Penso che se il bilinguismo venga proposto come un gioco non toglie niente ai bambini, lo stesso discorso lo si potrebbe fare per qualsiasi attività che proponiamo ai nostri bambini : attività sportive o meglio giocare liberamente all'aria aperta ? attività creative o libero spazio alla fantasia? Io sostengo che una cosa non esclude automaticamente l'altra. Si può trovare il tempo per fare diverse cose senza eccedere in un verso o nell'altro. Sono nata in una famiglia multietnica. Mio nonno polacco parlava tedesco con i figli e francese con la moglie e conosceva 7 lingue, in casa comunque a parte il dialetto usavamo l'italiano, il francese e il tedesco, quando ho studiato prima l'inglese e in seguito lo spagnolo non ho avuto difficoltà, così come non ne hanno avuto le mie figlie. Però immagino che partivamo da un punto di partenza diverso. ciao Ludo
@ludo hai centrato proprio quello che penso: la tua famiglia multietnica ha "trasferito" questa sua peculiarita' in maniera "naturale" perche' fa parte della vostra storia, della vostra cultura. e sicuramente avete una ricchezza in tutto cio'. ma "strutturare" queste proposte porta a pensare di farlo anche per disegno, manualita', drammatizzazione, sport (singoli e di gruppo), musica etc, perche' /tutto/ potrebbe essere un arricchimento per nostro figlio. e allora secondo quale criterio si sceglie? (o non sceglie?)
Ciao Caia! Che splendido foulard! Io sono per metà francese ma mia mamma non mi ha parlato in francese da piccola. In casa mia mia nonna e mio padre parlavano sardo fra di loro e lei voleva che imparassimo bene l'italiano. Una scelta che oggi sarebbe contestata, forse. Io sono comunque bilingue perché poi passavamo un mese all'anno in Francia e lì si parlava tutti francese. Quando è nato Leo, ho chiesto a mia mamma di parlargli in francese. Leonardo però rifiutava la lingua e lei, per paura di essere la nonna meno "considerata" ha smesso. Mi è dispiaciuto perché il francese fa parte della mia cultura. Ogni tanto anche io inserisco delle parole, dei dvd, dei libri in francese per i miei bimbi e ad esempio vedo che il mio secondo, Manuele, è molto più interessato e pronto a imparare. Come ho imparato in questi anni, non ci sono libri e consigli che ti danno una risposta in ogni caso, ma dato che il rapporto con i bimbi include prima di tutto due persone e poi anche tutta la famiglia, si tratta di un sistema di relazioni complesse. Come si inserisce una lingua "estranea" in questa relazione? Non solo ogni famiglia, ma, in ogni famiglia, con ogni componente il rapporto può essere diverso. Io penso che se i bimbi manifestano un interesse se ne debba tenere conto e se per i genitori c'è una seconda lingua "del cuore" non vedo niente di male ad inserirla. Se si tratta solo di "dare opportunità" il discorso mi pare pericoloso in generale, per l'inglese come per il pianoforte passando dal balletto. Insomma, come al solito non ho una vera opinione, dipende dai casi. :-)
@lisa grazie per questo tuo contributo, infatti benche' abbia voluto giocare sulla polemica anch'io se ne parlo cosi e' perche' mi sto costruendo un'idea, non sono convinta di una strada piuttosto che di un'altra. alla fine il corso di bilingue non gliel'ho fatto fare, perche' poi c'erano delle difficolta' aggiuntive contingenti. per esempio, una cosa che non si considera speso quando si decide di proporre un'attivita' a un bimbo e': cosa comporta in termini di tempo, trasporti, sballottolamenti? per dire, per portare momo a questo corso io avrei dovuto aggiungere due viaggi in autobus ai nostri pomeriggi e fargli fare merenda al volo in passeggino. certo e' "solo" un pomeriggio a settimana, ma poi ho preferito del tempo "vuoto" da riempire con la lentezza. boh, per ora ho fatto cosi, magari poi ci ripenso, si presenta un'altra occasione...
ciao Caia, sono arrivata a te saltando di blog in blog! intanto.. complimenti per i temi affrontati e come sono affrontati! poi volevo dirti la mia.. io credo che in un bimbo piccolo ci siano delle cose per cui vale la pena togliere del tempo di gioco libero e una è sicuramente l'apprendimento di una seconda lingua. Naturalmente con moderazione e cercando di capire se può essere un'attività che può piacergli. Lo sport, la musica.. sono tutte attività che si possono iniziare un po' alla volta secondo me.. ma più si è piccoli più una seconda lingua piò essere appresa senza difficoltà e senza quasi accorgersi e questo secondo me va assolutamente a vantaggio e contribuirà non a renderlo più felice, ma ad avere uno strumento in più per realizzare i propri sogni. Quindi, se qui fosse promossa questa attività.. io lo manderei! Elena
6 commenti:
Penso che se il bilinguismo venga proposto come un gioco non toglie niente ai bambini, lo stesso discorso lo si potrebbe fare per qualsiasi attività che proponiamo ai nostri bambini :
attività sportive o meglio giocare liberamente all'aria aperta ?
attività creative o libero spazio alla fantasia?
