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martedì 22 marzo 2011

conciliazione -- qualcuno ne sa qualcosa?

no, va be', 'sto post fa ridere già a partire dal titolo.
qualcuno pensa davvero che esista la famosa conciliazione tra figli e carriera (altra risata a scroscio... per la carriera intendo)?
secondo me è tutto un tappare buchi e avere mezze cose.
e adesso per esempio dopo un'ennesima giornata con momo malaticcio "perché io me lo posso permettere" (e stendiamo un velo pietoso anche su questo) sono in bagno rintanata perché quel santo del MaritoZen è tornato un po' prima e gioca allegramente col mostriciattolo moccoloso.
ecco, io vorrei solo sapere dove sta l'inghippo.
va al nido per permettere alla famiglia di reggersi in piedi. io lavorerei part time e poi lo andrei a riprendere per trascorrere il pomeriggio insieme fino a quando arriva il papà, quando inizia tutto il tran tran serale (bagnetto, cena, coccole, nanna).
ma...
quando ci va al nido?
se ha fatto due settimane di seguito da ottobre è tanto. è vero che non ha preso niente di grave. solo un'esentematica, solo un paio di febbroni, due congiuntiviti e tosse cronica. casa nostra è un percorso a ostacoli tra monodosi di fisiologica e fazzolettini appallottolati, ma non fa niente, poteva andare peggio, dice il nostro pediatra. e io ne sono convinta.
ma...
quando ci va al nido?
e soprattutto
quando io lavoro?

provo anche a forzarmi e a introdurre una persona che stia con lui, ma
viene quando ci sono io perché ovviamente momo si deve abituare a lei e anche io devo capire chi cavolo è. e comunque quando mi serve è per lo più impegnata perché giustamente pure lei deve lavorare, mica può stare ad aspettare la chiamata mia. di tenere una persona fissa al momento non è possibile e comunque a parte l'aspetto economico, dovrei veramente fare uno sforzo enorme su me stessa e mi sembra che dall'inizio mi sia ammorbidita molto.
insomma, è ovvio che se voglio contare sul mio tempo lavorativo devo organizzarmi con asilo e baby sitter e ogni mattina, scegliere di lasciare momo abbacchiato e vulnerabile con una persona che per quanto conosciuta resta un'estranea. devo sceglierlo ogni mattina e a me fa fatica.
spesso opto quindi per restare io con lui e aspettarmi di riuscire a lavorare di notte (come se di notte momo non mi reclamasse) o recuperare nel week-end quando c'é il padre (mai successo fino ad ora, non per la mancanza di collaborazione del MaritoZen, anzi, ma perché recuperare non è mai abbastanza). e anche questo mi costa fatica. far le cose un po' abbozzate, non come vorrei, sempre con la sensazione che se solo avessi avuto un giorno in più...
ecco, tutto questo, lo dico davvero senza risentimento.
io faccio quotidianamente questa scelta, consapevolmente. e, anche se mi costa fatica, la faccio e la porto avanti.
sono una mamma che cerca di lavorare part-time, altro che conciliata.
mi raccontate se voi vi riuscite a conciliare?
mi dite come si fa?
no, giusto per capire se questa parola fa ridere solo me.

giovedì 10 marzo 2011

Prove tecniche di evasione

c'è NonnaPapera qui da noi e ieri sera per la prima volta da quando è nato momo io e il MaritoZen siamo usciti per andare a cena fuori.
a dirla così mi sembra surreale. momo ha 20 mesi suonati, ma lui non si è mai addormentato la sera con qualcuno che non fossi io o il papà.
così esplicitamente non l'avevo detto mai, ma è la dura verità.
tanto che ieri quando ci siamo seduti in questo posticino con luci soffuse e atmosfera newyorkese, io e il MaritoZen ci siamo chiesti come è potuto succedere.
è successo e basta, i giorni son passati, la mancanza di occasioni ha fatto il resto e ci siamo trovati che momo ha 20 mesi e mezzo e noi siamo usciti per la prima volta da soli di sera solo ieri.
perché?
perché non abbiamo i nonni a disposizione e quando ci sono stati non si è mai fatto in tempo a creare un'abitudine a lasciare che gestissero il sonno notturno di momo.
perché non abbiamo una baby sitter. e di questo parlerò in un post a parte che è un'altra faticosa parentesi.
insomma questo è.
in compenso ieri ho riassaporato l'ebbrezza del vino rosso nei calici su tavoli di legno. che mi ha portato alla mia vita precedente verso la quale nutro una profonda nostalgia.
da qui una marea di riflessioni che abbiamo condiviso tra un sorso e l'altro rispetto ai progetti di vita, alle scelte, alle responsabilità, alle pretese che abbiamo nei confronti della nostra vita e a quello che riteniamo sia la felicità. discorsi un po' pesantini per la nostra prima uscita, vero?
in ogni caso sono finiti presto, visto che alle 9,15 momo chiamava inconsolabilmente la mamma, strofinandosi gli occhietti e implorando ttanco ttanco (sono stanco, fatemi dormire).

mercoledì 9 marzo 2011

Noi

com'è difficile comprendere noi.
io e te, noi tre, chi siamo noi?
o forse io e lui e tu che ci stai a guardare
con le labbra strette e ti commuovi
ma se potessi
se non fossi abituato così
forse piangeresti anche
'ché è una conquista
una lacrima
e pure noi è una conquista
noi
una manina che si batte il petto noi
assertivo, pensato, realizzato
noi
il concetto compreso
la sicurezza trovata
una sfida
una scoperta
noi
quanto amore
in tre lettere
e quanto stupore.

martedì 16 novembre 2010

Post solo per te

c'è una cosa che la maternità ruba e non restituisce. qualcosa che manca. che mancherà sempre.
che sì, l'amore per e dei figli è incommensurabile e compensa tutto.

ma io voglio affogare, stamattina, nella nostalgia per quell'amore. quando eravamo solo noi, solo due innamorati.

