martedì 15 dicembre 2009

A come Activity -- 2, il secondo trimestre

da quando momo ha compiuto tre mesi è sembrato che l'avesse punto la tarantola. ormai ne ho parlato e riparlato, poi ci ho riflettuto bene, e non c'è scampo: momo è un bimbo vivace, che ha bisogno di essere costantemente guidato sull'orlo di un precipizio tra noia e sovreccitazione. è faticoso, ma ce la si può fare.
un'arma importante in questa battaglia all'ultimo respiro è la scelta dei giochi. noi abbiamo ricevuto qualcosa in prestito e qualcosa in regalo, ma poi siamo stati molto selettivi e mi dispiace per chi ha scelto con cura e amore i giochi per momo e non ce l'ha visto giocare, ma pensiamo che il gioco sia un approccio troppo importante alla vita per lasciarlo al caso.
devo specificare che oltre alla lettura di libri, articoli e varie su tema, abbiamo seguito anche un paio di incontri con una psicologa, presso l'associazione IlMelograno, che ci ha parlato dello sviluppo del bambino e delle sue percezioni nei primi sei mesi di vita e che di conseguenza ci ha suggerito come agevolare le sue scoperte. mi sembra di aver desunto tre principali concetti:
  1. per il bambino, dopo i tre mesi, il mondo si apre in maniera prepotente ai suoi sensi. ciò significa che qualsiasi cosa per lui è nuova, è scoperta, è gioco, è lavoro. quindi è inutile, se non dannoso, sovraccaricarlo di stimoli, oggetti e proposte.
  2. è importante offrire al bambino attività e oggetti che lui possa fruire, che ne abbia le facoltà. ragion per cui i giochini devono avere forme e dimensioni atte a essere impugnate facilmente da una manina goffa e senza l'uso del pollice opponente, e le posizioni in cui lo si mette devono dargli l'agio di esplorare lo spazio circostante.
  3. il bambino compie un'infinità di piccolissimi passi, per lo più a noi invisibili, nel processo di sviluppo della motricità e nella presa di coscienza delle proprie capacità. quindi nel supportarlo al gioco è importante osservare e avere molta pazienza se sembra che non faccia niente.
detto questo, è importante -- e questo a ogni età -- che si propongano al bambino giochi e attività che agevolino la creatività. per questo, tanto per cominciare, abbiamo messo al bando tutto ciò che aveva pulsanti. e poi abbiamo contenuto anche la quantità.
poi abbiamo prediletto oggetti in materiali naturali: legno, cotone, senza però essere maniacali. e infine abbiamo scelto di farlo giocare in un ambiente libero.
  • il nostro living room è sempre stato uno spazio poco formale e molto funzionale, ora si è adattato all'arrivo di momo e quindi abbiamo steso un grande tappeto al centro che ospita un suo spazio esclusivo con strato morbido per i suoi esercizi motori. accanto c'è la sua palestrina che rispetto ai primi mesi, è stata modificata per innalzare i sonagli e per essere fruita anche da seduti. qui momo passa gran parte dei suoi momenti di veglia e gioco, disteso, supino o prono, esercitandosi ad alzare la testa e da qualche giorno anche, a fatica, il pancino, poggiandosi sulle ginocchia, e seduto, indaffarato a prendere le misure tra le sue manine e gli oggetti circostanti.
  • nella sua cameretta, che nel frattempo ha subito qualche modifica che appena posso pubblicherò, abbiamo attrezzato un angolino con base morbida, telo plastificato (una tovaglia, tanto per capirci) e telo di cotone per farcelo giocare nudo. questa è un'attività che di per sé lo intrattiene molto senza sovreccitarlo troppo. spesso non è necessario proporgli giochini, ma è sufficiente un oggetto e magari un paio di superfici diverse (quella di un cuscino e quella plastificata) da esplorare. da quando abbiamo comprato una stufetta gli proponiamo questo spazio anche due volte al giorno.
queste due sono le postazioni più strutturate, dove si avvale dei giochini nel senso più stretto del termine. abbiamo inserito alla base della libreria della sua camera due contenitori con rotelle che vengono agevolmente portati da una stanza all'altra all'occorrenza per trasportare i giochini. di questi abbiamo:
un paio di palle di stoffa
una palla di gomma
un libro da bagnetto
anelli di varie dimensioni e materiali
qualche sonaglio
qualche piccolo oggetto piatto che fa quel rumore tipo di stagnola
stoffe di vari colori e composizione
qualche pupazzetto morbido
le costruzioni di legno (per ora distrugge le torri che gli facciamo e prende i pezzi a cilindro per metterseli in bocca)
che gli proponiamo a piccole dosi, due, al massimo tre per volta.

