giovedì 22 ottobre 2009

Di limiti e limitazioni

ho voglia di scrivere
una di quelle voglie da fiume in piena
quest'ultima settimana è stata dura. credo di aver affrontato con molta fatica un altro scatto di crescita. scardinamento della routine quotidiana, poppate continue (siamo tornati anche a un picco di 9 poppate), pianti nervosi, sonno agitato, difficoltà ad addormentarsi e conseguente mia stanchezza soprattutto psicologica. ieri sera sono crollata piangendo mentre il MaritoInfluenzato tentava di far dormire momo. e fra le lacrime mi dicevo che non è giusto. ho desiderato non essere indispensabile per una sera, per un giorno. il sonno mi ha sopraffatto forse più per questo motivo. non volevo sentire il pianto, ma da sveglia lo sentivo e combattevo con l'istinto di alzarmi. non volevo alzarmi, non volevo intervenire, volevo infischiarmene, volevo che ci pensasse qualcun altro. perché io? perché sempre io? fra le lacrime pensavo che non è giusto pagare così tanto. mi sono accorta che non sono più indipendente. non lo sono da momo, ma neanche dal Marito. e forse questo è quello che mi brucia di più. se non ci sono io ci "deve" essere lui. se voglio assentarmi devo chiederlo a lui.

piove intanto, che catarsi riversare giù tutto l'umido, tutto il bagnato, tutto il grigio.

scrivo veloce perché momo potrebbe svegliarsi.
io non sono abituata a chiedere, odio farlo. preferisco non fare, non avere, piuttosto che chiedere aiuto. forse è sbagliato, ma questo mi fa sentire libera. e a un certo punto della mia strada mi sono accorta che la libertà era l'unica cosa per cui valesse la pena scegliere. questo non significa che non riconosca quando qualcuno fa qualcosa per me e non ne sia grata, però non mi piace sentirmi dipendente dai favori degli altri.
ora è cambiato tutto.
e mi chiedo quando la mia vita riprenderà un contorno definito. quella di prima non tornerà, lo so. ma almeno vorrei capire cosa sarà da ora in avanti.
mi sento un po' borderline. per questi mesi quasi ogni gesto era teso a rafforzare il legame con momo. si dice che l'attaccamento con la mamma aiuti a sviluppare un individuo sicuro di sé e allora sempre vicini, attaccati, in fascia, in braccio. cuore a cuore. allattamento naturale. tutto questo con il mio tacito, ma straziante, viscerale bisogno di lui, di questo attaccamento, di questo contatto continuo, con la mia interiore gratificazione per ogni suo sorriso, per ogni volta che le mie braccia hanno placato il suo pianto.
quando è nato ho vissuto in maniera molto drammatica il suo distacco e mi sembrava che dovessi recuperare, dovessi risarcirlo. o risarcirmi.
ora mi riconosce, sono il suo mondo, basta un mio sguardo per farlo andare in brodo di giuggiole. da qualche giorno riesce a fare dei microriposini diurni grazie a una mia maglietta indossata, pregna dei miei odori, avvolta attorno al viso. mi chiede la mano mentre ciuccia e ci guardiamo, con quell'intensità che fa sprofondare in una dimensione senza tempo. e anch'io mi perdo quando mi guarda, mi sciolgo quando mi sorride, lo cerco quando è in braccio a qualcun altro, mi manca quando dorme, mi commuove quando muove le mani, mi fa stringere il cuore quando piange, mi riempie di gioia quando parlotta. adoro condividere con lui tutto quello che faccio.
eppure arrivano quei momenti in cui mi sento soffocare. lui piange, strilla, non lo capisco e mi sento anche un po' tradita.
e vorrei dormire e dimenticarmi di essere mamma. che non è un'aggiunta a quello che sei, è uno stato irreversibile.

piove ancora, è venuto giù quasi tutto. forse oggi mi sentirò più pulita.

