caia coconi e baracca traslocano in una casa "vera", tutta da inventare, ancora da sistemare, ma molto più accogliente!
prego accomodatevi!
http://caiacoconi.com/
ps vi chiedo di cambiare l'indirizzo nei blogroll e prendere il nuovo feed, non so quanto questo spazio resterà attivo! grazie a tutti di continuare a seguirmi!
giovedì 29 settembre 2011
giovedì 22 settembre 2011
pensieri sparsi e comunicazioni
giusto per la cronaca sono di nuovo a riposo.
lo dico unicamente perché non scrivo da giorni e uno magari pensa che mi son data alla latitanza senza motivo, e invece il motivo è che non vorrei che questo blog si trasformasse in un muro del pianto e quindi non scrivo.
però ci sono un po' di novità, tra cui il nuovo sito Piccolini, dove curerò il canale lifestyle, e la riapertura dei battenti a tutto regime di trashic con una nuova rubrica che ho preparato in gran segreto quest'estate: le lezioni di stile per creare il proprio guardaroba perfetto. e poi il nuovo spazio kids e tante novità in arrivo.
nonostante la frenetica attività blogghesca, sabato NON sarò al MomCamp per ovvi motivi, ma lo rimpiangerò tutto il giorno.
una cosa positiva di questi tempi è che ho ricominciato ad ascoltare musica e leggere libri: uno dirà e sai che novità... invece si tratta di un'eclatante trasgressione. scegliere musica e avere la disposizione mentale per ascoltarla, magari in solitudine, o leggere un libro e rimanerne un po' languidamente impigliati. a pensarci bene le scelte fatte, tipicamente adolescenziali mi dovrebbero far riflettere sul mio stato emotivo, ma almeno riesco a riprendere, ogni tanto, tra le righe, nelle pause, qualche contatto con quel mondo interiore che mi sembrava sommerso dalle corse.
penso che se avessi avuto un lavoro normale, a quest'ora me ne starei in maternità anticipata, a non fare niente tranne concentrarmi su momo e brufolo. magari riuscirei a fotografare questo meraviglioso pancione tondo e ondeggiante e a preparare l'arrivo di questo piccolo acrobata che mi tiene compagnia.
nei fatti sono a riposo, ma mi affanno da seduta.
comunque nei ritagli di tempo ha fatto un ingresso trionfale in casa nostra lei, la culla. ci è stata prestata da una coppia di cari amici con due bimbi meravigliosi, speriamo accolga luuuuuuunghi sonni di brufolo.
poi piccole cose, come queste
di quelle cose che un po' ti stampano il sorriso in faccia, un po' ti fanno piangere e un po' pensi che le avevi sempre sognate. e un po' cerchi di non pensarci che fa pure un po' paura.
lo dico unicamente perché non scrivo da giorni e uno magari pensa che mi son data alla latitanza senza motivo, e invece il motivo è che non vorrei che questo blog si trasformasse in un muro del pianto e quindi non scrivo.
però ci sono un po' di novità, tra cui il nuovo sito Piccolini, dove curerò il canale lifestyle, e la riapertura dei battenti a tutto regime di trashic con una nuova rubrica che ho preparato in gran segreto quest'estate: le lezioni di stile per creare il proprio guardaroba perfetto. e poi il nuovo spazio kids e tante novità in arrivo.
nonostante la frenetica attività blogghesca, sabato NON sarò al MomCamp per ovvi motivi, ma lo rimpiangerò tutto il giorno.
una cosa positiva di questi tempi è che ho ricominciato ad ascoltare musica e leggere libri: uno dirà e sai che novità... invece si tratta di un'eclatante trasgressione. scegliere musica e avere la disposizione mentale per ascoltarla, magari in solitudine, o leggere un libro e rimanerne un po' languidamente impigliati. a pensarci bene le scelte fatte, tipicamente adolescenziali mi dovrebbero far riflettere sul mio stato emotivo, ma almeno riesco a riprendere, ogni tanto, tra le righe, nelle pause, qualche contatto con quel mondo interiore che mi sembrava sommerso dalle corse.
penso che se avessi avuto un lavoro normale, a quest'ora me ne starei in maternità anticipata, a non fare niente tranne concentrarmi su momo e brufolo. magari riuscirei a fotografare questo meraviglioso pancione tondo e ondeggiante e a preparare l'arrivo di questo piccolo acrobata che mi tiene compagnia.
nei fatti sono a riposo, ma mi affanno da seduta.
comunque nei ritagli di tempo ha fatto un ingresso trionfale in casa nostra lei, la culla. ci è stata prestata da una coppia di cari amici con due bimbi meravigliosi, speriamo accolga luuuuuuunghi sonni di brufolo.
poi piccole cose, come queste
di quelle cose che un po' ti stampano il sorriso in faccia, un po' ti fanno piangere e un po' pensi che le avevi sempre sognate. e un po' cerchi di non pensarci che fa pure un po' paura.
mercoledì 31 agosto 2011
io, me & l'attesa
posso dirlo?
io e l'attesa non andiamo molto d'accordo.
non credo sia solo questione di pancia, chili di troppo, riposo forzato, apprensione e disturbi della gravidanza, ma proprio di aspettare.
insomma, io queste due gravidanze le ho volute, anche perché l'idea di essere gravida mi piaceva, mi faceva sentire investita di un'aurea meravigliosa. sì, quando non c'era. poi appena ci son cascata son cominciate le nausee, il vomito, il sonno invalidante, i disturbi, i fastidi, il sentirmi responsabile di una vita e allo stesso tempo non più pienamente padrona della mia.
avevo creduto che la mia latente depressione durante la prima gravidanza fosse dovuta alla mia lontananza da casa, da tutta la bellezza di condividere con il ramo femminile della mia famiglia e con tutte le mie amiche la gioia dell'attesa, invece mi sono accorta che no, son depressa pure 'sta volta, dentro casa di mia madre, con mia sorella e con le mie amiche a portata di pancia.
è proprio che il questa cosa del non essere al pieno delle mie capacità, del dover chiedere aiuto, dell'avere difficoltà a fare una passeggiata con momo perché collasso sotto il sole e appena lo prendo in braccio sento fitte che mi gelano, proprio non l'accetto.
eppure l'accetto.
eppure lo so che sono felice.
eh sì, deciditi. sei depressa o felice.
a volte depressa e a volte felice.
cioè no, sono di fondo felice, e generalmente depressa, ecco.
se penso a brufolo e a momo, a noi, la nostra famiglia e io che in questo momento ne sono l'emblema di proliferazione e moltiplicazione di amore e vita, mi sento davvero una creatura magica (oddio fermatemi), ma poi adesso ho la schiena che mi duole, perché per non sentire le costole che mi si poggiano sulla pancia e mi segano e una strana pressione a sinistra in basso, e anche un costante bisogno di fare pipì devo stare tesa, con il petto in fuori come la segretaria scema davanti al computer. e quindi evidentemente assumo una posizione che mi fa venire dei nodi alla schiena come lividi.
fine del bollettino.
poi parliamo del caldo. no, non ne parliamo, lascio alla vostra immaginazione.
parliamo del sonno. del fatto che appena momo dorme di notte senza interruzione io soffro di insonnia. e faccio incubi terribili oppure penso a tutte quelle cose che potrebbero aspettare l'alba e invece no.
va be' chiudiamo anche questo. no, giusto per dire, che la gravidanza non è una malattia, ci mancherebbe, ma non è neanche essere normali. perché poi io normale non sono neppure da non incinta, ma certi piagnucolii non mi vengono così all'improvviso per mezze parole fraintese o per una scarpa che è diventata troppo piccola per momo.
e io, qui lo dico, non sopporto di essere fuori di me. anzi, essere così dentro di me da non riuscire a decidere come venir fuori.
sto per ripartire. dopo più di due mesi, torno a casa, a roma. con momo, brufolo e una caterva di roba ammucchiata qui dai nonni.
tra cui consapevolezze sparse:
(ma quanti figli devo fare per diventare grande?)
io e l'attesa non andiamo molto d'accordo.
non credo sia solo questione di pancia, chili di troppo, riposo forzato, apprensione e disturbi della gravidanza, ma proprio di aspettare.
insomma, io queste due gravidanze le ho volute, anche perché l'idea di essere gravida mi piaceva, mi faceva sentire investita di un'aurea meravigliosa. sì, quando non c'era. poi appena ci son cascata son cominciate le nausee, il vomito, il sonno invalidante, i disturbi, i fastidi, il sentirmi responsabile di una vita e allo stesso tempo non più pienamente padrona della mia.
avevo creduto che la mia latente depressione durante la prima gravidanza fosse dovuta alla mia lontananza da casa, da tutta la bellezza di condividere con il ramo femminile della mia famiglia e con tutte le mie amiche la gioia dell'attesa, invece mi sono accorta che no, son depressa pure 'sta volta, dentro casa di mia madre, con mia sorella e con le mie amiche a portata di pancia.