poi un po' di tempo lo passa anche:
  • sul seggiolone dove impazzisce per un cestino di vimini che utilizzavamo per il pane e ora è suo, per un piccolo sonaglio e per gli strofinacci che sono appesi accanto alla sua postazione. e ovviamente per tutto quello che c'è sul tavolo (ha già rovesciato innumerevoli tazze di caffè, si è bruciato un dito inzuppandolo nel sugo della polenta e ha lasciato le sue impronte digitali su una fetta di pane e marmellata)
  • in bagno ho un telo che all'occorrenza metto sul tappetto e, con il BoppyPillow a sostegno, momo gioca per terra mentre io mi lavo
  • nel lettino abbiamo il suo piccolo doudou, dono di viaggio del suo babbo, con cui gioca quando nella penombra della camera lo mettiamo nel lettino per "prepararlo" alla nanna
  • il bagnetto resta un momento di divertimento estremo, da fruire a piccole dosi però, perché quando dico estremo significa che poi per calmarlo bisogna fare il salto del canguro per almeno quaranta minuti
una nota a parte merita lo spazio col babbo: quando il MaritoSolerte torna da lavoro e momo, guarda caso, è sveglio (!!!), viene preso in custodia dal padre e inizia un rito tutto loro fatto di luce soffusa, musica classica (anche se ultimamente ha fatto capolino de andré) e profumo di olivello spinoso. momo è felice come una pasqua di essere massaggiato e poi lasciato nudo nel tepore della sua stanzetta a giocare e questa attività lo dispone meglio al riposo notturno.

per scrivere questo post ho impiegato giorni e giorni di continue interruzioni, quindi perdonatemi eventuali strafalcioni, ma questo mese ci tenevo troppo a partecipare al blogstorming

venerdì 11 dicembre 2009

a volte ritornano

riflettevo che altre mamme in questo momento starebbero lottando con l'inserimento al nido, con la ripresa dei vestiti da lavoro, magari coi sensi di colpa e forse con una sottile vertigine che il primo tuffo in mare della stagione comporta.
io no.
io sono qui ad affrontare giornate sempre piuttosto simili, con la variante di nuovi pianti da decifrare, dentini da aspettare, nuove macchie da togliere strofinando. con i progressi e i drastici rotolamenti indietro. coi punti fermi che traballano appena sembrano piantati.
io non ho tailleur-una-taglia-fa che mi aspettano, posso indugiare nelle maglie premaman e nei jeans più sdruciti.
io non sono costretta a portare momo al nido, posso continuare ad accompagnarlo al sonno di ogni riposino ed essere (quasi) certa di non perdermi nulla delle sue rapide conquiste.
io ancora non ho iniziato a svezzarlo/mi e lui si nutre ancora unicamente del mio latte. con tutto quello che comporta.
noi siamo ancora totalmente simbiotici. faccio qualche passeggiata, al massimo di un'ora, senza di lui, ma siamo ancora indissolubilmente legati.
tutto questo senza una scadenza impellente. e io resto invischiata in questo conflitto tra quello che vorrei dare a mio figlio e quello che vorrei dare a me.
per ora vince lui senza riserve, senza resistenza. poi si vedrà.
queste elucubrazioni sono state scritte a pizzichi e bocconi, penso al tempo costantemente interrotto, agli spazi che non ho. penso all'albero di natale mezzo-finito, ai miei capelli senza piega e alla cerniera degli stivali che dimentico ogni giorno di chiudere fin su. agli occhialoni da sole che mi servono per tagliare il tempo di un trucco salva-occhiaie, ai libri cominciati e lasciati a metà. penso ai vestitini comprati un anno fa e che non mi entrano più. ai viaggi che vorrei fare.
poi penso ai gorgoglii delle risate di momo. ai baci bavosetti che mi dà. penso a quando l'ho visto afferrare il sonaglio e accanirvisi con le gengive, a quando qualche giorno fa è rimasto seduto anche senza sostegni, ai suoi saltelli di eccitazione, alle manine goffe, al suo profumo di purezza. penso che non esista nulla di più autentico di un suo sguardo. e penso che deve ancora insegnarmi tanto.