giovedì 11 novembre 2010

Ho paura

ho aspettato un'intera giornata per scriverne.
ma ancora mi brucia, ancora sono incazzata, ancora vorrei trovare una spiegazione e soprattutto una soluzione.
ieri mattina sono uscita da casa per accompagnare momo all'asilo e siccome pioveva ho pensato di prendere l'auto, in via del tutto eccezionale (in genere vado coi mezzi, perché in macchina divento una iena, tra abusi e traffico e parcheggio).


che cosa trovo? un finestrino frantumato.
il secondo in due settimane.
so che c'è di peggio, ma sinceramente andare a lavorare (io e mio marito) per tirare fuori 600 euro in meno di un mese per queste cose mi fa davvero incazzare. oltre al fatto che ci hanno anche rubato il tom tom.
e dopo tutta la rabbia per i soldi, la rottura di palle di andare a portare la macchina a riparare il vetro dall'altra parte della città, la sensazione di violazione, la pioggia sotto cui tutto è più difficile, mi rimane una grande amarezza.
non me la prendo col povero disgraziato che ha fatto questa azione. ma semplicemente mi accorgo che queste cose, così diffuse ormai, così all'ordine del giorno, sono sintomo di una crisi molto più profonda di quella che vogliamo vedere. 
che futuro abbiamo, che futuro ha l'italia?

io ho solo voglia di fuggire, ho paura. ho paura del degrado che tocco con mano tutti i giorni, dell'inciviltà, dell'arroganza, della strafottenza, della maleducazione, dell'illegalità.
e no, non me ne frega niente di gettare la spugna. il popolo italiano paga il biglietto solo se c'è il controllore. e non merita che qualcuno investa su di esso. io almeno non mi sento in debito.
io alla prima occasione mollo tutto e vado via.
ho paura di far crescere mio figlio in questa società perché non so come insegnargli a contrastare tutto questo.
non voglio insegnargli a porgere l'altra guancia.
non voglio insegnargli a subire.

io da oggi voglio rimettere in ordine tutti i punti della mia lista: cose per cui vale la pena vivere.
per ora in cima c'è la mia famiglia e la sua armonia.

35 commenti:

Trasparelena ha detto...

:-(
hai ragione però non è andando via che si risolvono le cose
I bambini di oggi saranno gli uomini di domani.
Che messaggio si da con un "non mi piace e me ne vado"?

Io mi arrabbio infinitamente per tutto questo modo di fare da furbetti (e forse si capisce pure dal mio blog, di quel che scrivo su succede in ufficio) e vorrei tantissimo che le regole (che ci sono eh!!) fossero uguali per tutti.
Condivido quindi la tua rabbia e ti dico "resisti, insegna a tuo figlio non a porgere l'altra guancia nè a subire ma a pretendere un mondo più giusto. Per lui. Per noi. Per tutti.
Ti abbraccio

Sara Salvarani ha detto...

Porgere l'altra guancia non significare promuovere l'illegalità. Significa non mollare, credere nell'uomo e combattere per esso.
Significa non ammettere gli abusi, punirli, ma essere disposti anche a credere nella redenzione dell'uomo che li ha commessi.
Se molliamo gli sconfitti siamo noi.
Oggi è l'Italia...domani a chi toccherà? e non si può fuggire sempre.

Melie° ha detto...

come ti capisco...il senso di violazione l'abbiamo avuto anche noi un anno e mezzo fa quando ci sono entrati in casa i ladri mentre dormivamo a mezzanotte e mezza...mi sono accorta io dell aloro presenza e cercando di svegliare mio marito senza urlare, loro mi hanno sentita e sono scappati...da aprile ho ricominciato a dormire la notte a settembre dell'anno scorso ma ancora se mio marito sta fuori l asera non riesco a prendere sonno finchè non è rientrato...è bruttissimo!

Unknown ha detto...

Caia hai ragione.
Non c'è altro da dire.
Anche io spesso ho paura e non riesco a capire come e cosa potrò fare per evitare ai miei figli di vivere col terrore del domani....
Purtroppo andare via è una soluzione, non applicabile alla mia vita!
Ma è anche vero che forse, solo quando toccheremo davvero il fondo, FORSE, le cose cambieranno. E al fondo ci siamo davvero vicini!

Mamma Polpetta ha detto...

Ciao Caia, sono molto dispiaciuta per questa cosa che ti è successa, ma concordo con Elena, non serve a nulla scappare, e non è una buona lezione per nessuno, purtroppo l'unica soluzione è rialzarsi cercando di essere più forti di prima, non è semplice e nessuno dice che lo sia.
un abbraccio anche da me!

