mercoledì 29 dicembre 2010

Post Natale

non so se ho mai avuto modo di dirlo qui dentro. io non amo questo periodo dell'anno.
no. diciamo che il mio sentire è molto altalenante ma non si può proprio dire che io sia un'entusiasta del natale che aspetta con fervore dicembre, che partecipa alle retate nei negozi alla ricerca del regalo perfetto e soprattutto che sente la felicità soltanto perché a natale tutti sono felici.
no, ehm, anzi.
a me questa sensazione di bilancio, di chiusura, di fine e soprattutto di riunioni coatte mi urta.
ecco, il lato dark di caia.
fosse per me io emigrerei l'otto dicembre per tornare dopo la befana.
eppure provengo da una famiglia in cui le decorazioni natalizie vengono scelte, create e pensate ogni anno diverse da quello precedente, una famiglia in cui si studiano i menu accuratamente, in cui si riceve, si accoglie, in cui il natale è vissuto con musica e candele. e se si esclude la mia passione per tutto ciò che è creatività e fantasia credo che non avrei mai apprezzato.
il MaritoZen dice che tutto ciò dipende dalla mia tendenza a vedere i bicchieri mezzi vuoti.
tutta 'sta gente che non la vedi e senti mai che improvvisamente ti tampina per farti gli auguri e se non rispondi ai messaggi ti chiama infuriata. lui: ma perché natale è un'occasione per riallacciare, per non rimandare una telefonata che si rinvia da tempo, per dare un colpo di spugna ai fraintendimenti. boh...
ci si abboffa, si sta sempre a mangiare, troppo, ore e ore a cucinare per gente che non apprezza. è la convivialità.
babbo natale, non ci crede più nessuno, e neanche noi genitori ci sforziamo più di tanto a conservare la magia, tanto viene il cuginetto di tre anni e lo svela. sì, ma finché dura...
insomma cose così.
uff.
la verità è che con momo è tutto diverso. l'occasione di vedere una famiglia di quattro generazioni unite intorno a un tavolo fa effetto. vedere mio padre vestito da babbo natale fa tenerezza e osservare le manine di momo che accarezzano le rughe di mia nonna stringe il cuore.
ok, però non si poteva spostare tutto in primavera?

comunque tutta questa solfa per giustificare la mia latitanza di questi giorni.
adesso ci prepariamo a quest'altro tour de force del 31. altra festa triste.
bah.
il fatto è che con l'età il tutto si accentua.
penso alle prime rughe, ai progetti su cui lavoro che dovrebbero vedere la luce e alle mille strade che prima si potevano aprire di anno in anno e invece adesso no.
ora che sono mamma e tutto mi sembra più immobilizzato.
non tornerei indietro per nulla al mondo, ma tant'è. questa immobilità non cozza molto con il mio carattere. e che ci vuoi fare?
poi se ci metti che stanotte momo si è svegliato tipo una decina di volte e stamattina ha urlato e sbraitato perché non voleva andare all'asilo... down.
se non fosse che devo pulire tutta la casa, fare la spesa che il frigo è vuoto, un paio di commissioni fuori e anche lavorare (ma chi ci crede, perché che lavoro fai?) mi metterei le mie scarpe nuove e me ne andrei a spasso, con sosta a farmi una bella pedicure.
ecco, quello che ho perso del natale e che tutto sommato mi faceva chiudere l'anno in positivo era la gioia di giocare per tutti i giorni successivi con i nuovi giocattoli. quest'anno ho aperto una scatola con dei meravigliosi tacchi a spillo rossi. io avrei voluto indossarli dal 25 alla befana. e invece sono in pantofole.

mercoledì 15 dicembre 2010

La disperazione

non è un termine che uso spesso. anzi si può dire che non lo uso proprio. perché trovo la mancanza di speranza qualcosa di definitivo e avvilente. lesivo anche perché è uno di quei sentimenti che dall'orlo del baratro ti ci trascina dentro.
ma dopo la giornata di ieri, dopo la conferma (eh, sì io ero una di quelle che se lo aspettava, che non aveva fiducia nella legalità, nell'onestà e nella trasparenza della nostra classe parlamentare) del paese che va allo scatafascio, io sono disperata.
ma non da strapparmi i capelli. sono disperata veramente. in silenzio, ammutolita. sbigottita. stordita.
e la goccia che ha fatto traboccare il mio personale vaso dell'idecenza è stata la frase "voi dite? staremo a vedere", alla provocazione delle prossime elezioni. quella frase mi ha colpito molto più di altre smaccatamente ineducate, arroganti, pretenziose, irrispettose, incivili, cattive, insensibili. quella frase a me m'ha proprio fatto tremare. come un brivido di terrore.
ieri è stato conferito un potere veramente forte al male. e non parlo di male, pensando a una persona che lo personifichi. parlo del male che abbiamo ormai anche noi, l'incoerenza, la corruzione.
io al momento non riesco a trovare la forza di reagire.
ma domani è un altro giorno e quella forza la devo trovare per mio figlio. e per me.

lunedì 13 dicembre 2010

lunedì mattina

vorrei essere più presente, aggiornare con più frequenza e rispondere a tutti i commenti, ma sono stanca morta.
grazie, grazie di scrivermi incoraggiarmi e anche tirarmi su.
non è un buon periodo, non fosse che momo è meraviglioso e cresce a vista d'occhio e d'orecchio.
impara una cosa nuova ogni giorno, si lancia con le paroline nuove. impara i versi di tutti gli animali (i preferiti serpente ssssshhh, gorilla manina che batte i colpi sul petto, scimmietta ah ah ah, con manina che si gratta la testa, tigre aahhmmm) e poi fa dei versi troppo buffi per il coniglio e il maialino.
tittino è il suo lettino
tunno è il suo momento per entrare in bagno a lavare i dindi (denti)
cappe sono le scarpe che si mettono per andare all'asilo bimbi
blu è il primo colore che ha imparato
djiù e sjù sono giù e su
sotto lo dice quasi perfetto
canni è la carne
checché è crackers
 
e poi tutte le sottigliezze linguistiche
acca per acqua
cacca per carta e per cacca, a senso
accà per attaccare
penghi per spegnere la luce, luce spenta
peng per coperchio
pang per padella
panga per palla
biii bere
bi biscotto
bibbi libri
bebbe febbre

pii-pii è il forno a micronde che quando finisce il tempo fa appunto pii-pii
pji piccolo
poo è mettere a posto

atto-atto alto alto, ma anche andiamo a giocare con le costruzioni (così facciamo la torre alta alta)
gande grande

ha imparato a dire momo quando si guarda allo specchio e anche quando indica qualcosa per farci capire che la vuole o vuole fare lui, proprio momo

e poi la cosa più bella in assoluto:
quanto bene vuoi alla mamma? tataan con le braccia sbalancate

e le altre non mi vengono, adesso, che sono veramente una marea
anche perché inizia a metterle insieme e a dire frasi complete tipo
nonno tatào (ciao-ciao) brum brum (il nono è andato via con la macchina), la sua prima frase in assoluto
pée nonno ma (il pesce pescato dal nonno in mare)
no-no ca momo, sjù (non è casa di momo, saliamo più su, mentre facciamo le maledette scale per salire al nostro appartamento e a ogni piano lui incita col ditino)
momo gnam gnam pan (momo vuole mangiare il pane)

insomma non ci si annoia, anzi è veramente un momento bellissimo per lui e per me che lo osservo.
davvero! non fosse per la mancanza di sonno e riposo, sarebbe splendido.
tutte le sue scoperte, le autonomie che conquista sono una commovente favola di pollicino che con le sue briciole trova la strada.

oggi è a casa, di nuovo, probabilmente con un altro virus. ha vomitato tutta la notte.
e ha un atteggiamento così dolce e coccolone che mi stringe il cuore.

martedì 7 dicembre 2010

Di quella notte che eravamo "solo" io e te

è accaduto.
un pomeriggio della settimana scorsa io e momo giocavamo nella sua cameretta e momo era impegnatissimo a cercare brande e letti di recupero per bambolotti, peluches e macchinine che dovevano andare a fare la nanna. il mio neurone superstite ha fatto un balzo improvviso, quanto inaspettato, e ha fatto sì, che senza che me ne accorgessi, stessi insinuando subdolamente in mio figlio la voglia di dormire accanto ai suoi giocattoli, non prima di aver spostato il suo lettino che giaceva ormai inutilizzato nella nostra camera da letto (perché lui aveva preso possesso dei 3/4 del lettone).
tutto è appunto iniziato così, per gioco.
abbiamo spostato insieme il lettino, spingendolo faticosamente lungo il corridoio, sempre insieme. abbiamo aspettato il babbo che ci smontasse la spondina laterale, poi abbiamo cambiato le lenzuola e aggiunto cuscini e pupazzi. carillon e lucine.
e quella sera, senza fare una piega momo è andato a dormire nel suo lettino. era mercoledì 1 dicembre.
questo non significa che abbia detto "buonanotte mamma, buonanotte papà" ci abbia dato il bacino e si sia eclissato nelle sue stanze fino al mattino seguente.
anzi.
l'addormentamento è stato rapido e indolore. favola, nenna e carezzine. e un po' di ninna nanna.
poi però non è cambiato assolutamente nulla nella nostra personale routine notturna. i suoi soliti tre, quattro, cinque risvegli. durante i quali anzicché abbracciarlo, dargli due pacche o al massimo allattarlo, girandomi nel letto, mi sono dovuta alzare correre fra le urla che solo momo sa tirare fuori nel buio delle notti più silenziose e schiantarmi contro lo stipide della porta della sua camera (e fratturarmi l'ultimo dito del piede). Dopo di che si riaddormentava fino al successivo risveglio. ecco.