con il cuore impazzito
come due innamorati
senza niente da fare
che non hanno nient'altro 
che una storia d'amore

venerdì 17 settembre 2010

FashionFriday -- low cost vs haute couture

FashionFriday cresce insieme al mio entusiasmo e giuro che mi sto attrezzando per mettere un po' di foto, nel frattempo faccio un po' di chiacchiere, che mi riesce meglio!

come molte donne subisco il fascino dell'alta moda. nel senso che resto incantata da una sfilata come questa, bramo una birkin hermès, ho sognato di fare shopping sfrenato in horatio st a new york (a pochi blocchi da dove abitavo), ma soprattutto vorrei avere la possibilità di innamorarmi ed essere corrisposta, e possedere l'oggetto del mio desiderio.
considerato che sono una donna normale, al momento anche economicamente precaria, moglie di un uomo normale, anche abbastanza refrattario alle parole scarpe, borse e vestiti, ma soprattutto all'ingombro di scarpe, borse e vestiti, la mia folle relazione con l'haute couture resta decisamente frustrante e frustrata.
volendo fare discorsi filosofeggianti, potendoselo permettere, acquistare accessori e capi di alta qualità, ottima fattura e design intramontabile sarebbe l'ideale. perché una it bag rende raffinato anche un vestitino di h&m o un pantalone di zara. perché una it bag la tieni chiusa nell'armadio per dieci anni e la rimetti con la stessa freschezza di quando l'hai indossata la prima volta. perché una gonna prada la reinterpreti in millemila modi. perché una signora scarpa solleva l'umore e ti porta ovunque tu voglia.
ma, c'è un ma. è vero che una buona borsa puoi metterla per anni e anni, tutti i giorni e non vederla mai abbacchiata, è vero che si potrebbe investire ogni tot anni in una sola borsa, ma buona, ma siamo sicuri che vorremmo vederci tutti i giorni uscire con la stessa borsa per anni e anni? ok, possiamo fare questo discorso a ripetizione e fra trent'anni trovarci con ben tre meravigliose borse, ma siamo sicuri che nel frattempo non avremo dato le capocciate davanti allo specchio? be' io sì, le darei.
quindi, non potendoselo permettere, tutto è perduto?
no.
io per esempio mi regolerò così: metterò nel cassetto il sogno della birkin anche per quest'anno, cercherò una bella borsa di pelle, di buona qualità e di un colore basic da abbinare bene (per questo credo che chiederò una consulenza alla mia style teacher preferita) e poi mi toglierò qualche sfizio stagionale low cost, tipo una borsa blu kitchissima in finto pitone, un paio di cluch e magari una shopping bag, per la gioia del MaritoZen.
per quanto riguarda le scarpe ovviamente una louboutin non è proprio alla mia portata, non soltanto per ragioni economiche, ma anche per ragioni logistiche, come ho già detto a proposito di tacco 12. sebbene sulle scarpe non si possa trascurare la qualità quest'anno passo perché sono abbastanza fornita (ho ancora gli acquisti newyorkesi... ma non dirò MAI quante scarpe ho comprato lì.. MAI, neanche sotto tortura!!!).
e passiamo all'abbigliamento vero e proprio.
qui io sono ancora più transigente. la verità è che io mi stufo di indossare sempre le stesse cose di anno in anno. anche un semplice pantalone nero, può avere mille forme e a me va di cambiare. ben venga il low cost, perché se un capo non arriva alla stagione successiva va bene lo stesso. e poi spesso riesco a lenire la mia voglia di qualcosa di nuovo (mi sento tanto la signora con cappello giallo a falda larga di ambrogio) con una spesa minima.
ecco, in questo c'è una perversa forma di consumismo, perché significa produrre e buttare nella spazzatura a ritmo serrato. ma nella pratica non è così, perché se una gonna ovs non potrò metterla da parte per mia nipote, è pur vero che non la butterò certo l'anno prossimo perché cade a pezzi. anche il low cost ha un tempo di stazionamento nell'armadio di almeno tre anni. e mi sembra un periodo di tutto rispetto vista la velocità in cui siamo immersi. e poi, di contro, anche spendere a tre zeri non è certo meno consumistico. quindi mettiamoci l'anima in pace e facciamo poca etica, stiamo parlando di vestiti!!!

quello che ho notato nelle mie attente analisi sul mio guararoba e sulla sua resa quotidiana (della serie nun c'hai gnente da fa' dalla mattina alla sera) è che i giorni in cui mi sento bella sono quelli in cui rispetto la mia forma, principalmente. metto insieme cose che mi piacciono e che indosso bene. con un tocco di stravaganza, che mi contraddistingue.
per cui per me vince l'haute couture per sognare, ma nella vita di tutti i giorni io voto low cost, voto la possibilità di esprimermi attraverso l'abbigliamento e assecondare la mia frivolezza, perché sono femmina, principalmente.

giovedì 16 settembre 2010

rullo di tamburi... aggiornamento rapido

ehhehe
alla fine il taglio non l'ho toccato!!!
però son diventata...
...


...

blu.

non blu puffo, eh?
blu notte. son tornata al mio corvino con riflessi blu.

il MaritoStupito ha detto che son tornata ... censura mode on --> la sua pantera... cof cof... censura mode off

mia suocera ha detto che stavo meglio prima, ma quando mi ero fatta rossa mi ha detto che stavo meglio prima (nera) e quando mi ero tagliata i capelli mi ha detto che stavo meglio prima.
questa è la virtù della suocera, trovare sempre il lato bello delle cose irreversibili: che non si può più tornare come prima!!!
quando sono andata a prendere momo mi ha guardato perplesso, non ha fatto una piega finché non ha sentito la mia voce, poi mi ha sorriso e mi ha annusato il cuoio capelluto. ok, tutto a posto, mi ama ancora.

venerdì 10 settembre 2010

Sunday (Book) Review -- ci riproviamo

avendo aperto due rubriche in una settimana e lasciando nel dimenticatoio questa che è stata la prima, sapeva un po' di inaffidabile e quindi arrivo in corner a riempire questa domenica con qualcosa al limite del libro, ma qualcosa di cui volevo parlare da esattamente otto giorni, da quando cioè NonnaPapera era ancora a dispensare i suoi impagabili servigi in questa casa e io e il MaritoComplice siamo riusciti a fuggire per qualche ora dalle beghe genitoriali.
la meta è stata indiscussa, cinema. la scelta rapida e affidata alla poesia di un titolo.



