martedì 22 marzo 2011

conciliazione -- qualcuno ne sa qualcosa?

no, va be', 'sto post fa ridere già a partire dal titolo.
qualcuno pensa davvero che esista la famosa conciliazione tra figli e carriera (altra risata a scroscio... per la carriera intendo)?
secondo me è tutto un tappare buchi e avere mezze cose.
e adesso per esempio dopo un'ennesima giornata con momo malaticcio "perché io me lo posso permettere" (e stendiamo un velo pietoso anche su questo) sono in bagno rintanata perché quel santo del MaritoZen è tornato un po' prima e gioca allegramente col mostriciattolo moccoloso.
ecco, io vorrei solo sapere dove sta l'inghippo.
va al nido per permettere alla famiglia di reggersi in piedi. io lavorerei part time e poi lo andrei a riprendere per trascorrere il pomeriggio insieme fino a quando arriva il papà, quando inizia tutto il tran tran serale (bagnetto, cena, coccole, nanna).
ma...
quando ci va al nido?
se ha fatto due settimane di seguito da ottobre è tanto. è vero che non ha preso niente di grave. solo un'esentematica, solo un paio di febbroni, due congiuntiviti e tosse cronica. casa nostra è un percorso a ostacoli tra monodosi di fisiologica e fazzolettini appallottolati, ma non fa niente, poteva andare peggio, dice il nostro pediatra. e io ne sono convinta.
ma...
quando ci va al nido?
e soprattutto
quando io lavoro?

provo anche a forzarmi e a introdurre una persona che stia con lui, ma
viene quando ci sono io perché ovviamente momo si deve abituare a lei e anche io devo capire chi cavolo è. e comunque quando mi serve è per lo più impegnata perché giustamente pure lei deve lavorare, mica può stare ad aspettare la chiamata mia. di tenere una persona fissa al momento non è possibile e comunque a parte l'aspetto economico, dovrei veramente fare uno sforzo enorme su me stessa e mi sembra che dall'inizio mi sia ammorbidita molto.
insomma, è ovvio che se voglio contare sul mio tempo lavorativo devo organizzarmi con asilo e baby sitter e ogni mattina, scegliere di lasciare momo abbacchiato e vulnerabile con una persona che per quanto conosciuta resta un'estranea. devo sceglierlo ogni mattina e a me fa fatica.
spesso opto quindi per restare io con lui e aspettarmi di riuscire a lavorare di notte (come se di notte momo non mi reclamasse) o recuperare nel week-end quando c'é il padre (mai successo fino ad ora, non per la mancanza di collaborazione del MaritoZen, anzi, ma perché recuperare non è mai abbastanza). e anche questo mi costa fatica. far le cose un po' abbozzate, non come vorrei, sempre con la sensazione che se solo avessi avuto un giorno in più...
ecco, tutto questo, lo dico davvero senza risentimento.
io faccio quotidianamente questa scelta, consapevolmente. e, anche se mi costa fatica, la faccio e la porto avanti.
sono una mamma che cerca di lavorare part-time, altro che conciliata.
mi raccontate se voi vi riuscite a conciliare?
mi dite come si fa?
no, giusto per capire se questa parola fa ridere solo me.

32 commenti:

Diletta ha detto...

io ci ho rinunciato a conciliare le cose, nel senso che qualsiasi cosa faccia è sbagliata. Io lavoro 8 ore al giorno e i bambini teoricamente dovrebbe stare 8 ore al nido però sono sempre ammalati e stanno a casa con la baby sitter. E non mi sembra giusto che la maggior parte del tempo la passino lontano da casa o comunque con una persona "estranea". Certo nel weekend cerco di passare più tempo possibile con loro ma non è mai abbastanza.

Owl ha detto...