io sinceramente non so cos'è meglio.

da un lato mi fa pensare che tutte le strategie che generalmente circolano su questi passaggi di crescita, come su quelli di ambiti diversi (alimentazione, socialità etc), lasciano il tempo che trovano. che a volte noi genitori ingigantiamo i problemi: sarà un trauma per lui? a che età è meglio farlo? insomma le cose accadono, e noi dobbiamo solo trovare il modo di contenerle.
a volte le cose sono più semplici di quello che sembrano.
poi però ti scontri contro la dura realtà: che certe volte i "vizi" dei bambini (in questo caso dormire nel lettone) era un "vizio" nostro, che non eravamo costretti ad alzarci mille volte di notte.
mi dò una pacca sulla spalla perché più di questo non riesco a fare e se era finito nel lettone era proprio perché eravamo esausti. e voglio essere accondiscendente con me.
però mi chiedo perché tutta questa fatica.
momo non poteva essere uno di quei bambini che si addormenta alle 8 e si sveglia la mattina dopo?
quei bambini non esistono?
sì, credo esistano, ma per favore, ora, nei commenti, non ditemelo, lasciatemi nel dubbio.

martedì 30 novembre 2010

I regali di Babbo Natale

negli ultimi giorni io e il MaritoBabboNatale abbiamo iniziato a pensare a cosa regalare a momo, poi siamo stati in un negozio qui a roma che vende materiale per le scuole, quindi ha tutto quello che può venire in mente, dall'arredamento ai piccoli giochi per bambini da 0 a 14 anni (che poi, va be', vallo a chiamare bambino uno di 14 anni e ti arriva un bel destro).
poi mi ha scritto una ragazza, lettrice del blog e zia di un bimbo dell'età di momo che voleva qualche consiglio. e mi sono anche accorta che era tanto che non parlavo di quello che fa momo in questo periodo, dei giochi che ha, di quelli che gli proponiamo, ma soprattutto di quelli che fa lui spontaneamente e che in genere son quelli che lo tengono più impegnato :P
allora ecco qua, raccolgo le idee, magari serve anche a qualcun altro, come spunto.
intanto condivido delle riflessioni/regole che secondo me vanno bene per tutte le età:
  • non regalare giocattoli per età superiori. anche se nostro figlio, nipote, amichetto, è intelligentissimo, è pur sempre un bambino. diamogli la possibilità di riuscire a fare qualcosa e bearsi del risultato. giocare con qualcosa di non adatto crea frustrazione e porta anche a disamorarsi di quell'oggetto che poi al momento giusto non sarà più nelle grazie del pupo. 
  • scegliere possibilmente oggetti in materiali naturali. la plastica invade tutta la nostra vita quotidiana, hai voglia ad esplorarla ovunque!
  • scegliere oggetti che possano lasciare molteplici strade esplorative. hanno vita lunga, valgono la spesa e stimolano la creatività del bambino. i giochi con i tasti non sono brutti in sé, ma una volta capito che premo il pulsante e fa muuuuu, perché dovrei continuare a giocarci?
  • soprattutto per i bambini più piccoli a natale eviterei l'abbigliamento. il natale è dei bambini, quasi nessuno si eccita a ricevere un maglione o un paio di scarpe. quindi, piccolo certo, ma un giocattolo.
  • regalare giochi che ci piacerebbe fare insieme a lui/lei. alla fine il gioco più bello per un bambino è condividere l'esplorazione con una persona che lo ama.
per quanto riguarda momo che ha diciassette mesi, lui al momento gioca:
  • innanzitutto con le pentole. ha una cucinetta di legno che è passata di mano in mano delle cuginette provvista di pentoline, tazzine e caffettiera. lui però vuole le mie pentole lagostina, la bialetti e le teglie per la torta. da qualche giorno ha scoperto il forno. non lo riesce ad aprire, ma lo carica di teglie per fare le totte, lo chiude, poi tira fuori le teglie e fa la prova sshicchi, stecchino. questo un numero imprecisato di volte contenuto tra 1370 e 4820, dipende dalle giornate.
  • restando nell'ambito della cucina, è affascinato dai trasporti. dagli qualcosa da mettere in un contenitore e portare in un'altra stanza, o buttare nella spazzatura o trasferire da un contenitore all'altro e potrai scordartelo per dei buoni quarti d'ora. 
  • gioca molto con i libri. non ho aggiornato la sua biblioteca anobii, ma i libri del momento sono:
  1. 12 mesi di pioggia e di sole, la coccinella (regalo di NonnoLupoDiMare)
  2. brucoverde, la coccinella 
  3. la nuvola olga fa il bucato, emme edizioni
  4. pinocchio, dami editore
  5. animali, emme edizioni (il suo favorito)
la cosa meravigliosa dei libri è che dopo averglieli raccontati un bel po' di volte è lui a volerli raccontare. è uno spasso vedere come mette in relazione le poche sillabe cui dà un significato e la mimica per giungere a delle "frasi complete". ovviamente questa è un'attività da fare prevalentemente insieme. benché spesso lui vada nel suo angolino dei libri a sfogliare quello degli animali e a "leggerselo" da solo. a tal proposito, è una bella idea creare un "angolino della lettura" magari provvisto di sediolina o poltroncina bassa bassa (su cui insomma possa sedersi senza chiedere aiuto) eventualmente con tavolino, persino un esagitato come momo spesso ci si siede a "leggere".
  • le carte. noi abbiamo quelle dell'ape junior. sono delle tessere con delle figure nominate sotto. da solo ci gioca tirandole fuori e rimettendole dentro la loro scatola. con noi gioca a riconoscere le figure, nominarle e metterle in relazione. questo è uno di quei giochi che è possibile fare anche da sé. su mammafelice c'è un mega archivio di carte tematiche.
  • poi momo ha delle tesserine logiche per imparare le prime relazioni. gliele ha regalate ZiaPolly. sono delle tessere con gli animali e con il loro cibo. si possono incastrare tipo puzzle, oppure come fa momo, metterle semplicemente vicine.
  • un gioco che ha ricevuto in dono e che ha una vita lunghissima è un bel cesto di mattoncini di legno. le costruzioni, per capirci. al momento gli piace tanto che noi gli costruiamo le torri altissime perché lui le possa far cadere e noi facciamo finta di arrabbiarci. lui ride col gorgoglío. e poi gioca a mettere tutti i pezzi dentro il cesto per metterli a fare la nanna.
  • ha anche iniziato ad appassionarsi alle macchinine. ne ha diverse che appartenevano al MaritoNostalgico e una cinquecento nuova fiammante regalata da NonnaPapera e che fa camminare in giro per casa. oppure vuole che noi gliele facciamo camminare dando una spinta e poi lui deve andare a riprenderle.
  • un altro gioco che gli piace tanto sono i burattini. lui ha quelli dell'ikea, ma a volte gli piace anche che io mi metta il guantone da cucina o i guanti di lattice e gli faccia delle storielle. ovviamente questo è un altro gioco che si può fare anche da sé, senza troppo sforzo.
  • il regalo che abbiamo intenzione di fargli a natale è invece il puzzle di legno. sono quelle tavolette di legno, generalmente tematiche, sulle quali si inseriscono delle sagome di oggetti. gli abbiamo preso una tavoletta con gli indumenti con cui ci si veste e una con pietanze e utensili che si trovano sulla tavola.
altre idee:
  • la casetta con i fori per infilare i cubetti con forme di verse
  • un pupazzo di cui si possa affezionare e magari possa portarsi a nanna per compagnia (momo ha una mammozzone più grande di lui, hi-ho, l'asinello di winnie the pooh, ma visto che dorme nel nostro lettone, sarebe stato meglio si affezionasse a qualcosa di più ridimensionato)
  • delle riproduzioni di animali. momo non ce li ha, ma ho visto che gli piacciono tantissimo perché ci gioca tanto a casa di un amichetto.
per completare metto un paio di link su dove acquistare.
  • io ho preso varie cosette tra i giochi ikea
  • trovo i giochi della città del sole generalmente belli, ma spesso molto cari
  • finora abbiamo preso qualcosa anche da imaginarium
  • ultima scoperta su roma, il negozio guidi, che vende agli asili, ma anche al dettaglio, dove abbiamo trovato una vastissima scelta di giocattoli certificati e di qualità e soprattutto, qualità rara e da sottolineare, genitlezza e professionalità
credo sia tutto, ma se qualche mamma di bimbi coetanei volesse dare qualche spunto nei commenti, io posso aggiornare il post.

sicuramente a questo post farà seguito un altro su tema, perché ho una marea di spunti che vorrei condividere.
ma intanto, voi cosa regalerete ai vostri bimbi per natale?

aggiornamento: dai commenti è venuto fuori quest'altro negozio: eureka kids e vende anche online

giovedì 25 novembre 2010

Noi usiamo i pannolini lavabili perché...