26 commenti:

Silvia gc ha detto...

in realtà non c'è nulla da dire. lo sai anche tu, non credo che abbia scritto tutto questo pensando che qualcuno potesse offrirti la soluzione.
la soluzione è negli equilibri del tempo, nelle nuove visioni del mondo.
ora hai cambiato punto di vista e tutto è cambiato perchè lo vedi da un'altra parte.
no, la libertà, quella li, non c'è più: è finito il tempo in cui ci si poteva alzare ed andare via. ma tant'è: forse il salto di crescita, più che momo, lo hai avuto tu, adesso che ti sei scontrata con questa consapevolezza.
le mamme ed i papà non sono liberi: adesso si comincia a lavorare per rendere persone libere i nostri figli.
ma non è triste, non lo è per niente. sei libera di prendere momo per mano ed accompagnarlo in giro per il mondo, insieme a maritopresentesonoqui. liberi di essere ormai legati.
nulla più: nè consolazione, nè soluzioni. solo un abbraccio

PaolaFrancy ha detto...

quanto vorrei che questa pioggia purificasse anche me. e mi pulisse.
vabbe'.
caia, non ti dico nulla.
solo che penso che sia tutto normale. il che non e' una consolazione, ma ti rende una mamma "standard", cioe' una mamma come le altre, come quelle che prima - come me, te, altre 100.000 - si sono buttate a capofitto nell' allattamento, nel desiderio di sentire che i nostri cuccioli si sentissero di nuovo nella pancia, di nuovo protetti, di nuovo al riparo dentro di noi.
e' tutto istinto, e questo pero' non devi dimenticartelo.
perche' questi sono momenti non facili, ma devi partire dal presupposto che
1 - e' una fase momentanea, momo crescera' e tra poco rimpiangerai i giorni in cui se ne stava nella culla, anziche' cadere continuamente cercando di arrampicarsi sul divano ...
2 - hai sempre usato il tuo istinto, ma ci hai anche ragionato e la prova sono i post che hai scritto. non hai nulla di cui pentirti. cioe', non e' che ora non sei "libera" perche' hai permesso che si attaccasse troppo a te.

Lui DOVEVA attaccarsi a te. e' la legge della natura.
E PER FORTUNA e' uno stato irreversibile ( non il dipendere, eh? tranquilla ... intendevo il fatto di essere mamme ... !!! )

dai, che ce la fai.
un po' funzione dirselo, eh? io me lo dico almeno 100 volte al giorno!!!
sei una splendida mamma.
un abbraccio, paola

mammamanga ha detto...

se avessi avuto un blog 10 anni fa, forse avrei scritto le tue stesse parole...
Hai ragione su tutto, però: coraggio! Le fasi negative passano

Anonimo ha detto...

Cara Caia, io ho un bimbo di neanche 3 mesi. Ti capisco, eccome se ti capisco. Purtroppo ho partorito con parto cesareo causa presentazione podalica, e non sai il dispiacere (e il senso di colpa che si infiltra di tanto in tanto nel mio cuore) di non essere riuscita a vivere i primissimi momenti a stretto contatto con lui. Sento anch'io quel perenne bisogno di compensare quanto gli è stato tolto nei primissimi giorni di vita. Ma questo è sinonimo di "mammità", di star imparando giorno per giorno a dargli tutto quanto noi possiamo, malgrado la fatica, la stanchezza e il senso di oppressione. Personalmente ho cercato un compromesso, soprattutto nell'allattamento, per essere un po' più libera di offrire al mio tesoro una mamma con il sorriso sulle labbra. Da qualche tempo, quando mi sento allo stremo delle mie forze e capisco di non essere capace di sostenere un'ora e più di allattamento per l'ennesima volta nella giornata, gli preparo un biberon di latte artificiale a sostituzione completa della poppata (ho trovato un latte formulato biologico che soddisfa le esigenze di entrambe). Solo il fatto di sapere che un biberon poteva darmi sollievo quando non ne potevo più, ha fatto si che anche i miei momenti di crisi diminuissero.
Vedrai che questo momento passerà veloce come la pioggia, sono certa che in futuro potrai guardare a queste vicende con il sorriso di chi sa di aver dato il massimo. Un abbraccio,
Bea

Silvia ha detto...