Potrei scrivere un romanzo. Spero che a qualcosa ti serva. Io ho uno squallido co co pro e per slavare il posto di lavoro sono dovuta tornare al lavoro (par time)quando Di aveva 6 mesi. Ho cercato di tutto, e alla fine sono riuscita ad attivare un nid famiglia con altr 2 mamme. Anche se erano solo 3 bambini, i primi 2 mesi Di era sempre malato. Sono stata a casa io, come ora fai tu perchè non mi andava di llasciarlo ad un' estranea. Dopo verso maggio è andat un pochino meglio. Anch'io come te ho lavorato di notte, nei week end, quando il mio compagno poteva lascirami il tempo per rimettermi in pari. A Settembre con il nido non è andata meglio dopo l'inserimento l'ho dovuto tenere a casa 2 mesi e mezzo per una complicazione in seguito ad un'influenza.Sono stata sul punto di rinunciare a tutto. A tutta la gavetta per arrivare dove sono (non che sia chissà che, ma mi piace) Io ho risolto così: chiedendo alle sue maestre di educatrici part time che avevano bisogno di arrotondare. Le ho Fatte venire a conoscere Di con me in casa. " perchè se non cìè una quasi sicuramente c'è l'altra. Non mi piace questa soluzione, non mi piace l'idea in se della baby sitter. Ma stavo veramente impazzendo. E ne ho provate prima di assestarmi su queste 2 persone. Adesso più che conciliazione (grasse risate anche da me) posso dire che siamo in precario equilibrio, ma almeno riesco a barcamenarmi nei giorni di malattia senza dover lavorare tutta la notte. Spero di esserti stata un pochino utile. Sorry ho scritto di getto, Di reclama... spero non ci siano strafalcioni.
Un abbraccio

Unknown ha detto...

Il fatto che mi porto i nani al lavoro è una situazione che si coniuga col verbo conciliare??

A me non sembra. Sigh!

Anonimo ha detto...

Mmmm mi sa che io tanto d'aiuto non ti posso essere perchè non lavoro (o almeno per il momento non lavoro, nel senso che ho fatto l'ultimo esame 3 mesi prima di sposarci, dopo 5 mesi dal matrimonio eravamo incinti, mi sono laureata incinta di 7 mesi e quando il nanetto aveva 18 mesi eravamo di nuovo incinti...insomma non ho avuto tempo di cercarmi un lavoro ;)...cioè io sinceramente sto bene così ma magari uno stipendio in più non è che farebbe schifo...vabbè ma che cavolo di digressione chilometrica che ho fatto! Scusa!), se però ti può consolare riguardo alle malattie varie, quest'anno il nanetto fa il primo anno di materna e da settembre il copione è che al mercoledì(massimo massimo il giovedì) si ammala...poi l'attacca alla nanetta...poi a me...e il maritino dipende dai casi, a volte resiste a volte soccombe quando ormai noi altri iniziavamo a guarire! Io non ne posso più di tutte ste malattie, non riusciamo neanche ad immaginare un week end fuori, ma che ne so manco una passeggiata al mare che rinizia il giro!!!

simplymamma ha detto...

risponde la mia faccia allo specchio ogni mattina e ogni sera....ma chi è quella? quella che concilia? che per portare questo mese 4 giorni la cucciola al nido per conciliare è 20 giorni che sta male, non si dorme, piange arrivo a casa e vorrei fuggire..... ma perchè la mia ci è mai andata al nido? e così mi chiedo ma come fanno quelle che riescono a conciliare....come ti capisco!

Ondaluna ha detto...

Mi chiedevo proprio dov'eri finita...
Io mi trincero dietro un "no comment", spero eloquente.

diana ha detto...

appunto...appena finito di lavorare...perchè conciliazione vuol dire che se tuo figlio è malato ed oggi non hai finito un lavoro...ti tocca farlo da casa....io credo sia un caos...io non concilio niente perdo colpi e basta nella speramza che passerà!

E va bene così... ha detto...

Ho la foruna di avere una mamma disponibile a stare con Elisabetta mentre sono al lavoro, e questo ha moltissimi lati positivi e molti altri negativi, che puoi immaginare. Ma vincono comunque i positivi.
Nonostante questo, conciliare è un sogno anche per me. Il lavoro richiederebbe ore in più che non posso e non voglio dare, e quindi lavoro non al meglio come vorrei.
Elisabetta quando torno vuole attenzioni che non sempre sono in vena di darle.
La casa richiede pulizie e riordini che non ho più voglia di fare.
Ecco, forse la conciliazione funziona se hai molti aiuti (di parenti o a pagamento) che ti permettano di stare tranquilla al lavoro, con tua figlia e a casa.
giuppy

Trasparelena ha detto...