...non ci stiamo con la capoccia. gli ormoni della gravidanza e poi del puerperio hanno destabilizzato l'equilibrio di questa famiglia e da allora non ci siamo più ripresi.
ecco, stavo scrivendo sotto dettatura del MaritoZen.
Ora riprendo in mano la tastiera e vi dico che noi usiamo i pannolini lavabili perché io sono ariete e quando prendo una cantonata piuttosto che fare marcia indietro mi taglio una gamba. e anche perché il MaritoZen, non è Zen a caso e mi sopporta.
la nostra storia con i pannolini lavabili è iniziata con entusiasmo, silenzi assorti e scetticismo da parte di chi ci stava intorno.
poi è nato momo e quasi subito abbiamo introdotto i pannolini lavabili nella nostra routine, così che quando aveva quattro mesi ne parlavo con molto entusiasmo, trovate qui una lucida analisi dei pro e dei contro.
noi abbiamo continuato a usarli sempre, anche in trasferta, soprattutto quando era molto piccolo, perché l'idea di mettergli addosso i pannolini usa&getta, dopo tutta la fatica fatta, mi dava proprio fastidio. poi grazie al cielo sono diventata più elastica e quest'estate, quando aveva più o meno un anno, durante le vacanze e gli spostamenti abbiamo usato gli u&g e via, senza remore e senza scrupoli.
poi, come mi sembra di aver notato in altre esperienze, è arrivata la crisi. generalmente arriva in autunno o in primavera, quando il sole non basta ad asciugarli rapidamente e i termosifoni sono spenti. questo procura un ritardo nella ferrea tabella di marcia che contraddistingue la famiglia che usa i lavabili. e inevitabilemente questo si ripercuote sull'armonia e la complicità della coppia.
ora questo post capita a fagiolo, perché mi sento proprio nello spirito di tirare le somme.
io ho avuto la costanza cocciutaggine di continuare, di insistere. ho avuto un marito che anche rimbrottando mi ha continuato ad aiutare. e abbiamo superato la crisi, non senza l'introduzione di qualche accondiscendenza da parte mia a usare qualche u&g per le emergenze (io ero quella che piuttosto lo arrotolava nelle garze, in mancanza di pannolini asciutti).
e siamo arrivati a novembre quando il condominio ha deciso di riaccendere i riscaldamenti. e tutto sembra tornato sostenibile.
io continuo ad essere convinta che quanto a qualità non ci sono paragoni. momo non ha mai sofferto di arrossamenti gravi. quando è successo, proprio da piccolino, abbiamo debellato tutto con un po' di cremina alla calendula, qualche bagnetto con amido di riso, dei cambi un po' più frequenti e un po' di ginnastica in libertà dal pannolino.
continuo a essere convinta che sia economico. e se dovessimo avere un altro figlio, non ne parliamo.
continuo a essere convinta, ovviamente, che sia una scelta ecologica. e questo lo noto quando prendo la spazzatura e non vengo investita da odorini diabolici come mi capita a casa di chi ha bimbi con gli u&g :D
comunque è una fatica.
e mi rendo conto che non tutte le famiglie hanno un'organizzazione tale che permetta di fare questa scelta. finché io non lavoravo, per esempio, tutto era più indolore, più integrato nelle pratiche quotidiane. adesso, devo dire che mi pesa. per ora lo faccio lo stesso e non perché sia eroica, ma ariete, appunto.
detto questo, credo che non potrei vedere momo diverso da un paperotto che sculetta, quella è l'immagine che ho di lui, col sederotto gonfio e le gambotte che se lo sbatacchiano di qua e di là. quelli sono i suoi pannolini.

mercoledì 24 novembre 2010

Buongiorno, e riflessioni sull'allattamento

eccomi qui
momo è felicemente tornato dai bimbi come dice lui, all'asilo.
felice come una pasqua.
io e il MaritoZen ci siamo ripresi. io mi rimetto a lavorare seriamente.
nel frattempo è arrivata NonnaPapera a rimettere in piedi una situazione degenerata.
da questa ultima settimana mi è rimasto un pensiero.
momo giovedì ha smesso totalmente di mangiare. ha ripreso qualcosa ieri, ma niente di che. per questo motivo, ogni volta che mi ha chiesto di attaccarsi al seno, ovviamente ho lasciato che ciucciasse.
questo ha fatto sì che il mio senso ricominciasse a produrre una quantità di latte notevole. per non parlare del fatto che comunque per quanto momo potesse avere meno fame, si è comunque saziato e si è retto in piedi con le sue energie.
ora, ma quando si dice: ehh, beata te che ce l'hai... oppure: ma come, hai ancora latte?
io vorrei dire che non è che una diventa mamma e le viene la gobba del dromedario, eh?
vorrei dire a tutte le donne che il nostro corpo è perfetto (salvo patologie, ma sono poche, sono rare, sono eccezioni) e dovremmo metterci in testa che se ci rilassiamo e diamo spazio alla natura di esprimersi attraverso noi, funziona ancora meglio.
vorrei dire che non dovremmo più permettere a nessuno di inculcarci una sfiducia nelle nostre innate e fisiologiche e naturali capacità di essere mamme.
non dovremmo permettere a nessuno di insinuarci il dubbio di non essere all'altezza o di non potercela fare.
e poi vorrei dire che io ho avuto una storia di allattamento abbastanza felice, tanto che ancora allatto e non ho intenzione di smettere. ma se siete al primo figlio, non demordete, chiedete aiuto. a volte basta veramente poco, basta qualcuno che ci sostenga con cognizione e positività e ci dia qualche dritta, basta ascoltare un po' di più se stesse e il proprio figlio, e non affidarsi invece al disfattismo delle strade facili.
io non sono mai stata categorica sull'argomento, perché sono convinta che ogni storia sia a sé. e rispetto moltissimo tutte le mamme che per una ragione o per l'altra decidono di non allattare a lungo o non allattare proprio. però sono contro, apertamente contro, alla cultura del "tanto è lo stesso", alla cultura dello struzzo che mette la testa sotto la sabbia, alla cultura che predilige per partito preso il chimico, il finto, il surrogato, al naturale, per un'ansia di onnipotenza che ci fa credere che la natura la possiamo dominare. no. la natura fa il suo corso, e generalmente ci restituisce quello che vi seminiamo, nel bene e nel male.
il latte materno fa bene, non solo ai figli, e questo lo credo fermamente.

martedì 23 novembre 2010

Sesta mallattia, archiviata.

pare che l'abbiamo scampata.
nell'ultima settimana abbiamo affrontato, in ordine sparso:
  • fuoriuscita di due premolari
  • febbre a 39 passati per 3 giorni
  • effetti collaterali della tachipirina
  • azzeramento dell'appetito
  • allattamento esclusivo per 5 giorni
  • sesta malattia
  • virus gastrointestinale (prontamente elargito anche a me e il MaritoZen)
il fatto di ritrovarmi in piedi stamattina, con un orribile cerchio alla testa, ma tutto sommato sorridente, mi fa sentire che c'è sempre un domani migliore.
ci sono stati momenti in cui abbiamo vacillato, soprattutto quando ieri eravamo distrutti entrambi, io e il papà, mentre momo era stanco e nervoso dalla clausura, ma stava pian piano riacquisendo le energie. però stamattina sembra tutto rientrato in una specie di normalità.
questo per dire che siamo vivi, anche se latitanti.
io ho in testa un po' di post, spero di trovare il tempo e le energie per scriverli.
love
c.

giovedì 18 novembre 2010

Mio piccolo Momo

mio piccolo momo
dolce pagnotta calda e profumata di nanna
lo sai che sei diventato grande?
capisci un sacco di cose e mi insegni un sacco di cose.
oggi per esempio ho scoperto che oltre alla fatica ci si diverte un sacco a giocare con te.
e mi hai insegnato anche che non è vero che sei capriccioso quando hai la febbre, anzi, sei più docile e coccolone.
oggi, mi hai stretto forte in un abbraccio moccioloso e mi sembrava che era una vita che non ci abbracciavamo così.
oggi abbiamo già giocato con le macchinine, col trenino, con gli animali di peluches, con le costruzioni e non le carte. abbiamo messo a posto le pentole nel loro cassettone e le abbiamo anche ritirate fuori e impilate. e mi hai insegnato che aspettando con pazienza, in silenzio, tu sei capace da solo di capire la grandezza delle pentole e come poterle mettere una dentro l'altra. non solo, mi hai insegnato che dandoti il tempo riesci anche a trovare tutti i coperchi giusti. mi hai insegnato che devo lasciarti sbagliare e tu arrivi alla conclusione allegro e soddisfatto. e senza intoppi. e senza rabbia. e senza pianti incomprensibili.
oggi, amore mio, mi hai fatto scoprire una musica che non ascoltavo da tempo, perché nella marea dei cd in disordine, hai cercato a lungo e alla fine ne hai tratto uno, che hai inserito e fatto partire. era una musica che mi ricorda i tuoi primi mesi e l'abbiamo ballata insieme, questa volta tu mi trascinavi in una girandola di risate, non ero più io a sorreggerti in braccio.
amore mio, oggi mi sembra che tu sia diventato grande all'improvviso e che capisca tutto quello che ti dico. quando ti chiedo di portarmi una scatola, o di mettere a posto un barattolo, o ancora di raccolgiere qualcosa da sotto il tavolo. tu parti per queste avventure, insignito di grande onore e torni vittorioso, con lo sguardo fiero e il petto in fuori, le braccia cariche di un oggetto che mi restituisci con spavalderia e orgoglio.
ma oltre tutto questo che un po' lo sapevo, oggi, mio piccolo momo, mi hai insegnato qualcosa di ancora più importante.
oggi mi hai insegnato che sei un bimbo come non immaginavo potessi essere, non di più, ma diverso. eppure a tratti, in qualche breve istante, quando per esempio siamo seduti sul tappeto e tu sei accovacciato fra le mie ginocchia a indicare con il ditino gli orsetti che fanno merenda e mi dici: pappa, mammalà (marmellata), io penso che era questo che mi immaginavo quando sognavo di avere un figlio. proprio questa immagine qui. e per amarti accoglierti come meriti devo solo ascoltarti.
e poi mi hai insegnato che questa felicità me la regali senza prezzo. che tutta la fatica, a volte, veramente scompare. e sento solo l'amore, lo tocco, e lo annuso mentre ti addormenti al mio seno.
la tua mamma, imperfetta e felice


questo post partecipa al blogstorming di genitoricrescono.

