giovedì 30 giugno 2011

oggi parlo di me, me me. insomma io. (seconda parte)

sono inquieta
mi giro e mi rigiro da giorni nelle mie cose, ogni tanto mi sveglio di notte e resto a pensare, finché non fa giorno. e non è che stia a compiere profonde elucubrazioni sul senso della vita, a volte son cose così. a volte penso che vorrei il parquet in casa, altre che ogni tanto dovrei mettermi sulla bilancia per capire se sta succedendo qualcosa di irreparabile, ancora a volte penso che il giorno dopo sarà frenetico e proficuo, che riuscirò a scrivere il doppio di quanto mi sono prefissata (ah, sì, sto scrivendo, cose), che farò cose divertenti con momo e mi metterò finalmente lo smalto alle unghie dei piedi. a volte penso a quanto mi manca lui, tornato a roma, che io un matrimonio a distanza prolungata non lo reggerei, che quello di cui ho bisogno sopra di tutto, sopra il cibo, lo scrivere, le lumache e il mare, è il porto sicuro del suo abbraccio la sera. poi penso che è solo per questa estate, per degli obbiettivi importanti, per momo, per il brufolo, e allora che cazzo sto a perdere il sonno che già c'è carestia? son fatta così. poi penso che quando anche il brufolo sarà più grandino voglio ristrutturare la casa, fare dei soppalchi (che le scale sembrano non bastarmi, guarda un po' che ironia) e cambiare dei mobili e finalmente scartavetrare le sedie della cucina e colorarle, tutte diverse. poi penso che cambierei le tende della camera da letto e magari riuscirei anche a creare la mia stanza segreta, ce l'ho tutta in testa e ogni notte diventa più nitida e dettagliata. poi penso che tutto quello che sto facendo in questi mesi, scrivere, avere una famiglia meravigliosa che cresce d'amore, era il sogno della mia vita e lo sto vivendo e allora che cazzo sto a perdere il sonno che già c'è carestia? niente, a volte ho bisogno di ridirmelo, di vederlo da fuori e da tutte le angolazioni.
poi ci sono invece le volte che mi giro e aspetto che gli occhi diventino felini e mi facciano vedere chiaramente quel batuffolo finalmente quieto, che dorme accanto a me di traverso e ogni tanto sorride. e in genere quelle volte lo guardo, lo guardo, lo guardo e poi mi riaddormento.
tutto questo per dire che ho capito, oggi, leggendo il post di polly, che quello che mi manca è una moleskine. non so com'è successo che da mesi non l'abbia ricomprata. e che quel quaderno di ripiego, che mi trascino in borsa, è rimasto vuoto.
esco a fare due passi.

mercoledì 29 giugno 2011

4 mesi

ehy brufolo
che bollicina dicono che non puoi esserlo e per il nome credo dovrai aspettare un po' che qua c'è sempre qualcosa da fare.
sai che fai tutto in fretta, tu?
mi fai tenerezza che sembra voglia farti vedere subito per paura che non ci accorgiamo che ci sei.
sabato scorso mi hai dato una bella botta. era il compleanno di momo e io ho avuto un sussulto. mi sembrava troppo romantica questa coincidenza e non l'ho detto a nessuno. poi la sera dopo ho sentito altri battiti inequivocabili e allora ho chiamato il papo e ti ho fatto fare un po' di coccole, che te le meritavi tutte e si vede che sei già un tesoro. gliel'ho detto che avevi fatto gli auguri al tuo fratellone, e mi veniva proprio da piangere.
insomma brufolo, ti pare che non mi accorgo di te?
da fuori sembri già un meloncino e ti faccio scaldare al sole della mia terra, tuo fratello non l'ha avuto questo piacere. ti faccio un sacco di carezze spalmando la crema, indugio, indugio, che vorrei dirti tante cose in quei brevi momenti in cui mi dedico solo a te. ma poi non mi viene in mente niente, tranne di goderti queste nuotatine, che fra poco lo spazio sarà sempre più stretto e poi... e poi, piccolino, io mica lo so che fine faremo? ogni tanto penso che 'sta volta gli ormoni non mi fregheranno e son già preparata al fatto che le favole non esistono, e io sarò stanca, e ogni tanto penserò di non farcela, e che se non mi organizzo per tempo e trovo una soluzione per la casa, per momo, per farci aiutare, saremo nei guai, ma poi, guarda che mamma matta che ti sei scelto, mi rilasso e penso solo alla cesta che ho in serbo per te, che per momo non avevo fatto in tempo, e immagino l'inverno che ci terrà vicini vicini senza farci sudare, alle notti in quattro che tanto fa freddo, al Natale con te sotto l'albero e momo che scarterà pacchi anche per te, alle gioie che raddoppieranno e alla copertina di lana che è già pronta da quando stavo a new york e momo è nato in giugno. hai visto? c'eri già da prima, più ci penso e più ne sono convinta.