EricaML ha detto...

mi dispiace molto... capisco la tua rabbia un bacio

MissMeletta ha detto...

Ti capisco l'altra sera quando sono arrivata a casa in auto dopo la cena settimanale dalla suocera abbiamo trovato tutti i finistrini delle auto della nostra via frantumati.... bastava che parcheggiassimo una mezz'ora prima ed anche il nostro sarebbe stato rotto!!! Questo è anche un quartiere tranquillo di bimbi ed anziani..... booooh io non ho più parole, si vede che è la nuova moda dei vandali!!!! Mi riconosco pienamente nelle tue parole e nelle tue paure...

Wonderland ha detto...

Caia, quando ancora abitavo in centro e la bimba aveva pochi mesi sono scesa a prendere la macchina con lei, sono salita in macchina e chiudendo la portiera il tetto panoramico (cioè un vetro) si è spaccato in mille pezzi e per fortuna c'era la tendina tirata che l'ha trattenuto, altrimenti io e lei saremmo state coperte di vetri.
Ho speso MILLE EURO per qualche coglione che, ubriaco, ha pensato bene di salire sul tetto della mia auto (sopra non c'era nulla quindi non è possibile che sia caduto qualcosa dall'alto).
Ti rendi conto?

p.s. ci tengo a dirti che la mia parola di verifica è BEFFATE. mai più appropriata.

MammaNews ha detto...

Caia io vivo a Napoli (una città che adoro e che rischa di collassare sotto tutta la sua bellezza e le sue contraddizioni) e ogni giorno mi chiedo che futuro c'è qui per mio figlio e per noi. Ma in generale se mi guardo intorno mi accorgo di quanto sia aumentata la cattiveria e l'ignoranza, la cafonaggine delle persone, la strafottenza e l'inciviltà. cosa fare? A volte penso di scappare e a volte no perchè se no lasciamo la città i mano ai "fetienti". ti abbraccio

PaolaFrancy ha detto...

mi dispiace un sacco. e mi girano le palle.
sinceramente non so, anche io ho paura - chissa' dove andremo a finire.
comunque ci sono posti dove tutto quello che succede in Italia non capita. non so se la soluzione sia scappare, ma e' vero che qui e' un grande schifo.

amira ha detto...

Ciao. Curioso questo tuo post. capita proprio quando 3 dico TRE coppie che conosciamo hanno deciso di trasferirsi in Australia. Tutte a Melbourne per giunta. E bada che tra loro non c'è nessun legame. Pura casualità. Oppure sono giunte alla stessa meta partendo da ragionamenti simili.
E' un altro mondo. In tutti i sensi. Pensa (per farti un esempio) che in alcuni periodi dell'anno è usanza a Melbourne mettere fuori di casa gli oggetti che non si usano più. Chi passa può prendere quello che vuole. Finito il periodo, camion specializzati portano quello che resta in discarica. Non è una lezione di civiltà?

Hai letto il post di mammafelice di qualche giorno fa?

Però per andarsene ci vuole un carattere particolare. Per quanto mi piacerebbe credo di non essere adatta. Tu lo saresti?

caia coconi ha detto...

@trasp io sono stanca. io non la vedo una possibilità di cambiamento. e sai perché? perché non mi sento protetta da niente e da nessuno. che cosa dovrei fare per esempio nel caso specifico? mi vendo la macchina pur di non dare il pretesto di farmi un danno? resto di guardia alla mia macchina? sopporto che tra due settimane son dinuovo dal meccanico con il libretto degli assegni?
no, dimmi. e ti potrei fare un milione di altri esempi in cui per me questo significa subire. perché in altre circostanze rispondere, dire la propria significa anche rischiare fisicamente. e non scherzo.

caia coconi ha detto...

@roccia sul concetto in generale del non mollare mi trovi d'accordo, ma nel caso particolare no. ma in quale uomo devo avere fiducia? in quello che m'ha spaccato il vetro la prima volta, o quello che me l'ha rotto la cseconda? nel carabiniere che m'ha detto "ehh qualche extracomunitario, signora, che ci vuole fare?". oppure nel meccanico che mi dice: per un po' non la parcheggiate in zona. e dove la parcheggio la macchina? a questo punto me ne disfaccio.
e un'altra domanda: come li punisco gli abusi? io sono contro la violenza, le istituzioni non fanno niente (vedi sopra), quindi? che significa punire gli abusi? che mezzi ho, abbiamo, noi gente oneste e non violenta per punire ciò che subiamo?
nessuna.

kia ha detto...

posso capirti, la famiglia con i suoi affetti ci stabilisce delle priorità, si senton talmente tante cose che ormai si ha paura di tutto,
veramente siamo in uan realtà così, incivile, violenta, distruttiva??? ma dove andremo di questo passo??
mi dispiace però conoscere il tuo blog attraverso questo post, daiii speriamo sia solo uan cosa passggera!!

caia coconi ha detto...