martedì 16 novembre 2010

Post solo per te

c'è una cosa che la maternità ruba e non restituisce. qualcosa che manca. che mancherà sempre.
che sì, l'amore per e dei figli è incommensurabile e compensa tutto.

ma io voglio affogare, stamattina, nella nostalgia per quell'amore. quando eravamo solo noi, solo due innamorati.

con il cuore impazzito
come due innamorati
senza niente da fare
che non hanno nient'altro 
che una storia d'amore

giovedì 11 novembre 2010

Ho paura

ho aspettato un'intera giornata per scriverne.
ma ancora mi brucia, ancora sono incazzata, ancora vorrei trovare una spiegazione e soprattutto una soluzione.
ieri mattina sono uscita da casa per accompagnare momo all'asilo e siccome pioveva ho pensato di prendere l'auto, in via del tutto eccezionale (in genere vado coi mezzi, perché in macchina divento una iena, tra abusi e traffico e parcheggio).


che cosa trovo? un finestrino frantumato.
il secondo in due settimane.
so che c'è di peggio, ma sinceramente andare a lavorare (io e mio marito) per tirare fuori 600 euro in meno di un mese per queste cose mi fa davvero incazzare. oltre al fatto che ci hanno anche rubato il tom tom.
e dopo tutta la rabbia per i soldi, la rottura di palle di andare a portare la macchina a riparare il vetro dall'altra parte della città, la sensazione di violazione, la pioggia sotto cui tutto è più difficile, mi rimane una grande amarezza.
non me la prendo col povero disgraziato che ha fatto questa azione. ma semplicemente mi accorgo che queste cose, così diffuse ormai, così all'ordine del giorno, sono sintomo di una crisi molto più profonda di quella che vogliamo vedere. 
che futuro abbiamo, che futuro ha l'italia?

io ho solo voglia di fuggire, ho paura. ho paura del degrado che tocco con mano tutti i giorni, dell'inciviltà, dell'arroganza, della strafottenza, della maleducazione, dell'illegalità.
e no, non me ne frega niente di gettare la spugna. il popolo italiano paga il biglietto solo se c'è il controllore. e non merita che qualcuno investa su di esso. io almeno non mi sento in debito.
io alla prima occasione mollo tutto e vado via.
ho paura di far crescere mio figlio in questa società perché non so come insegnargli a contrastare tutto questo.
non voglio insegnargli a porgere l'altra guancia.
non voglio insegnargli a subire.

io da oggi voglio rimettere in ordine tutti i punti della mia lista: cose per cui vale la pena vivere.
per ora in cima c'è la mia famiglia e la sua armonia.

lunedì 8 novembre 2010

Trashic è online!!!

questo è stato un week end veramente di fibrillazione, prima piccolini.tv (tra l'altro hanno già pubblicato il mio secondo video... leggermente meno logorroico del primo ^.^) e poi tutto il lavoro all'alba del debutto... già, da questa notte a mezzanotte è online trashic!

spero vi piaccia, fatemi sapere! e se c'è qualche suggerimento, qualche critica (astenersi insulti :D), qualche richiesta, scrivetemi!!!
love
c.

venerdì 5 novembre 2010

caia on web.tv

oggi sono stata tutto il giorno off line.
siamo stati all'ikea con un momo tipo mina vagante a comprare una cosa che se riesco anche a montare nei prossimi giorni, magari fotograferò e metterò sul blog. comunque la notizia è che son tornata e ho scoperto che è partito un progetto che si stava covando da un po' e finalmente è online!



si tratta della web tv di piccolini barilla. siamo sei blogger, sei mamme. e parliamo di un sacco di cose interessanti. io ammorberò gli avventori con le nostre vicissitudini familiari... venite a trovarci!!!

giovedì 4 novembre 2010

voglio dire la mia

ieri pomeriggio passeggiavo con momo.
ero andata a prenderlo all'asilo e ho voluto tornare a casa a piedi per avere il tempo di pensare un po'. pensavo all'italia bistrattata da chi dovrebbe difenderla, pensavo a questa città che ho scelto con slancio 10 anni fa e da cui vorrei soltanto fuggire, pensavo al mio sud da cui sono fuggita e che invece mi richiama, mi attrae e mi fa commuovere.
pensavo a tutte queste cose qui, avevo certamente la mia solita ruga in mezzo alla fronte e lo sguardo apparentemente accigliato. e mi ha fermato una donna bionda, con microfono e piccola troupe di ripresa televisiva al seguito. si è presentata come un'inviata di rai uno che chiedeva pareri sulla situazione italiana della famiglia. se esiste un modello di famiglia, ancora. se esiste la possibilità di credere in qualche modello, ancora.
e io come prima cosa avrei voluto piangere, perché le lacrime ce le avevo in tasca e poi invece ho detto qualche frase rassegnata, rammaricata. triste.
già.
però quando ci siamo salutate, un sacco di parole mi son rimaste in tasca assieme alle lacrime e ho voglia di buttarle giù.
perché la verità è che per scegliere ogni giorno con coerenza e positività di avere una famiglia, qui più che altrove, costa tanta fatica.
che la parità secondo me è stata una grande presa per i fondelli.
che questa società e questa politica, e questa moralità ci costringe all'isolamento, a essere diffidenti, a stipare le energie per le proprie emergenze, perché galleggiamo, o cerchiamo di farlo e non possiamo rilassarci mai.
che io vorrei avere quattro, cinque figli e ho 31 anni. potrei farlo, ma mi sento già vecchia e stanca.
che vorrei lavorare e lo faccio, ma significa far tardi la sera e riposare poco, significa scattare su tutte le furie appena qualcosa sfugge al mio controllo, significa arrovellarmi su come moltiplicare il tempo senza togliere nulla a momo, significa crescere un figlio con dei compromessi, significa ingoiare sempre qualche rospo. e significa non ricordarsi più quando è stata l'ultima volta che mi son seduta su un divano con mio marito semplicemente a chiacchierare e a coccolarci.
che io sono una donna forte, me lo riconosco, ma non sono invulnerabile.
che io sono una donna molto fragile e avrei bisogno di aiuto, ma non sempre lo riconosco.
che la famiglia per me è una grande cucina assolata, con un tavolo di legno grande e imbandito. con una mamma sorridente e un babbo aitante. con tanti bambini che salgono e scendono dalle loro sedioline, che si rincorrono sotto il tavolo e nascondono i mandarini.
che a furia di bastonarla questa famiglia mulino bianco, che abbiamo risolto? che di famiglia non ce n'è una neppure senza mulino.
che è molto più rassicurante avere esempi negativi che dilagano. perché una volta che sono consacrati dai media, diventano una spinta, o almeno una giustificazione, a trovare le scorciatoie, le attenuanti, a sguazzare nella superficialità, nell'immaturità, nel qualunquismo, nell'illegalità, nell'ignoranza, nella strafottenza. così uno si sente sempre all'altezza, anche se è un nano. tutto sembra alla portata, tutto sembra semplice.

martedì 2 novembre 2010

vi presento una nuova creatura... ecco a voi, Trashic!

non so da dove cominciare. forse perché ancora devo capire come siamo arrivate a tutto questo. allora provo a scrivere le cose così come mi vengono. qualcuno già lo sa perché su facebook c'è stata qualche fuga di notizie (ok, non ce la facevamo più a tenere il segreto!!!), ma forse chi torna online solo stamattina sarà contento di sapere che a breve nascerà un piccolo spazio targato mammafelice e caia coconi, un nuovo blog su moda, bellezza, fascino e trash, perché se no la storia era troppo noiosa. io e barbara ci siamo trovate a chiacchierare su questi temi e abbiamo cominciato a ridere, ridere e a scoppiettare di idee, e allora perché non condividerle e continuare a ridere, anche? e così lunedì 8 novembre apriamo i battenti di Trashic, il blog un po' trash e un po' chic.
la parte più esilarante è che io dovrei essere quella chic, ma staremo a vedere, ho come la sensazione che nulla sarà statico e ogni giorno ne vedremo delle belle.
vogliamo parlare di cose frivole e di cose utili. vogliamo smontare l'inaccessibilità della moda e avvicinare la bellezza. vogliamo divertirci.
tanto per cominciare abbiamo pensato di lanciare un giveaway al buio e quindi, che aspettate? venite a trovarci qui e iscrivetevi! l'8 novembre festeggeremo insieme l'apertura e la vincitrice di uno dei dieci libri messi in palio.
io sono emozionatissima.
e non vedo l'ora di partire!!!