Te lo dico brevemente.
Non si può.
Non si può conciliare la mammità con il lavoro.
per quanto le cose vadano bene, per quanti aiuti esterni uno abbia (e io ho pure i nonni) un fondo (ma non sempre poi fondo) di frustrazione rimane. Per non riuscire a stare abbastanza con tuo figlio, più che altro (del fatto che non riesco a tenere la testa al 100% sul lavoro ho imparato un po' a fregarmene, soprattutto perchè mi rendo conto che comunque faccio di più di chi mi circonda al momento, pure se è di meno di quello che facevo prima di diventare mamma)
Ti abbraccio

NIc ha detto...

Conciliare?
Lavoro 8 ore al giorno (mai un secondo di più) a 20 km da casa. Il Moccioso ogni mattina si sveglia alle 7.00 e viene in città con me, Nido vicino all'ufficio. Se ne sta lì e quando esco dall'ufficio vado a riprenderlo e torniamo a casa.
I nonni sono a 30 km e quando lui si ammala, se la cosa non è lunga io e il Papi ci alterniamo e stiamo a casa (con successiva ovvia rincorsa nei giorni successivi per rimettersi in pari). Se la cosa è più lunga, il Moccioso viene trasferito a casa dei nonni dove io mi reco ogni giorno dopo il lavoro, in pratica un trasferimento a due al Lazzaretto!
'Na fatica! Di meglio non ci è venuto in mente, di meglio non sappiamo fare, cerchiamo di recuperare nei weekend e ci illudiamo che tra qualche anni ci rideremo sopra a questa fatica. Per fortuna il Moccioso si è ammalato pochissimo.
In ogni caso, massima solidarietà e un abbraccio.

Fi ha detto...

Fino a qualche mese fa collaboravo con l'università con vari contrattini un pò ridicoli. Ho lavorato fino alla fine della gravidanza e poi ho ricominciato quando Bia aveva tre mesi. Ho potuto farlo perchè lavoravo molto da casa e quando dovevo andare all'università c'erano i nonni paterni oppure il Maritino che saltellava da un lavoro all'altro ed era spesso a casa. Da settembre ho mollato tutto. Ero pagata troppo poco e non vedevo alcuna prospettiva nell'università. Per crearmi delle prospettive serie avrei dovuto lavorare di più e cercare occasioni all'estero. Ci ho provato, ma poi sono andata in tilt. Non riuscivo più a togliere tanto tempo alla mia bimba, con tanti sensi di colpa e senza reali benefici, se non quelli di sentirmi parte della società attiva. Poi quando Bia ha iniziato a camminare tutto si è complicato. Ora non saprei come rientrare nel mercato del lavoro e non sarei più in grado di "conciliare". Non potrei più lavorare tranquilla a casa, perchè intanto Bia si lancerebbe dal tavolino al divano, oppure allegherebbe la casa cercando di fare il bidè alla sua bambola oppure cercherebbe di prendersi il mio pc per vedere Pocoyo. Ho un dottorato, due master, ho lavorato come docente a contratto e come coordinatrice didattica di un master, ma ora sono a casa a crescere la mia bimba meravigliosa. Invidio chi lavora, ma non sarei capace di riorganizzarmi! I nonni paterni sono preziosi, ma non posso chieder loro una presenza quotidiana. Il Maritino per fortuna ora lavora!
Sono felice? A volte si, a volte no! Ero felice prima? Noooo! Soluzioni nel mio caso? Sopravvivere giorno per giorno e aspettare gli eventi!
Ti auguro di riuscire a conciliare tutto! So che ci riuscirai, perchè sei in gamba e sono convinta che sia possibile trovare una persona di fiducia che diventi un pò di famiglia... Io da piccola avevo una tata che ancora adoro!

