarne quando si ha l'opportunità di avere un extrafondente 90%. evitare il tavernello e stappare una bottiglia di champagne quando si può.
è tutta una riprogrammazione che parte da un'analisi delle nostre abitudini sbagliate e finisce con l'instaurarsi di un nuovo approccio sano e duraturo al cibo.
grazie a questo libro io sono dimagrita otto chili in tre mesi e ne ho ripresi quattro solo adesso con la gravidanza. non sono diventata uno stecchino, ma le mie gambe leggere mi hanno portato all'altare (si fa per dire, era un luogo profano, ndr). e di tanto in tanto mi sono trovata a risfogliare qualche pagina, qualche ricetta "autoingannante", qualche aneddoto très chic che mi facesse tirare su la schiena -- immaginando un libro in testa in equilibrio -- e mi facesse venire una terribile voglia di sorseggiare bollicine in un dior taglia 42.

lunedì 11 gennaio 2010

tutti a tavola!!!

vi ricordate della prima pappa?
ecco, è stata una farsa. o, per meglio dire, una prima senza repliche.
il fatto è che per varie ragioni io non mi sentivo proprio pronta e poi momo era davvero piccolo, non era necessario e, insomma, un giorno era tardi, un giorno era presto, uno dovevamo uscire e...
così.
poi è arrivato quel periodo. durato un paio di settimane. raffreddore a parte, momo ha iniziato a dormire male anche di notte, col risultato che io ero veramente ai minimi storici e lui sempre nervoso, di giorno e di notte. sempre lamentoso, infastidito, esagitato.
mi sono convinta che era il mio latte a non bastargli, perché aveva ripreso a chiedere il latte anche di notte, anche ogni due ore. quindi ho iniziato a rimuginare sulla questione dello svezzamento e col mio solito approccio libresco sono approdata a questo

More about Io mi svezzo da solo!

ne avevo letto anche una recensione di serena su genitoricrescono e le antenne mi si erano drizzate. inutile ritritarne i contenuti: la recensione di serena è molto esauriente e ce n'è anche un secondo capitolo sull'evoluzione.
e, così, una sera, a tavola come sempre tutti e tre, agli inequivocabili gridolini di momo, ho risposto con il suo cucchiaino pieno del brodo del nostro minestrone.
ha iniziato a spalancare bocca, occhi, a sbattere eccitato le mani sul seggiolone.
gli ho schiacciato un pezzetto di zucca e l'ha fagocitato.
un pezzo di carota. idem.
io ero commossa, il MaritoIncredulo non sapeva se lasciarsi andare alla gioia che quella vista provocava o opporsi per ripristinare l'ordine.
già. perché momo non è soltanto figlio mio e...
quando ho parlato dell'autosvezzamento di piermarini con il MaritoMalfidato, ha sgranato gli occhi, è diventato rosso, poi verde, poi blu e infine è sbottato:
"ma che ti sei messa in testa? momo non è una CAVIA!"
io: "be' neanch'io!!!"
MM: ???
io: "se ti aspetti che mi metta a fare cabaret, cantare il repertorio di nilla pizzi o, peggio, schiaffargli il cucchiaino in bocca a forza, hai sbagliato moglie!!!:
MM: "ma chi ti ha detto niente!!! e poi, ma perché dobbiamo fare tutto strano? e i pannolini lavabili, e l'omeopatia, e i vaccini ancora ci stiamo a riflettere, e niente asilo e questo e quell'altro... almeno le pappe, non possiamo andare in un &^%$& di negozio e comprargli due barattoli di omogenizzato?!!?!??!"
io (ahhh, quanto mi piace 'st'omo quando tira fuori il testosterone!!!): "okkeyyyy".
MM: "okkey?"
io: "sì, facciamo così".
MM: "sì?"
io: "sì".
MM: "oddio e mo' che ti sei messa in testa? com'è che ti arrendi subito?"
io: "..."
MM sudava freddo, nel frattempo era diventato bianco: "allora?"
io: "stai tranquillo amore, da domani inizio a preparargli le pappe, del resto di pappe non è mai morto nessuno".