Io come te ...esattamente un anno fa ...volevo e dovevo fare tutto da sola neanche mio marito poteva partecipare in certe cose perche' come le facevo io non le faceva nessuno ...poi la stanchezza prende il sopravvento, l'unica persona che avrei voluto vicino, cioe' mia mamma , era purtroppo tornata in Puglia, la presa di coscienza che niente sarebbe stato piu' come prima ...e si che Carlo e' stato un bimbo dormiglione quanto basta pero' tutto era in funzione di lui ...poi il tempo e' passato in maniera cosi veloce che ora che si comincia a vedere la luce e a riavere una vita " normale" mi ritrovo quasi a rimpiangere quei momenti !!!!! Ho scoperto anche con il tempo che farsi dare una mano e' prezioso.
Quando mio marito la sera cambia il pannolino e mette il pigiama a Carlo per me vuol dire un incombenza in meno e per loro un momento di relazione e complicita' ...i miei uomini a volte si coalizzano ...vedrai passera' e sara' sempre piu' bello vederlo crescere !!!!! Fatti aiutare quando serve ...giovera' anche a Momo !!!!

Trasparelena ha detto...

come ti ha detto Silvia gc, non sarai mai più libera. La cosa che forse ancora non ti sembra possibile è che ad un certo punto non ti importerà di avere tutta 'sta libertà! E imparerai a farti aiutare, perchè ad un certo punto diventa necessario (soprattutto se sarai una mamma lavoratrice come sono io) affinchè il tempo che passi con tuo figio sia tempo dedicato solo a lui e in cui entrambi godete della reciproca compagnia.
Ti abbraccio e ti penso (io per "adeguarmi" ci ho messo più di due anni, ma io sono effettivamente una persona molto rigida nell'adattarmi, sicuramente tu farai più in fretta)

Elena Galli ha detto...

cara caia..leggendoti mi hai fatto ritornare alla mente le sensazioni che ho provato con la nscita di SuperT. Con la piccolina, cimpri, è diverso.
Ti capisco, tutte ti capiamo. CI vuole del tempo per abituarsi a questa nuova vita. Sì perchè hai iniziato una nuova vita. E i cambiamneti hanno bisogno di tempo. Io sono una che ci mette un po'. Ma poi si adatta bene alle nuove stuazioni.

Io sono, credo, come te. Non ho mai voluto l'aiuto di altri. Probabilmente per le tue stesse ragioni.
E invece bisogna proprio imparare a farsi aiutare senza dover rinunciare all'idea di libertà. Perchè farsi aiutare non vuol dire essere dipendenti da qualcuno. Imparare a chiedere per me è la cosa più difficile. Parlo al presente perchè ancora oggi faccio fatica.
Capisco ogni cosa che hai scritto. La capisco profondamente. E credo che tutte le mamme abbiano provato quello che descrivi. Io soffrire come un cane quando gli altri prendevano in braccio SuperT e lui piangucolando mi cercava...ancora oggi mentre lo scrivo mi prende un groppo al cuore.

Che dirti. Che consigliarti. Nulla. Tutto arriva da sè. Imparerai piano piano.
Quello che ti posso dire è di stare tranquilla. Di respirare profondamente e lasciarti andare. Ci vuole tempo. SEi diventata mamma da 3 mesi!!!
Ti abbraccio forte!!!!

solitaMente ha detto...

Il primo anno di vita di un/una bimbo/a è così imprevedibile e impegnativo che è vero ... ti sembra di sentirti soffocata e non più indipendente! Ma tranquilla tutto passa e riprenderai fiato
;)
Baci a tutta la famigliola al completo

Nicky ha detto...

Tieni duro e non pretendere troppo da te... pensa solo alla fortuna che hai, nonostante tutto...

Francesca ha detto...