lunedì 27 giugno 2011

2 anni

mio piccolo momo
il giorno del tuo compleanno avevi una torta con la pimpa, regalo della ZiaPatty, e hai spento una candelina a forma di due. avevi una corona di cartoncino verde, hai cantato tanti auguri e l'hai detto proprio a tutti che era il tuo compleanno e facevi due anni, anche se con la mano facevi cinque.


mio piccolo momo
hai i capelli corti corti, pratici per il mare. parli di continuo, ormai componi frasi, metti in relazione le parole e coniughi i verbi alla prima persona singolare. e a volte anche alla seconda.
ti piace dire noi quando si dice di far qualcosa, vuoi sempre che ci siano tutti.
giochi a fare finta e impazzisci per il lupo e i sette capretti. chiedi sempre di fare un puzzle e quelli piccoli da due pezzi li fai da solo. quando ti ho chiesto di farti una foto mi hai detto ggioco! e non ti sei girato neanche per un istante compenetrato nei tuoi trasporti di cose.


hai ricevuto tanti regali e li hai apprezzati tutti: il tavolo dei lavori dove ti piace infilare i chiodi e battere col martello, i puzzle, le costruzioni di legno, il triciclo e la tenda da campeggio montata nel salone dei nonni, dove ti rifugi con i mille peluches della ziaPolly, hai indossato tutti i vestiti che ti hanno regalato, scegliendo gli abbinamenti, e hai portato subito in spiaggia secchielli e gonfiabili. quel giorno eri proprio euforico, ti sei lanciato sul buffet e sulla torta, e ogni tanto ricantavi tanti auguri.
il tuo compleanno coincide con l'inizio di questa estate dai nonni, al mare.


è un'estate particolarmente dolce, la tua ultima da figlio unico, e io vorrei fermarla ogni giorno per rivederti ancora inciampare nelle tue piccole crocs insabbiate e poi rialzarti e scrollarti i vestiti, senza fare una piega. vorrei vederti ancora dondolare la testa dorata, chiedendo un altro gelato poffavore pochino. vorrei vederti ancora concentrato a mangiare le ciliege scansando i noccioli, con le unghiette che scavano nella polpa vermiglia e ne restano tinte. vorrei vederti ancora stropicciarti gli occhi mentre dici sommesso ttanco mamma. vorrei vederti ancora mentre infili l'indice nel mio ombelico e dici ancora racconta perché vuoi sapere la storia di quando anche tu eri piccolo piccolo ed eri attaccato alla mamma con un filo magico che ti ha fatto diventare grande.