nel frattempo avevo seguito un deludente corso di svezzamento naturale che era un'applicazione di cucina macrobiotica all'arte pappinatoria. come se improvvisamente un pupetto che ha preso finora il mio latte (io non mi sono privata di quasi niente né in gravidanza, né durante l'allattamento) potesse mangiare amaranto e germogli con gusto.
quindi il giorno dopo ho preso il mio fidato bimby e ho preparato un surrogato del minestrone della sera prima, senza sale, omogenizzando le verdure e aggiungendoci alla fine un bel cucchiaio di pappa di riso, un cucchiaino d'olio e altrettanto di parmigiano. ricetta classica, vado sul sicuro.
risultato: nell ordine, momo ha spalancato la bocca, ha digrignato le gengive, ha sputacchiato, ha serrato le labbra, mi ha guardato sprezzante e ha lanciato la scodellina, tipo frisbee, direttamente nel lavello.
eloquente no?
dopo qualche giorno siamo andati a consultare IlPediatra. io sono arrivata carica ed entusiasta, gli ho spiegato tutto nei cinque minuti in cui il MM era a parcheggiare, poi il MM è arrivato e IlP ha preso la parola e ci ha spiegato che il bambino a sei mesi non è pronto per qualsiasi cibo. che i suoi reni non riescono a smaltire bene il sale che noi siamo abituati a mettere nelle pietanze. e che ci sono dei cibi un po' più complessi che il bambino non ha la maturità organica per digerire come si deve. detto questo gli assaggi si possono far fare, perché le quantità non sono sufficienti a creare danni, ma ovviamente in seguito il bambino avrebbe fatto fatica a fare un intero pasto con sapori più tenui. del resto fino a nove mesi, anche un anno a volte, il bambino può crescere bene anche solo con il latte materno, quindi si può affrontare il tutto senza ansia e fretta.
e mi ha dato il suo elenco di cibi ammessi, da integrare gradualmente con altri, man mano che avesse accettato i precedenti.
  • bietola, lattuga, finocchio, sedano, cipolla, patata, zucchina, zucca gialla, carota
  • olio d'oliva
  • parmigiano reggiano
  • pappa di riso, farro, orzo, mais, miglio, grano, multicereali
  • mela, pera, albicocca, prugna, banana
dopo venti giorni:
  • lenticchie rosse decorticate
  • ricotta di capra
  • malto di riso
sono uscita da lì, con la coda tra le gambe. ero quasi certa che IlPediatra mi avrebbe appoggiato. il MM ringalluzzito infieriva: "hai visto? del resto, abbiamo scelto di affidarci a questo medico e ora facciamo così".

quindi la situazione è questa: momo continua a fare le sue poppate regolarmente, il pranzo è diventato un momento di tentativo, ad oggi non ha mai mangiato neanche metà della pappa e quindi ho continuato a proporgli il seno. nel frattempo ciuccia sempre un pezzetto di pane quando è a tavola e noi mangiamo, e io cerco di accontentare, quando le fa, le sue richieste di assaggio. le lenticchie, per esempio, le aveva apprezzate quando le avevo fatte per me, con cipolla e carota, salsa di soia e zenzero. ci ha impiastricciato il seggiolone con il suo passato di rosse decorticate con carota.
riguardo la merenda non ci provo neanche più, la frutta gli fa rivoltare la testa a 180 gradi.

sinceramente speravo di risparmiarmi almeno una poppata al giorno per acquisire un po' di autonomia, ma più di tutto mi preme agevolare un approccio sano al cibo, e senza conflitti o forzature. quindi sto continuando così. con l'alimentazione complementare. concetto per cui il cibo solido è un complemento all'apporto che finora ha avuto dal latte materno, che resta la principale fonte di nutrimento.
avendo ormai provato un po' tutte le combinazioni di pappe e avendo capito che l'unica che mangiucchia, ma non per più di due giorni di seguito, è quella di farro con il passato di verdure (finocchio, bietola, zucca), si può dire che siamo a un punto morto.

suggerimenti?