venerdì 29 ottobre 2010

FashionFriday -- vestire basic è più comodo

quando ero giovane e spensierata ero una che vestiva in maniera ricercata. ero una che stava lì a cercare la borsa del colore particolare da abbinare solo con quel pantalone, quella che riusciva a trovare fantasie che apparentemente non c'entravano niente l'una con l'altra e invece insieme riuscivano a dare gusto a un abbiglio anche quotidiano. a dire il vero io ero anche quella che aveva gonne o pantaloni che si potevano usare solo in giorni in cui non ero gonfia per il tempo o per il ciclo, vestiti con cui non sempre mi vedevo bene, magliette che non si sapeva come apparissero nel mio guardaroba e attorno a cui bisognava costruire tutta una delicata strategia di abbinamento, altrimenti sembrava il furto dall'armadio di un'altra, scarpe meravigliose, ma inutilizzabili nel quotidiano e pantaloni che si potevano indossare solo con quelle. la verità è che investivo molto tempo in tutto questo. molto nel senso che avevo tempo la mattina per contemplare l'armadio, per lo più svuotarlo sul letto e poi scegliere cosa indossare. provarlo, riprovarlo, scartarlo, rimischiarlo.
ovviamente la maggior parte del tempo serviva però a rimettere a posto.
credo che i risultati fossero positivi, insomma, almeno io mi piacevo.
ma da quando ho iniziato ad avere una famiglia e a lavorare full time e poi addirittura sono diventata mamma mi sono trovata costretta a cambiare manovre. per una questione di sopravvivenza, certo. anche se fermamente convinta del fatto che dovessi comunque piacermi, innanzitutto.
piano piano ho basicizzato il mio guardaroba. ho lasciato pochi sprazzi di fantasie e particolari bizzarri e ho investito in capi basici, sperimentando modelli, linee e tessuti diversi, ma che potessi mettere insieme con più facilità e soprattutto più rapidamente. non solo, ho anche cambiato modo di comprare: più ponderata.
che dire la parola ponderata mi fa ridere perché è uno di quegli ossimori stridenti messa vicino a me, ma tant'è.
ho iniziato a scegliere in base alla qualità e alla vestibilità e meno in base al piccio del momento. colori basici e tessuti naturali. linee che valorizzassero davvero la forma del mio corpo. e così ho meno cose ma che indosso con più facilità.
per esempio prima avevo tanti pantaloni e tante gonne, ma adesso ho capito che per tutti i giorni preferisco i vestiti che mi fanno sentire subito a posto, curata, ricercata, ma semplice e comoda.
ecco, una volta che uno riesce a strutturare il proprio guardaroba nelle nuances che più preferisce con capi basici e che indossa bene perché la valorizzano, poi può sbizzarrirsi con gli accessori per rendere più o meno stravagante un outfit, oppure rinnovarsi ogni stagione con un tocco modaiolo, di maculato per esempio come quest'inverno.
non so se esiste il guardaroba perfetto che ti lanci fuori sempre i capi giusti per ogni occasione, ma sicuramente per come vivo io quotidianamente questo sistema mi fa sentire sempre curata. e mi piaccio, sì.
questo è più o meno quello che mi piace indossare, a budget decisamente superiore di quello che io ho a disposizione per il mio abbigliamento, e anche con qualche volo di fantasia in più, gentilmente concesso da polyvore, altrimenti detto l'oppio delle mamme.







lunedì 25 ottobre 2010

16 mesi

mio piccolo momo
che piccolo non sei più, che mi guardi serio a volte e aspetti di capire. che scruti i miei capelli appena lavati e scompigliati e magari ti chiedi come hai fatto a venir fuori da una matta così. che certe volte scoppi a ridere se faccio le pernacchie, ma ridi per farmi contenta.
mio piccolo momo, che piccolo per me resterai sempre, stai proprio scoprendo il mondo.
hai una fame di cose, di avventure, di storie, di parole che a volte è difficile saziare. hai gli occhi penetranti e non molli lo sguardo da quello che ti interessa. hai pronto il tuo ditino che ti aiuta a chiedere, chiedere una spiegazione, un nome, un racconto, un perché, un possesso. aneli libertà, autonomia e spazi, ma poi hai la gioia nella gola quando mi corri incontro e mi stringi forte la faccia tra le manine e mi mordi, mi baci e ridi ancora.
la mattina fai la zuppetta da solo con biscotti e latte. hai imparato a usare il cucchiaino, a riempirlo e portarlo alla bocca che inizi ad aprire due minuti prima, per sicurezza. a volte ti spazientisci e con l'altra mano prendi la pappetta di biscotto sul cucchiaino e te la mangi, 'ché quando hai fame non puoi stare a perdere tempo. poi ci guardi e aspetti che ti battiamo le mani e stringi le labbra in una smorfia di orgoglio che ti fa assomigliare a me. quando non hai più fame rovesci il resto di latte sul tavolo e fai finta di non sentire i rimproveri, cambiando discorso, portando la nostra attenzione su qualcosa che è sui fornelli o nel lavandino.
poi vai all'asilo e ormai mi saluti dalla tua sediolina, compunto e impegnato nell'attività in cui ti immergi non appena entri, sventolando la manina e sussurrando il tuo ta-tào.
quando ti vengo a prendere sorridi placido e mi fissi impassibile finché non ti abbraccio con tutte le mie smancerie da mamma rammollita e tu mi dai un colpetto sulla guancia con lo zigomo e poi eh!eh!, educatamente indichi il mio petto e con lo sguardo non perdi il posto sulla panchina dove in genere ci sediamo a ritrovarci.
fai la tua poppata, lunga come da neonato non avevi fatto mai. e poi si parte. a giocare a passeggiare. i pomeriggi ormai passano in fretta, è una gioia giocare con te, accompagnarti nella tua ansia di esplorare. non so come è accaduto, ma a un certo punto hai deciso che non valeva la pena puntare i piedi su tutto e che ogni tanto potevi stare e aspettare. così le nostre giornate non sono più corse sfrenate per precedere i tuoi pianti e le tue insofferenze, ma incantevoli passeggiate assieme, scoprendo quello che ci piace l'uno dell'altra e del mondo che percorriamo, scoprendo nuovi limiti e nuove abilità, nuove strade e nuovi panorami.
ancora, il pomeriggio, facciamo spesso merenda col gelato e tu ne mangi un po' da solo col cucchiaino e poi vuoi il cono e anche se ti sporchi un sacco è bellissimo lasciarti fare.
hai scoperto le macchinine, giochi con quelle che erano del tuo papà e ti piace un sacco portarle di qua e di là. ti piace fare travasi e trasporti, ti piace partecipare a ogni attività domestica. ti piace soprattutto preparare la cena e vuoi osservare ogni mia mossa e mi incalzi se non ti spiego ogni passaggio. basta parlarti e accompagnarti, prenderti per mano e mostrarti le cose. tu sei felice e socchiudi le labbra, le guance diventano due meluzze e assomigli tanto al tuo papà. in quei momenti mi si ferma il respiro e anche il tempo e ti guardo mentre l'amore entra nelle mie ossa e capisco un sacco di cose che vorrei dirti, ma poi mi sfuggono tutte e tutto riparte veloce e ti vengo a baciare, ma tu mi scansi che hai da fare.
una cosa che mi stupisce ancora tanto è l'espressione di sorpresa e gioia, che ti leggo in viso quando sentiamo la chiave nella toppa e spalanchi gli occhi e sussurri papà, restando immobile fino a quando ti prendo in braccio e ti porto da lui. e allora inizi a indicargli cose e a tirarlo verso un gioco o una stanza. non lo guardi, ma lo attiri a te, lo trascini immediatamente nel tuo mondo e non ammetti che lui non ti segua.
a cena mangi ormai tanto, tutto a pezzettini con le tue manine o con la forchettina che chiedi di farti rabboccare e poi porti da solo alla bocca. quando non hai più fame spingi il piatto e non ammetti una sola insistenza. poi ci fai compagnia, a volte vuoi giocare con la tua cucinetta e chiedi di scendere dal seggiolone, per poi farci assaggiare le tue preparazioni. dopo cena papà ti porta a fare il bagnetto e vi sento ridere e giocare come non immaginavo. papà ti ha insegnato a trovare tutte le parti del corpo e tu inizi a riconoscerle tutte, dal pancino, alle orecchie, al pisellino. sei uno spasso quando non riesci a trovare subito il naso e vai con le ditine a tentoni finché non lo acchiappi per bene. spesso il bagno ti stanca talmente che non facciamo in tempo a metterti il pigiamino che inizi a salutare tutti per essere portato a nanna. chiedi nenna. e allora ci accuccioliamo nel lettone e fai la tua poppata della buonanotte. in genere crolli come un animaletto, attaccato a me, con quelle pennellate di ciglia scure che ti serrano il viso e lo ricompongono per il sonno, i pugnetti chiusi e premuti contro me e le ginocchia rannicchiate. poi il sonno arriva più profondo e lasci la presa, ti giri dall'altra parte e continuando a simulare il ciucciare ti adagi a pancia sotto. in quei momenti ancora mi commuovo, e non so contenere le lacrime a volte, perché sei così puro, vero, indifeso e coraggioso. ti affidi a me eppure ti appartieni. e io non posso far altro che sollevarmi, lontana dal tuo respiro che profumerà la stanza e guardarti da dove non disturberò il tuo viaggio. pronta con un abbraccio se non trovi più la strada.
non pensavo di poterti amare ogni giorno di più. e sembra una frase banale, ma racconta i miei giorni e i miei spazi interiori. con la felicità immensa e l'immensa curiosità di vederti crescere e aspettare il domani, e lo struggente attaccamento a ogni istante in cui sei ancora il mio bambino, piccolo piccolo.


