giovedì 18 febbraio 2010

benvenuto Mr SensoDiColpa

be', prima o poi, in qualche maniera, dovevo tornare.
mi sembra un'eternità dall'ultimo post. ero un po' stufa, non avevo idee. avevo molta più voglia di fare cose, che di arrovellarmici su.
ho fatto mille pensieri. su quello che vorrei della mia vita, su quella che ero e vorrei ancora essere e, vi stupirà, il bilancio ne esce positivo.
giorni fa scambiando mail con una cara amica mi è venuta fuori una metafora
la maternità è come un jeans appena lavato che ti va stretto e ti fa sentire tutti i difetti e le abbondanze nei punti critici. ti mette in discussione, ti fa incazzare, ti fa sentire in colpa per il tramisù di ieri, vorresti solo toglierlo e nasconderlo dentro l'armadio, poi però camminandoci, camminandoci, tutto sommato... tira un po' qua, ammorbidisci un po' là e quasi quasi... mi dona pure...


eppure ultimamente non so per quale motivo mi è ritornata dentro un'ondata di malessere dovuta a un ricordo. un ricordo legato ai primi giorni di vita di momo. in quell'incommentabile ospedale dove sono andata a partorire avevano il nido a orari. il secondo giorno vennero a trovarmi delle persone durante l'orario in cui aprivano quelle ancor più incommentabili vetrine sulla caterva di culle ammucchiate con neonati urlanti, che quando non sai chi sono dici pure che cariiiiini, poi se è tuo figlio che si sta straziando di pianti, che ha il viso viola e la sua voce è l'unica a sentirsi attraverso il vetro, la cosa cambia.
poi ho ripensato a quella prima notte, e anche lì lo stesso sconforto misto a impotenza.
per non parlare del parto. e non parliamone, va'.
ecco, mi ha assalito un senso di colpa terribile. perché lì non sono stata in grando di bussare al nido e prendermi mio figlio? per consolarlo e farlo smettere di piangere? perché non sono riuscita a superare le buone maniere e le regole per la causa più importante della mia vita, ormai: mio figlio? perché quella notte non ho telefonato ogni cinque minuti al nido fino a farli esasperare (niente in confronto a quanto lo ero io) per farmi portare il mio bambino, che doveva attaccarsi a me, ricongiungersi nelle prime ore dopo il parto. e invece magari sarà stato lì in quella culletta di fortuna (perché quella notte mancavano le culle, per giunta) a piangere, sperduto, senza capire dove si trovasse e perché la sua mamma, la sua culla calda, improvvisamente l'avesse scacciato con tanta violenza e inesorabilità.
ecco, io penso a tutto questo e certe volte ancora non riesco a farmene una ragione.
e penso che razza di mamma sono se non sono riuscita a proteggerlo quando era più fragile e vulnerabile?
e forse per questo motivo sto sempre ad arrovellarmi e, anche se di fondo non ho molte alternative, fatico a staccarmi da lui. certo, altrettanto lucidamente so che consapevolizzare questo pensiero mi porta gradualmente a metabolizzarlo.
ma ancora mi brucia tanto.


cara p, che sicuramente passerai da queste parti, purtroppo il senso di colpa ha acchiappato anche me. ma grazie alla condivisione queste cose passano. grazie della tua amicizia!

19 commenti:

Nicky ha detto...

Eh no Caia... sai che queste cose mi fanno male solo a leggerle...

Trasparelena ha detto...

che razza di mamma eri? eri una mamma-to-be, come secondo me sono tutte alla prima gravidanza.
Io personalmente sono stata una mamma-to-be per un bel po', quasi una settimana dopo che siamo tornate a casa. Ognuno ha i suoi tempi, e non vuol certo dire che una suo figlio lo ama di meno, o che avrà un legame meno stretto con lui (e io mi sento di testimoniarlo)
Ti abbraccio

PaolaFrancy ha detto...

ma no, infatti.
guarda ... il moschettiere dice sempre una cosa che mi fa incazzare a morte: "ormai è fatta. pensarci e ripensarci non serve a nulla."
mamma, come m' incazzo. non ne hai idea. ma visto sotto un altro punto di vista, con un altro occhio ( come noi da fuori guardiamo te ), non fa una piega.
ormai non puoi tornare a quei giorni ( e te lo dice una che quando è venuta a casa dall' ospedale ha passato mesi - mesi, eh? - a guardare suo figlio nella culla e piangere, senza godersi quei momenti, senza dargli le attenzioni che meritava ... )

non puoi tornare indietro. pensa ad ora.
pensa che momo è lì. e che ha ancora bisogno di te.

sfogati sfogati sfogsti che fa bene
ciao, paola

MissMeletta ha detto...