è un film tenero, dalla prospettiva sghemba e immaginosa dell'infanzia.
è un po' cartone animato, nato da un libro illustrato che vorrei regalare presto a momo, perché tra le altre cose racconta di un bambino di cui mi sarei innamorata se l'avessi incontrato a 11 anni. un bambino che esplora la campagna, ne ritrae luoghi e sentieri in cartine dettagliate e ha sempre il naso all'insù scrutando le stelle. un bambino che l'amore ce l'ha sulla lingua, ma non riesce proprio a dirlo. quel bimbo era suo padre, non l'ho mai incontrato quando aveva 11 anni, ma in questo film l'ho riconosciuto.


L'uomo Fiammifero di Marco Chiarini
http://www.uomofiammifero.it/il-film

sabato 5 giugno 2010

orario insolito

guardate un po' che ore sono. e io sono sveglia.
non pimpante, ma lucida.
ci sono stati due amici a cena e appena sono andati via il MaritoOcchioLanguido si è impigiamato e già ronfava, io invece, proprio come una vita fa, mi sono sistemata la cucina, ho sparecchiato, attaccato la lavastoviglie, lavato quello che era da fare a mano e il piano cottura e ho perso un tovagliolo scrollando la tovaglia fuori dalla finestra.
ora non ho sonno. so che dovrei andare a letto, perché chissà quanto riuscirò a dormire, ma ho bisogno di appuntare questi ultimi giorni.
sono stata due giorni sotto shock. l'altra notte momo è caduto dal letto.
io sono stata svegliata da un rumore sordo e poi un rinculo inquietante tipo qualcosa che si spiaccicava. ho gridato, già sapevo, poi ha iniziato a piangere anche lui. il MaritoFelino è balzato in un unico movimento dentro il lettino di momo gridando: dov'è? dov'è?
ma era già nelle mie braccia.
e io non ragionavo più.
non ero neppure consapevole del fatto che stesse nel mio letto, ancora adesso ho il dubbio che si sia catapultato fuori dal suo lettino.
eppure credo che sia andata diversamente: probabilmente l'ho preso e messo nel lettone quando si è svegliato nel cuore della notte, l'ho allattato in automatico, e altrettanto automaticamente l'ho messo dalla parte esterna per ciucciare dall'altra parte e lì mi sono addormentata.
ho perso il controllo.
ho perso il controllo.
non ho fatto altro che pensare ai danni irreparabili che questa mia leggerezza avrebbe potuto causare. sono stata sveglia ad ascoltare il suo respiro. sono stata ad osservarlo per carpire delle mancanze, delle stranezze.
per fortuna nulla.
anche ora se ripenso a quel rumore, mi sento male, mi viene da vomitare.
momo sta bene, a parte un bernoccolo in fronte, ma io non riesco più a dormire tranquilla. ho paura di riperdere il controllo.
eppure in questi giorni abbiamo trascorso dei momenti meravigliosi insieme, di giochi nuovi, di nuovi scherzi, di risate d'intesa. di tempo condiviso e non a disposizione. un sacco di coccole, e tante cose nuove.
ha finalmente imparato a battere le mani, prima faceva i pugnetti, non riusciva a tenere le manine aperte quando le batteva fra loro. poi parlotta sempre di più, sperimenta la sua voce e varie sillabe. si sta svegliando un po' meno di notte (e so che non dovrei dirlo, ma, chiamatemi scema, continuo a essere positiva e voler credere che siano miglioramenti e non casualità o, peggio, quiete prima della tempesta). ma la cosa più eclatante è che ieri, 3 giugno 2010, momo ha compiuto i suoi primi passi in autonomia. si è alzato in piedi, ha lasciato l'appoggio, ha controllato il suo equilibrio, poi ha fatto due passi, distanziati l'uno dall'altro e lentissimi . poi ha ricercato e trovato l'equilibrio e si è riseduto.
ho trattenuto il fiato, avrei pianto, se non avessi consumato tutte le mie lacrime mentre il rumore di quella notte mi continuava a martellare la testa.
ma dicono che i bambini sono di gomma. io lo spero.

venerdì 29 gennaio 2010

umorale

mamma, babbo e momo, seduti a tavola, fanno colazione, ognuno con le proprie preferenze.

io: ma guardalo! come chiacchiera, come gioca con lo strofinaccio! guardalo! come sta nel suo mondo bimbo...
MaritoSonnacchioso: eh sì, seduto sul suo seggiolone... ciuccia il suo biscottino e ogni tanto fa i sorrisetti...
io: mi chiedo come sia possibile che in questo bambino riescano a convivere due nature così diverse. solo ieri chi lo avesse visto per cinque minuti avrebbe detto che è un bambino capriccioso, insofferente, che non sa stare da solo, antipatico e urlante. e oggi: si sveglia lallando, senza disturbare aspetta nel suo lettino che qualcuno lo prenda, fa colazione con noi tranquillo e sorridente, si fa cambiare il pannolino senza neanche una smorfia, sorride, sorride, sorride. e vedrai, come l'altro giorno, riuscirò a fare tutte le mie cose mentre lui se la spassa sul tappetone a giocare. ma com'è possibile?
MS: magari è soltanto un umorale...
io: seeeeeee, umorale...
MS: vediamo un po'... chi abbiamo di umorale in famiglia!??!