è proprio che il questa cosa del non essere al pieno delle mie capacità, del dover chiedere aiuto, dell'avere difficoltà a fare una passeggiata con momo perché collasso sotto il sole e appena lo prendo in braccio sento fitte che mi gelano, proprio non l'accetto.
eppure l'accetto.
eppure lo so che sono felice.
eh sì, deciditi. sei depressa o felice.
a volte depressa e a volte felice.
cioè no, sono di fondo felice, e generalmente depressa, ecco.
se penso a brufolo e a momo, a noi, la nostra famiglia e io che in questo momento ne sono l'emblema di proliferazione e moltiplicazione di amore e vita, mi sento davvero una creatura magica (oddio fermatemi), ma poi adesso ho la schiena che mi duole, perché per non sentire le costole che mi si poggiano sulla pancia e mi segano e una strana pressione a sinistra in basso, e anche un costante bisogno di fare pipì devo stare tesa, con il petto in fuori come la segretaria scema davanti al computer. e quindi evidentemente assumo una posizione che mi fa venire dei nodi alla schiena come lividi.
fine del bollettino.
poi parliamo del caldo. no, non ne parliamo, lascio alla vostra immaginazione.
parliamo del sonno. del fatto che appena momo dorme di notte senza interruzione io soffro di insonnia. e faccio incubi terribili oppure penso a tutte quelle cose che potrebbero aspettare l'alba e invece no.
va be' chiudiamo anche questo. no, giusto per dire, che la gravidanza non è una malattia, ci mancherebbe, ma non è neanche essere normali. perché poi io normale non sono neppure da non incinta, ma certi piagnucolii non mi vengono così all'improvviso per mezze parole fraintese o per una scarpa che è diventata troppo piccola per momo.
e io, qui lo dico, non sopporto di essere fuori di me. anzi, essere così dentro di me da non riuscire a decidere come venir fuori.
sto per ripartire. dopo più di due mesi, torno a casa, a roma. con momo, brufolo e una caterva di roba ammucchiata qui dai nonni.
tra cui consapevolezze sparse:
- che non sempre è il momento di fare guerra, tra una battaglia e l'altra c'è l'attesa per valutarne la reale necessità
- che esistono delle sfumature, che sono molto più nitide quando sei fermo a guardare un muro in una sala d'attesa
- che i sentimenti pure hanno sfumature, e l'attesa solo, tra un picco e l'altro di quelle passioni, te le fa esperire
- che l'attesa dei figli ha poco a che vedere con la maternità, ma più con la figlità
(ma quanti figli devo fare per diventare grande?)
giovedì 25 agosto 2011
26 mesi
mio piccolo grande momo
oggi prendo a pretesto un 25 che ti fa compiere due anni e due mesi per lasciarti qualche pensiero.
stai diventando proprio grande e indipendente, forte anche nel chiedere aiuto, un vulcano inesauribile di energia e voglia di scoprire ed esplorare il mondo e te stesso.
quest'estate è corsa via veloce, anche se per me faticosa, hai corso tanto e starti dietro non è sempre stato semplice, in tutti i sensi. a volte ho avuto il desiderio di sparire per poterti osservare inosservata, non interferire e godere solo io della tua presenza senza esserci davvero. ma le tue manine curiose mi ritraevano a te, i tuoi occhi mi hanno sempre cercata anche quando hai ostentato l'indifferenza per i nostri litigi. e le tue parole sussurrate, gridate o solo formulate tra le guance mi hanno ripetuto all'infinito l'amore, l'amore, l'amore.
piccolo koala che ancora vuoi entrare nei vestiti della mamma per incastrare il viso tra le nenne e dici che sono tue e poi quando ti chiedo un bacio mi dici no mamma non piace e corri via ridendo sotto i baffi.
in quest'estate hai imparato a nuotare, a fare le capriole, a stare senza pannolino, e quasi a saltare. e poi a raccontare, chiedere, spiegare e inventare qualsiasi cosa. hai conosciuto jacopo, un bimbo che abita in campagna dai nonni, oltre il campo delle pecore, nella casetta vicino ai maiali, guida già la macchina e ti fa compagnia quando giochi da solo. ma sembra che ora sia andato in vacanza con l'aereo.
stai scoprendo il mistero della vita che cresce di giorno in giorno nella pancia di una mamma, e vuoi sapere se anche tu sei venuto da lì.
sogni le papere e vuoi le storie. tante.
noi siamo sempre più due, ma non ti ho mai sentito così vicino.
oggi prendo a pretesto un 25 che ti fa compiere due anni e due mesi per lasciarti qualche pensiero.
stai diventando proprio grande e indipendente, forte anche nel chiedere aiuto, un vulcano inesauribile di energia e voglia di scoprire ed esplorare il mondo e te stesso.
quest'estate è corsa via veloce, anche se per me faticosa, hai corso tanto e starti dietro non è sempre stato semplice, in tutti i sensi. a volte ho avuto il desiderio di sparire per poterti osservare inosservata, non interferire e godere solo io della tua presenza senza esserci davvero. ma le tue manine curiose mi ritraevano a te, i tuoi occhi mi hanno sempre cercata anche quando hai ostentato l'indifferenza per i nostri litigi. e le tue parole sussurrate, gridate o solo formulate tra le guance mi hanno ripetuto all'infinito l'amore, l'amore, l'amore.
piccolo koala che ancora vuoi entrare nei vestiti della mamma per incastrare il viso tra le nenne e dici che sono tue e poi quando ti chiedo un bacio mi dici no mamma non piace e corri via ridendo sotto i baffi.
in quest'estate hai imparato a nuotare, a fare le capriole, a stare senza pannolino, e quasi a saltare. e poi a raccontare, chiedere, spiegare e inventare qualsiasi cosa. hai conosciuto jacopo, un bimbo che abita in campagna dai nonni, oltre il campo delle pecore, nella casetta vicino ai maiali, guida già la macchina e ti fa compagnia quando giochi da solo. ma sembra che ora sia andato in vacanza con l'aereo.
stai scoprendo il mistero della vita che cresce di giorno in giorno nella pancia di una mamma, e vuoi sapere se anche tu sei venuto da lì.
sogni le papere e vuoi le storie. tante.
noi siamo sempre più due, ma non ti ho mai sentito così vicino.
mercoledì 24 agosto 2011
La sindrome del nido e altre psicosi di ordinaria amministrazione
quando arriva in genere questa ondata d'ansia di mettere a posto la casa?io mi ricordo che nell'altra gravidanza l'ho avvertita abbastanza avanti.
poi non so com'è che quando sono incinta mi ritrovo sempre lontana da casa. l'altra volta tutta la gravidanza a ny, questa tre mesi in trasferta estiva... deve esserci qualcosa sotto...
comunque ho voglia di... niente.
voglio svuotare la casa, credo che lo farò quando rientreremo a settembre. nel frattempo mi lascio ispirare da foto di case semi vuote. anche qui deve esserci qualcosa sotto.
la confusione mi destabilizza. ho bisogno di pace, silenzio e un po' di vuoti.
io ho sempre avuto il casino intorno. il MaritoZen, con note più o meno polemiche, me l'ha sempre fatto notare: tendo a contornarmi di cose, a riempire tutti gli spazi, gli angoli, come se temessi di sentire l'eco dei miei passi.
ma forse sto cambiando, maturando. e non ho più paura di sentirmi. di sentire lo strascico delle mie azioni e della mia voce. e ovviamente della mia famiglia che sta crescendo.
quest'estate momo ha giocato con l'acqua e il legno, terra e sabbia. quasi nient'altro. colgo proprio questa essenzialità che a me manca(va). la vorrei cercare, trovare, iniziando a sgomberare il mio spazio vitale.
e quindi inizio a mettere su liste (che mi piace tanto) di cose da fare al rientro: devo ancora cambiare i bastoni delle tende. ovviamente son lì, in un angolo, comprate da mesi e mai montate.
poi sto fortemente desiderando una cantina dove riporre tutto ciò che non ci serve quotidianamente e che invece abbiamo sempre tra i piedi. e quindi svuotare, svuotare, in particolare, il salone, la camera da letto e la cameretta di momo che deve accogliere anche il piccoletto a breve. e anche il corridoio: insomma, tutta la casa.
voglio anche fare un bel repulisti del mio guardaroba, ma forse aspetterò di partorire e capire che forma prenderà la mia vita (in tutti i sensi).
e anche la cucina la vorrei rendere più efficiente: meno roba tra le scatole e più piani di lavoro a disposizioni.
poi ovviamente ci sono i lavori a lungo termine, cose che prima della nascita di brufolo non sarà possibile compiere: un soppalco in camera da letto, tinteggiare tutta la casa, spostare la mia postazione di lavoro fuori casa.
ecco, pensieri sparsi, ma ho la necessità di sentire che sono cose concrete, che farò davvero.
voglio proprio mollare la zavorra, non ne posso più di sentirmi schiava delle cose, invischiata nella rete che le cose intorno tramano, facendoci inciampare, distrarre, urtare. voglio stare. ascoltare il silenzio, scegliere poche cose, ma che mi ispirino.
voglio poter mettere un cd senza dover cercare tra mille custodie. voglio avere sul comodino il libro che sto leggendo, gli altri via, per le strade, su comodini di altri, su scaffali pubblici. altrove, non nel mio spazio vitale creativo e riflessivo. voglio decidere di fare un ciambellone e non dover prima spostare i barattoli della pasta, staccare la presa del micronde per attaccare quella delle fruste... insomma voglio che i gesti quotidiani, quelli che in questo momento ritengo importanti, essenziali, di fondamentale benessere, siano semplici.
ecco, credo che dopo questo post il MaritoZen sarà contento di avermi sposato. e non è poco, soprattutto perché non sono solo parole: saranno azioni, le documenterò!
poi non so com'è che quando sono incinta mi ritrovo sempre lontana da casa. l'altra volta tutta la gravidanza a ny, questa tre mesi in trasferta estiva... deve esserci qualcosa sotto...
comunque ho voglia di... niente.
voglio svuotare la casa, credo che lo farò quando rientreremo a settembre. nel frattempo mi lascio ispirare da foto di case semi vuote. anche qui deve esserci qualcosa sotto.
la confusione mi destabilizza. ho bisogno di pace, silenzio e un po' di vuoti.