Nu nu il senso di colpa proprio non te lo devi fare venire per niente!!! Senza contare che anche se avessi sbagliato( e non lo hai fatto) hai recuperato dopo e ora con l'essere una mamma sempre presente e attenta!!! Però io credo che in quei momenti in molte, forse tutte non avrebbero potuto agire diversatemente, si è stanche, vulnerabili, incapaci di capire cosa è giusto o sbagliato e credo che in qualunque ospedale (dal bravo o pessimo personale) ostretiche e vigilatrici d'infanzia ci appaiono talmente sicure (a volte anche autoritarie) che mai ci si sognerebbe di mettere in discussione ciò che loro stabiliscono... (anche perchè anche a sentir storie di chi ci ha provato non servirebbe a nulla!!!). Io per ora sono abbastanza tranquilla perchè, almeno a parole, qui da me le cose sembrerebbero funzionare: ti lasciano il bimbo sulla pancia due orette, poi con il papà bagnetto e visite di controllo... e poi non si discute (escluso per il ricevimento parenti) te lo devi tenere vicino, anzi questo concetto ce lo ribadiscono talmente con severità che l'altra volta ho chiesto quasi spontaneamente "ma mi scusi perchè è così frequente che le mamme non li vogliono tenere con loro"... la risposta è stata "Si, spesso non se la sentono e preferiscono riposare"... Io non giudico, nelle situazioni bisogna trovarcisi, magari anch'io supplicherò il loro ausilio.... però allora queste mamme che sensi di colpa dovrebbero avere rispetto a te che invece avresti voluto con tutte le forze Momo accanto. Quando lui era fragile e vulnerabile anche tu eri fragile e vulnerabile... in quei casi dipende quasi tutto dalla gestione dell'ospedale secondo me, bene o male siamo nelle loro mani e volenti o nolenti sottostiamo alle loro decisioni. Non pensare al passato e goditi il presente!!! Una volta a mia mamma dissero che la vita è come un sommergibile a compartimenti stagni, passato e futuro devono avere le porte ben chiuse... altrimenti l'acqua entra e inonda il presente rovinandocelo!!!!
I tuoi post comunque sono sempre belli perchè come dici alla fine la "condivisione" allevia certi pesi, penso poi che il senso di colpa (per un motivo o l'altro) sia una cosa che ci colpisca tutte, perchè siamo umane... Ti ringrazio anche per il bellissimo commento che mi hai lasciato da me.... mi ha davvero fatta sorridere e tirato su il morale!!!

mammalellella ha detto...

ognuno fa come può...
mammalellella

Unknown ha detto...

Ma Caia, non angustiarti, il passato non puoi cancellarlo, piuttosto imparare da esso. Metabolizza è passa oltre la vita va avanti e farai sempre meglio...

Ondaluna ha detto...

Carissima Caia,
penso che l'esperienza di essere madri ci insegni che la perfezione non esiste, c'è sempre qualcosa che non va come vorremmo, come dovremmo, come dovremmo volere (volutamente gioco con questi verbi)
Ma c'è una cosa di cui sono fermamente convinta: una vita non si scrive in un solo attimo. C'è sempre l'opportunità di correggere il tiro, di rimediare, di andare avanti cambiando il corso delle cose. L'ineluttabilità non esiste. E' per questo che non ti dico "guarda avanti, il passato non conta": il passato conta, eccome, serve a farci da pavimento, su cui camminare a piedi nudi, per avere un contatto migliore col suolo sul quale costruire il cammino della nostra vita.
Ti voglio bene e ti abbraccio.

MAMMA AL QUADRATO ha detto...

Caia, credo tu non abbia davvero nulla da rimproverarti. Quello che importa è che mamma sei stata fino ad oggi, non in quei due giorni post parto. Il mio istinto materno è scattato fuori dall'ospedale e non mi vergogno di ammetterlo. Ho amato i miei figli fin da subito ma la visceralità è arrivata dopo.
Un abbraccio

Unknown ha detto...

Il senso di colpa non esiste.....è solo il volerci mettere in discussione per sanare ferite ancora aperte. Io l'ho fatto....se ti può consolare leggi qui

http://bismama.blogspot.com/2010/02/what-to-expect-when-expecting.html

un abbraccio

sicampeggia ha detto...