promemoria dai sedici mesi di momo
peso: kg10,6
altezza: cm 79
dentini: n. 8
capelli: biondissimi, tagliati solo una volta
occhi: blu blu, quando piove diventano grigi
mobilità: cammina spedito, corre, sale sullo sgabello dell'ingresso, scavalca gli ostacoli, si mette in punta dei piedi e arriva anche dove non dovrebbe.
alimentazione: fa 4 poppate (minimo) una soltanto di giorno. fa 5 pasti e i cibi preferiti al momento sono banana, pizza, gelato, carne, pesce, minestrone, pomodori, cetrioli, pane con l'olio, prosciutto cotto, uva, more e formaggio. (anche la porchetta lo fa impazzire, veramente). mangia per lo più da solo con mani o posate e  si sporca sempre meno.
giochi favoriti: cucinetta (pentole, mestoli&co.), macchinine, libri cartonati, marionette. travasi, trasporti, bucato,  scivolo e cavvallucci al parco giochi. bagnetto.
linguaggio: mamma, papà, nonno, nonna, no, tti (sì), ta-tào (ciao ciao), babànna (banana), pappa, cacànna (castagna), pong (appoggino), cacca (cacca e casa), atte (grazie), nenna (nenna, seno), pane, pommo (pomodoro), ibbo (libro), ejo (aereo), brum brum (moto e macchine), babàu (cane), sci-sci (scivolo), nghlo-nghlo (cavalluccio).

venerdì 22 ottobre 2010

FashionFriday -- ispirazioni


sere fa ho visto un film in tv col MaritoZen: il velo dipinto di john curran, di cui conoscevo il romanzo di william somerset maughan da cui è tratto. è una storia romantica ambientata negli anni '20.
per quanto il film non mi abbia particolarmente trascinato, non ho potuto che sognare quelle atmosfere modaiole anni '20.

io credo che avrei vinto la palma della peggio vestita se fossi vissuta in quell'epoca. il taglio dei vestiti non dona particolarmente alla mia forma fisica, ma non posso che battere le palpebre e sognare un po' ammirando quegli ombrellini parasole, quel lino leggero, quei guanti oltre il gomito e quelle pettinature scolpite, ma soprattutto quei morbidi cappelli calati sulla fronte. l'unica cosa che non mi sconfiffera proprio di quegli anni sono le frange che invece sembrano ritornate di gran moda. a me no, grazie.

piuttosto le scarpe, con tacco medio e cinturino a T, che slancia. o allacciate maschili. piuttosto i colli di pelliccia, ricchi e voluminosi. piuttosto collane girocollo o tanti fili di perle di varie lunghezze. fino all'ombelico. oppure un bel bocchino in osso. in un blog di mamme è politicamente scorretto parlare di fumo, ma io ero una fumatrice convinta e gaudente, nella mia vita precedente, poi ho smesso, e ne sono convinta e gaudente, ma il bocchino lo userei lo stesso, per bellezza, per vezzo. allora sogna di qua che sogna di là ho creato qualche outfit portabilissimo oggi, senza sembrare mummie resuscitate da altre epoche.







qual è il vostro preferito???

giovedì 21 ottobre 2010

attività di svago

A: come va?
B: che vuoi, si tira avanti...

C: ehi ciao!
D: ciao, da quanto tempo!!!
C: allora pare che campiamo.

E: buongiorno e ben trovati!
F: chi se lo aspettava di riuscire a tornare anche quest'anno...
E: ma perché? ti trovo in forma!
F: eh... non fosse che quest'estate me la son vista brutta con quel caldo.

G: allora sei tornata anche quest'anno!
H: per un pelo... sono stata derubata in casa, ancora non mi riprendo.

I: come son felice di rivederti!
L: anch'io! per come ci siamo lasciati a maggio non credevo proprio di rivederti.

M: ciao! ci si rivede!!!
N: eh! oggi pare di sì, domani non si sa.

no, non faccio volontariato in un ospizio.
mi sono iscritta a un corso di yoga mattutino. la cosa drammatica non è l'atmosfera allegra e pimpante che si respira, ma ritrovarmi alle 9 di mattina un ottantenne appeso a testa in giù e nel contempo non riuscire neanche a piegarmi in avanti con le mani per terra.

mercoledì 20 ottobre 2010

Parliamo di... pannolini!!! -- 3, i lavabili un anno dopo

ormai è più di un anno che usiamo i pannolini lavabili.
in realtà sono 15 mesi, più o meno l'età di momo.
nel frattempo sono cambiate tante cose. abbiamo acquistato altri modelli e abbiamo cambiato alcune abitudini.
innanzitutto da almeno 6/7 mesi abbiamo dismesso i pop-in.
si sono rivelati veramente poco duraturi. da parecchio momo non li veste più ed è anche un bimbo piccolino. inoltre si asciugavano veramente lentamente e spesso restavano impregnati di un cattivo odore dato proprio dalla lunga permanenza del bagnato. purtroppo li ho dovuti togliere di mezzo.
e quindi abbiamo fatto un altro acquisto consistente di popolini, con il sistema della mutandina impermeabile sopra alla parte assorbente.
questa volta però, invece dei pre-fold, che hanno tanti vantaggi, ma sono più scomodi nella vestizione, abbiamo acquistato gli ultrafit che hanno la forma del pannolino, sono regolabili attraverso bottoncini e sono più pratici da mettere perché hanno il velcro esattamente come gli u&g.
quindi al momento il nostro parco-pannolini prevede:
12 pre-fold
10 ultrafit
3 ultrasoft (da notte)

questi mi permettono di fare una lavatrice ogni tre giorni, ma la routine sembra non lasciare tregua in questo periodo, perché non riesco più a stendere fuori causa maltempo, in casa non accendiamo ancora i riscaldamenti e io non ho l'asciugatrice. questo significa che abbiamo uno stendino perennemente allestito con pannolini o l'altra roba che pure deve essere lavata.
sembra una sciocchezza, ma la cosa sta diventando veramente pesante alla vista, all'umore e anche pesante per la fatica quotidiana.
non nascondo che abbiamo momenti di cedimento. in particolare da quando momo ha iniziato l'asilo, per cui devo avere sempre qualche pannolo in più da lasciare lì. tra l'altro all'asilo porto solo gli ultrafit perché in effetti sono più facili da far indossare, ma la conclusione è che devo lavare più di frequente, i pannolini ci mettono più di un giorno ad asciugare e io sono arrivata a un'insofferenza pesante all'odore che sento quando si apre il secchiello in cui teniamo i pannolini sporchi, benché lo lavi a ogni lavatrice.
la mia parte arietina e capocciona resiste, quella da razional-capricorno del MaritoZen invece vacilla.
la sua posizione è: abbiamo fatto la nostra scelta pensando di dare un contributo al mondo e qualcosa in più a nostro figlio. e in effetti per 15 mesi è andata così. ora dobbiamo fare i conti con la nostra vita e le nostre contingenze:
  • non abbiamo un'asciugatrice;
  • né a roma sono attivati servizi ad hoc;
  • non abbiamo uno spazio esterno al coperto in cui stendere tipo balconcino;
  • non abbiamo un aiuto domestico;
  • dobbiamo sopravvivere.
detto questo vorrebbe mettere via i pannolini lavabili e passare agli u&g.
io con la cocciutaggine che mi contraddistingue dico:
  • abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno;
  • un giorno davanti all'altro e arriva l'inverno e i termosifoni; 
  • non mi va di togliere a momo questo privilegio;
  • in fondo questa primavera possiamo già provare a togliergli i pannolini, mancano solo 6/7 mesi;
  • chi glielo dice a tutti quelli che mi guardavano col sopracciglio alzato che alla fine ho ceduto? (mai, mai, MAI, piuttosto la morte!!!)
ecco l'attuale situazione.
la verità è che i pannolini lavabili sono proprio una grande rottura di scatole: ecco, l'ho detto.
però hanno tanti vantaggi, questo lo credo fermamente. e probabilmente in un mondo diverso, una società diversa, una città diversa, una casa diversa, tutto sarebbe meno difficile. e forse, mi dico, la cultura del sacrificio non ci appartiene più per questo dentro di noi scalpitiamo.
nel frattempo ho messo su un lavaggio e sento la centrifuga girare vorticosamente, quindi chiudo il post e vado a stendere una quindicina di panni sul mio stendino da appartamento.

lunedì 18 ottobre 2010

mi metto un pigiama rosa

volevo scrivere un post rosa stamattina, ma è un po' che non arrivo mai a fare quello che voglio. è tardi, e ormai saremo quasi tutte in pigiama. però trovare il tempo per un gesto d'amore è ancora qualcosa che contraddistingue una Donna.
e fare prevenzione è un gesto d'amore per sé e per chi ci ama.

venerdì 15 ottobre 2010

FashionFriday -- i miei must d'autunno

dopo l'ultima frenetica settimana che non mi ha dato tregua, torno col mio appuntamento frivolo e preferito, il FF.
a roma fa ancora abbastanza caldo, ma se si esce la mattina presto e si sta fuori di sera, l'aria rinfresca. siamo d'accordo che non ci sono più le mezze stagioni, siamo d'accordo che le ottobrate romane le conoscono pure i giapponesi, ma la canotta, diciamocelo, non è più sufficiente. ecco allora che finalmente ci si può sbizzarrire con l'abbigliamento a strati che io adoro. per questo ho pensato di mettere insieme i capi indispensabili per affrontare l'autunno, i miei must di stagione.

a proposito di classici, per me il trench fa subito autunno e non ne posso fare a meno. sta bene con (quasi) tutto e rende ricercato anche il più sportivo degli abbigliamenti.




poi un bel cardigan avvolgente e caldo, magari sciallato, da indossare su gonnelline estive e leggere, con sandalo da azzardare con calzettone o, meglio ancora con biker boots color cuoio.



un particolare che ho iniziato a indossare da quando ero a new york sono gli stivali senza collant, ma con calzettoni che fanno capolino. sbizzarrendosi con gli accostamenti.