io ho sempre avuto il casino intorno. il MaritoZen, con note più o meno polemiche, me l'ha sempre fatto notare: tendo a contornarmi di cose, a riempire tutti gli spazi, gli angoli, come se temessi di sentire l'eco dei miei passi.
ma forse sto cambiando, maturando. e non ho più paura di sentirmi. di sentire lo strascico delle mie azioni e della mia voce. e ovviamente della mia famiglia che sta crescendo.
quest'estate momo ha giocato con l'acqua e il legno, terra e sabbia. quasi nient'altro. colgo proprio questa essenzialità che a me manca(va). la vorrei cercare, trovare, iniziando a sgomberare il mio spazio vitale.
e quindi inizio a mettere su liste (che mi piace tanto) di cose da fare al rientro: devo ancora cambiare i bastoni delle tende. ovviamente son lì, in un angolo, comprate da mesi e mai montate.
poi sto fortemente desiderando una cantina dove riporre tutto ciò che non ci serve quotidianamente e che invece abbiamo sempre tra i piedi. e quindi svuotare, svuotare, in particolare, il salone, la camera da letto e la cameretta di momo che deve accogliere anche il piccoletto a breve. e anche il corridoio: insomma, tutta la casa.
voglio anche fare un bel repulisti del mio guardaroba, ma forse aspetterò di partorire e capire che forma prenderà la mia vita (in tutti i sensi).
e anche la cucina la vorrei rendere più efficiente: meno roba tra le scatole e più piani di lavoro a disposizioni.
poi ovviamente ci sono i lavori a lungo termine, cose che prima della nascita di brufolo non sarà possibile compiere: un soppalco in camera da letto, tinteggiare tutta la casa, spostare la mia postazione di lavoro fuori casa.
ecco, pensieri sparsi, ma ho la necessità di sentire che sono cose concrete, che farò davvero.
voglio proprio mollare la zavorra, non ne posso più di sentirmi schiava delle cose, invischiata nella rete che le cose intorno tramano, facendoci inciampare, distrarre, urtare. voglio stare. ascoltare il silenzio, scegliere poche cose, ma che mi ispirino.
voglio poter mettere un cd senza dover cercare tra mille custodie. voglio avere sul comodino il libro che sto leggendo, gli altri via, per le strade, su comodini di altri, su scaffali pubblici. altrove, non nel mio spazio vitale creativo e riflessivo. voglio decidere di fare un ciambellone e non dover prima spostare i barattoli della pasta, staccare la presa del micronde per attaccare quella delle fruste... insomma voglio che i gesti quotidiani, quelli che in questo momento ritengo importanti, essenziali, di fondamentale benessere, siano semplici.
ecco, credo che dopo questo post il MaritoZen sarà contento di avermi sposato. e non è poco, soprattutto perché non sono solo parole: saranno azioni, le documenterò!
sabato 20 agosto 2011
Parliamo di... pannolini!!! -- 4, ultimo capitolo?
allora, ecco la situazione: che usiamo i lavabili lo sapete, no?
da maggio, dopo un mese intenso di nausee per la gravidanza appena cominciata e continui conati di vomito ogni volta che aprivo il portapannolini che avevamo in bagno, ho deciso -- saggiamente e non senza un enorme sospiro di sollievo del MaritoZen -- di ritirare la montagna di cotone biologico che transitava sul fasciatoio di momo e, a malincuore, iniziare a comprare gli u&g.
da quel momento momo ha iniziato ad essere insofferente al pannolino (probabilmente anche a causa del caldo incombente e del suo trionfale ingresso nei terrible twos). spesso rimettergli il pannolino dopo il cambio era diventata una lotta all'ultimo sangue. inizialmente un gioco a rincorrerlo e braccarlo, poi andava per le lunghe e in genere mi innervosivo talmente che finiva in urla e minacce (sì, il volto malefico di mammacaia).
parallelamente da praticamente la nascita giaceva nel nostro bagno un vasino a forma di orsacchiotto, rosso e simpatico. NonnaPapera l'aveva comprato e ce l'aveva piazzato in casa per simpatia e così capitava spesso negli ultimi mesi che quando momo partecipava alle mie soste in bagno si sedesse anche lui e ci facesse la pipì.
non avevo in programma di affrontare il problema e infatti così è andata: quando capitava, mi veniva in mente, o ne aveva voglia lui, si sedeva sul vasino e faceva la pipì, diversamente pannolino e via.
ultima premessa: vista la mia incintaggine appena iniziata l'estate ho pensato: certo, se riuscissi a togliere il pannolino a momo quest'estate... passare l'inverno con due produttori di pannolini (e volendo reinserire l'uso dei lavabili alla nascita di brufolo) la vedo dura e poi momo ha due anni... potrebbe essere pronto. il fatto era che dovendo lavorare e non potendo contare neanche su una settimana consecutiva in cui potermi dedicare da vicino a questa cosa, non mi andava di delegare a una nonna o totalmente al MaritoZen tutte le incombenze che immaginavo legate al cambiamento.
non avevo fatto i conti con la determinazione di momo.
esattamente come ha fatto per il passaggio nel suo lettino e nella sua cameretta e come ha fatto per l'abbandono della nenna, momo decide e fa.
e non ammette repliche.
il giorno di ferragosto le mie urla e minacce non sono servite a niente, piuttosto se lo sarebbe strappato a morsi quel pannolino. non lo voleva.
e così ho pensato che fossero segni piuttosto evidenti del fatto che dovevamo archiviare i pannolini. e così è stato.
di botto.
senza sfumature.
senza compromessi.
da lunedì momo non porta il pannolino, né di giorno né di notte.
il primo giorno è stato perfetto: ogni tanto gli ho proposto di andare sul vasino e ha accettato di buon grado, facendola lì dentro. ha fatto addirittura la cacca. ha fatto sia il riposino pomeridiano di tre ore senza bagnare il letto e la sua notatta filata senza bagnare il letto e soprattutto senza svegliarsi per andare a farla.
il secondo giorno pure: perfetto. giorno e notte.
il terzo giorno, mercoledì, ero sull'orlo di una crisi di nervi. la sera prima eravamo andati a casa di amici e lui era rimasto sveglio fino a tardi, col risultato che aveva dormito solo sette ore durante la notte e quindi la giornata successiva è stata un cocktail disastroso di capricci, pantaloni e mutandine bagnate, sceneggiate melodramamtiche come solo lui sa fare e mia totale incapacità di trovare un modo di riacchiappare la giornata, con il risultato che siamo arrivati arrancando fino a sera e io volevo solo spegnere la luce, mettergli un pannolino -- che mi sembrava l'ennesima gatta da pelare che mi ero andata a cercare -- e anche un tappo in bocca (ok, adesso torno in modalità mamma come si deve).
detto questo dopo la nottata di riposo (senza incidenti bagnati) siamo tornati alla normale routine, capricci moderati, testardaggini, ma anche allegria. la notte dopo si è svegliato una volta perché doveva fare la pipì, ma ne aveva anche fatta un pochino nel letto.
ieri è andata bene, tranne un piccolo incidente al parco.
insomma, il bilancio è più che positivo, quasi preferisco gestire questi piccoli (e anche rari, devo ammetterlo) incidenti, che cambiare pannolini con tutto quel casino per poterglieli rimettere. le mutandine invece se le rimette da solo, oppure resta un po' nudo che dice che sta più fresco. io nudo ahhahah io nudo (tormentone estate 2011) e scappa.
cose che ho osservato e considerazioni:
ora una richiesta di consiglio per chi ci è già passato: come vi siete organizzate per le uscite?
per ora ho cercato di proposito di limitarle a ambienti domestici, ma se per esempio affronteremo il viaggio in auto per roma (circa sette ore) come faccio? gli porto il vasino in macchina? igienizzo il ganibetto dell'autogrill e ci poggio sopra il riduttore (lo devo ancora comprare, veramente, è successo tutto troppo in fretta)? non ho ancora capito se esiste una dimanica o una posizione per far fare pipì ai maschietti... momo non vuole farla accovacciato e anche se lo prendo in braccio niente.
boh...
da maggio, dopo un mese intenso di nausee per la gravidanza appena cominciata e continui conati di vomito ogni volta che aprivo il portapannolini che avevamo in bagno, ho deciso -- saggiamente e non senza un enorme sospiro di sollievo del MaritoZen -- di ritirare la montagna di cotone biologico che transitava sul fasciatoio di momo e, a malincuore, iniziare a comprare gli u&g.
da quel momento momo ha iniziato ad essere insofferente al pannolino (probabilmente anche a causa del caldo incombente e del suo trionfale ingresso nei terrible twos). spesso rimettergli il pannolino dopo il cambio era diventata una lotta all'ultimo sangue. inizialmente un gioco a rincorrerlo e braccarlo, poi andava per le lunghe e in genere mi innervosivo talmente che finiva in urla e minacce (sì, il volto malefico di mammacaia).
parallelamente da praticamente la nascita giaceva nel nostro bagno un vasino a forma di orsacchiotto, rosso e simpatico. NonnaPapera l'aveva comprato e ce l'aveva piazzato in casa per simpatia e così capitava spesso negli ultimi mesi che quando momo partecipava alle mie soste in bagno si sedesse anche lui e ci facesse la pipì.
non avevo in programma di affrontare il problema e infatti così è andata: quando capitava, mi veniva in mente, o ne aveva voglia lui, si sedeva sul vasino e faceva la pipì, diversamente pannolino e via.