Caia, non s'è mai sentito di mamme che chiedono i bimbi al nido per farli smettere di piangere!
Ma dai: che senso di colpa dovresti mai avere?
Non sarà piuttosto, che non tolleri il ricordo di quella notte perchè è stata la prima volta in cui hai intuito che il tuo piccolo era nel mondo, fatto di tempi e spazi che, per quanto piccoli, separano anche da quelli a cui sentiamo di essere indispensabili?
Scusa, era solo un'ipotesi;
Credo che MrsApple abbia espresso bene i motivi per i quali, a volte, certe cose si fanno o no, e spesso si tratta di cose contingenti che non hanno niente a che fare con quello che riteniamo importante fare.
E poi, da quella notte, hai costruito talmente tanto!
Ciao.

Carpina ha detto...

Ciao Caia,
ho letto il tuo post, e col pensiero che sto per tornarci, in ospedale, diciamo che l'ho letto con un occhio un pò più attento e-o sensibile.

Io ho letto e riletto Leboyer, Per una nascita senza violenza, sia durante l'attesa di Ivan, e sia durante questa gravidanza di Mattìa: ti dico la verità, sono già piena di sensi di colpa.
Sensi di colpa PRE-partum.
Perchè già lo so, come funzionerà.
E già lo so, che non avrò un briciolo di forza per chiedere di 'stare in silenzio', 'abbassare le luci', 'non tagliare subito il cordone, ma quando smette di pulsare', eccetera eccetera.

Perchè la forza l'avrò esaurita tutta tutta durante il travaglio.
Così è successo con Ivan, sgusciatomi fuori violentemente, gemente, urlante e piangente, e tutti lì che mi dicevano 'ma che bel vocione che ha, senti, senti quanto urla, vuol dire che sta bene!'.

E tu, al primo parto, come cacchio fai a dirgli che magari le urla di disperazione, così simili alle nostre, vogliono mostrare, appunto, disperazione, e non forza, vigore e salute?
Ma, anche al secondo.
Con quale coraggio mi metto contro le persone da cui dipende tutta la mia vita, in quel momento? (ostetrica & co.)

E quindi, sì, i sensi di colpa ci sono stati, non sono mai andati via, francamente. E mi sto già preparando per quelli del secondo, facendo spallucce e pensando che, in fondo, abbiamo tanto tempo per recuperare in serenità e dolcezza.

Un abbraccio,
Pina

Serena ha detto...

e no, scusa Caia, ma se c'è qualcuno che dovrebbe avere i sensi di colpa è la struttura ospedaliera che ti ha messo in quella situazione. Quando i medici e le ostetriche impararanno a restituire potere alle mamme che i figli li hanno partoriti, allora potremmo riparlarne. Tu hai fatto tutto quello che ti era possibile fare. E sono d'accordo con l'immagine di te che come una fiera leonessa ti sei andata a prendere il tuo momo per un momento di contatto prezioso per voi due, di cui siete stati privati ingiustamente. Mi dispiace Caia, puoi essere dispiaciuta di come siano andate le cose, ma la colpa non è certo la tua.
Tu sei semplicemente perfetta.
Te lo dico con tantissimo affetto

Serena

diana ha detto...

io per lavoro chiamo mammme che hanno appena partorito e tante hanno da dire e sono così perse e spaventate....arrabbiate per brutti parti e per problemi con il nido....quando dopo un parto vorresti vedere il bimbo, ma non te le fanno vedere...uqndo medici e infermieri si mettono in mezzo e tu stordita dagli eventi non sai che fare....bè chi sbaglia e dovrebbe sentirsi in colpa sono proprio loro che non sanno accompagnare con la giusta calma, umanità...una donna appena mamma e un piccolo battuffolo....
non hai sbagliato niente.....ti sei solo persa in mezzo alla burocrazia ospedaliera!!!!!!!!!!
scusa lo sfogo...ma basta...è ora che cambino questo modo così brutale!!!
un abbraccio a te

Miks ha detto...

Tu in quel momento eri una mamma che aveva appena partorito...non eri lucida psicologicamente e di conseguenza ti fidavi di ciò che ti imponeva l'ospedale....ed è proprio l'ospedale in torno..non tu...son loro da rimproverare per ciò che ti hanno fatto passare...
mi viene una rabbia quando ci penso...i primi che dovrebbero seguire una mamma e invece la demoliscono...