infine il mio accessorio preferito (borse e scarpe non c'entrano sono un'altra categoria), il cappello. durante l'estate, a parte la paglia in spiaggia, io non riesco a usarne per uscire. mi fa un caldo pazzesco e mi appiccica i capelli sulla fronte, cosa che detesto quasi quanto il male ai piedi per i tacchi sui sanpietrini. quindi benvenuto auttuno! io mi ci tuffo con un bel borsalino.


e questo è il mio abbigliamento ideale che spesso si scontra con la mia routine quotidiana da scaricatrice di porto, con i mocci al naso di momo e con i sanpietrini romani, ma, come paola ci insegna, sognare che male fa?



e voi? a cosa non riuscite a rinunciare in questo autunno?
quali tendenze avete colto al volo, o cosa vi portate dietro, di cambio di stagione in cambio di stagione, come una vostra copertina di linus?

giovedì 7 ottobre 2010

la settimana internazionale del PortareIBambini

leggo in giro per i blog che siamo nella settimana internazionale del portare i bambini.
io sono una che un po' per necessità (devo ripeterlo che sto al quarto piano senza ascensore? no. ok) un po' per simpatia, un po' perché ancora incinta avevo ricevuto la fascia in regalo dalla mia CognataGiàMamma, un po' perché boh, ho iniziato sin da subito a portare momo in fascia.


qui aveva appena 20 giorni e io lo portavo sempre al calar del sole al parco

qui invece aveva già 2 mesi e grazie alla fascia sono riuscita persino a portarlo in barca e lui stava in quella posizione talmente rannicchiata che se fossi stata un'estranea mi sarei fermata per strada e mi sarei detta: ma toglielo da lì!!! sicuramente sta scomodo!!!







 qui momo aveva circa 10 mesi ed eravamo a uno zoo.

 il MaritoCanguro ha invece sempre preferito il nostro marsupio ergo baby, una specie di mei tai, che effettivamente era più pratico da mettere e togliere. a volte lo usavo anch'io, ma finché momo è stato piccolo e leggero io preferivo il tessuto della fascia.


da quando momo ha iniziato a pesare e abbiamo messo via la fascia e lasciato in uso solo l'ergo baby per passeggiate lunghe, messo a zainetto, per gli spostamenti quotidiani io uso questo aggeggio ribattezzato a casa nostra "appoggino" prima, "ping" poi perché momo lo chiama così. è una fascia con una specie di seggiolino incorporato che permette di portare il bambino in braccio con un maggior sollievo della schiena. momo spesso ci si mette anche in piedi O.o


qui eravamo a spasso per la sabina, quest'estate. momo aveva 14 mesi.


mercoledì 6 ottobre 2010

elogio di NonnoLupoDiMare

non so se s'è capito, ma siamo ai minimi termini.
momo è da tre settimane con la tosse e il raffreddore, nel week end gli è venuta la febbre e quindi ha prontamente elargito virus e batteri all'intera famiglia. domenica il MaritoGuerriero era ko, ma si è ripreso, io invece da ieri sono veramente abbattuta. febbre e tosse. ieri sera son crollata alle nove sotto tre piumini, la copertina di lana e due vestaglie.
non vi dico le notti che cosa sono diventate. ovviamente il malato jr è disturbato dalla tosse, respira male e quindi si sveglia, si agita, non trova pace. si attacca al seno in continuazione e morde per il nervoso perché non respirando bene non riesce a ciucciare. poi dormendo male, è nervoso durante il giorno e reggerlo senza creare conflitti è davvero un'impresa. insomma niente di nuovo per la mammità, ma avrei fatto volentieri a meno, anche perché nel mio utopico programma avevo deciso che a ottobre avrei spostato il lettino di momo nella sua cameretta e avrei cercato di rieducarlo a un sonno umano (per noi).
tentativi, eh?, ma meglio di niente.
comunque in questo frangente apocalittico si è trovato "per sbaglio" NonnoLupoDiMare, passato da qui per andare al salone di genova (non per niente è un lupo di mare) e richiamato al rapporto quando gli eventi sono precipitati.
direi che spendere due parole per il nostro salvatore, sia il minimo.
NonnoLupoDiMare è un nonno giovane e aitante. è pur sempre un nonno, quindi fatevi due conti, ehheh. momo ha una passione sfrenata per lui, forse perché lo acchiappa e lo fa volare, forse perché gli ha regalato un'infernale macchinina che fa una musica snervante e apre e chiude gli sportelli, si ribalta e fa la corsa fino a schiantarsi contro i muri (cosa che fosse stato per noi, non avrebbe mai messo ruota in questa casa), forse perché lo ha iniziato alle giostrine con monetina (altra cosa che avesse conosciuto il più tardi possibile sarebbe stato solo che un bene), forse perché gli dice che è un "macellaio netturbino" e lui ride come un matto, forse perché gli parla come fosse un grande, gli compra il gelato e gli spiega i modelli dei motorini e delle macchine e soprattutto delle barche. o forse, soprattutto, perché si riconoscono. eh sì, il MaritoRassegnato ha ormai capitolato di fronte all'evidenza. saltando una generazione, cioè me (che poi questa cosa dicono sia da dimostrare), pare che momo discenda esattamente da NLDM e dalla sua frenesia. mia nonna racconta che fino all'adolescenza non ha quasi mai magiato seduto, perché doveva andare a giocare il prima possibile, che da bambino avesse un allevamento di porcellini d'india e che sia stato spesso ripescato da qualche fosso nel quale era caduto con la sua inseparabile bicicletta. ditemi in bocca al lupo.
NLDM è qui a raccogliere i cocci e oltre a occuparsi di momo, al mio crollo, ha dovuto prendere le redini della casa. un po' anche per propria sopravvivenza e un po' perché lui da qualche anno si è scoperto uno chef.
ieri sera per la gioia del MaritoTrascurato ci ha deliziati con questi paccheri con pesce spada e melanzane
lui è molto geloso delle sue ricette, ma questa mi ha concesso di pubblicarla... cosa non si fa per una figlia febbricitante!
ricetta per 3
300 gr di paccheri
una fetta di pesce spada (va be' dipende quanto è grande), spinata e pulita, tagliata a cubettini piccoli piccoli
una melanzana tagliata a cubettini altrettanto piccoli
olio evo
vino bianco
aglio, cipolla
peperoncino
scorza di mandarino
esecuzione
mettere in una padella aglio cipolla sminuzzata e olio e far soffriggere un po', aggiungere il pesce e una volta colorito, innaffiarlo col vino bianco. far sfumare un po' e poi aggiungere le melanzane. la cottura non è a fuoco troppo vivace, altrimenti il condimento si secca.
aggiungere peperoncino e un po' di buccia di mandarino grattuggiata.
nel frattempo mettere su l'acqua per la pasta e lessare i paccheri. una volta al dente, scolarli e farli saltare pochi secondi in padella col condimento. et voilà, impiattare!!!

N.B. la ricetta è nata anche dalle contingenze. abbiamo aperto il freezer e non c'era pesce spada sufficiente per mangiarne come secondo tutti e tre. quindi avevamo pensato di scongelare quella fetta per farne un sugo rosso, poi però è arrivata la zolla e ci siamo fatti ispirare dalle belle melanzane e i primi mandarini della stagione!

martedì 5 ottobre 2010

EatingTuesday -- mood autunnale

quando arriva l'autunno, anche se le temperature non scendono poi tanto, ma il cielo inizia a ingrigirsi, qualche pioggerella ti sorprende durante la giornata e la notte godi della tua copertina sferruzzata, inizio a riaccendere il forno.
io non amo il caldo, meno che meno amo sudare, quindi da maggio a settembre, a casa nostra il forno si riposa. non viene acceso neanche per sbaglio. perché lo sapete che produce calore e rende la più grande delle cucina una camera crematoria, no?
per inaugurare la stagione autunnale, che poi è la mia preferita, ho fatto dei biscottini per momo e siccome laura, una mamma mi ha scritto per chiedermi una ricetta per la sua bimba, eccola qua:
ricetta
300 gr di farina
1 uovo + 1 tuorlo
80 gr di zucchero
la scorza di un limone (facoltativa)
130 gr di burro sciolto a bagnomaria* o 100 gr di olio di semi di girasole
1 cucchiaino di lievito per dolci

esecuzione
questa frolla proviene dal ricettario bimby e io la uso per biscotti e crostate. viene leggera e fragrante ed è di rapida e semplice esucuzione.
frullare a velo lo zucchero con la buccia del limone. sulla tavola mettere la farina setacciata e fare la conca in mezzo. metterci le uova, il burro, il lievito e lo zucchero "limonato" e impastare finché non diventa una palla omogenea. mettere la palla in un contenitore di vetro chiuso da pellicola e far riposare un quarto d'ora in frigo.
a questo punto stendere la pasta e farne forme a piacere. 
facendo una sfoglia di 3-4 mm vengono queste stelline che richiedono appena dieci minuti in forno preriscaldato a 180 gradi. 
diversamente si possono fare delle treccine, attorcigliando dei bastoncini cilindrici di lunghezza a piacere (10 cm vengono perfetti). 
oppure si possono fare dei tondini più spessi (6-7 mm) e metterci al centro una goccia di marmellata (homemade, of course). 
sbizzarritevi e usate la fantasia!!!

un'altra ricetta che faccio spesso, che purtroppo non ricordo dove ho trovato, quindi non linciatemi se scavalco il coyright, sono disponibile a citarne la fonte se me la rivendicate, è questa qui:
500 gr di farina 00
200 gr di zucchero
1 bustina di lievito per dolci
2 uova
1 cucchiaio di miele
50 gr di burro
2 tazzine da caffè di olio di semi (io uso l'olio di girasole)
latte q.b.
esecuzione
l'esecuzione per l'impasto è la stessa (anche senza frullare lo zucchero, tanto il limone non c'è), alla fine si aggiunge il latte in quantità variabile. le frolle sono sempre impasti sostenuti, solidi, quindi attente a non aggiungerne troppo.
questa è ancora più leggera, perché in proporzione ci sono meno grassi e meno uova. in genere questi li faccio in forme più grandi e restano più ciccioni. ma si presta tranquillamente anche ai biscottini tipo stelline, quindi dipende dal vostro gusto!

fatemi sapere quali sono i vostri preferiti e se volete aggiungere ricettine facili e soprattutto leggere da poter proporre anche ai nostri pupetti siete le benvenute!