domenica 10 gennaio 2010

Sunday (Book) Review

alla luce dei ricorrenti sguardi al passato da inizio d'anno e di casualità che fungono da indovena nostalgica, ho deciso di inaugurare una nuova sezione del blog Sunday(Book)Review, uno spazietto domenicale dove recensire le mie letture e non solo.
quando stavo a new york, la domenica mattina compravamo il malloppone del NYTimes, io lo acchiappavo per prima e mi prendevo tutti gli inserti più carini tra cui Fashion&Style e The Book Review; Business & BoringNews le lasciavo al MaritoStakanov. era proprio un rito carino. a volte ce lo portavamo in metro, se stavamo andando da qualche parte, altre ce lo infilavamo sotto al piumone, se la giornata era uggiosa e innevata. ma spesso, stretto sotto il braccio, ci accompagnava nel nostro cafè a scaldarci con una colazione fumante. che poi diventava anche pranzo a volte perché io mi portavo il taccuino e scrivevo, MS il pc e lavorava. e le ore passavano, senza che nessuno ti chiedesse di lasciare libero il tavolo, o di ordinare in fretta. e di sottofondo musica, storie di due minuti che entravano e uscivano a suon di slang, personaggi a tuttotondo che portavano la propria pennellata in quel quadro dinamico e poi, senza guardarne il risultato, lo abbandonavano.
insomma, un po' perché sono una romantica, un po' perché oggi mi gira così, un po' perché grazie al cielo anche da mamma continuo a nutrire la mia passione per la pagina stampata, beccatevi questa nuova sezione domenicale. ma non affezionatevi troppo!

More about Pulce non c'è
questa settimana ho letto questo libro: pulce non c'è, l'esordio di gaia rayneri, una ventiquattrenne che vive tra torino e londra. pulce è una bambina autistica di nove anni. ha una mammaAnita, un papàGualtiero e una sorellaGiovanna. sono una famiglia vera. che affronta i drammi quotidiani con amore e ironia. un giorno pulce viene portata via da scuola dagli assistenti sociali perché si ritiene che la famiglia non sia idonea a prendersene cura. è chiaro ci sia qualcosa sotto. solo dopo diversi mesi si viene a sapere che sul padre grava un'accusa di abuso sessuale sulla figlia. questa "storiaccia" è raccontata da giovanna, tredicenne alle prese con la propria pubertà e con un rocambolesco mondo immaginario. la fantasia e la sagacia innocente di questa sorella narrano una storia triste e faticosa con uno sguardo che rimanda il bello della vita. mi è piaciuto lo stile asciutto e tagliente. mi è piaciuta la storia perché è un dramma moderno e quotidiano. mi è piaciuto perché parlare di autismo e non essere patetici è una scommessa e questo libro l'ha vinta. mi è piaciuto perché ha mostrato le prospettive altre. quelle che non siamo abituati a vedere. e mi è piaciuto perché ho riconosciuto alcune cose di me in giovanna. e alcune persone che ho sfiorato nella mia vita e che queste pagine hanno riportato tra i miei pensieri.

sabato 9 gennaio 2010

giveaway di valentina -- il linguaggio segreto dei neonati

More about Il linguaggio segreto dei neonatisegnalo questo giveaway dal blog di valentina, che mette in palio "il linguaggio segreto dei neonati" di tracy hogg. be' chi mi conosce sa che non c'è niente da aggiungere. bisogna averlo!

venerdì 8 gennaio 2010

a letto, una sera

MaritoTramanteQualcosa: momo dorme?
io: eh, sì! ronfa alla grande!
MTQ: e vieni qui!
io: ma sei già sotto le coperte... eccomi!
MTQ: vieni qui vicino...
io: ahiiii, il ginocchio! non mi tirare così
MTQ: sì, scusa...
io: aspetta, mi metto di qua, ecco!
MTQ: ahia! ferma, non ti appoggiare lì, ho la cassa toracica che scricchiola...
io: scusa amore, ecco...
MTQ: no, da questa parte ho il nervo del braccio infiammato!
io: ma dalla mia parte non posso io, che mi fa male la schiena!
MTQ: ...
io: amore
MTQ: eh?
io: mi chiedevo: ma quando saremo veramente vecchi e acciaccati come faremo?
MTQ: alla grande! avremo alle spalle anni di allenamento!
io: ...
MTQ: ...
io: ...e forse anche qualche velleità in meno.


poi, detto fra noi, quando gli 'nghe risulterebbero la conclusione più decorosa a questi quadretti, 'sti pupi non si svegliano MAI!!!