...rileggo le tue parole... sento di comprenderti, penso che da tutto quello che hai scritto finora sei stata già molto brava per come ti sei organizzata e per il modo introspettivo in cui hai affrontato tante problematiche con Momo...per come lo osservi e ti osservi.
La stanchezza penso che sia normale, forse la cosa importante è saper riconoscere questi momenti di "cedimento" e magari chiedere aiuto o prendersi (in qualche modo- ci sarà un modo?) una piccola piccola pausa.
Un abbraccio
Fra non ancora mamma.....

Improvvisamente in quattro ha detto...

Mi ritrovo in tante cose.
In quel bisogno di risarcirlo, o risarcirmi: anch'io ho vissuto il distacco da loro, il non poterli allattare, il non potermi dividere.
In questa stanchezza, in questo bisogno di staccare, in questa fatica a chiedere aiuto e in questo bisogno di indipendenza...
Ti abbraccio Caia, abbraccio Momo... e ti dico che è vero che poi passa... piano piano poi le cose andranno meglio... ma ci sarannao ancora salite e discese, giornate di sole e giornate di pioggia.

bstevens ha detto...

la pioggia a volte lava via la polvere, e rimane la sostanza.. mi sono ritrovata molto nelle tue parole, accipicchia. un abbraccio. b.

diana ha detto...

ANCHE IO HO LE STESSE TUE DOMANDE E LA STANCHEZZA A VOLTE SI TRASFORMA IN LACRIME SALATE.....IO SONO ANCORA MOLTO DIPENDENTE E UN AIUTO HO DOVUTO ACCETTARLO DA SUBITO....LA VITA E' CAMBIATA PIU' RICCA PIU' BELLA, MA DIVERSA!!!!TANTE MANCANZE E TANTE FATICHE!!!uN ABBRACCIO!!!

MissMeletta ha detto...

A volte leggere voi neo-mamme mi spaventa... perchè in realtà mi spaventa il futuro che mi attende. Però trovo positivo questo "sfogarsi" perchè è un confronto utile che ci fa sentire "normali" ed "umane". Questa mancanza di libertà e questo senso di "dipendenza" la sto già in parte sperimentando ora che "gioppino" non è ancora nato. Continuando a lavorare, a volte mi ritrovo davvero stanca e così non sempre riesco a far tutto come prima, ad essere indipendente... non voglio chiedere neppure io... però a volte ci resto anche male se l'aiuto non arriva, meno male che il maritoancheilmioinfluenzato mi è molto di sostegno!!!

Anonimo ha detto...

sei riuscita a scrivere quello che credo pensino tutte le mamme che allattano in modo esclusivo al seno e che di conseguenza sono semplicemente "indispensabili" (salvo passare secoli col tiralatte...).

ti capisco perfettamente. e so che sentirsi dire "tranquilla che passa" quando si è in mezzo alla tempesta non solo lascia il tempo che trova ma da anche ai nervi.
ma è vero, passa.

ora gaia ha 10 mesi e mezzo ed io sto finalmente riprendendo fiato.

un abbraccio.
lory

Francesca ha detto...

anche io ...stesso premio!!!

Anonimo ha detto...

Ti capisco alla grande! Buona parte del mio baby blues era dovuto alla consapevolezza di non avere più un momento per me. Mi vedevo finita, non ero più io, il mio tempo era solo in funzione sua.
Per quanto te lo immagini durante la gravidanza, non è mai come viverlo, se aggiungi anche la stanchezza della mancanza di sonno il gioco è fatto.
Anche io odio chiedere, ma lì ho dovuto appoggiarmi a mio marito (non abbiamo il supporto di nonni), altrimenti avrei "sbroccato" di brutto.
Però, poi, piano piano tutto cambia,diventa più facile, i pianti immotivati smettono e tutto torna ad avere senso.
La cosa principale che ricordo di quel periodo è che ogni volta che trovavo una stabilità dopo qualche giorno tutto era sovvertito!
Un bacio, forza.
vistodalei.splinder.com

Amalia ha detto...