domenica 17 gennaio 2010

Sunday (Book) Review -- il must di gennaio

come ogni gennaio, ma quest'anno con qualche ragione in più, mi ritrovo con qualche chilo da smaltire, una buona dose di determinazione a perderlo e un libro nella manica.
More about Le francesi non ingrassano l'ho comprato tre anni fa, ci eravamo da poco trasferiti nella nostra casa, io stavo scrivendo la tesi e avevamo appena deciso di sposarci. ero in sovrappeso e non mi piacevo. non ero la stessa di cui il QuasiMarito si era innamorato poco più di un anno prima, e non volevo che sposasse questa nuova tizia che ciondolava tutto il giorno in casa in pigiama in attesa di ispirazione. e quindi mi misi addosso qualcosa di sformato e mi infilai nella feltrinelli. e tra pagine rubate, rannicchiata dietro qualche scaffale, e voli pindarici tra poesia e manuali di autosostegno, m'imbattei in questo libretto raffigurante una silhouette inconfondibilmente e adorabilmente francese.
diciamola tutta: a me i francesi non è che mi stiano particolarmente simpatici, a livello epidermico. e trovo lo stereotipo di bellezza femminile eccessivamente diafano per i miei gusti (e anche per il mio punto di partenza). ma si dà il caso che in fatto di stile siano imbattibili, le francesi. e quando ti senti uno scaldabagno ambulante e vuoi chiudere gli occhi e sognare di essere bella, magicamente ti vedi con due gambe leggere e un paio di ballerine a punta, una baguette sotto il braccio e un baschetto calato sulla fronte. insomma ho acchiappato "Le francesi non ingrassano" e mi sono ritrovata a sgranocchiare tarallini sul divano di casa, divorandone le pagine.
l'autrice mireille guiliano, presidentessa della veuve clicquot di new york, racconta in maniera squisitamente autobiografica di come, dopo una permanenza americana all'ingrasso, abbia riscoperto le proprie abitudini alimentari e quindi il segreto che si cela dietro l'invidiabile linea delle donne francesi. amore per il cibo, cura e raffinatezza nell'approccio con il mangiare, ritualità. piacere. ricercatezza. qualità.
per dimagrire non è necessario rinunciare a dolci o cioccolata, né allo champagne, ça vans sa dire. basta usare la testa e pensare a quello che stiamo mangiando e al perché. basta mangiare bene. evitare il cioccolato tanto per. e gustarne quando si ha l'opportunità di avere un extrafondente 90%. evitare il tavernello e stappare una bottiglia di champagne quando si può.
è tutta una riprogrammazione che parte da un'analisi delle nostre abitudini sbagliate e finisce con l'instaurarsi di un nuovo approccio sano e duraturo al cibo.
grazie a questo libro io sono dimagrita otto chili in tre mesi e ne ho ripresi quattro solo adesso con la gravidanza. non sono diventata uno stecchino, ma le mie gambe leggere mi hanno portato all'altare (si fa per dire, era un luogo profano, ndr). e di tanto in tanto mi sono trovata a risfogliare qualche pagina, qualche ricetta "autoingannante", qualche aneddoto très chic che mi facesse tirare su la schiena -- immaginando un libro in testa in equilibrio -- e mi facesse venire una terribile voglia di sorseggiare bollicine in un dior taglia 42.

lunedì 11 gennaio 2010

tutti a tavola!!!

vi ricordate della prima pappa?
ecco, è stata una farsa. o, per meglio dire, una prima senza repliche.
il fatto è che per varie ragioni io non mi sentivo proprio pronta e poi momo era davvero piccolo, non era necessario e, insomma, un giorno era tardi, un giorno era presto, uno dovevamo uscire e...
così.
poi è arrivato quel periodo. durato un paio di settimane. raffreddore a parte, momo ha iniziato a dormire male anche di notte, col risultato che io ero veramente ai minimi storici e lui sempre nervoso, di giorno e di notte. sempre lamentoso, infastidito, esagitato.
mi sono convinta che era il mio latte a non bastargli, perché aveva ripreso a chiedere il latte anche di notte, anche ogni due ore. quindi ho iniziato a rimuginare sulla questione dello svezzamento e col mio solito approccio libresco sono approdata a questo

More about Io mi svezzo da solo!

ne avevo letto anche una recensione di serena su genitoricrescono e le antenne mi si erano drizzate. inutile ritritarne i contenuti: la recensione di serena è molto esauriente e ce n'è anche un secondo capitolo sull'evoluzione.
e, così, una sera, a tavola come sempre tutti e tre, agli inequivocabili gridolini di momo, ho risposto con il suo cucchiaino pieno del brodo del nostro minestrone.
ha iniziato a spalancare bocca, occhi, a sbattere eccitato le mani sul seggiolone.
gli ho schiacciato un pezzetto di zucca e l'ha fagocitato.
un pezzo di carota. idem.
io ero commossa, il MaritoIncredulo non sapeva se lasciarsi andare alla gioia che quella vista provocava o opporsi per ripristinare l'ordine.
già. perché momo non è soltanto figlio mio e...
quando ho parlato dell'autosvezzamento di piermarini con il MaritoMalfidato, ha sgranato gli occhi, è diventato rosso, poi verde, poi blu e infine è sbottato:
"ma che ti sei messa in testa? momo non è una CAVIA!"
io: "be' neanch'io!!!"
MM: ???
io: "se ti aspetti che mi metta a fare cabaret, cantare il repertorio di nilla pizzi o, peggio, schiaffargli il cucchiaino in bocca a forza, hai sbagliato moglie!!!:
MM: "ma chi ti ha detto niente!!! e poi, ma perché dobbiamo fare tutto strano? e i pannolini lavabili, e l'omeopatia, e i vaccini ancora ci stiamo a riflettere, e niente asilo e questo e quell'altro... almeno le pappe, non possiamo andare in un &^%$& di negozio e comprargli due barattoli di omogenizzato?!!?!??!"
io (ahhh, quanto mi piace 'st'omo quando tira fuori il testosterone!!!): "okkeyyyy".
MM: "okkey?"
io: "sì, facciamo così".
MM: "sì?"
io: "sì".
MM: "oddio e mo' che ti sei messa in testa? com'è che ti arrendi subito?"
io: "..."
MM sudava freddo, nel frattempo era diventato bianco: "allora?"
io: "stai tranquillo amore, da domani inizio a preparargli le pappe, del resto di pappe non è mai morto nessuno".