giovedì 7 gennaio 2010

o tu, o noi! -- piano d'azione per sopravvivere

prologo
come avrete immaginato tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre il mio stato psicofisico era veramente ai minimi storici registrati. quello che mi stava sfinendo e logorando non era propriamente l'abnegazione alla mammità, ma l'apparente nullo risultato sul benessere di momo. e non credo neanche che la soluzione fosse semplicisticamente mettere una distanza tra me e lui qualche ora al giorno (mandandolo al nido) o interrompere il circolo vizioso della mia ansia e stanchezza che nutrivano la sua insofferenza.
punto primo: io non credo che il nido di per sé risolva dei problemi, piuttosto, anche alla luce di quello che poi è stato il nostro piano d'azione, credo che inevitabilmente dia una routine che spesso i genitori, da soli, non riescono a imporre. inoltre, nel mio caso, avrebbe innescato una pericolosa corsa al senso di colpa.
punto secondo: sicuramente il circolo vizioso, per cui gli stati d'agitazione di chi si prende cura di un bambino passino per osmosi al piccolo è un fatto innegabile, ma da qualche parte si era avviato e io ero certa che non ero stata io a cominciare. mi spiego: durante i primi tre mesi, momo era un bambino tranquillo. mangiava, giocava, dormiva, secondo i cicli del metodo E.A.S.Y., poi è accaduto qualcosa. il famoso risveglio delle sue percezioni. ha smesso di lasciarsi andare a quel ritmo che io gli suggerivo e ha iniziato a esprimere le sue resistenze, in particolare al sonno. certo! era come dirgli: guarda che bel mondo hai intorno! ecco, adesso spegnamo la luce e tutto quel bel mondo ti è negato. manco a dirlo, diventava una iena.
quindi io ho iniziato ad ammorbidirmi nell'insistere con i cicli. quando lo portavo a dormire, lui si dimenava, iniziava a piangere e io pensavo che non avesse sonno, quindi lo riportavo a giocare e lì innescavo la tragedia: più giocava, più si sovreccitava. più si sovreccitava, meno dormiva. meno dormiva, più era isterico. più era isterico, meno riusciva ad addormentarsi. meno riusciva ad addormentarsi, più piangeva disperato. più piangeva disperato, più io piangevo disperata. più io piangevo disperata, più... devo continuare? chiaro, no?
insomma, mettiamoci pure che intorno ai cinque mesi e mezzo ha avuto l'ennesimo scatto di crescita, unito a un brutto raffreddore durato un paio di settimane (di conseguenza mangiava male e ha ricominciato a svegliarsi ogni ora e mezza/due anche di notte), unito a un presunto arresto della crescita, e non stupisce che una mattina, fra le lacrime e gli sternuti, io mi sia messa seduta a tavola con taccuino rosso e pennarello per affrontare di petto la situazione. riporto fedelmente le considerazioni:
  • 'sto pupo deve dormi'!
  • 'sto pupo deve magna' come si deve!
  • o lui, o noi (tutti e tre)!

il piano d'azione
se qualcuno si ricorda del famoso test d'idoneità al metodo di tracy hogg, si farà una risata. io non sono propriamente una donna di quelle che definiresti organizzata, né tanto meno ordinata. men che meno abitudinaria. eppure, pare che la mammità tiri fuori il meglio di noi. e MammaCaia si è ritrovata in automatico a sfogliare rapidamente il suo incasinato taccuino rosso, cerchiare qualche dato importante e cercare la prima pagina bianca utile per scrivere a caratteri cubitali:
routine
a seguire la sua tabella di marcia desunta da alcuni punti fermi nella giornata di momo (orario del risveglio e del crollo serale), ma soprattutto da una considerazione circa le poppate. di giorno era portato a mangiare anche ogni quattro ore (vuoi per le distrazioni, vuoi per l'ansia di fare, vedere, toccare), ma dal primo pomeriggio non si capiva più niente. inoltre un'altra riflessione desunta dai suoi comportamenti era che ha una certa sensibilità agli stimoli, ai posti nuovi, alle luci, ai rumori. infine, nel momento in cui momo esprime una propria necessità si è già a livelli d'allarme. questo significa che, per quanto inizialmente lo trovassi un atteggiamento poco educativo, per i bisogni fisiologici di sonno e cibo, bisogna un po' prevenire le necessità.
quindi:

  • poppate ogni due ore e mezzo/tre, tranne l'ultima serale più a ridosso per farlo andare a dormire più sazio, proposte e non richieste;
  • nanna dopo un'ora e mezza/due dall'ultimo risveglio imposta e non apparentemente richiesta.
ecco la nostra nuova giornata:
  • ore 7,00-7,30 risveglio e colazione (latte mio)
  • ore 8.30-9,00 primo sonnellino
  • ore 10,00-10,30 merenda (latte mio)
  • ore boh, dipende secondo sonnellino
  • ore ore 13,00 pranzo (tentativo di pappa, poi latte mio)
  • ore boh, dipende terzo sonnellino
  • ore 16,00-16,30 merenda (tentativo di frutta, poi latte mio)
  • ore boh, dipende quarto sonnellino
  • ore 19,00 cena (latte mio)
  • ore 20,30-21,00 spuntino pre-nanna (latte mio)
  • ore 21,30 dorme
  • ore 3,00 circa fa un risveglio per la poppata notturna
un'altra variante ai precedenti comportamenti è stata quella di agevolargli il sonno oscurando l'ambiente ed evitando troppi rumori. mi direte: la scoperta dell'acqua calda... ehm, io, veramente, prima, di giorno cercavo di farlo dormire con la luce perché pensavo di farlo abituare ad addormentarsi ovunque, col risultato che non si addormentava da nessuna parte.


risultati
comunque c'è voluta una settimana perché questa routine prendesse piede, in particolare perché i sonnellini inizialmente non sono stati subito accettati. spesso stavamo in camera, nei pressi del lettino a fare coccole, giochi poco eccitanti, ma alla penombra e col ciuccio (che lui prende unicamente per dormire), a volte piangeva, ma io lo tenevo in braccio e lo cullavo senza schiodarmi dal pensiero che lui aveva bisogno di dormire e dopo un po' cedeva. spesso si risvegliava subito, ma al contrario di prima che mi dicevo che evidentemente per lui era sufficiente dormire cinque minuti, lo riprendevo in braccio e lo ricullavo e si riaddormentava. l'obbiettivo era fargli fare almento un ciclo di sonno di tre quarti d'ora. o almeno tenerlo al riparo da eccessivi stimoli che non facevano altro che isterizzarlo ulteriormente.
in realtà i risultati si sono visti subito. intanto ogni volta che lo mettevo al seno per mangiare era felicissimo e si attaccava con il sorriso sulle labbra. mangiava con voracità, ma senza agitazione. svuotava tutte e due i seni e poi si staccava con lo schiocco e iniziava a lallare, a sorridere e a giocare tranquillo con le manine o con me. poi già dal primo giorno ha fatto almeno un riposino di tre quarti d'ora all'interno della giornata.
a distanza di un mese io penso ogni giorno che se qualcuno a novembre mi avesse detto che saremmo stati così sereni non ci avrei creduto.
momo fa 7 poppate, però sono prevedibili e io posso anche pensare di uscire senza di lui e soprattutto senza l'angoscia di sentirlo sbraitare per le scale, rientrando.
fa quattro riposini durante il giorno (bel traguardo, se si pensa che per quasi tre mesi ha dormito tra i venti minuti e l'ora in tutta una giornata, spezzettati), in genere due di uno e due di due cicli, alternati.
i suoi momenti di activity sono diventati allegri e rilassati per lui e per noi (nei limiti ovviamente di un bambino che si annoia, fa i capricci, più varie ed eventuali) e piano piano anche più autonomi. per ben due volte sono riuscita a farmi una doccia mentre lui era impegnato con la sua palestrina. senza dover inondare il corridoio uscendo dopo due minuti insaponata e assordata da pianti incomprensibili. e sto ricominciando a prepararmi un pasto caldo per pranzo che siamo soli.
ma la cosa che ha cambiato davvero la nostra vita e, a essere sincera, anche il mio rapporto con lui, è che la sera si addormenta con le coccole e non più svenendo stravolto dopo i propri pianti strepitanti che a volte raggiungevano le due ore.
forse ha aiutato anche il nostro rito serale, fatto di una successione di eventi quasi sempre simili. alle 7,00 lui fa la poppata, poi nel seggiolone ci fa compagnia mentre ceniamo io e il MaritoTornatoDaLavoro, poi un'oretta tutta al maschile di massaggini e un po' di libertà senza pannolino, poi pigiamino e via sul lettone, qualche libro di favole, qualche risata con il suo doudou, un po' di coccole (o con me o con il babbo, dipende) e infine intorno alle 9,00 poppata, coccole di mamma, ciuccio e ninna nanna.