Io sostengo che una cosa non esclude automaticamente l'altra.
Si può trovare il tempo per fare diverse cose senza eccedere in un verso o nell'altro.
Sono nata in una famiglia multietnica.
Mio nonno polacco parlava tedesco con i figli e francese con la moglie e conosceva 7 lingue, in casa comunque a parte il dialetto usavamo l'italiano, il francese e il tedesco, quando ho studiato prima l'inglese e in seguito lo spagnolo non ho avuto difficoltà, così come non ne hanno avuto le mie figlie.
Però immagino che partivamo da un punto di partenza diverso.
ciao Ludo
@ludo hai centrato proprio quello che penso: la tua famiglia multietnica ha "trasferito" questa sua peculiarita' in maniera "naturale" perche' fa parte della vostra storia, della vostra cultura. e sicuramente avete una ricchezza in tutto cio'.
ma "strutturare" queste proposte porta a pensare di farlo anche per disegno, manualita', drammatizzazione, sport (singoli e di gruppo), musica etc, perche' /tutto/ potrebbe essere un arricchimento per nostro figlio. e allora secondo quale criterio si sceglie? (o non sceglie?)
Ciao Caia! Che splendido foulard! Io sono per metà francese ma mia mamma non mi ha parlato in francese da piccola. In casa mia mia nonna e mio padre parlavano sardo fra di loro e lei voleva che imparassimo bene l'italiano. Una scelta che oggi sarebbe contestata, forse. Io sono comunque bilingue perché poi passavamo un mese all'anno in Francia e lì si parlava tutti francese. Quando è nato Leo, ho chiesto a mia mamma di parlargli in francese. Leonardo però rifiutava la lingua e lei, per paura di essere la nonna meno "considerata" ha smesso. Mi è dispiaciuto perché il francese fa parte della mia cultura. Ogni tanto anche io inserisco delle parole, dei dvd, dei libri in francese per i miei bimbi e ad esempio vedo che il mio secondo, Manuele, è molto più interessato e pronto a imparare. Come ho imparato in questi anni, non ci sono libri e consigli che ti danno una risposta in ogni caso, ma dato che il rapporto con i bimbi include prima di tutto due persone e poi anche tutta la famiglia, si tratta di un sistema di relazioni complesse. Come si inserisce una lingua "estranea" in questa relazione? Non solo ogni famiglia, ma, in ogni famiglia, con ogni componente il rapporto può essere diverso. Io penso che se i bimbi manifestano un interesse se ne debba tenere conto e se per i genitori c'è una seconda lingua "del cuore" non vedo niente di male ad inserirla. Se si tratta solo di "dare opportunità" il discorso mi pare pericoloso in generale, per l'inglese come per il pianoforte passando dal balletto. Insomma, come al solito non ho una vera opinione, dipende dai casi. :-)
@lisa grazie per questo tuo contributo, infatti benche' abbia voluto giocare sulla polemica anch'io se ne parlo cosi e' perche' mi sto costruendo un'idea, non sono convinta di una strada piuttosto che di un'altra. alla fine il corso di bilingue non gliel'ho fatto fare, perche' poi c'erano delle difficolta' aggiuntive contingenti. per esempio, una cosa che non si considera speso quando si decide di proporre un'attivita' a un bimbo e': cosa comporta in termini di tempo, trasporti, sballottolamenti? per dire, per portare momo a questo corso io avrei dovuto aggiungere due viaggi in autobus ai nostri pomeriggi e fargli fare merenda al volo in passeggino. certo e' "solo" un pomeriggio a settimana, ma poi ho preferito del tempo "vuoto" da riempire con la lentezza. boh, per ora ho fatto cosi, magari poi ci ripenso, si presenta un'altra occasione...
@lisa grazie per il foulard :)) e' un ricordo di ny ♥
ciao Caia, sono arrivata a te saltando di blog in blog! intanto.. complimenti per i temi affrontati e come sono affrontati! poi volevo dirti la mia.. io credo che in un bimbo piccolo ci siano delle cose per cui vale la pena togliere del tempo di gioco libero e una è sicuramente l'apprendimento di una seconda lingua. Naturalmente con moderazione e cercando di capire se può essere un'attività che può piacergli. Lo sport, la musica.. sono tutte attività che si possono iniziare un po' alla volta secondo me.. ma più si è piccoli più una seconda lingua piò essere appresa senza difficoltà e senza quasi accorgersi e questo secondo me va assolutamente a vantaggio e contribuirà non a renderlo più felice, ma ad avere uno strumento in più per realizzare i propri sogni. Quindi, se qui fosse promossa questa attività.. io lo manderei! Elena
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