Anonimo ha detto...

ciao caia,
lavoro a tempo pieno da quando mia figlia aveva 8 mesi (cioé da due anni). Lei va al nido, ce la porto io alle 7,30-8, poi corro come una pazza in ufficio, lavoro, al pomeriggio la va a prendere il papá o la babysitter. Viviamo in Germania e io ho una posizione da dirigente nell'azienda dove lavoro, che mi ha assunta (o meglio riassunta, dopo 4 anni in cui avevo lavorato da un'altra parte) proprio con figlia ottomesenne "a carico". Mia figlia si ammala poco ma si ammala: o sto a casa io, o mio marito, o viene una babysitter - c'è un'associazione qui di babysitter per bambini malati, costa poco perché é sponsorizzata dal comune, sono signore pensionate che hanno fatto un corso. Ci é sempre andata bene con loro e conosco tante persone che usano il servizio, ma quando lo racconto in Italia tutti storcono il naso... Quando viaggio per lavoro (1-2 volte al mese, a volte anche oltreoceano) viene mia mamma dall'Italia o mia zia (che vive qui) a dare man forte.
Funziona quasi sempre bene, ma ci sono giorni come ieri dove arrivo in ufficio con le lacrime agli occhi, mia figlia mi ha fatto sudare 7 camice per svegliarla, prepararla, piangeva sempre, voleva stare a casa con me, insomma non era giornata. Ma piú spesso arrivo sorridente, tipo oggi, perché lei se ne va contenta al nido e io non vedo l'ora di tornare a casa da lei e da mio marito (stasera alle 18,15 sono lá).
Ogni giorno va programmato, non ho un minuto libero e spero di non pentirmi della mia scelta un giorno. Ma per adesso sono esausta e soddisfatta. E quest'estate cominciamo a cercare il secondo...!
In bocca al lupo,

Gabriella

PS: quello che secondo me é impossibile é lavorare da casa con figli intorno!

Mrs. Owens ha detto...

Conciliare é impossibile, io parlerei di barcamenarsi, arrangiarsi, fare i salti mortali e rinunciare a qualcosa.
Nel mio caso qualche ora di sonno e a una casa pulita.
Sono fortunata, in caso di vere emergenze interviene il resto della mia famiglia.
Ma siccome io ho l'orario flessibile, nel senso che lo gestisco come voglio sono sempre io a dovermi sacrificare.
Infatti se cominci dopo, finisci dopo, se ti prendi qualche ora, prima o poi la devi ridare...
Pensavo che la situazione sarebbe migliorata con l'adolescenza delle ragazze, ma mi sbagliavo, é vero che se da una parte non le devi più prendere e portare, é anche vero che ci sono gli incontri con gli insegnati, i compiti, le attività sportivi...
Ufffffff

rosa ha detto...

io concilio con l'aiuto della nonna. una risorsa impagabile. e anche così quando sono andata in ufficio lasciando B in braccio a lei mi sentivo a pezzi.

Perciò non ho nessun barbatrucco da svelarti per migliorare questa situazione. Se non augurarmi con te che possa migliorare al più presto (e in cuor mia sono certa che lo farà).
Però una dritta posso dartela: lascia stare le fialette monodose di fisiologica. Comprati in farmacia un bel bottiglione da mezzo litro e procurati una siringa senza ago: risparmio garantito!!!
Sai che B quando le sparo l'acqua nella prima narice poi mi dice: ANCORA!

lollamamma ha detto...

No, canciliare proprio no, se lavoro non sto con i figli, se lavoro tanto poi sono stanca morta per stare con i figli, se poi stai tanto con i figli scleri perchè hai bisogno di...non lo sai nemmeno te...
io ho studiato per il mio lavoro, ma ora come ora ho più voglia di stare con i miei figli che lavorare...però poi se sul lavoro non faccio le cose perfette come dico io mi sento in colpa, ma mi sento in colpa anche se non sto abbastanza con i miei figli..
Ne usciremo fuori???

Chiara ha detto...