lunedì 13 giugno 2011

varie ed eventuali da una gravidanza tra capo e collo

  • sono entrata nella sedicesima settimana.
  • durante la scorsa settima sono stata latitante, praticamente sconnessa. di nuovo incertezza, di nuovo spaventi, poi placati. 
  • ho fatto una ecografia straordinaria, fuori programma. il medico non voleva sbilanciarsi, era evidente, ma, allo stesso tempo, gli sembrava tutto così certo, da volersi lasciare andare. maschietto. la ridarella isterica che m'ha preso da ricordare. 
  • io veramente non lo so come farò con tutti 'sti maschi per casa. 
  • e poi, a chi regalerò tutte le mie borse e le mie scarpe?
  • ieri momo si è addormentato sul divano con me e nel buio mi ha detto: 'nanotte bimbo, facendo una carezza alla pancia. e poi ha esaurito la vocina insonnolita ripetendo un nome che forse sarà il suo. io sono certa che momo sarà un fratello eccezionale.
  • sto mangiando un panino con la spinacina. grazie al cielo non c'era maionese in frigo.
  • le voglie mi dilaniano. voglio una cofana di lumache. l u m a c h e.
  • mi manca new york. già.
  • scrivo, scrivo, scrivo.
  • quando mi metto il premaman sembro normale. quando mi vesto normale sembro molto incinta.
  • ho una irrefrenabile voglia di fare shopping, ma desisto.
  • fra una settimana partiamo per la puglia, e poi è anche il compleanno di momo. 
  • devo fare una valigia che dura un'estate. help.
  • il compleanno di momo mi fa un effetto strano. ma tutto si risolve piangendo. santi ormoni cui tutto si scarica.
  • voglio fare un viaggio, oppure sognarlo.
  • vorrei fermare alcuni momenti, che non mi capitava da tempo, ma mi sembrano perfetti. sono gli ormoni?
  • ieri noi, dita nelle dita, tre e un pezzetto, momo che dice: coppia. famiglia.
  • ieri noi sull'erba, col capodoglio, l'orca e la balena.
  • momo e i lupi, i capretti e i pippuzzani (i lillipuziani) che quando sono di qua e sento che si leggono le favole tra loro, penso che la vita è bella. basta così poco. eppure è così tanto.

mercoledì 1 giugno 2011

oggi parlo di me, me me. insomma io.

a che punto sono?
stamattina ho letto una splendida poesia sul blog di un'amica. la conoscevo, ma faceva parte davvero del mio passato. uno di quei periodi molto solitari, di scrittura solitaria, di pensieri solitari, di voli solitari. di mare in solitaria.
quei periodi che per me hanno rappresentato un succoso nutrimento di sfumature. quando il tempo non lo devi dividere, ma si dilata tra buio e luce senza fretta. si trovano sempre le parole giuste per ogni sospiro e il momento giusto per ogni passo.
poi si sceglie attimo per attimo senza pianificare. è il tempo, metereologico del sentire, a scandire gli eventi.
tutto questo non c'è più.
c'è il buio a cui rubare luce, e le fette di tempo da dividere meticolosamente per avere l'illusione che tutto abbia uno spazio.
io ho nostalgia della mia solitudine. a volte penso alle mie poesie, a tutto quell'arrovellarsi di effimeri profili che non si voltano mai. mai si sono voltati.
ho nostalgia del mio essere me, barca che molla gli ormeggi e parte, poi torna, ma naviga, naviga, va per mare, segue e sfida i venti, e riporta sul suo diario di bordo salsedine, pelle bruciata e rotte.
poi penso di aver semplicemente cambiato truppa, ma le mie traversate continuo a farle, forse, ecco, non ho più il tmepo di riportarne le coordinate. e sembra che quei viaggi restino in secondo piano rispetto all'apparente sicurezza del porto, quando al porto ritorno per i rifornimenti.
è un'altalena emotiva, forse più faticosa da gestire dell'abbandono ai sentimenti forti senza paura delle conseguenze. una notte persa a rincorrere lucciole non si recupera più. e quindi adesso bisogna acchiapparne solo una, magari sentirla fremere nel palmo e poi lasciarla andare. e conservarne l'elusiva essenza.
ho fatto molte più scelte di quanto pensassi negli ultimi anni, ho lasciato spesso i miei porti sicuri, li ho salutati senza voltarmi, sollevando un braccio distratto mentre riponevo cime e inspiravo. ho affrontato tempeste di una violenza devastante, riuscendo sempre a trovare riparo, sostenuta anche dal resto della mia flottiglia. e il mare mi ha fortificato.
e ora, a che punto sono?
vorrei uscire dalla metafora, ma mi sono incartata.