E' difficile aggiungere altro a quello che hai scritto in maniera così precisa, scavando nel profondo e nelle contrastanti emozioni che prova una mamma, specialmente nel periodo iniziale. Anch'io fino a tre/quattro mesi fa sentivo esattamente quello che così bene hai descritto. Ora che il Musetto ha sette mesi e che soprattutto ho ripreso il lavoro, mi rendo conto di essere un po' più "libera". Però ti confesso che a volte avrei voglia di fuggire, o meglio avrei voglia per due ore o tre di dimenticare i miei doveri di madre, di dormire e sognare per una notte intera, senza interruzioni, di tornare ad assapororare il gusto del cibo senza dover ingollare pasti interi. Nello stesso tempo, ogni volta che non ho il piccolo con me mi sento vuota e sola. E soprattutto vengo sopraffatta dai sensi di colpa quando desidero o cerco di ritagliare degli spazi soltanto per me.
mammasidiventa

caia coconi ha detto...

grazie, grazie di cuore a ogni parola.
prendo un pensiero da ognuna di voi, non sentirsi un'aliena è forse il balsamo più potente.
scrivo come al solito di corsa, stiamo partendo per il consueto weekend in campagna, magari ci rigenera anche questa volta. io ho messo in borsa il dottor zivago... scelta troppo ambiziosa?
un bacio a tutte e buon week-end

Ondaluna ha detto...

Hai tanti commenti qui, io non ho il tempo di leggerli tutti, ma penso che in fondo ti rincuoreranno.

Cara Caia, potrei aver scritto io questo post, per tanti aspetti.
Dalla pioggia alla settimana difficile.
Leggo ogni parola e sento come brucia sulla pelle, quali significati ci sono dietro ad una frase tra parentesi, penso a te, come me, seduta prima, durante e dopo l'allattamento, con sentimenti e sensazioni contrastanti, di prigionia e di libertà, tutto insieme, di frustrazione e di appagamento quando un piccolo sorriso si fa strada su quel visetto dopo una poppata che ti ha inchiodato in un momento in cui non pensavi di dover allattare.
E penso a tante altre cose.
Quel "non è giusto" l'ho detto tra le lacrime mille volte, forse anche centomila. Ma non ho trovato il modo di trovare chi mi renda giustizia. In un post (del 6 settembre) parlo della mia condizione che ho definito "disumana" con parole per certi versi molto simili alle tue.
Un post in cui scrivo veloce, come sempre, a rileggerlo fa quasi male vedere gli errori di battitura che sono il segno di un'evidente fretta che non lascia il tempo di rivedere. Non c'è tempo per niente, nemmeno per star male e prendersi cura di se stesse.
Ti capisco, e ti scrivo per consolare la tua tristezza con la voce di chi ti sussurra "hai ragione, è dura".
Anche io chiedo poco, anche io sono una che nel non chiedere si sente libera, e quindi vive male la situazione di chi si è "dipendente" da qualcuno. Ho avuto una settimana difficile, dicevo, non ho trovato nemmeno la forza di scrivere nulla, e in questi giorni ho pensato tanto a te: da sola, con Momo, con il bimbo in fasce che te ne andavi in giro coraggiosamente, ed io invece a confronto mi sono sentita così debole. Ho meno coraggio di te, mi sono ripetuta spesso, e per di più mi colpevolizzo del fatto che questo potrebbe avere ripercussioni sulla crescita di mia figlia.
Eppure Caia, nella tua tristezza, nelle tue parole, c'è tanta speranza per me. Mi sento meno sola, mi sento così vicina a tutte le tue emozioni positive, e anche a quelle negative, alla tua voglia di non essere indispensabile e alla lotta con te stessa per non accorrere a consolare il suo pianto. E sento che dalla tua disperazione traspare la forza che è il segno che sei pronta: a dare dei contorni definiti alla tua vita, a riprenderti qualcosa che sia solo tuo; che non significa che sarà subito, o che sarà facile, ma soltanto che hai aperto una porta in fondo ad un buio corridoio.
Stavo per andare a letto molto depressa, ti ho pensata, e non ho potuto fare a meno di passare da qui: e così mi sono fermata qualche minuto a scriverti, mentre anche il mio MaritoVersioneWeekend tentava di addormentare Brioscina.
Forse può essere un pò consolante pensare che non siamo sole: nel buio della camera, quando senti scendere una lacrima, pensa che da qualche parte ci sono anche le mie. Non servirà a non piangere, ma almeno a non sentirti aliena. A me aiuta, quando penso a te.
Ti abbraccio forte.