considerazioni
la mia preoccupazione rispetto a una routine così strutturata era l'apparente rigidità. considerato che in questo mese di rodaggio ci sono state feste, viaggi, nottate particolari, posso dire con cognizione di causa e contro ogni mio preconcetto, che la routine aiuta anche nelle giornate straordinarie. cercando di garantire a momo i suoi punti fermi, anche se destrutturati, lui riusciva a dormire, mangiare e stare sveglio serenamente. prendendo come esempio le due nottate di vigilia di natale e san silvestro. la vigilia di natale abbiamo fatto l'errore di imporgli la nanna nel lettino, mentre nella stanza accanto si faceva baldoria. morale: si addormentava stremato perché era stanco, ma si risvegliava subito, disturbato dal caos, nervoso e arrabbiato perché da solo. a san silvestro invece abbiamo pensato: ok, è festa, aiutiamolo a dormire, ma non facciamo finta che sia tutto "normale", perché non lo è. eravamo a casa di una mia amica con piccoletta di quasi quattro mesi e un altro paio di coppie con prole. abbiamo acceso le candele a tavola e spento le altre luci per agevolare il sonno dei pupi. abbiamo cercato di evitare urla, ma per il resto non abbiamo fatto che ridere e spassarcela. io e il MaritoComplice ci siamo tenuti momo nell'ergobaby tutta la notte, a turno. a lui piace dormire addosso a noi e si rilassa facilmente. quando era svegliato da qualche risata più forte alzava la capoccetta, si guardava intorno, faceva un sorriso birichino e poi si rimetteva accucciolato a dormire. era sveglio a mezzanotte e sgranava gli occhi mentre facevamo il countdown. io temevo che si spaventasse e gli prendesse una crisi di pianto, invece si è attaccato a me e ha confuso la sua bavetta con le mie lacrime. poi si è rimesso in posizione, ciuccio in bocca e nanna fino alle 4 quando, a casa, gli ho dato la poppata notturna e si è messo a dormire nel suo lettino. la mattina dopo abbiamo ripreso tutto come i giorni precedenti. alle 7 di mattina, of course.

mercoledì 6 gennaio 2010

Ninna nanna per momo
























Ninna nanna ninna oh

questo bimbo a chi lo dò
non lo dò proprio a nessuno
me lo tengo stretto stretto
e se me lo chiede qualcheduno
io gli faccio lo sgambetto
ninna oh ninna oh
ninna nanna ninna oh

Questo bambino birichino
si è già messo il pigiamino
ninna oh ninna oh
ninna nanna ninna oh

Questo bambino un po' furbetto
si nasconde sotto il letto
ninna oh ninna oh
ninna nanna ninna oh

Questo bambino avventuroso
vuole giocare senza riposo
ninna oh ninna oh
ninna nanna ninna oh

Questo bambino tanto buffo
corre nei sogni con un bel tuffo
ninna oh ninna oh
ninna nanna ninna oh

Questo bambino sgangatello
vuole volare con un mantello
ninna oh ninna oh
ninna nanna ninna oh

Questo bambino giamburrasca
ruba due stelle e le mette in tasca
ninna oh ninna oh
ninna nanna ninna oh

Questo bambino come un pagliaccio
si addormenta sempre in braccio
ninna oh ninna oh
ninna nanna ninna oh

Ma questo bambino è fortunato
sul cuore di mamma di è addormentato
ninna oh ninna oh
ninna nanna ninna oh

Ninna nanna ninna oh
questo bimbo a chi lo dò
non lo dò proprio a nessuno
me lo tengo stretto stretto
e se me lo chiede qualcheduno
io gli faccio lo sgambetto
ninna oh ninna oh
ninna nanna ninna oh

è vietato riprodurre questa ninna nanna senza autorizzazione degli autori, momo e la sua mamma saranno però felici se prenderà vita tra le corde vocali di mamme cullanti e bambini ghiretti. buona befana!