ultima premessa: vista la mia incintaggine appena iniziata l'estate ho pensato: certo, se riuscissi a togliere il pannolino a momo quest'estate... passare l'inverno con due produttori di pannolini (e volendo reinserire l'uso dei lavabili alla nascita di brufolo) la vedo dura e poi momo ha due anni... potrebbe essere pronto. il fatto era che dovendo lavorare e non potendo contare neanche su una settimana consecutiva in cui potermi dedicare da vicino a questa cosa, non mi andava di delegare a una nonna o totalmente al MaritoZen tutte le incombenze che immaginavo legate al cambiamento.
non avevo fatto i conti con la determinazione di momo.
esattamente come ha fatto per il passaggio nel suo lettino e nella sua cameretta e come ha fatto per l'abbandono della nenna, momo decide e fa.
e non ammette repliche.
il giorno di ferragosto le mie urla e minacce non sono servite a niente, piuttosto se lo sarebbe strappato a morsi quel pannolino. non lo voleva.
e così ho pensato che fossero segni piuttosto evidenti del fatto che dovevamo archiviare i pannolini. e così è stato.
di botto.
senza sfumature.
senza compromessi.
da lunedì momo non porta il pannolino, né di giorno né di notte.
il primo giorno è stato perfetto: ogni tanto gli ho proposto di andare sul vasino e ha accettato di buon grado, facendola lì dentro. ha fatto addirittura la cacca. ha fatto sia il riposino pomeridiano di tre ore senza bagnare il letto e la sua notatta filata senza bagnare il letto e soprattutto senza svegliarsi per andare a farla.
il secondo giorno pure: perfetto. giorno e notte.
il terzo giorno, mercoledì, ero sull'orlo di una crisi di nervi. la sera prima eravamo andati a casa di amici e lui era rimasto sveglio fino a tardi, col risultato che aveva dormito solo sette ore durante la notte e quindi la giornata successiva è stata un cocktail disastroso di capricci, pantaloni e mutandine bagnate, sceneggiate melodramamtiche come solo lui sa fare e mia totale incapacità di trovare un modo di riacchiappare la giornata, con il risultato che siamo arrivati arrancando fino a sera e io volevo solo spegnere la luce, mettergli un pannolino -- che mi sembrava l'ennesima gatta da pelare che mi ero andata a cercare -- e anche un tappo in bocca (ok, adesso torno in modalità mamma come si deve).
detto questo dopo la nottata di riposo (senza incidenti bagnati) siamo tornati alla normale routine, capricci moderati, testardaggini, ma anche allegria. la notte dopo si è svegliato una volta perché doveva fare la pipì, ma ne aveva anche fatta un pochino nel letto.
ieri è andata bene, tranne un piccolo incidente al parco.
insomma, il bilancio è più che positivo, quasi preferisco gestire questi piccoli (e anche rari, devo ammetterlo) incidenti, che cambiare pannolini con tutto quel casino per poterglieli rimettere. le mutandine invece se le rimette da solo, oppure resta un po' nudo che dice che sta più fresco. io nudo ahhahah io nudo (tormentone estate 2011) e scappa.
cose che ho osservato e considerazioni:
- quando capita che si bagni, si trattiene comunque. è quindi meglio portarlo lo stesso a sedersi sul vasino.
- con la cacca ha ancora problemini, nel senso che quando sente lo stimolo lo dice, ma, finché si siede, gli passa.
- si annoia a star troppo tempo seduto, quindi o gli si trova una distrazione oppure si alza appena vede che non esce niente.
- per questo passo non ho letto niente. davvero, per la prima volta da quando sono mamma, non mi sono informata. ho fatto tutto come veniva, e a essere sincera, a livello emotivo è andata meglio.
- momo riesce sempre a stupirmi. quando penso a qualcosa che potrebbe rappresentare un problema, me lo risolve prima ancora di esserci dentro. ma è vero anche il contrario, non mi invidiate (quando penso che una cosa vada liscia mi si rovescia contro in tutta la sua irrazionale e melodrammatica amplificazione)!
- è diventato un ometto, ma di questo parlerò in separata sede più approfonditamente.
ora una richiesta di consiglio per chi ci è già passato: come vi siete organizzate per le uscite?
per ora ho cercato di proposito di limitarle a ambienti domestici, ma se per esempio affronteremo il viaggio in auto per roma (circa sette ore) come faccio? gli porto il vasino in macchina? igienizzo il ganibetto dell'autogrill e ci poggio sopra il riduttore (lo devo ancora comprare, veramente, è successo tutto troppo in fretta)? non ho ancora capito se esiste una dimanica o una posizione per far fare pipì ai maschietti... momo non vuole farla accovacciato e anche se lo prendo in braccio niente.
boh...
lunedì 15 agosto 2011
quanto costa la felicità?
oggi è ferragosto, il MaritoZen è partito per tornare a roma a lavoro. noi siamo rimasti coi nonni in puglia.
momo dorme e io penso.
che quest'estate non ho fatto neanche un giorno di vacanza. e non ne farò. anche quando non sono riuscita a lavorare, non ero in vacanza né concretamente, e neanche -- tanto meno -- con la testa.
la notte soffro d'insonnia, com'è stato durante la gravidanza di momo. mi sveglio quasi tutte le notti verso le tre o le quattro e non riesco a riaddormentarmi.
se guardo la mia vita non potrei vederla più bella e ricca, eppure mi mancano tante cose.
mi manca di prendermi una serata per recuperare il fiato e fare una maratona di cinema datato e magari francese. mi manca un bicchiere di vino e tolstoj, o meglio proust.
mi manca la possibilità concreta di avere la casa che vorrei. tutta bianca e un po' pop. non ho neanche la possibilità concreta di mettere in ordine quella che ho una volta tornata a settembre, perché non avrò tempo.
mi manca di dire tengo duro perché poi finalmente andrò in ferie. perché le mie ferie partiranno quando nascerà brufolo, e ho come la sensazione che non significherà certo tirare il fiato per me.
mi manca di tornare a settembre abbronzata, e invece il mare ce l'ho a due passi, ma non riesco ad andarci.
mi manca il tempo libero del nulla, della contemplazione, di un tramonto, di una fotografia.
eppure non lo dico per lamentarmi, perché io voglio questa vita. adoro la mia famiglia, sono felice del mio lavoro. sono solo un tantino stanca, ecco.
e a volte mi sembra che non me l'avevano detto che costasse così tanta fatica la felicità.
che appena ho ricominciato a dormire decentemente perché momo ha fatto la pace con la notte, brufolo ha iniziato a fare le capriole tra le tre e le sei del mattino.
che appena ho firmato il contratto che mi ha fatto brindare a me stessa, mi sono ritrovata abitata da un pop corn e non più sola, a dover lottare contro il tempo per poter chiudere il lavoro prima che sia troppo tardi.
che appena mi sono resa conto che potevo rimettere i tacchi, che tanto momo lo prendo in braccio di meno e ogni tanto riesco a uscire da sola, ho dovuto ritirare fuori il premaman.
sono certa che con brufolo sarà tutto diverso, che affronterò problemi diversi, che mi scontrerò con una me diversa, ma so anche che penserò meno, e per me sarà una salvezza. e so che i primi mesi saranno totali, com'è giusto che sia. e io non potrò oppormi. e non potrò riposarmi.
penso all'estate prossima e ancora non intravedo la vacanza.
ogni tanto mi fermo e faccio liste che a me aiutano a mettere le cose in ordine e mi accorgo che non ho nulla di cui lamentarmi.
io son fatta così.
un po' inquieta che senza far niente non saprei stare, ma poi un po' bambina che quando ho sonno mi viene da piangere.
momo dorme e io penso.
che quest'estate non ho fatto neanche un giorno di vacanza. e non ne farò. anche quando non sono riuscita a lavorare, non ero in vacanza né concretamente, e neanche -- tanto meno -- con la testa.
la notte soffro d'insonnia, com'è stato durante la gravidanza di momo. mi sveglio quasi tutte le notti verso le tre o le quattro e non riesco a riaddormentarmi.
se guardo la mia vita non potrei vederla più bella e ricca, eppure mi mancano tante cose.
mi manca di prendermi una serata per recuperare il fiato e fare una maratona di cinema datato e magari francese. mi manca un bicchiere di vino e tolstoj, o meglio proust.
mi manca la possibilità concreta di avere la casa che vorrei. tutta bianca e un po' pop. non ho neanche la possibilità concreta di mettere in ordine quella che ho una volta tornata a settembre, perché non avrò tempo.
mi manca di dire tengo duro perché poi finalmente andrò in ferie. perché le mie ferie partiranno quando nascerà brufolo, e ho come la sensazione che non significherà certo tirare il fiato per me.
mi manca di tornare a settembre abbronzata, e invece il mare ce l'ho a due passi, ma non riesco ad andarci.
mi manca il tempo libero del nulla, della contemplazione, di un tramonto, di una fotografia.
eppure non lo dico per lamentarmi, perché io voglio questa vita. adoro la mia famiglia, sono felice del mio lavoro. sono solo un tantino stanca, ecco.
e a volte mi sembra che non me l'avevano detto che costasse così tanta fatica la felicità.
che appena ho ricominciato a dormire decentemente perché momo ha fatto la pace con la notte, brufolo ha iniziato a fare le capriole tra le tre e le sei del mattino.
che appena ho firmato il contratto che mi ha fatto brindare a me stessa, mi sono ritrovata abitata da un pop corn e non più sola, a dover lottare contro il tempo per poter chiudere il lavoro prima che sia troppo tardi.
che appena mi sono resa conto che potevo rimettere i tacchi, che tanto momo lo prendo in braccio di meno e ogni tanto riesco a uscire da sola, ho dovuto ritirare fuori il premaman.