nel frattempo avevo seguito un deludente corso di svezzamento naturale che era un'applicazione di cucina macrobiotica all'arte pappinatoria. come se improvvisamente un pupetto che ha preso finora il mio latte (io non mi sono privata di quasi niente né in gravidanza, né durante l'allattamento) potesse mangiare amaranto e germogli con gusto.
quindi il giorno dopo ho preso il mio fidato bimby e ho preparato un surrogato del minestrone della sera prima, senza sale, omogenizzando le verdure e aggiungendoci alla fine un bel cucchiaio di pappa di riso, un cucchiaino d'olio e altrettanto di parmigiano. ricetta classica, vado sul sicuro.
risultato: nell ordine, momo ha spalancato la bocca, ha digrignato le gengive, ha sputacchiato, ha serrato le labbra, mi ha guardato sprezzante e ha lanciato la scodellina, tipo frisbee, direttamente nel lavello.
eloquente no?
dopo qualche giorno siamo andati a consultare IlPediatra. io sono arrivata carica ed entusiasta, gli ho spiegato tutto nei cinque minuti in cui il MM era a parcheggiare, poi il MM è arrivato e IlP ha preso la parola e ci ha spiegato che il bambino a sei mesi non è pronto per qualsiasi cibo. che i suoi reni non riescono a smaltire bene il sale che noi siamo abituati a mettere nelle pietanze. e che ci sono dei cibi un po' più complessi che il bambino non ha la maturità organica per digerire come si deve. detto questo gli assaggi si possono far fare, perché le quantità non sono sufficienti a creare danni, ma ovviamente in seguito il bambino avrebbe fatto fatica a fare un intero pasto con sapori più tenui. del resto fino a nove mesi, anche un anno a volte, il bambino può crescere bene anche solo con il latte materno, quindi si può affrontare il tutto senza ansia e fretta.
e mi ha dato il suo elenco di cibi ammessi, da integrare gradualmente con altri, man mano che avesse accettato i precedenti.
  • bietola, lattuga, finocchio, sedano, cipolla, patata, zucchina, zucca gialla, carota
  • olio d'oliva
  • parmigiano reggiano
  • pappa di riso, farro, orzo, mais, miglio, grano, multicereali
  • mela, pera, albicocca, prugna, banana
dopo venti giorni:
  • lenticchie rosse decorticate
  • ricotta di capra
  • malto di riso
sono uscita da lì, con la coda tra le gambe. ero quasi certa che IlPediatra mi avrebbe appoggiato. il MM ringalluzzito infieriva: "hai visto? del resto, abbiamo scelto di affidarci a questo medico e ora facciamo così".

quindi la situazione è questa: momo continua a fare le sue poppate regolarmente, il pranzo è diventato un momento di tentativo, ad oggi non ha mai mangiato neanche metà della pappa e quindi ho continuato a proporgli il seno. nel frattempo ciuccia sempre un pezzetto di pane quando è a tavola e noi mangiamo, e io cerco di accontentare, quando le fa, le sue richieste di assaggio. le lenticchie, per esempio, le aveva apprezzate quando le avevo fatte per me, con cipolla e carota, salsa di soia e zenzero. ci ha impiastricciato il seggiolone con il suo passato di rosse decorticate con carota.
riguardo la merenda non ci provo neanche più, la frutta gli fa rivoltare la testa a 180 gradi.

sinceramente speravo di risparmiarmi almeno una poppata al giorno per acquisire un po' di autonomia, ma più di tutto mi preme agevolare un approccio sano al cibo, e senza conflitti o forzature. quindi sto continuando così. con l'alimentazione complementare. concetto per cui il cibo solido è un complemento all'apporto che finora ha avuto dal latte materno, che resta la principale fonte di nutrimento.
avendo ormai provato un po' tutte le combinazioni di pappe e avendo capito che l'unica che mangiucchia, ma non per più di due giorni di seguito, è quella di farro con il passato di verdure (finocchio, bietola, zucca), si può dire che siamo a un punto morto.

suggerimenti?

domenica 10 gennaio 2010

Sunday (Book) Review

alla luce dei ricorrenti sguardi al passato da inizio d'anno e di casualità che fungono da indovena nostalgica, ho deciso di inaugurare una nuova sezione del blog Sunday(Book)Review, uno spazietto domenicale dove recensire le mie letture e non solo.
quando stavo a new york, la domenica mattina compravamo il malloppone del NYTimes, io lo acchiappavo per prima e mi prendevo tutti gli inserti più carini tra cui Fashion&Style e The Book Review; Business & BoringNews le lasciavo al MaritoStakanov. era proprio un rito carino. a volte ce lo portavamo in metro, se stavamo andando da qualche parte, altre ce lo infilavamo sotto al piumone, se la giornata era uggiosa e innevata. ma spesso, stretto sotto il braccio, ci accompagnava nel nostro cafè a scaldarci con una colazione fumante. che poi diventava anche pranzo a volte perché io mi portavo il taccuino e scrivevo, MS il pc e lavorava. e le ore passavano, senza che nessuno ti chiedesse di lasciare libero il tavolo, o di ordinare in fretta. e di sottofondo musica, storie di due minuti che entravano e uscivano a suon di slang, personaggi a tuttotondo che portavano la propria pennellata in quel quadro dinamico e poi, senza guardarne il risultato, lo abbandonavano.
insomma, un po' perché sono una romantica, un po' perché oggi mi gira così, un po' perché grazie al cielo anche da mamma continuo a nutrire la mia passione per la pagina stampata, beccatevi questa nuova sezione domenicale. ma non affezionatevi troppo!