Io mi barcameno, altro che conciliazione! Entrambi i bimbi vanno al nido, io lavoro per pagarlo, ma è un posto a cui non posso rinunciare: innanzitutto perchè ho un contratto solidissimo con 13ma e 14ma, ferie, malattia e rimborso spese sanitarie... tralasciamo il fatto che il lavoro mi faccia schifo... Poi da settembre il "grande" andrà alla materna, quindi le spese si ridurranno di molto. Non ho i genitori vicini, mia suocera ha 90 anni e mia cognata è diventata nonna da poco, quindi si dedica al suo nipotino. I bimbi sono spesso malati, ma chissà perchè solo nei weekend! Se stanno male durante la settimana resto a casa e mi toglgono un giorno di stipendio, altrimenti coopto mia cognata per qualche ora la mattina.
Sono giunta alla conclusione che chi non ha una rete familiare pronta a sostenerla molto difficilmente concilia!!

Ilaria ha detto...

non lo so, e probabilmente avrei gli stessi problemi (e qualche dubbio sulla conciliazione ce l'ho già ora senza essere mamma), ma la conciliazione è il tema dell'inchiesta del mese su uno dei magazine con cui collaboro. e l'inchiesta la devo fare io XD quindi ne riparliamo...

Ilaria ha detto...

Voglio dire una parola a proposito della baby sitter; mia mamma, per "conciliare", non mi ha mandata al nido ma mi lasciava con la baby sitter, non era una ragazzina ma una donna sposata, con due figli adolescenti. Quando è nata mia sorella, lei si occupava di tutte e due noi bimbe e sinceramente i momenti passati con lei erano meravigliosi, è stata una figura importantissima nella mia vita, e ancora lo è; mia mamma restava mia mamma, ma le ore passate con la baby sitter erano salutari sia per me che per mia madre.

Silvia ha detto...

Io ho mia suocera che oltre a permettermi di lavorare part-time in tutta tranquilllita' anche se solo per quei pochi mesi all'anno in cui riesco a trovare qualcosa mi evita di dare il misero stipendio al Nido ...se non fosse cosi' rinuncerei anche al quel poco ...

Anonimo ha detto...

Capitata sul tuo blog per caso, da quello di Serena... Mi viene da dirti di tenere duro e che dopo non si ammalerà così spesso... e che se non hai i nonni, inserisci senza sensi di colpa una persona "estranea" basta che quando il pupattolo sta veramente male (tipo febbre molto alta o dolori da otite o bronchite) tu comunque ci sia.
Che lavoro fai?
(ad ogni modo per me "conciliazione" è solo una fermata della metro di Milano ;-D)

Vale ha detto...

Ciao Caia (io seguo sempre trashic...ti ricordi di me?). Lavoro part-time (Deo Grazia, anche se non mi piace e mi pagano poco) a tempo indeterminato.
Nessun aiuto da nonni. Polpetta va alla materna, fino ai tre anni era ad un nido familiare e si è ammalata pochissimo (x fortuna) ma se succedeva stavo a casa io (malattia bambino, non pagata, non maturi ferie-inps etc....)perchè ovviamente perdere 40 euro al giorno del mio stipendio era meglio che perderne 65 di mio marito. Dai 3 anni (che ridicoli)...5 giorni l'anno di malattia bambino sempre non pagata!!!) i giorni in piu...ferie (già che ne abbiamo tante).
Giorni di chiusura scolastica. baby sitter...che dobbiamo fa... dopo gli 8 anni malattia bambino. giorni zero!!! avete capito bene..ZERO....come farò? bohhhh speriamo che non si ammali altrimenti qualche santo provvederà. avevo anche chiesto il telelavoro e l'ho fatto x un mese ma qualche collega str.....si è lamentato e quindi me lo hanno tolto (nonostante io avessi lavorato molto e portato a compimento tutti i miei compiti....) solo una parola..che schifo!!!

MammaMaggie ha detto...

conciliazione? ne so qualcosa. nel senso che concilio tutto il conciliabile per far quadrare le giornate. io, però. mica gli altri. e spesso conciliare vuol dire rinunciare.

Anonimo ha detto...