sono certa che con brufolo sarà tutto diverso, che affronterò problemi diversi, che mi scontrerò con una me diversa, ma so anche che penserò meno, e per me sarà una salvezza. e so che i primi mesi saranno totali, com'è giusto che sia. e io non potrò oppormi. e non potrò riposarmi.
penso all'estate prossima e ancora non intravedo la vacanza.
ogni tanto mi fermo e faccio liste che a me aiutano a mettere le cose in ordine e mi accorgo che non ho nulla di cui lamentarmi.
io son fatta così.
un po' inquieta che senza far niente non saprei stare, ma poi un po' bambina che quando ho sonno mi viene da piangere.
venerdì 12 agosto 2011
scatti dalla campagna
siamo di nuovo in puglia, dopo due settimane dagli altri nonni in campagna.
le giornate lì sono state lente, tanta natura, tanto verde.
momo ha trovato la sua dimensione, fatta di giochi con quello che trovava, che raccoglieva semplicemente.
ha avuto tanti momenti di calma, cosa a cui non siamo abituati.
lui che è in perenne movimento e agitazione, si fermava. per mangiare, per osservare, per stupirsi.
si è sporcato tanto, ha giocato con legno, acqua, terra, ha corso, ha mangiato direttamente dagli alberi. non ha mai messo le scarpe.
ogni cosa era un'avventura per lui
e poi ha avuto modo di stare un po' con le sue cuginette, amori folli e disperati conflitti, ma tanta tanta allegria e tenerezza.
io e il mio pancino in crescita abbiamo trovato spazio creativo. tanto lavoro quest'estate, ma bello.
buon ferragosto a tutti
presto aggiorno con qualche scatto dal mare
lunedì 18 luglio 2011
20 settimane
ehy brufolotto di mamma
ma lo sai che abbiamo finito 20 settimane?
il tempo sta volando, siamo a metà strada.
mi chiedo dove sia stata io finora. mi sembra di aver scoperto questa panciotta tonda tonda solo ieri, di aver perso tanto tempo e invece, va be'... non è perduto niente.
la settimana prossima andiamo a vederti in ecografia, sono emozionata, a volte un po' in apprensione ma poi respiro e non ci penso.
mi dispiace non avere tante foto della tua pancia, questa l'ho scattata con una mossa da acrobata ieri mentre eravamo seduti al bar del lido. non era prevista la mano del tuo papà, ma è arrivato prontamente con l'anguria e come dirgli di no?
stai tranquillo lì dentro, non ti far prendere dalla fregola di tuo fratello, ok?
un bacio
ma lo sai che abbiamo finito 20 settimane?
il tempo sta volando, siamo a metà strada.
mi chiedo dove sia stata io finora. mi sembra di aver scoperto questa panciotta tonda tonda solo ieri, di aver perso tanto tempo e invece, va be'... non è perduto niente.
la settimana prossima andiamo a vederti in ecografia, sono emozionata, a volte un po' in apprensione ma poi respiro e non ci penso.
mi dispiace non avere tante foto della tua pancia, questa l'ho scattata con una mossa da acrobata ieri mentre eravamo seduti al bar del lido. non era prevista la mano del tuo papà, ma è arrivato prontamente con l'anguria e come dirgli di no?
stai tranquillo lì dentro, non ti far prendere dalla fregola di tuo fratello, ok?
un bacio
venerdì 15 luglio 2011
brufolo chiama momo. momo risponde
come ogni sera, l'addormentamento prevede la tappa mamma sentire bimbo dentro, po' ffavore!
momo si adagia con la sua guanciotta sulla pancia nuda e chiude gli occhi sorridendo. e per la prima volta brufolo qualcosa gliela dice davvero: un bel colpo secco che fa sobbalzare momo, strabuzzante e incredulo.
io volevo piangere e invece ho sorriso e gli ho chiesto, che ti ha detto?
mamma! bimbo spinge
io, spontaneamente: senti digli di non spingere, invece, che è troppo piccolo! gli tocca stare un altro pochino dentro.
e momo con le manine a imbuto sull'ombelico, bimbo dentro! piccolo! e si rimette in ascolto.
si rialza, soddisfatto, e si mette nell'incavo della mia ascella. no più.
meglio così.
'nanotte, mamma.
buonanotte amori miei. ahh.
momo si adagia con la sua guanciotta sulla pancia nuda e chiude gli occhi sorridendo. e per la prima volta brufolo qualcosa gliela dice davvero: un bel colpo secco che fa sobbalzare momo, strabuzzante e incredulo.
io volevo piangere e invece ho sorriso e gli ho chiesto, che ti ha detto?
mamma! bimbo spinge
io, spontaneamente: senti digli di non spingere, invece, che è troppo piccolo! gli tocca stare un altro pochino dentro.
e momo con le manine a imbuto sull'ombelico, bimbo dentro! piccolo! e si rimette in ascolto.
si rialza, soddisfatto, e si mette nell'incavo della mia ascella. no più.
meglio così.
'nanotte, mamma.
buonanotte amori miei. ahh.
martedì 12 luglio 2011
momo che diventa fratello
prepararlo o no?
dirlo o non dirlo?
fare discorsi o lasciare al caso?
sottolineare o eludere?
comincio a pensarci a come momo la prenderà.
non so se ne avevo scritto, ma a me nella scelta di avere un secondo figlio non ha mai pesato l'idea di sottrarre qualcosa a momo (tempo, attenzioni, o, peggio, amore), non che non ritenga i dubbi legittimi, ma a me non sono proprio passati per l'anticamera del cervello. però quando abbiamo dato la lieta novella le prime frasi sono state sul contrito andante e recitavano più o meno così: e adesso? momo?
be', adesso momo diventerà fratello maggiore. che tragedia è?
io sono sorella maggiore ed ero grandicella all'arrivo della mia sorellina, adorabile sorellina. e non è stata indolore. me lo ricordo che a volte proprio soffrivo del vederla sempre al centro dell'attenzione: lei così carina, soprannominata da tutti riccioli d'oro per quanto assomigliasse alla bambina prodigio sia fisicamente quanto a verve e simpatia. ma erano momenti. c'erano anche i momenti in cui lei pensava io fossi la prediletta e detestava qualsiasi cosa da me passasse a lei, dall'abbigliamento ai libri, ai giocattoli. e ovviamente c'erano anche i momenti in cui cercavamo di giocare (nonostante i cinque anni di distanza), ci alleavamo, ci divertivamo. e adesso è una ricchezza nella mia vita. è parte della mia famiglia, non mi vedrei io, senza.
insomma, per dire, che tutto quello che momo vivrà, anche quello che lo farà soffrire è fisiologico e lo aiuterà a crescere. io non posso e non voglio evitarglielo, posso solo sostenerlo, contenerlo, continuare ad amarlo. e questo mi viene spontaneo. gliene parlo, se lui chiede, altrimenti aspetto che arrivi il momento, che lui abbia curiosità, che lui mi chieda un aiuto, eventualmente. ormai ne è capace.
comunque mi capita di pensarci a cosa accadrà ai nostri (precari) equilibri. cerco di figurarmelo, a volte.
poi però arrivano sempre quei momenti, in cui avvengono epifanie che hanno il gusto della vita, delle cose davvero importanti, con quella sensazione di essere sulla strada giusta e che fanno sorvolare su tutte le strutture razionali.
tipo l'altra sera, quando io e momo siamo andati nel lettone per dormire e mi ha detto:
mamma, bimbo dentro
gli hai dato la buonanotte?, gli ho chiesto
'nanotte bimbo, e si è messo con la guancia sulla mia pancia che aveva provveduto a denudare.
dopo poco si mette seduto sorridente e soddisfatto.
ti ha risposto?
sì
e che ti ha detto?
cik cik frrr, e se la rideva, come fosse un segreto da custodire.
be' sicuramente non sarà facile, magari se le daranno pure e si odieranno a momenti, ma di fondo momo ha il cuore puro, come tutti i bambini.
io ho solo il compito di non lasciare che il mondo glielo insozzi.
dirlo o non dirlo?
fare discorsi o lasciare al caso?
sottolineare o eludere?
comincio a pensarci a come momo la prenderà.
non so se ne avevo scritto, ma a me nella scelta di avere un secondo figlio non ha mai pesato l'idea di sottrarre qualcosa a momo (tempo, attenzioni, o, peggio, amore), non che non ritenga i dubbi legittimi, ma a me non sono proprio passati per l'anticamera del cervello. però quando abbiamo dato la lieta novella le prime frasi sono state sul contrito andante e recitavano più o meno così: e adesso? momo?
be', adesso momo diventerà fratello maggiore. che tragedia è?
io sono sorella maggiore ed ero grandicella all'arrivo della mia sorellina, adorabile sorellina. e non è stata indolore. me lo ricordo che a volte proprio soffrivo del vederla sempre al centro dell'attenzione: lei così carina, soprannominata da tutti riccioli d'oro per quanto assomigliasse alla bambina prodigio sia fisicamente quanto a verve e simpatia. ma erano momenti. c'erano anche i momenti in cui lei pensava io fossi la prediletta e detestava qualsiasi cosa da me passasse a lei, dall'abbigliamento ai libri, ai giocattoli. e ovviamente c'erano anche i momenti in cui cercavamo di giocare (nonostante i cinque anni di distanza), ci alleavamo, ci divertivamo. e adesso è una ricchezza nella mia vita. è parte della mia famiglia, non mi vedrei io, senza.
insomma, per dire, che tutto quello che momo vivrà, anche quello che lo farà soffrire è fisiologico e lo aiuterà a crescere. io non posso e non voglio evitarglielo, posso solo sostenerlo, contenerlo, continuare ad amarlo. e questo mi viene spontaneo. gliene parlo, se lui chiede, altrimenti aspetto che arrivi il momento, che lui abbia curiosità, che lui mi chieda un aiuto, eventualmente. ormai ne è capace.
comunque mi capita di pensarci a cosa accadrà ai nostri (precari) equilibri. cerco di figurarmelo, a volte.
poi però arrivano sempre quei momenti, in cui avvengono epifanie che hanno il gusto della vita, delle cose davvero importanti, con quella sensazione di essere sulla strada giusta e che fanno sorvolare su tutte le strutture razionali.
tipo l'altra sera, quando io e momo siamo andati nel lettone per dormire e mi ha detto:
mamma, bimbo dentro
gli hai dato la buonanotte?, gli ho chiesto
'nanotte bimbo, e si è messo con la guancia sulla mia pancia che aveva provveduto a denudare.
dopo poco si mette seduto sorridente e soddisfatto.
ti ha risposto?
sì
e che ti ha detto?
cik cik frrr, e se la rideva, come fosse un segreto da custodire.
be' sicuramente non sarà facile, magari se le daranno pure e si odieranno a momenti, ma di fondo momo ha il cuore puro, come tutti i bambini.
io ho solo il compito di non lasciare che il mondo glielo insozzi.