More about Pulce non c'è
questa settimana ho letto questo libro: pulce non c'è, l'esordio di gaia rayneri, una ventiquattrenne che vive tra torino e londra. pulce è una bambina autistica di nove anni. ha una mammaAnita, un papàGualtiero e una sorellaGiovanna. sono una famiglia vera. che affronta i drammi quotidiani con amore e ironia. un giorno pulce viene portata via da scuola dagli assistenti sociali perché si ritiene che la famiglia non sia idonea a prendersene cura. è chiaro ci sia qualcosa sotto. solo dopo diversi mesi si viene a sapere che sul padre grava un'accusa di abuso sessuale sulla figlia. questa "storiaccia" è raccontata da giovanna, tredicenne alle prese con la propria pubertà e con un rocambolesco mondo immaginario. la fantasia e la sagacia innocente di questa sorella narrano una storia triste e faticosa con uno sguardo che rimanda il bello della vita. mi è piaciuto lo stile asciutto e tagliente. mi è piaciuta la storia perché è un dramma moderno e quotidiano. mi è piaciuto perché parlare di autismo e non essere patetici è una scommessa e questo libro l'ha vinta. mi è piaciuto perché ha mostrato le prospettive altre. quelle che non siamo abituati a vedere. e mi è piaciuto perché ho riconosciuto alcune cose di me in giovanna. e alcune persone che ho sfiorato nella mia vita e che queste pagine hanno riportato tra i miei pensieri.

venerdì 8 gennaio 2010

a letto, una sera

MaritoTramanteQualcosa: momo dorme?
io: eh, sì! ronfa alla grande!
MTQ: e vieni qui!
io: ma sei già sotto le coperte... eccomi!
MTQ: vieni qui vicino...
io: ahiiii, il ginocchio! non mi tirare così
MTQ: sì, scusa...
io: aspetta, mi metto di qua, ecco!
MTQ: ahia! ferma, non ti appoggiare lì, ho la cassa toracica che scricchiola...
io: scusa amore, ecco...
MTQ: no, da questa parte ho il nervo del braccio infiammato!
io: ma dalla mia parte non posso io, che mi fa male la schiena!
MTQ: ...
io: amore
MTQ: eh?
io: mi chiedevo: ma quando saremo veramente vecchi e acciaccati come faremo?
MTQ: alla grande! avremo alle spalle anni di allenamento!
io: ...
MTQ: ...
io: ...e forse anche qualche velleità in meno.


poi, detto fra noi, quando gli 'nghe risulterebbero la conclusione più decorosa a questi quadretti, 'sti pupi non si svegliano MAI!!!

mercoledì 25 novembre 2009

5 mesi -- il peso della farfalla

"il presente è la sola conoscenza che serve. l'uomo non ci sa stare nel presente".

mio piccolo momo
ieri, mentre ti cullavo per farti addormentare, ho iniziato a viaggiare coi pensieri. a suon di ninna nanna, ho scandito tutto ciò di cui avrei bisogno, tutto ciò che non ho il tempo di fare. fra gli oh oh oh faceva capolino qualche sospiro, qualche nostalgico ricordo. le braccia si muovevano in autonomia mentre con la testa ero altrove, ripercorrendo la tua giornata, cercando l'intoppo che mi aveva fatto arrivare come ogni giorno al limite della pazienza, e quindi ripartivo con i mantra di determinazione a cercare una nuova strategia, qualcosa che mi dia qualche punto fermo e mi aiuti ad aiutarti a crescere sereno. e progettavo i giorni a venire, cercando di incasellare poppate, sonnellini e giochi in una scacchiera con le case dispari.
poi le braccia anestetizzate hanno iniziato a calare l'intensità dei movimenti, la voce a decrescere di volume e il respiro a placarsi dall'affanno in cui spesso mi scopro invischiata.
ho sentito il silenzio della stanza in penombra, ho sentito il fresco del cotone del cuscino sul collo, ti ho sentito. con il tuo peso abbandonato sulla mia pancia. ho sentito il tuo pancino che a ogni respiro mi chiedeva calore. ho sentito il tuo alito profumato adagiarsi sui miei vestiti. ho sentito le tue unghie piccole, e appuntite a tratti, scrivere impercettibili accenti sulla mia pelle. ho sentito la tua strenue fragilità e il mio amore incondizionato, fatti di necessità, fatti d'istinto.
e hai vinto tu.
tu, bestiolina, contro me, donna.
tu che riesci a vivere nel presente e mi insegni a riscoprire e ad ascoltare i sensi. tu che mi chiedi la totalità perché è la sola misura che conosci. tu che mi doni la totalità perché non conosci compromessi e delusioni.
tu, piccolo momo, che mi insegni a sentire il peso di una farfalla, leggera come il tuo respiro, determinante come la tua vita nella mia.

qualche giorno fa il tuo babbo mi ha regalato un libro. e io te l'ho letto. o forse dovrei dire che tu l'hai letto a me.

"brave le femmine che sgravano a maggio salendo ai pascoli più alti. partoriscono in solitudine, poi fanno gruppo con altre madri. crescono i piccoli in giardini d'infanzia recintati da burroni e cieli. fanno scudo con le loro corna alle picchiate dell'aquila, senza l'aiuto di nessun maschio"

sabato 7 novembre 2009

stavo meglio prima... ?

sento come un sibilo nelle orecchie
una leggera pressione sulla testa
un pizzicore nel naso
e un lieve formicolio alle gambe

potrei fare mille cose
e invece sono qui a scrivere
perché prima o poi doveva succedere
perché non so se è arrivato il momento
ma tant'è.

oggio momo ha quattro mesi
una settimana
e sei giorni
quasi quattro mesi e mezzo

e per la prima volta
io sono sola a casa
i miei uomini sono usciti
da soli. da soli.

giorni fa c'era stata una specie di prova tecnica
noveminutiequaranta per andare al fruttivendolo
mentre momo restava dai nonni.
attacco di panico sventato in tempo.