@melie nel tuo caso il senso di violazione è elevato all'ennesima potenza. so cosa vuol dire. l'ho subito anch'io, proprio il primo anno qui a roma. (che poi andare a rubare in una casa di studenti ha del ridicolo, eppure... casa a soqquadro, furto, senso di smarrimento...

@bismama ma cosa c'è ancora più sotto di questo schifo? io veramente non oso immaginarlo...

caia coconi ha detto...

@wonder non ho parole...

@mammanews ma allora che si può fare di attivo? non lo chiedo provocatoriamente, ma davvero. cosa si può fare davvero secondo te, secondo voi, per mettere dei mattoncini di cambiamento? oltre a rimanere. rimanere e ingoiare rospi.

@amira io non lo so. ma so che qui non voglio restare. io voglio di meglio. e sinceramente non sento che sarebbe una sconfitta cercare un posto dove vivere meglio, dove trovare rispetto, dove poter uscire da casa con il sorriso e non sapendo di dover affrontare conflitti su conflitti.
si, il post l'ho letto... e medito.

caia coconi ha detto...

@tutti cmq grazie per darmi altre prospettive, ma stasera sono ancora "dentro" questa cosa. ogni giorno mi soffermo sulle cose che mi capitano e allontanandole quel tanto che basta dalla mia vista, mi accorgo che stiamo facendo passi da gigante verso l'implosione. e mi piacerebbe molto restarne fuori.

caia coconi ha detto...

@kia ciao benvenuta. dispiace anche a me accoglierti con questo malumore. spero passerà. bacio

emily ha detto...

ma dimmi una cosa: dici che vuoi andartene ma davvero conosci un posto dove nn ci sia maleducazione, violenza, illegalità?
il problema è che queste cose sono dappertutto nn solo in italia e sinceramente nn mi viene in mente un posto dove crescere tranquillamente i miei figli. se lo conosci...condividi!
mi dispiace x il vetro, a me una volta hanno rubato la macchina dei drogati e quando l'ho ritrovata aveva siringhe piantate dappertutto....ecco io a differenza di te me la sono presa con quei bastardi, ero incaxxata proprio con loro nn con la società in genere!!!!

http://bettascrap.blogspot.com/ ha detto...

Ciao Caia, mi dispiace molto di quello che ti è successo e nel bar dove lavoro ci sono entrati nell'ultimo anno ben 7 e dico 7 volte... Purtroppo intavolare un dibattito su chi deve fare-vigilare-proteggerci-assicurarci-ecc.. non finirebbe più, ma io sono convinta che ancora oggi, il piccolo paese sia meglio della grande città. Non offrirà quello che c'è in una città come Roma, ma io non riuscirei ad abitare in un posto dove non mi sento al sicuro, anche il semplice fare una passeggiata con i bimbi...
No, assolutamente non riuscirei ad abitare in un posto dove non sai chi è il tuo vicino o dove l'indifferenza è un'abitudine....
Abito in un paese che ha UN semaforo e al tuo posto, se potessi farlo, andrei via, dove alzarzi il mattino è un piacere, perchè di sicuro qualcuno che farà un sorriso c'è o perchè al solito caffè c'è la barista, troppo simpatica!!!!(guarda caso!)
E ti dirò di più, qui si sono trasferite un sacco di persone, sia da Roma, sia da Milano, sia da altre grandi città e tutti mi ripetono la stessa cosa:"...... mi manca, ma sto molto meglio qui!!"
Forza e coraggio, sopratutto per tuo figlio.
Un abbraccio
Betta

caia coconi ha detto...

@emily propbabilmente l'Uomo per natura è incivile, ma ci sono posti dove ci sono i manganelli (figurati, intendo).
con tutte le contraddizioni che ci possano essere in altri posti del mondo, l'aspirazione all'ordine e alla legalità è più forte. mi sento di dire che è così quasi dappertutto rispetto all'italia.
a new york se non hai il biglietto non sali sull'autobus, perché lo devi mostrare all'autista, faccio per dire. al supermercato non puoi infilarti a fregare posti nella fila per le casse: ci sono i percorsi obbligati con le bande laterali, un'unica coda che si smaltisce assegnando il primo della fila alla prima cassa libera.
e stiamo parlando di una città con tanti lati negativi, ma almeno nel quotidiano non senti costantemente la prevaricazione di chiunque.

caia coconi ha detto...