Nomi di persona
no, no, non si tratta del nome del nascituro, ma di una delle ultime dall'universo momesco.
in questo periodo inventa i nomi. non solo a tutti i pupazzi, alle bambole e agli animali di pezza e peluches, ma anche alle persone.
io: come si chiama il cagnolino?
momo: dudù
i: e io? come mi chiamo? come si chiama la mamma?
m: doda
i: e tu? come ti chiami?
m: pimki
i: e papà come si chiama?
m: tonto
...
in questo periodo inventa i nomi. non solo a tutti i pupazzi, alle bambole e agli animali di pezza e peluches, ma anche alle persone.
io: come si chiama il cagnolino?
momo: dudù
i: e io? come mi chiamo? come si chiama la mamma?
m: doda
i: e tu? come ti chiami?
m: pimki
i: e papà come si chiama?
m: tonto
...
lunedì 4 luglio 2011
la nostra giornata tipo
momo si sveglia un po' piu' tardi da quando siamo qui, adeguandosi a questo slittamento meridionale verso le ore piccole.
poco male, io son già pronta quando si sveglia verso le 7,30 per tenergli compagnia mentre fa colazione, aiutarlo a lavarsi e vestirsi e caricarlo al mare per non perderci le prime ore di sole della giornata, quelle che preferisco.
il mare è più pulito e l'aria tersa. poca gente e nessuno schiamazzo (tranne i miei ;) ).
a volte andiamo soli soletti, noi due e un pezzetto, altre ci accompagna NonnoLupoDiMare.
poi a metà mattina arrivano a darmi il cambio NonnaPapera e, se non c'era già, NonnoLupoDiMare.
così io torno a casa a lavorare.
momo nel frattempo gioca coi nonni, poi pranza lì e fa il suo riposino sotto un albero.
a metà pomeriggio tornano e quando finisco il mio daffare, usciamo per una passeggiata, per un parco giochi, un aperitivo, un po' si spesa.
al rientro cena e nanna :)
poco male, io son già pronta quando si sveglia verso le 7,30 per tenergli compagnia mentre fa colazione, aiutarlo a lavarsi e vestirsi e caricarlo al mare per non perderci le prime ore di sole della giornata, quelle che preferisco.
il mare è più pulito e l'aria tersa. poca gente e nessuno schiamazzo (tranne i miei ;) ).
a volte andiamo soli soletti, noi due e un pezzetto, altre ci accompagna NonnoLupoDiMare.
poi a metà mattina arrivano a darmi il cambio NonnaPapera e, se non c'era già, NonnoLupoDiMare.
così io torno a casa a lavorare.
momo nel frattempo gioca coi nonni, poi pranza lì e fa il suo riposino sotto un albero.
a metà pomeriggio tornano e quando finisco il mio daffare, usciamo per una passeggiata, per un parco giochi, un aperitivo, un po' si spesa.
al rientro cena e nanna :)
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giovedì 30 giugno 2011
oggi parlo di me, me me. insomma io. (seconda parte)
sono inquieta
mi giro e mi rigiro da giorni nelle mie cose, ogni tanto mi sveglio di notte e resto a pensare, finché non fa giorno. e non è che stia a compiere profonde elucubrazioni sul senso della vita, a volte son cose così. a volte penso che vorrei il parquet in casa, altre che ogni tanto dovrei mettermi sulla bilancia per capire se sta succedendo qualcosa di irreparabile, ancora a volte penso che il giorno dopo sarà frenetico e proficuo, che riuscirò a scrivere il doppio di quanto mi sono prefissata (ah, sì, sto scrivendo, cose), che farò cose divertenti con momo e mi metterò finalmente lo smalto alle unghie dei piedi. a volte penso a quanto mi manca lui, tornato a roma, che io un matrimonio a distanza prolungata non lo reggerei, che quello di cui ho bisogno sopra di tutto, sopra il cibo, lo scrivere, le lumache e il mare, è il porto sicuro del suo abbraccio la sera. poi penso che è solo per questa estate, per degli obbiettivi importanti, per momo, per il brufolo, e allora che cazzo sto a perdere il sonno che già c'è carestia? son fatta così. poi penso che quando anche il brufolo sarà più grandino voglio ristrutturare la casa, fare dei soppalchi (che le scale sembrano non bastarmi, guarda un po' che ironia) e cambiare dei mobili e finalmente scartavetrare le sedie della cucina e colorarle, tutte diverse. poi penso che cambierei le tende della camera da letto e magari riuscirei anche a creare la mia stanza segreta, ce l'ho tutta in testa e ogni notte diventa più nitida e dettagliata. poi penso che tutto quello che sto facendo in questi mesi, scrivere, avere una famiglia meravigliosa che cresce d'amore, era il sogno della mia vita e lo sto vivendo e allora che cazzo sto a perdere il sonno che già c'è carestia? niente, a volte ho bisogno di ridirmelo, di vederlo da fuori e da tutte le angolazioni.
poi ci sono invece le volte che mi giro e aspetto che gli occhi diventino felini e mi facciano vedere chiaramente quel batuffolo finalmente quieto, che dorme accanto a me di traverso e ogni tanto sorride. e in genere quelle volte lo guardo, lo guardo, lo guardo e poi mi riaddormento.
tutto questo per dire che ho capito, oggi, leggendo il post di polly, che quello che mi manca è una moleskine. non so com'è successo che da mesi non l'abbia ricomprata. e che quel quaderno di ripiego, che mi trascino in borsa, è rimasto vuoto.
esco a fare due passi.
mi giro e mi rigiro da giorni nelle mie cose, ogni tanto mi sveglio di notte e resto a pensare, finché non fa giorno. e non è che stia a compiere profonde elucubrazioni sul senso della vita, a volte son cose così. a volte penso che vorrei il parquet in casa, altre che ogni tanto dovrei mettermi sulla bilancia per capire se sta succedendo qualcosa di irreparabile, ancora a volte penso che il giorno dopo sarà frenetico e proficuo, che riuscirò a scrivere il doppio di quanto mi sono prefissata (ah, sì, sto scrivendo, cose), che farò cose divertenti con momo e mi metterò finalmente lo smalto alle unghie dei piedi. a volte penso a quanto mi manca lui, tornato a roma, che io un matrimonio a distanza prolungata non lo reggerei, che quello di cui ho bisogno sopra di tutto, sopra il cibo, lo scrivere, le lumache e il mare, è il porto sicuro del suo abbraccio la sera. poi penso che è solo per questa estate, per degli obbiettivi importanti, per momo, per il brufolo, e allora che cazzo sto a perdere il sonno che già c'è carestia? son fatta così. poi penso che quando anche il brufolo sarà più grandino voglio ristrutturare la casa, fare dei soppalchi (che le scale sembrano non bastarmi, guarda un po' che ironia) e cambiare dei mobili e finalmente scartavetrare le sedie della cucina e colorarle, tutte diverse. poi penso che cambierei le tende della camera da letto e magari riuscirei anche a creare la mia stanza segreta, ce l'ho tutta in testa e ogni notte diventa più nitida e dettagliata. poi penso che tutto quello che sto facendo in questi mesi, scrivere, avere una famiglia meravigliosa che cresce d'amore, era il sogno della mia vita e lo sto vivendo e allora che cazzo sto a perdere il sonno che già c'è carestia? niente, a volte ho bisogno di ridirmelo, di vederlo da fuori e da tutte le angolazioni.
poi ci sono invece le volte che mi giro e aspetto che gli occhi diventino felini e mi facciano vedere chiaramente quel batuffolo finalmente quieto, che dorme accanto a me di traverso e ogni tanto sorride. e in genere quelle volte lo guardo, lo guardo, lo guardo e poi mi riaddormento.
tutto questo per dire che ho capito, oggi, leggendo il post di polly, che quello che mi manca è una moleskine. non so com'è successo che da mesi non l'abbia ricomprata. e che quel quaderno di ripiego, che mi trascino in borsa, è rimasto vuoto.
esco a fare due passi.
mercoledì 29 giugno 2011
4 mesi
ehy brufolo
che bollicina dicono che non puoi esserlo e per il nome credo dovrai aspettare un po' che qua c'è sempre qualcosa da fare.
sai che fai tutto in fretta, tu?
mi fai tenerezza che sembra voglia farti vedere subito per paura che non ci accorgiamo che ci sei.