ma oggi era stato programmato.
momo ha frignato un po' mentre lo mettevamo nel marsupio
(o ero io che frignavo?)
e poi mi guardava sprezzante da mezza scala
tutto imbacuccato e appiccicato al babbo

non ha pianto neanche un secondino

...ma perché io sì!?!?!??!!?

giovedì 22 ottobre 2009

Di limiti e limitazioni

ho voglia di scrivere
una di quelle voglie da fiume in piena
quest'ultima settimana è stata dura. credo di aver affrontato con molta fatica un altro scatto di crescita. scardinamento della routine quotidiana, poppate continue (siamo tornati anche a un picco di 9 poppate), pianti nervosi, sonno agitato, difficoltà ad addormentarsi e conseguente mia stanchezza soprattutto psicologica. ieri sera sono crollata piangendo mentre il MaritoInfluenzato tentava di far dormire momo. e fra le lacrime mi dicevo che non è giusto. ho desiderato non essere indispensabile per una sera, per un giorno. il sonno mi ha sopraffatto forse più per questo motivo. non volevo sentire il pianto, ma da sveglia lo sentivo e combattevo con l'istinto di alzarmi. non volevo alzarmi, non volevo intervenire, volevo infischiarmene, volevo che ci pensasse qualcun altro. perché io? perché sempre io? fra le lacrime pensavo che non è giusto pagare così tanto. mi sono accorta che non sono più indipendente. non lo sono da momo, ma neanche dal Marito. e forse questo è quello che mi brucia di più. se non ci sono io ci "deve" essere lui. se voglio assentarmi devo chiederlo a lui.

piove intanto, che catarsi riversare giù tutto l'umido, tutto il bagnato, tutto il grigio.

scrivo veloce perché momo potrebbe svegliarsi.
io non sono abituata a chiedere, odio farlo. preferisco non fare, non avere, piuttosto che chiedere aiuto. forse è sbagliato, ma questo mi fa sentire libera. e a un certo punto della mia strada mi sono accorta che la libertà era l'unica cosa per cui valesse la pena scegliere. questo non significa che non riconosca quando qualcuno fa qualcosa per me e non ne sia grata, però non mi piace sentirmi dipendente dai favori degli altri.
ora è cambiato tutto.
e mi chiedo quando la mia vita riprenderà un contorno definito. quella di prima non tornerà, lo so. ma almeno vorrei capire cosa sarà da ora in avanti.
mi sento un po' borderline. per questi mesi quasi ogni gesto era teso a rafforzare il legame con momo. si dice che l'attaccamento con la mamma aiuti a sviluppare un individuo sicuro di sé e allora sempre vicini, attaccati, in fascia, in braccio. cuore a cuore. allattamento naturale. tutto questo con il mio tacito, ma straziante, viscerale bisogno di lui, di questo attaccamento, di questo contatto continuo, con la mia interiore gratificazione per ogni suo sorriso, per ogni volta che le mie braccia hanno placato il suo pianto.
quando è nato ho vissuto in maniera molto drammatica il suo distacco e mi sembrava che dovessi recuperare, dovessi risarcirlo. o risarcirmi.
ora mi riconosce, sono il suo mondo, basta un mio sguardo per farlo andare in brodo di giuggiole. da qualche giorno riesce a fare dei microriposini diurni grazie a una mia maglietta indossata, pregna dei miei odori, avvolta attorno al viso. mi chiede la mano mentre ciuccia e ci guardiamo, con quell'intensità che fa sprofondare in una dimensione senza tempo. e anch'io mi perdo quando mi guarda, mi sciolgo quando mi sorride, lo cerco quando è in braccio a qualcun altro, mi manca quando dorme, mi commuove quando muove le mani, mi fa stringere il cuore quando piange, mi riempie di gioia quando parlotta. adoro condividere con lui tutto quello che faccio.
eppure arrivano quei momenti in cui mi sento soffocare. lui piange, strilla, non lo capisco e mi sento anche un po' tradita.
e vorrei dormire e dimenticarmi di essere mamma. che non è un'aggiunta a quello che sei, è uno stato irreversibile.

piove ancora, è venuto giù quasi tutto. forse oggi mi sentirò più pulita.

lunedì 12 ottobre 2009

un week-end rigenerante

incoraggiata dai commenti alla sventura di giovedì sera abbiamo trascorso un week end all'insegna della compagnia.
sabato mattina col MaritoACasa mi son potuta concedere un po' di ore in cucina e, a parte il minestrone di verdure per pranzo ho preparato due belle infornate di muffin!
io ho una ricetta base infallibile alla quale aggiungo condimenti a piacere.

muffin perfetti
140 gr zucchero
250 gr farina
2 cucchiaini rasi di lievito
85 gr burro sciolto
2 uova
200 ml latte

il trucchetto per una perfetta riuscita è di mischiare gli ingredienti secchi e quelli liquidi tra loro, ma in scodelle separate, e poi unirli in maniera rapida, lasciando anche dei grumi, solo poco prima di infornare.

questa volta disponendo di molta uva e nocciole riportate domenica scorsa dalla campagna, ho usato un paio d'etti di acini neri per guarnire la prima infornata e poi un'ottantina di grammi di nocciole sgusciate con due perine a pezzettini per guarnire la seconda.

parte dei muffin son stati portati sabato pomeriggio al tè letterario. meriterebbe un post a parte e prima o poi lo scriverò, per ora dico solo che è un incontro che ho iniziato ad organizzare due anni fa con delle amiche e che, sopravvissuto al mio anno in trasferta a ny, continua a vederci riunite attorno a muffin e tazze fumanti a parlare di libri. adesso anche con l'aggiunta di due poppanti (momo e la piccola elly, nata un mese fa).

al mio rientro a casa ho trovato una coppia di nostri cari amici, sposati da meno di due mesi, che, con pizze alla mano, hanno pensato di farci una graditissima improvvisata. momo si è addormentato tranquillamente questa volta e la serata è stata piacevolissima e rilassante.