Ci sono tanti modi di intendere la carriera, e tutti dipendono da quello che ti interessa di più. Io per carattere vorrei sempre stare più avanti degli altri, sono ambiziosa, precisa e anche conscia delle mie possibilità (boom!). Solo che non voglio applicare queste qualità al mondo lavorativo: non voglio fare la donna in carriera, non voglio superare i colleghi, non mi va di "perdere" 10 ore in ufficio. Sono scelte, e io ci sono arrivata dopo un lungo cammino :-) Faccio al massimo sei ore perchè voglio farle, perchè sono sufficienti alla mia necessità economica (diciamolo) e il resto lo occupo con la Gioppina e con le mie altre passioni. Se non ti riesce bene quello che vorresti fare, magari dovresti rivedere le priorità, il che non è mai facile, ma è l'unica via. Forza Caia!

Cristiano Camera ha detto...

Ciao Caia,
è praticamente lo stesso problema di cui ho parlato anch'io in uno dei miei ultimi post. Credo sia impossibile conciliare lavoro e famiglia a causa di un sistema insano e vizioso e che è parte integrante di una società che vuole i suoi cittadini sempre più estraniati e lontani non solo dai propri affetti, ma da quelli belli e veri in generale.
Viviamo in un mondo illusorio, effimero, fatto di pseudovalori. E fra questi ci metto anche il lavoro, spesso per niente dignitoso, in cui i figli sono considerati addirittura un impedimento per il raggiungimento di obiettivi professionali più alti.
In una parola: non credo che oggi il lavoro, quando c'è, nobiliti l'uomo.
A presto, Cristiano

Sara ha detto...

Post pensieroso e che fa pensare. Quando scrivi di stendere un velo pietoso sulla carriera: ma quanto hai ragione? Generazioni di donne, che si sono fatte un mazzo così, tra studi e lavori più o meno precari, più o meno saltuari, che si devono reinventare ogni giorno, ogni benedetto giorno. E chiedersi se il mese prossimo porteranno a casa lo stipendio. Scusa, non voglio ammorbarti, ma in questi giorni sono proprio giù. E lo so che non c'entra questo commento con la tua domanda su come conciliare: ma a volte mi chiedo - parlo per me - cosa ci sia da conciliare, purtroppo :-(

Arianna ha detto...

Per quanto mi riguarda significa fare tutto, ma farlo male, spesso. Sei sempre tirato da una parte e dall'altra, hai sempre l'impressione di aver dimenticato qualcosa, in perenne carenza di tempo.
Andrà meglio quando crescerenno, spero!
vistodalei.splinder.com

M.C.C. ha detto...

Ciao
complimenti per il tuo blog!
Volelo invitarti a visitare un nuovo blog nato come laboratorio ludico-creativo per bambini e genitori.
E' appena nato ma arriverà carico di attività.
E' previsto anche uno spazio di condivisione con mamme creative, interviste, giochi e attività.
Se ti va,
ti aspetto!!!

girandola precaria ha detto...

ciao cara,
io mi arrangio così. Nido full time fino alle 15.30 (vivo in emilia romagna, mi costa quasi lo stipendio ma almeno c'è un posto praticamente per ciascun bambino richiedente). Ho ottenuto dall'ufficio un part time fino alle 15.30, appunto, con duro tira e molla, nel senso che prima di ottenere l'orario a me congeniale ho dovuto "andare incontro" a loro in altre cose.
La bimba si è ammalata e siamo ricorsi alla nonna, ma per fortuna non per periodi lunghissimi... qualche giorno qua e là, e soprattutto in gennaio e febbraio. Il mio patto con il mio compagno è che quando non c'è la nonna ci sta lui, per vari motivi. Uno è che, visto che io sto a casa mezzo pomeriggio tutti i giorni, se c'è da stare a casa qualche giornata è giusto che lo faccia lui. Un altro ottimo motivo è che a lui le ferie vengono pagate, a me no. Un altro è che lui non deve rendere conto come me degli orari, non perché sia dirigente ma perché è una ditta molto piccola e c'è la flessibilità... e quindi si recupera.
Senza nonna sarebbe tutto più difficile, senz'altro - e in questo periodo in cui lei non è disponibile preghiamo che continui questo periodo di salute. Ma forse dobbiamo anche rivedere certe abitudini: in caso di necessità è proprio il lavoro della mamma a dover essere penalizzato? O visto che già in partenza è ridotto, bisogna salvaguardarlo di più? Poi sono anche convinta che, anche se pagato meno di quello del papà (paga poi polverizzata dalla retta dell'asilo o dalla paga della babysitter), lavorare sia sempre un investimento...

schnecke ha detto...