* burro a bagnomaria. il bagnomaria protegge il burro da eventuali bruciature che potrebbero avvenire se lo si mette direttamente in padella, alterandone il sapore. a dire il vero mia nonna lo metteva nel pentolino e lo faceva sciogliere a fuoco lento lento al fornellino piccolo e i suoi biscotti venivano lo stesso buonissimi, però la prudenza non è mai troppa!


domenica 3 ottobre 2010

Sunday (Book) Review -- la ricerca del tempo perduto

ieri avevamo in programma una grigliata in campagna con amici per il primo compleanno di un amichetto di momo. era una cosa organizzata da tempo. saremmo dovuti andare fuori roma con salsicce e filoni di pane per respirare un po' d'aria buona, bere qualche bicchiere di vino e aspettare di smaltirlo prima di tornare a casa all'imbrunire. tutto organizzato, i vestiti pronti sulla sedia (ommioddio, polyvore sta davvero diventando una droga, ma in questo post è ot, lasciamo perdere!!!), pannolini e non-si-sa-mai kit impacchettati, macchina fotografica sotto carica ed entusiasmo in saccoccia.
ieri mattina ci siamo svaegliati -- all'alba come sempre, grazie alla nostra sveglia di sbavini e mugolii -- e il sole splendeva. bene, possiamo "grigliare" all'aperto. gli sbavini stamattina son particolarmente appiccicosi però. e i mugolii non sono propriamente mugolii, assomigliano più a rantoli. sì, rantoli è la parola giusta. andiamo a cambiare il pannolino che nel frattempo papi prepara il caffè. ma questi occhietti? ma non dirmi che...
no, non me lo dice. momo ancora non sa parlare.
ma il termometro è implacabile: 38,5.
in un attimo tutti i progetti di sole, di risate, di compagnia, di fotografie controluce, di bruschette, di jeans arrotolati si sgretolano, lasciandomi a occhi lucidi di fronte agli occhi da bambi più strappalacrime dell'universo.
andiamo in cucina, diamo la notizia affranta al MaritoSonnambuloMaEfficiente e facciamo finta di niente. in fondo che vuoi che sia? è normale con un bambino piccolo che va all'asilo. anzi, meglio nel week-end, 'ché ora che lavoro se succede in settimana è veramente un macello. sì, però, gli amici, la campagna, i jeans arrotolati... lascia perdere, sai quanti week-end di grigliate ci sono da qui a quando momo andrà all'università? appunto. e chissà a quanti dovremo rinunciare.

data la notizia agli amici abbiamo iniziato la nostra giornata agli arresti domiciliari. i jeans arrotolati me li sono messi lo stesso, e poi ho pensato di approfittare della giornata in casa per sistemare un po' di mucchi di roba sparsi qua e là. momo mi seguiva come un cagnolino e trasportava calzini da un cassetto all'altro, svuotava la lavatrice, toglieva le mollette dallo stendino e cucinava patate e paperelle da bagnetto sulla sua cucinetta. poi ha iniziato a essere insofferente così ci siamo accucciolati sulla sedia a dondolo, si è fatto una super poppata consolatoria straordinaria ed è stramazzato dal sonno. dalle 10,30 alle 13,20. con me che dovevo fare la pipì dalle 10,35 (ma questa è un'altra truculente storia).

però, prima che l'orsetto cadesse in letargo ero riuscita ad afferrare lui, uno di quei libri che solo all'idea di affrontare ti senti distaccato dalla realtà. ho iniziato a leggere, abbandonandomi a ogni singola parola, in quella melodia di spirali che si rincorrono a ritmi dolorosi, eppure indulgenti.
io ho già letto parte de la ricerca del tempo perduto, quando andavo al liceo. ma mi sono fermata ai primi tre tomi. e adesso proust mi richiama e sono costretta a ricominciarne la lettura.
ricomincio daccapo.
da quando il piccolo marcel è immerso nell'angoscia notturna, lenita solo dalla presenza della sua mamma.

"Anche dentro di me tante cose sono andate distrutte che credevo dovessero durare per sempre, e altre nuove ne sono sorte facendo nascere nuove pene e gioie che quella sera non avrei potuto prevedere, così come quelle d'allora mi è ormai difficile capirle. E da molto tempo a mio padre non è più possibile dire alla mamma: « Vai col piccolo ». Quelle ore mi sono ormai inaccessibili. Ma da un po' di tempo ho ricominciato a sentire molto bene, se mi concentro, i singhiozzi che ebbi la forza di trattenere dinanzi a mio padre e che scoppiarono quando, più tardi, mi ritrovai solo con la mamma. In realtà, essi non sono mai cessati; ed è soltanto perché la vita si è fatta adesso più silenziosa intorno a me che li sento di nuovo, come quelle campane di conventi che il clamore della città copre tanto bene durante il giorno da far pensare che siano state messe a tacere e invece si rimettono a suonare nel silenzio della sera."

Alla ricerca del tempo perduto, Dalla parte di Swann
, Marcel Proust.


dopo il sonno accucciolato sul mio cuore, al battito della mia commozione su pagine che ho amato e riscopro di amare forse più per una maggiore consapevolezza dei moti della mia anima e una maggiore conoscenza della vita, momo si è svegliato sereno, con le guance arrossate e gli occhietti vispi. abbiamo passato un bel pomeriggio tutti e tre. giocando, coccolandoci e sorprendendoci di quanto ci amiamo.
credo che andando alla ricerca del tempo perduto si possano trovare molte sorprese. compreso un tempo nuovo, più lento, fatto di espressioni che son sempre davanti ai nostri occhi eppure possono ancora emozionare, riempire, donare. un po' come le campane del convento.

venerdì 1 ottobre 2010

FashionFriday -- la mia opinione sul classico, LBD

oggi parliamo di intramontabili.
di quei capi di abbigliamento o di quegli accessori che non dovrebbero mancare mai in un guardaroba. e non perché da qualche parte esista una lista di cui spuntare tutte le voci, ma perché secondo me possedere dei capi "classici" permette un'infinita varietà di utilizzo, una base di eleganza che non guasta e un'ancora di salvezza nei classici momenti del non-ho-niente-da-mettere.
se dovessi dire cosa mi piace indossare di più in assoluto, non avrei dubbi sul vestito. intendo il pezzo intero. lo trovo il modo più femminile di vestire. la maniera più semplice di trovare la giusta forma che valorizzi qualsiasi struttura fisica. e come è emerso da questo gioco, il vestito per eccellenza per me è il tubino nero, the LittleBlackDress, LePetitNoir, come dir si voglia.
per farvi capire cosa intendo per infinite possibilità di utilizzo e ancora di salvezza, mi sono cimentata in una prova erculea. modella, stylist e aiuto fotografa per un giorno. prima che mia sorella, la ZiaPolly andasse via l'ho reclutata dietro la mia nikon e abbiamo trascorso un paio d'ore a sbellicarci dalle risate e a fare le ganze. purtroppo non mi ha concesso di pubblicare gli scatti che ritraggono lei, accontentatevi di me. ditemi se l'idea vi piace, potrei sviluppare le potenzialità dell'autoscatto, ora che è partita!
nella versione più "scontata", da sera. niente di impegnativo, ma carino.
peep toe blu elettriche (eccole, paoletta!!!)  e clutch a portamonete nera.

da ufficio, o colloquio di lavoro. giacchina avvitata, mocassino con tacco e borsa capiente. occhiale di ordinanza.
romantico. con giacchina maniche a sbuffo rosa cipria, collane di perle, borsa della nonna cipria. scarpe dal gusto vintage.

boho. cappa di lana, collana artigianale, borsa da mary poppins, stivale in suede morbido, tacco medio basso.
rock. maxi foulard, stivaletto tacco a spillo, borsa vintage pitonata con manici a catena.
da signora. tacco a spillo borsa dalla linea pulita, squadrata, cardigan grigio/beige, volpe vintage.
da studentessa. cardigan tortora morbido chiuso da cinturone in vita. borsa a cartella tdm, stivali bassi con pellicciotta.
informale, sportivo, da giorno. ankle boots color cuoio, borsa capiente color miele, giubbino jeans.
da ridere. un po' maschile, un po' carnevale. occhiale alla arisa, cravatta del marito, stivale tacco alto, blazer dal taglio maschile.
eccolo qua. semplice, lineare, perfetto...
...ed economico! occhio che per chi non lo sapesse la taglia 40 corrisponde alla 44!!!





  non ho specificato le marche degli accessori e dei capi che ho unito agli outfit perché l'intento non era di fare pubblicità, ma vi assicuro che sono quasi tutte cose economiche (tipo zara, h&m, c'è anche una borsa carpisa), mentre alcuni pezzi appartengono al "patrimonio di famiglia", e credo che si possano trovare in mercati e negozi vintage.
che ne pensate, allora? qual è il vostro stile preferito?

love
c.