@emily l'australia per esempio. a sidney le strade sono ampie non per permettere i parcheggi in quadrupla fila, che neanche arriva il carro attrezzi perché arriva prima il vigile col fischietto e non si discute. sono ampie, perché si possa camminare spediti e rilassati.
parliamo con chi vive in svizzera, in austria. a ginevra mi ricordo che c'era persino il semaforo che ti avvisava quando stava per scattare il verde in maniera che allo scattare del verde tu veramente partivi. e non esisteva che superassi la linea d'arresto, perché c'erano telecamere a ogni semaforo che ti linciavano.
e poi leggi serena di gc, come vive in svezia.
insomma, il fatto è che sono pochi i posti in cui si sta peggio.

caia coconi ha detto...

@betta, hai ragione. il mio pensiero quotidiano è andare in un piccolo centro. hai perfettamente ragione. secondo me si vive meglio. qui gli stimoli in più non riesci a goderteli perché vai sempre di corsa e le bariste cambiano ogni due mesi. :D
l'unico problema nel nostro caso è il lavoro. forse per noi sarebbe più semplice l'estero che lo spostamento in un piccolo centro italiano.
io sogno le marche, la toscana, l'emilia. dove anche in un centro di 800 persone c'è la biblioteca e il teatro.
sogno una casa un po' più grande e strade non trafficate dove passeggiare col mio bambino senza pensare alla massa nera che diventeranno i suoi polmoni.
non so cosa riusciremo a fare.

Cuordicarcofo ha detto...

Io abito in un piccolo centro dell'emilia, ed è vero c'è tutto, biblioteca e ludoteca. Pensa persino un polo sanitario che funziona discretamente per essere un paesino piccolo. Però anch'io sto meditando di andarmene. Mi dispiace, perchè a livello puramente utopico penso che ognuno di noi può far qualcosa, che quello che manca agli italiani è un senso civile di appartenza... Però è difficile vivere, sento tutta la stanchezza di combattere ogni giorno per non farmi calpestare. E allora dici ma chi me lo fa fare?

Coraggio!

sofficipensieri ha detto...

Viviamo in un paese dove la gente è ormai assuefatta, se non all'illegalità, quanto meno all'inciviltà e alla maleducazione. Se uno fa il furbetto nella fila del supermercato, non viene ripreso. E se per caso capita, la replica più comune è “E che sarà mai??” Quante persone, leggendo il tuo post, commenterebbero idealmente... "Ehhh, ma lasciare il TOM TOM in macchina...a Roma... significa andarsela a cercare.." No, non significa questo! L’indignazione DEVE esserci, come ci sarebbe se tu vivessi in un minuscolo paesino sui monti! A questa mentalità bisogna ribellarsi!! E noi dobbiamo insegnare ai nostri figli a non addormentare mai le loro coscienze. E qua in Italia, concordo con te, è infinitamente più difficile che da altre parti del mondo.
Capisco la tua frustazione, la condivido. E non mi rassegno.

Giulia ha detto...

assolutamente d'accordo sul fatto che roma sia invivibile, incivile e vecchia sotto tutti i punti di vista. un episodio così ti segna per forza, la violazione, la distruzione gratuita, il sopruso inutile e banale.
non mi sento di dirti che devi resistere e che anche altrove è così, anche se è vero, perchè pure io voglio s c a p p a r e.

quindi assoluta solidarietà.

Amalia ha detto...

condivido in pieno la tua rabbia e le tue preoccupazioni. abbiamo una grande responsabilità nei confronti dei nostri figli perché scegliendo di vivere qui tracciamo inevitabilmente, nel bene e nel male, il loro futuro. anche a me, quando mi racconto sulle colonne del quotidiano di provincia per il quale lavoro le storie di ordinaria arroganza, prevaricazione, vandalismo e degrado, mi viene voglia di gettare la spugna, come dici tu, e di andare via. poi però la speranza che questo nostro paese possa risollevarsi, che noi nel nostro piccolo educando i nostri figli all'onestà e al rispetto possiamo in qualche modo rendere l'italia un posto migliore mi induce a resistere e a restare.
mammasidiventa.ilcannocchiale.it

erounabravamamma ha detto...

sì caia per il cohousing scrivimi quando vuoi a pmaraone@gmail.com!

caia coconi ha detto...