sabato scorso mi hai dato una bella botta. era il compleanno di momo e io ho avuto un sussulto. mi sembrava troppo romantica questa coincidenza e non l'ho detto a nessuno. poi la sera dopo ho sentito altri battiti inequivocabili e allora ho chiamato il papo e ti ho fatto fare un po' di coccole, che te le meritavi tutte e si vede che sei già un tesoro. gliel'ho detto che avevi fatto gli auguri al tuo fratellone, e mi veniva proprio da piangere.
insomma brufolo, ti pare che non mi accorgo di te?
da fuori sembri già un meloncino e ti faccio scaldare al sole della mia terra, tuo fratello non l'ha avuto questo piacere. ti faccio un sacco di carezze spalmando la crema, indugio, indugio, che vorrei dirti tante cose in quei brevi momenti in cui mi dedico solo a te. ma poi non mi viene in mente niente, tranne di goderti queste nuotatine, che fra poco lo spazio sarà sempre più stretto e poi... e poi, piccolino, io mica lo so che fine faremo? ogni tanto penso che 'sta volta gli ormoni non mi fregheranno e son già preparata al fatto che le favole non esistono, e io sarò stanca, e ogni tanto penserò di non farcela, e che se non mi organizzo per tempo e trovo una soluzione per la casa, per momo, per farci aiutare, saremo nei guai, ma poi, guarda che mamma matta che ti sei scelto, mi rilasso e penso solo alla cesta che ho in serbo per te, che per momo non avevo fatto in tempo, e immagino l'inverno che ci terrà vicini vicini senza farci sudare, alle notti in quattro che tanto fa freddo, al Natale con te sotto l'albero e momo che scarterà pacchi anche per te, alle gioie che raddoppieranno e alla copertina di lana che è già pronta da quando stavo a new york e momo è nato in giugno. hai visto? c'eri già da prima, più ci penso e più ne sono convinta.
che bollicina dicono che non puoi esserlo e per il nome credo dovrai aspettare un po' che qua c'è sempre qualcosa da fare.
sai che fai tutto in fretta, tu?
mi fai tenerezza che sembra voglia farti vedere subito per paura che non ci accorgiamo che ci sei.
sabato scorso mi hai dato una bella botta. era il compleanno di momo e io ho avuto un sussulto. mi sembrava troppo romantica questa coincidenza e non l'ho detto a nessuno. poi la sera dopo ho sentito altri battiti inequivocabili e allora ho chiamato il papo e ti ho fatto fare un po' di coccole, che te le meritavi tutte e si vede che sei già un tesoro. gliel'ho detto che avevi fatto gli auguri al tuo fratellone, e mi veniva proprio da piangere.
insomma brufolo, ti pare che non mi accorgo di te?
da fuori sembri già un meloncino e ti faccio scaldare al sole della mia terra, tuo fratello non l'ha avuto questo piacere. ti faccio un sacco di carezze spalmando la crema, indugio, indugio, che vorrei dirti tante cose in quei brevi momenti in cui mi dedico solo a te. ma poi non mi viene in mente niente, tranne di goderti queste nuotatine, che fra poco lo spazio sarà sempre più stretto e poi... e poi, piccolino, io mica lo so che fine faremo? ogni tanto penso che 'sta volta gli ormoni non mi fregheranno e son già preparata al fatto che le favole non esistono, e io sarò stanca, e ogni tanto penserò di non farcela, e che se non mi organizzo per tempo e trovo una soluzione per la casa, per momo, per farci aiutare, saremo nei guai, ma poi, guarda che mamma matta che ti sei scelto, mi rilasso e penso solo alla cesta che ho in serbo per te, che per momo non avevo fatto in tempo, e immagino l'inverno che ci terrà vicini vicini senza farci sudare, alle notti in quattro che tanto fa freddo, al Natale con te sotto l'albero e momo che scarterà pacchi anche per te, alle gioie che raddoppieranno e alla copertina di lana che è già pronta da quando stavo a new york e momo è nato in giugno. hai visto? c'eri già da prima, più ci penso e più ne sono convinta.
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lunedì 27 giugno 2011
2 anni
mio piccolo momo
il giorno del tuo compleanno avevi una torta con la pimpa, regalo della ZiaPatty, e hai spento una candelina a forma di due. avevi una corona di cartoncino verde, hai cantato tanti auguri e l'hai detto proprio a tutti che era il tuo compleanno e facevi due anni, anche se con la mano facevi cinque.
mio piccolo momo
hai i capelli corti corti, pratici per il mare. parli di continuo, ormai componi frasi, metti in relazione le parole e coniughi i verbi alla prima persona singolare. e a volte anche alla seconda.
ti piace dire noi quando si dice di far qualcosa, vuoi sempre che ci siano tutti.
giochi a fare finta e impazzisci per il lupo e i sette capretti. chiedi sempre di fare un puzzle e quelli piccoli da due pezzi li fai da solo. quando ti ho chiesto di farti una foto mi hai detto ggioco! e non ti sei girato neanche per un istante compenetrato nei tuoi trasporti di cose.
hai ricevuto tanti regali e li hai apprezzati tutti: il tavolo dei lavori dove ti piace infilare i chiodi e battere col martello, i puzzle, le costruzioni di legno, il triciclo e la tenda da campeggio montata nel salone dei nonni, dove ti rifugi con i mille peluches della ziaPolly, hai indossato tutti i vestiti che ti hanno regalato, scegliendo gli abbinamenti, e hai portato subito in spiaggia secchielli e gonfiabili. quel giorno eri proprio euforico, ti sei lanciato sul buffet e sulla torta, e ogni tanto ricantavi tanti auguri.
il tuo compleanno coincide con l'inizio di questa estate dai nonni, al mare.
è un'estate particolarmente dolce, la tua ultima da figlio unico, e io vorrei fermarla ogni giorno per rivederti ancora inciampare nelle tue piccole crocs insabbiate e poi rialzarti e scrollarti i vestiti, senza fare una piega. vorrei vederti ancora dondolare la testa dorata, chiedendo un altro gelato poffavore pochino. vorrei vederti ancora concentrato a mangiare le ciliege scansando i noccioli, con le unghiette che scavano nella polpa vermiglia e ne restano tinte. vorrei vederti ancora stropicciarti gli occhi mentre dici sommesso ttanco mamma. vorrei vederti ancora mentre infili l'indice nel mio ombelico e dici ancora racconta perché vuoi sapere la storia di quando anche tu eri piccolo piccolo ed eri attaccato alla mamma con un filo magico che ti ha fatto diventare grande.
il giorno del tuo compleanno avevi una torta con la pimpa, regalo della ZiaPatty, e hai spento una candelina a forma di due. avevi una corona di cartoncino verde, hai cantato tanti auguri e l'hai detto proprio a tutti che era il tuo compleanno e facevi due anni, anche se con la mano facevi cinque.
mio piccolo momo
hai i capelli corti corti, pratici per il mare. parli di continuo, ormai componi frasi, metti in relazione le parole e coniughi i verbi alla prima persona singolare. e a volte anche alla seconda.
ti piace dire noi quando si dice di far qualcosa, vuoi sempre che ci siano tutti.
giochi a fare finta e impazzisci per il lupo e i sette capretti. chiedi sempre di fare un puzzle e quelli piccoli da due pezzi li fai da solo. quando ti ho chiesto di farti una foto mi hai detto ggioco! e non ti sei girato neanche per un istante compenetrato nei tuoi trasporti di cose.
hai ricevuto tanti regali e li hai apprezzati tutti: il tavolo dei lavori dove ti piace infilare i chiodi e battere col martello, i puzzle, le costruzioni di legno, il triciclo e la tenda da campeggio montata nel salone dei nonni, dove ti rifugi con i mille peluches della ziaPolly, hai indossato tutti i vestiti che ti hanno regalato, scegliendo gli abbinamenti, e hai portato subito in spiaggia secchielli e gonfiabili. quel giorno eri proprio euforico, ti sei lanciato sul buffet e sulla torta, e ogni tanto ricantavi tanti auguri.
il tuo compleanno coincide con l'inizio di questa estate dai nonni, al mare.
è un'estate particolarmente dolce, la tua ultima da figlio unico, e io vorrei fermarla ogni giorno per rivederti ancora inciampare nelle tue piccole crocs insabbiate e poi rialzarti e scrollarti i vestiti, senza fare una piega. vorrei vederti ancora dondolare la testa dorata, chiedendo un altro gelato poffavore pochino. vorrei vederti ancora concentrato a mangiare le ciliege scansando i noccioli, con le unghiette che scavano nella polpa vermiglia e ne restano tinte. vorrei vederti ancora stropicciarti gli occhi mentre dici sommesso ttanco mamma. vorrei vederti ancora mentre infili l'indice nel mio ombelico e dici ancora racconta perché vuoi sapere la storia di quando anche tu eri piccolo piccolo ed eri attaccato alla mamma con un filo magico che ti ha fatto diventare grande.
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lunedì 13 giugno 2011
varie ed eventuali da una gravidanza tra capo e collo
- sono entrata nella sedicesima settimana.
- durante la scorsa settima sono stata latitante, praticamente sconnessa. di nuovo incertezza, di nuovo spaventi, poi placati.
- ho fatto una ecografia straordinaria, fuori programma. il medico non voleva sbilanciarsi, era evidente, ma, allo stesso tempo, gli sembrava tutto così certo, da volersi lasciare andare. maschietto. la ridarella isterica che m'ha preso da ricordare.
- io veramente non lo so come farò con tutti 'sti maschi per casa.
- e poi, a chi regalerò tutte le mie borse e le mie scarpe?
- ieri momo si è addormentato sul divano con me e nel buio mi ha detto: 'nanotte bimbo, facendo una carezza alla pancia. e poi ha esaurito la vocina insonnolita ripetendo un nome che forse sarà il suo. io sono certa che momo sarà un fratello eccezionale.
