giorni faticosi, non mi va tanto di parlarne, preferisco lasciarli andare, non rimuginare.
ho fatto una marea di riflessioni, di quelle serie. sulla vita, sull'amore, la maternità, l'onestà, il rispetto, la civiltà, non ultime l'amicizia e la solidarietà.
e alla fine di tutto spunto in questo piovoso lunedì con la voglia di resettare e vivere queste ultime settimane newyorkesi spensieratamente. per noi e per momo che da un lato subisce i miei umori e le mie emozioni, dall'altro li altera e li condiziona.oggi vado dalla ginecologa a fare la visita mensile, speriamo vada tutto bene.
poi respiro quest'aria umida e scaccio la tristezza, consapevole che non sono più solo mia. le mie gambe son diventate quelle del mio bambino che ancora non sa camminare, la mia pancia si muove per i suoi impulsi. i miei polmoni sono quelli del mio bambino che da solo non può respirare e il mio cuore pulsa perché lui possa crescere.
fa una strana impressione non appartenersi totalmente. forse non appartenersi più.
9 commenti:
Hai descritto molto bene questo stato che ci coinvolge e ci travolge per il resto della nostra vita. Ben ritrovata
Ben tornata. Ti apparterrai di nuovo. In un modo diverso da prima della gravidanza, ma diverso anche da quello di adesso. Sarà altro e lo scoprirai strada facendo. Perché ognuno ha un modo diverso di ri-appartenersi. ( banale rassicurazione, lo so, ma ogni tanto ci vuole)
Ben ritrovata.
Capisco benissimo le tue sensazioni...
Leggendo queste righe, mi sono emozionata come la mia prima gravidanza! Coraggio, sei appena all'inizio... ;-)
dai, non ti abbattere, forza!
E... ben ritrovata! :D
non posso dirti altro se non FORZA E CORAGGIO, ma chissà che presto non ti possa dire che mi sento anche io così!!!!
Che meraviglioso post...
E' così davvero, non ci si appartiene più.
A volte è faticoso, a volte ti sembrerà di impazzire, ma spesse volte è davvero meraviglioso e non per banale e sdolcinata retorica che tu sai non mi appartiene.
Una abbraccio.
Silvia
Hai usato parole di una bellezza abbagliante.
Ti abbraccio con una solidarietà e un affetto che buca lo schermo.
Non appartenersi più. Non avrei saputo trovare parole così giuste... Però è bello, è emozionante, è viscerale, è un infinità di emozioni nuove e poi, man mano che i nostri figli cresceranno, ci apparterremo ancora ma in un modo diverso.
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