per la domenica avevamo in programma un brunch da noi con una coppia di amici con una bimba un mese più grande di momo.

menu:
muffin (l'altra infornata)
pancake con sciroppo d'acero e marmellate
uova in camicia con bacon
insalata con mele e noci
macedonia (che mi sono dimenticata di tirare fuori dal frigo)
succo di mela
aranciata
tè e caffè

la giornata è stata serena e allegra: loro sono una coppia simpaticissima e la bambina un amore. lei e momo hanno diviso la piscinetta di momo e i suoi giochini, anche se entrambi facevano fatica a stare dritti, soprattutto momo che le si buttava sempre addosso... veramente le metteva sempre le manine sulle cosce... devo preoccuparmi?!?!?!

sono andati via a metà pomeriggio e io ero veramente felice. stare in compagnia, condividere questa nuova era della nostra vita è fondamentale: stempera le tensioni, lenisce le paure e carica un po' di autoironia che non fa mai male.
piano piano, senza neanche rendersene conto, il MaritoComplice diventa sempre più autonomo con momo, e io mi sento rinascere. sento di poter riprendere qualche spazio solo mio.
e in qualche istante mi sembra addirittura che tutto sia possibile.

buona settimana!


venerdì 9 ottobre 2009

quando i neogenitori invitano per cena

telefonata a inizio settimana
IoPositivaEDeterminata: sai che c'è? giovedì sera stiamo a cena assieme!
AmicA: ok, così finalmente conosci F!
IoIgnaraEFiduciosa: ma sì tanto ormai momo massimo alle 9 ronfa che è una meraviglia!
AmicA: facciamo così! giovedì mattina vengo da te e ti dò una mano, prepariamo insieme così se c'è da tenere momo...
IoGrataEIlluminata: che bello, sì, facciamo un po' di pasta fatta in casa, ho proprio voglia di impastare!!!
AmicA: sì, ma al resto penso io, faccio delle polpette con salsine varie e un bel tiramisù!
IoOcchioLucidoDallaRiconoscenza: va bene, io faccio un contorno, alle brutte se momo non mi dà tregua condisco l'insalata.
AmicA: ma sì!!! tanto è per il piacere di stare insieme!!!
IoLiquefattaDall'eccitazioneELaRiconoscenza: ma sì, che bello, è una vita che non passiamo una serata come ai vecchi tempi!!!

ieri, giovedì appunto, interno giorno, casa mia
AmicA: ma che dolce, momo, com'è pacioso!!! e poi ride, che tenero!!! comunque caia, ti volevo dire, se tu e MaritoTrascurato volete andare una sera al cinema, o a cena fuori, io ci sto volentieri con momo...
Io: grazie, ma ancora non mi sento pronta, però grazie, davvero, magari più in là perché no?

ieri, interno notte, casa mia, dopo un pomeriggio di veglia ininterrotta, pianti incomprensibili e nervosismi vari, nonché un mio notevole mal di testa
AmicA: eccoci qua! lui è F.
noi: piacere!
F: e lui? momo?
noi: sì, momo, purtroppo stasera è un po' nervosetto, forse qualche doloretto, comunque adesso ha appena mangiato...
F: ehhh! fossero tutti così i bambini nervosetti! ma è dolcissimo, guarda che occhioni, ma daaaaiiiii è tranquillissimo...

alle 22,15 dopo una cena in cui io e il MaritoPaziente ci siamo alternati nel fare gli onori di casa e nel nutrirci, la CoppiaEducata decide di andare.
CoppiaEducata: noi andiamo, domani si lavora, eh eh...
Noi (tra le urla di momo): scusate ragazzi, non è sempre così, ci dispiace...
CoppiaEducata: ma no, figuratevi, a noi dispiace per voi!



lunedì 5 ottobre 2009

week end in campagna

non avendo connessione non ho potuto aggiornare fino a stamattina del bel week end che abbiamo trascorso in campagna. siamo partiti venerdì sera e tornati ieri all'imbrunire.

ho appuntato qualcosa che riporto in differita. lo faccio perché rappresenta un momento importante per me. ve lo guarnisco con qualche foto scattata dal MaritoInVenaArtistica.




Momo è con NonnaDuracell a vedere gli animali, il MaritoIndaffarato è in giro,
NonnoCocciaPelata a ripulire vasche e damigiane della vendemmia.




E io sono qui sotto la pergola spennellata dei primi rossi,
ancora carica di grappoli ritardatari.



In lontananza pecore belano, qualche campanello, un rombo di corse remote, ogni tanto un cane abbaia. Api imperterrite ronzano.
L'umidità comincia a calare chiedendo lana sulla pelle, con quell'inconfondibile brivido piacevole che mette fine alle illusioni di strascichi estivi. È autunno, tempo di mosto e di noci. Di primi fuochi, tempo di transizione.



Momo può stare per la prima volta fuori dal raggio del mio sguardo senza provocarmi dolore. Io sono qui a divagare mentre sento che forse per la prima volta questo è un tempo mio che non sento rubato a lui. Ma soprattutto un tempo in cui riesco a respirare solo per me, a non preoccuparmi e a occuparmi di me.





Il problema è che non so cosa fare.

giovedì 24 settembre 2009

de gustibus

a cena

io: ma possibile che per una volta che ti chiedo di comprare il pane te ne torni co' 'sto coso che pane non è?
MaritoSalutista: come no! è pane, è pane: è pane sciapo.
io: appunto, non sa di niente, non mi piace, uffa.
MS: e poi è buonissimo anche per colazione con la marmellata
io: mmmm... ma ti pare che se non l'ho mai comprato un motivo ci sarà???
MS: ...
io: uff
MS: ma... ma... è il mio preferito...
io: ...
MS: ...
io: ma guarda te se 'ste cose si devono scoprire dopo anni di matrimonio!

e poi, detto fra noi, poteva pure continuare a mantenere il segreto, no?