Tu non hai fatto nulla di male...non torturarti con questi pensieri...Il tuo bimbo ora è sereno e felice...il tuo tormento non può ne aggiungere ne togliere nulla al passato...goditi il presente che è la cosa più importante!!

un abbraccio forte

Amalia ha detto...

i sensi di colpa, purtroppo, sono sempre in agguato. non hai nulla da rimproverarti, però. eri ancora incosapevole, in divenire. io i primi giorni da mamma me li ricordo sfocati, lontani, come un'eco in dissolvenza eppure sono passati appena 11 mesi.

quanto ai risvegli notturni del musetto continuano inesorabili. :-( sono davvero stanca, caia, e stanotte pur di riuscire a dormire ho fatto quello che mi ero ripromessa di non fare: l'ho messo a dormire con noi nel lettone. se hai qualche consiglio, dimmi pure, perché non so più dove sbattere la testa, accidenti.
mammasidiventa.ilcannocchiale.it

Bonzomamma ha detto...

Caia, io credo che non sia possibile prevedere tutto, proteggere i nostri figli fino all'inverosimile. I miei sono nati prematuri, sono stati portati al casilino in TIN io ero ai Parioli in clinica... che i miei ginecologi avevano malcalcolato i tempi. Beh... all'uscita della sala parta me li hanno portati via. Io volevo andare con loro, ero già in piedi vicino alla culla termica. NO, beh il giorno dopo ero fuori, ero da loro. Operazione o non operazione, punti o non punti. Però il senso di colpa non l'ho avuto, anche se non mi hanno avuto vicino da subito, appena abbracciati ho detto loro che c'ero e ci sarei stata per sempre. E loro da qualche parte in quei corpicini minuscoli sapevano. Hanno smesso di piangere e iniziato a ciucciare. Il tuo bambino starà benissimo. Tranquilla e goditi la vita giorno per giorno... i rimpianti sono parassiti velenosi che si riproducono, tagliali via.
Bonzomamma

angela ha detto...

Cara Caia , ho partorito in quello stesso ospedale ed ho vissuto la tua stessa esperienza . Cosa dire ? Vorrei consolarti e ho provato a farmi consolare dai commenti che hanno fatto al tuo post , ma non ci si riesce . Mio figlio ha 7 anni ed è un bambino meraviglioso , ma il ricordo di quei giorni in ospedale è bruttissimo . E' nato con il cesareo , io avevo dei dolori atroci ( che con gli altri due figli, sempre nati con cesareo, non ho avuto) e non potevo alzarmi e la notte quei pianti disperati che venivano dal nido non riesco a dimenticarli . Avevo cercato un ospedale che avesse il rooming in , mi avevano detto che c'era , ma non era vero ! Mi faccio le tue stesse domande perchè non sono andata a prendermelo ? Forse è vero sei stanca , non stai bene , sei in posizione di inferiorità rispetto a loro , ma non mi basta . Spero di metabolizzarlo davvero un giorno . Ti saluto con affetto e continuo a leggerti .

Brigid ha detto...

Ciao Caia, ciao a tutte, non ho letto tutti i commenti, e anche io penso che "ormai è fatta", nel senso che noi viviamo delle cose, da queste impariamo e non serve a niente colpevolizzarsi.
Non sono d'accordo però con Mrs.Apple (bel nome!) quando dice che in ospedale non si può far valere le proprie opinioni. Io non sono mamma però mi sto documentando sulla cosa e ho trovato molto bello e commovente un libro che sebbene parli di parto in casa lo potete trovare qui http://www.altica.it/nati/index.html dice una cosa molto intelligente sulla nascita in ospedale, qui http://www.altica.it/nati/ospedale.html e cioè che la donna non è una malata che va per farsi curare, ma ha il potere sul proprio corpo, ha il proprio intuito, e che inibirlo può rendere difficile il parto, o i momenti preziosissimi delle prime ore di vita. Senza consigliare la nascita in casa a chi non se lo sente, perché sottolinea che il fatto di sentirsi sicure è fondamentale, invita a fare valere le proprie esigenze sempre, e suggerisce come farlo. non so se possa interessare a qualcuno, per me è un ottimo libro, si può leggere una buona parte online, mancano solo i racconti delle mamme, ma per me vale la pena comprarlo, perché sono veramente commoventi e veri.
un abbraccio e una sberla ai sensi di colpa

Emy ha detto...

Che rabbia!, c'è qualcuno che in quel momento dovea proteggerti, e non l'ha fatto.
In quel momento di debolezza non sei riuscita a trovare dentro di te i sentimenti e la consapevolezza che ti avrebbero permesso di essere la leonessa in difesa dei suoi cuccioli...forse in passato in momenti di debolezza i tuoi sentimenti non sono stati ascoltati e valorizzati...perciò hai imparato che non devono essere ascoltati neanche da te.
Sono tuoi quei sentimenti, ne hai diritto.
Un abbraccio a questo ricordo doloroso.