martedì 5 gennaio 2010

sei mesi, un natale dal sapore speciale

natale 2009
mio piccolo momo
hai compiuto sei mesi il giorno di natale e per la prima volta la tua mamma invece di pensare ai regali che sarebbero arrivati si commuoveva per quelli già ricevuti. eravamo a casa dei nonni, con la ziaPolly di cui ti sei innamorato e i bisnonni. io, il tuo babbo e tu, piccolo ometto sorridente.
guardarti ogni giorno crescere, diventare un bimbo sempre più consapevole di sé mi incanta. ormai stai seduto da solo e quando ti stufi riesci a rotolare e metterti a pancia in giù. proprio il giorno di natale hai cominciato a tenere su il pancino e a cercare la meccanica per muoverti nello spazio e già pochi giorni dopo ti spingevi indietro e ruotavi. conquisti sempre più autonomie nel gioco e riesci a farci capire quasi sempre quello di cui hai bisogno. sei assertivo e deciso.
hai anche iniziato ad assaporare le pappe, ma solo se ti lasciamo tenere le manine a mollo nei piatti. mi sembra che anche per l'alimentazione tu abbia le idee piuttosto chiare: saporito, altrimenti anche niente, arricci il naso e sputacchi. e poi mi guardi accigliato come se non ti capacitassi di come io possa essere così stupida da propinarti certa roba. scusa, momo, mamma fa del suo meglio, ma ha alle calcagna IlPediatra. e soprattutto il tuo babbo.
adesso pesi 7,650 chili e sei lungo 66 centimetri. IlPediatra dice che sei un torello, tutto muscoli. in realtà hai tante ciccette tenere e buchetti dappertutto.
sei un bimbo socievole, ti fidi degli altri, anche se butti sempre un occhio intorno per accertarti che ci sia qualcuno di più che familiare.
ormai mi riconosci ed è forse la cosa più struggente che mi sia capitata dal quando ho avuto il tuo corpicino caldo sul seno per la prima volta. i tuoi occhi restano incastrati nei miei per minuti infiniti e quello che ci diciamo lo sappiamo solo noi. hai imparato ad agganciarti al mio collo, primordio di un abbraccio, ma soprattutto mi cerchi, mi chiami, a volte vuoi me e nessun altro. mi baci, a ventosa, e resti incollato ai miei zigomi, al mento o al naso. è come se io mi sentissi un po' più mamma, adesso. un altro anello della catena dorata che mi lega a te si è saldato e assieme alla paura e alla vulnerabilità in cui mi fai nuotare, emerge una forza nuova, un respiro che mi riempie i polmoni e mi lascia galleggiare con gli occhi al cielo, le orecchie camuffate dalla superficie increspata, fiduciosa di questa liquida profondità in cui mi hai partorito madre.

lunedì 4 gennaio 2010

il primo post del 2010

buongiorno!
arrivo in ritardo, dopo settimane di latitanza, ma le vacanze sono vacanze e per quanto abbia avuto compagnia di nonni e marito, fermarmi per scrivere è risultato difficile.
inizio questo mese e quest'anno con un ginocchio fuori uso, credo a causa del peso di momo. ma serenamente, piena di buoni propositi e belle sensazioni. leggera da zavorre lasciate nel 2009, ricca di tutto ciò che l'anno scorso mi ha regalato e mi sono potuta portare dietro in questo nuovo. sono felice, di quello stato latente di pulviscolo iridescente. forse perché so dove sto andando. ho preso qualche decisione, in particolare riguardo il lavoro. ho deciso di aspettare almeno settembre per mandare momo al nido e nel frattempo mi guarderò intorno, complice una nuova struttura di cui a seguire. ho deciso di non arrivare più a picchi negativi impregnati di sfinimento e angoscia e per far questo mi organizzerò per avere un supporto da parte dei miei almeno una settimana al mese. a gennaio viene NonnaPapera, a febbraio vado io, per esempio. a marzo si vedrà.
tutta questa limpidezza dipende anche da una nuova era nella crescita di momo che sembra consolidata per cui parlarne non mi fa temere la solita legge del contrappasso. momo si è tranquillizzato. abbiamo attuato un piano d'azione studiato a tavolino di cui racconterò presto. e la situazione si è ribaltata. per ora, ginocchio e schiena a parte, tiro un sospiro di sollievo.
devo parlare veramente di tante cose. c'è il monthly appointment, natale dai nonni, il brindisi di san silvestro, poi l'alimentazione complementare, infine, appunto, la nuova strategia.
tempo al tempo, forse riuscirò a scrivere a ritmi più serrati come un tempo. forse no.
nel frattempo cercherò sicuramente di mettermi in pari sugli ultimi avvenimenti della blogosfera.
ringrazio tutti i passanti, i lettori assidui, i commentatori e quelli che non si svelano.
questo blog è stato un pezzo importante dell'anno passato e una di quelle cose che con gioia e convinzione mi porto dietro.
auguro a tutti il meglio da questo 2010,
tanto amore, armonia e un bel traguardo da inseguire.
con un pizzico di leggerezza che non guasta mai.

love
c.c.