Guarda, Caia, io credo che innanzitutto dovremmo imparare a essere più inflessibili con i nostri compagni. Io e il dico lavoriamo entrambi in banca, io a un'ora di strada, lui a quindici minuti da casa. Logica vorrebbe che fosse lui a farsi carico del trasporto del pargoletto e invece no. Per i primi tre anni ci ho pensato solo io. Lo portavo alle sette e mezza al nido prima e alla materna poi e lo andavo a prendere da mia mamma alle sei. Poi ho detto basta. E adesso, più o meno ci alterniamo. Chi lo porta al mattino poi non va a prenderlo la sera. E fortunatamente Momo, passato il primo anno di materna, ha passato ammalato giusto una manciata di giornate... Ma sto cominciando la trafila delle babysitter, visto che la mamma ormai fatica troppo a curarlo. E confesso che cercherò un ragazzo che possa giocare con lui, più che una signora. Pregando dio di trovare la persona giusta... Ti abbraccio

Amammuzza ha detto...

Siamo tutte piu' o meno nella stessa barca...
Anche io lavoro e quest'anno e' stato davvero terribile.
I pediatri dicono che il primo anno di nido o materna che sia, il bambino si ammala spesso perche' deve farsi gli anticorpi.
Io ho una bimbetta di 15 mesi e uno di 7 anni.
Io sono tornata a lavoro del primo quando aveva 4 mesi e della seconda quando aveva soli 3 mesi, ma ho avuto la fortuna di avere una madre che non abita molto lontano e che ha avuto la voglia e il coraggio di tenerli fino a quando non hanno compiuto 1 anno.
Sia del primo che della seconda, quando hanno cominciato a camminare ho deciso di portarli al nido, per allegerire mia madre e far socializzare loro.
Il risultato e' stato poco "conciliante"!
Il primo era malato 2 settimane si e 2 giorni no, la seconda ha fatto solo 10 giorni e non ha smesso quasi mai di stare male (e' finita pure in ospedale). Io tra ferie, malattia e congedi vari adesso non ho piu' che prendere!!!
Passera'...cresceranno e questo problema passera'(magari lascera' il posto a qualcos'altro!!).
Un abbraccio.

Amalia ha detto...

anche io credo che la CONCILIAZIONE sia un'utopia oppure sia a possibile soltanto a chi ha soldi ed egoismo per delegare la cura di figli, famiglia e casa (se però alla fine l'ago della bilancia tende più dalla parte del lavoro non si può parlare di certo di "conciliazione"). sono fortemente convinta che nel momento in cui si diventa madri, si è messe di fronte a continue scelte, spesso sofferte. non si può essere, almeno a mio avviso, buone madri, mogli, amanti e nel contempo lavoratrici impeccabili. tira, tira, la coperta da qualche parte si accorcia.

MammaMia ha detto...

nn c'è e nn può esserci conciliazione per le donne che diventano mamme oggi. Il mondo del lavoro nn da spazio e credibilità a questa categoria a rischio che sono le donne in età fertile. Io ho una bimba di 26 mesi, la mattina va al nido ed io da subito ho rischiato grosso ma l'istinto materno nn mi ha lasciato scelta, mi sono presa il part time con la forza in ufficio, senza girarci intorno, sono andata dal mio socio ed ho sparato "io mezza giornata la passo con la cucciola, la voglio veder crescere ed accudirla, sai com'è sono la mamma, se va bene ok altrimenti arrivederci e grazie" x ora mi è stato concesso, vedremo..