@cuordicarciofo si, appunto a livello di principio, utopico siamo tutti d'accordo, ma nella pratica... chi me lo fa fare? ma soprattutto cosa veramente posso fare?

@sofficipensieri l'assuefazione, hai ragione, è la cosa più triste. giorni fa in autobus c'era una scolaresca che stava facendo un macello disumano, la prof a un certo punto è andata dal gruppetto turbolento e lo ha redarguito. e una signora, un'estranea, una cretina si è girata e ha detto: ehhh va be'!!! non stavano neanche dicendo parolacce..." ma che significa? accettiamo la maleducazione come fosse una cosa normale perché c'è di peggio, ma siamo ammattiti?

caia coconi ha detto...

@nuvola ti abbraccio

@amalia io sono d'accordo sul dare l'esempio positivo ai figli, ma come fai ad avere questa fiducia nel cambiamento? c'è qualcosa che io non vedo in cui si possa credere? io sono svilita, io la speranza non la intravedo da nessuna parte.

Amalia ha detto...

negli ultimi tempi di spiragli di ottimismo ce ne sono pochi, è vero, caia. però non voglio credere che siamo spacciati, non voglio credere che questo paese non saprà cambiare rotta, non voglio credere che precipiteremo nel baratro della brutalità, dell'ignoranza e dell'illegalità. al contrario voglio avere fiducia nel futuro e nella redenzione, altrimenti non avrei messo al mondo un figlio né avrei deciso di continuare a vivere in italia. il cambiamento parte anche da noi. :)
mammasidiventa.ilcannocchiale.it

Mamma Cattiva ha detto...

Quando mi sono laureata sono scappata da Roma. Non all'estero ma in una città in Italia più vivibile e a misura d'uomo. I primi tempi quando giravo mi notavo a tenere forte stretta la borsa perché a Roma ero abituata alla possibilità dello scippo. E ora vivo in una città anche più vivibile della seconda. Il pericolo, l'incivilità ci sono anche in queste città ma in misura molto minore che ti facilita la tolleranza. La situazione "diffusa" dell'Italia mi fa spesso desiderare la fuga all'estero ma per il momento mi vanno bene queste scelte imtermedie. Per i miei figli anche io ho paura ma non sono sicura che siano più in pericolo dei tempi della ns infanzia e adolescenza. Io mi sono trovata esposta a diverse scelte pericolose ma poi ho saputo scegliere "tra il bene e il male". Dobbiamo sperare nel loro buon senso, nella nostra capacità di ispirare il giusto comportamento. Questo per dire che pur andandocene la paura non passa.
Non so dove vivi ma onestamente ti capisco. Le grandi città sono meravigliose e ricche di stimoli ma giri la medaglia e ci sono le nefandezze. Non è che vieni a vivere qui? ;)

caia coconi ha detto...

@amalia io nenahce ci voglio credere, almeno non voglio credere di dovermi accontentare, ma sinceramente non credo in concetti astratti come la redenzione, o cose che debbano venire da chissà dove. io credo nell'impegno quotidiano PRATICO FATTIVO cosa che io al momento faccio nel mio piccolo. ecco, le notizie degli ultimi tempi, e i fatti personali dell'ultimo periodo, mi fanno pensare che non basta più. :(

caia coconi ha detto...

@mammacattiva eheheheh ora ci faccio un pensierino!!!
e comunque come soluzione intermedia, anche meno impegnativa dell'estero non mi dispiacerebbe una città più piccola, a misura d'uomo e in una regione di tradizione un po' più colta (emilia romagna, toscana, marche) posti in cui si riesce anche a fare la scelta di vivere in campagna senza precludersi la possibilità di gravitare per lavoro o stimoli culturali alla città.
bah... staremo a vedere!

@silvietta grazie di cuore! ;)

mammachegiochi ha detto...

Mi spiace per quello che ti è successo, e capisco il tuo senso di rifiuto, di stanchezza davanti a queste ingiustizie.
Quando vediamo un pericolo ( per noi e i nostri figli) penso sia comune a tutti il desiderio di scappare...
Se poi penso che da una settimana ho una nuova vicina di casa, in cura psichiatrica ... vorrei veramente scappare, ho paura per le mie bimbe,(e mi viene in mente Olindo e Rosa),... sicuramente vivere in un paese più piccolo, fa vivere più serenamente, ma i pericoli ci sono sempre...