piattinicinesi ha detto...

mi cara, leggo solo adesso perchè in questi giorni sono moto al computer ma per altro, e commento poco.
i commenti precedenti dicono già tutto. ha ragione chi dice che è uan metamorfosi, come l'adolescenza che abbiamo vissuto, in cui il corpo e la teta cambiano, si prendono batoste, si sbaglia e si alatalena tra momenti di esaltazione e depressione. cresciamo con l'idea della libertà e poi questa ci viene strappata. che fare? intanto sapere che la libertà che abbiamo interiorizzato nessuno ce la può portare via. con i figli è un percorso lungo, in cui ci sei e non ci sei,devi essere lì a proteggerli ma continuare a vivere la tua vita,e volvere come persona, e intanto loro vanno e vengono, crescono e ritornano piccoli in continuazione.
la sensazione di dipendenza ha fatto stare molto male anche me, anch'io non sopporto di esserlo, non mi piace chiedere aiuto. anche questo è un banco di prova. un modo per capire quali sono i tuoi limiti, per sperimentare, ma anche per scoprire la tua forza( e i confini della tua forza)
insomma, resisti, e magari sabato ci prendiamo un caffè insieme, che dici?

igi ha detto...

cara caia,
sai che ti leggo con molto piacere anche perchè Momo e la Scricciola hanno pochi giorni di differenza...e ti stracapisco, ovviamente, vivo le tue stesse situazioni....siamo indispensabili ai ns cuccioli, è pesante....ma forse il bello è anche questo. anche io mi sento tradita in certi momenti, in particolare quando la Scricciola rifiuta la tetta...e per non farla morire di fame le do qualche ml di LA...e allora lei lo mangia con gusto...ma come può preferire quella plasticaccia alla sua mamma? mi ferisce....ma poco dopo mi ritrovo a guardarla con lo sguardo innamortao di sempre mentre ciuccia il suo biberon. nei momenti diffcili mi dico che il bello della vicenda è che i momenti duri sono destinati a passare...la mammità invece no! un abbraccio

beba ha detto...

Ho letto tutto.
Poi ho letto tutti i commenti e ognuno conteneva una frase che avrei voluto scriverti.
Sono certa che oggi, dopo la pioggia, tu veda già le cose in modo diverso.
Non dico dipinte da un limpido arcobaleno... perchè ogni cambiamento, ogni fase richiede tempo... però di sicuro con una forza e voglia di reagire che tutte noi cerchiamo dentro di noi, cerchiamo tra le pagine di questi blog, nei confronti e negli sfoghi tra mammeamiche

Anonimo ha detto...

E' la prima volta che ti leggo e questo post molto sentito, anche drammatico, mi suscita tenerezza.
Io sono sicura che superando la paura e il momento, trovando un nuovo equilibro e un nuovo modo per essere libera... sarai serena e soddisfatta...

Serena ha detto...

ciao Caia, spero stia andando un po' meglio. Intanto ti segnalo che ho finalmente pubblicato il post che ti avevo promesso sui 4 mesi, alla fine ne sono venuti due. Eccoli:
uno sui 4 mesi e
uno su Tracy Hogg

Un abbraccio forte

MissMeletta ha detto...

Ciau Caia, ogni tanto approdo qui in attesa di un tuo nuovo post!!! Speravo in qualche altra squisita foto campagnola o in qualche tuo prezioso consiglio... e invece vedo che non aggiorni!!! Tutto bene cara??? Spero di si!!! Un bacione