- sto mangiando un panino con la spinacina. grazie al cielo non c'era maionese in frigo.
- le voglie mi dilaniano. voglio una cofana di lumache. l u m a c h e.
- mi manca new york. già.
- scrivo, scrivo, scrivo.
- quando mi metto il premaman sembro normale. quando mi vesto normale sembro molto incinta.
- ho una irrefrenabile voglia di fare shopping, ma desisto.
- fra una settimana partiamo per la puglia, e poi è anche il compleanno di momo.
- devo fare una valigia che dura un'estate. help.
- il compleanno di momo mi fa un effetto strano. ma tutto si risolve piangendo. santi ormoni cui tutto si scarica.
- voglio fare un viaggio, oppure sognarlo.
- vorrei fermare alcuni momenti, che non mi capitava da tempo, ma mi sembrano perfetti. sono gli ormoni?
- ieri noi, dita nelle dita, tre e un pezzetto, momo che dice: coppia. famiglia.
- ieri noi sull'erba, col capodoglio, l'orca e la balena.
- momo e i lupi, i capretti e i pippuzzani (i lillipuziani) che quando sono di qua e sento che si leggono le favole tra loro, penso che la vita è bella. basta così poco. eppure è così tanto.
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mercoledì 1 giugno 2011
oggi parlo di me, me me. insomma io.
a che punto sono?
stamattina ho letto una splendida poesia sul blog di un'amica. la conoscevo, ma faceva parte davvero del mio passato. uno di quei periodi molto solitari, di scrittura solitaria, di pensieri solitari, di voli solitari. di mare in solitaria.
quei periodi che per me hanno rappresentato un succoso nutrimento di sfumature. quando il tempo non lo devi dividere, ma si dilata tra buio e luce senza fretta. si trovano sempre le parole giuste per ogni sospiro e il momento giusto per ogni passo.
poi si sceglie attimo per attimo senza pianificare. è il tempo, metereologico del sentire, a scandire gli eventi.
tutto questo non c'è più.
c'è il buio a cui rubare luce, e le fette di tempo da dividere meticolosamente per avere l'illusione che tutto abbia uno spazio.
io ho nostalgia della mia solitudine. a volte penso alle mie poesie, a tutto quell'arrovellarsi di effimeri profili che non si voltano mai. mai si sono voltati.
ho nostalgia del mio essere me, barca che molla gli ormeggi e parte, poi torna, ma naviga, naviga, va per mare, segue e sfida i venti, e riporta sul suo diario di bordo salsedine, pelle bruciata e rotte.
poi penso di aver semplicemente cambiato truppa, ma le mie traversate continuo a farle, forse, ecco, non ho più il tmepo di riportarne le coordinate. e sembra che quei viaggi restino in secondo piano rispetto all'apparente sicurezza del porto, quando al porto ritorno per i rifornimenti.
è un'altalena emotiva, forse più faticosa da gestire dell'abbandono ai sentimenti forti senza paura delle conseguenze. una notte persa a rincorrere lucciole non si recupera più. e quindi adesso bisogna acchiapparne solo una, magari sentirla fremere nel palmo e poi lasciarla andare. e conservarne l'elusiva essenza.
ho fatto molte più scelte di quanto pensassi negli ultimi anni, ho lasciato spesso i miei porti sicuri, li ho salutati senza voltarmi, sollevando un braccio distratto mentre riponevo cime e inspiravo. ho affrontato tempeste di una violenza devastante, riuscendo sempre a trovare riparo, sostenuta anche dal resto della mia flottiglia. e il mare mi ha fortificato.
e ora, a che punto sono?
vorrei uscire dalla metafora, ma mi sono incartata.
stamattina ho letto una splendida poesia sul blog di un'amica. la conoscevo, ma faceva parte davvero del mio passato. uno di quei periodi molto solitari, di scrittura solitaria, di pensieri solitari, di voli solitari. di mare in solitaria.
quei periodi che per me hanno rappresentato un succoso nutrimento di sfumature. quando il tempo non lo devi dividere, ma si dilata tra buio e luce senza fretta. si trovano sempre le parole giuste per ogni sospiro e il momento giusto per ogni passo.
poi si sceglie attimo per attimo senza pianificare. è il tempo, metereologico del sentire, a scandire gli eventi.
tutto questo non c'è più.
c'è il buio a cui rubare luce, e le fette di tempo da dividere meticolosamente per avere l'illusione che tutto abbia uno spazio.
io ho nostalgia della mia solitudine. a volte penso alle mie poesie, a tutto quell'arrovellarsi di effimeri profili che non si voltano mai. mai si sono voltati.
ho nostalgia del mio essere me, barca che molla gli ormeggi e parte, poi torna, ma naviga, naviga, va per mare, segue e sfida i venti, e riporta sul suo diario di bordo salsedine, pelle bruciata e rotte.
poi penso di aver semplicemente cambiato truppa, ma le mie traversate continuo a farle, forse, ecco, non ho più il tmepo di riportarne le coordinate. e sembra che quei viaggi restino in secondo piano rispetto all'apparente sicurezza del porto, quando al porto ritorno per i rifornimenti.
è un'altalena emotiva, forse più faticosa da gestire dell'abbandono ai sentimenti forti senza paura delle conseguenze. una notte persa a rincorrere lucciole non si recupera più. e quindi adesso bisogna acchiapparne solo una, magari sentirla fremere nel palmo e poi lasciarla andare. e conservarne l'elusiva essenza.
ho fatto molte più scelte di quanto pensassi negli ultimi anni, ho lasciato spesso i miei porti sicuri, li ho salutati senza voltarmi, sollevando un braccio distratto mentre riponevo cime e inspiravo. ho affrontato tempeste di una violenza devastante, riuscendo sempre a trovare riparo, sostenuta anche dal resto della mia flottiglia. e il mare mi ha fortificato.
e ora, a che punto sono?
vorrei uscire dalla metafora, ma mi sono incartata.
martedì 31 maggio 2011
tre mesi -- bollicina
hey bollicina
qui tutto tace, ogni tanto un po' di friccichi, ma pare che tu te ne stai quieta quieta nel tuo guscio.
sara' che mamma non si fa sentire molto, eh?
a parte gli urli che ogni tanto ti rimbomberanno nella pancia quando quel selvaggio di tuo fratello mi fa saltare i gangheri.
l'hai sentito ieri?
infilava il dito nell'ombelico e poi gridava bimboooo djocare! insomma, non so se hai inteso, ti aspetta per giocare. sembra una minaccia, ma non lo è, te lo assicuro. lo conoscerai, fa un po' il duro, ma poi è tenero e dolcissimo. si è messo con l'orecchio ad ascoltare sulla pancia se gli rispondevi qualcosa e poi sgranava gli occhi e scuoteva la testa. io gliel'ho detto che ancora sei una bollicina e non sai parlare, ma mi ha guardato diffidente poi ha detto djocare papà! insomma non si perde d'animo.
troverai un po' di confusione quando arriverai, quindi goditi questa culla solo tua, piccolina mia!
qui tutto tace, ogni tanto un po' di friccichi, ma pare che tu te ne stai quieta quieta nel tuo guscio.
sara' che mamma non si fa sentire molto, eh?
a parte gli urli che ogni tanto ti rimbomberanno nella pancia quando quel selvaggio di tuo fratello mi fa saltare i gangheri.
l'hai sentito ieri?
infilava il dito nell'ombelico e poi gridava bimboooo djocare! insomma, non so se hai inteso, ti aspetta per giocare. sembra una minaccia, ma non lo è, te lo assicuro. lo conoscerai, fa un po' il duro, ma poi è tenero e dolcissimo. si è messo con l'orecchio ad ascoltare sulla pancia se gli rispondevi qualcosa e poi sgranava gli occhi e scuoteva la testa. io gliel'ho detto che ancora sei una bollicina e non sai parlare, ma mi ha guardato diffidente poi ha detto djocare papà! insomma non si perde d'animo.
troverai un po' di confusione quando arriverai, quindi goditi questa culla solo tua, piccolina mia!
giovedì 26 maggio 2011
Le case degli animali
stamattina all'alba momo si sveglia. chiama la mamma ma accorre il papà che pensa bene, per risolvere il riposo di tutti, di portarlo nel lettone, ma momo continua a gridare e a piangere questa volta invocando il lettino. allora papà lo riporta al lettino, ma riattacca a urlare mamma.
ok, mi alzo io.
vuole essere coccolato: male pancino.
vuole starmi vicino: mamma nenna cherezze (cerca il seno per le carezze)
poi si sveglia del tutto. prende la sediolina, si siede al mio capezzale (ero tutta accartocciata sul suo lettino).
momo: mamma pallando
io: di cosa stavamo parlando?
momo: chesette 'nimali
io: è vero, ieri parlavamo delle casette degli animali, ma le avevamo dette tutte, adesso possiamo dormire un altro po'.
momo: 'ncora
io: va bene, allora dove eravamo rimasti?
momo: cavalli
io: giusto, i cavalli, dove dormono i cavalli?
momo: 'ttalla, pjedi
io: eh sì i cavalli dormono nella stalla in piedi, e chi altri dorme nella stalla?
momo: mucca, deduta
io: sì, la mucca si siede per dormire, hai ragione. e la pecora?
momo: 'viile!
io: nell'ovile, bravo!
momo: e checchetta
io: che fa? fa la cacchetta?
momo: piccola, palline
io: sì non fa una piega
momo: mucca gaaandee, pechera checchetta
io: vabe' dai, passiamo alla gallina. dove dorme la gallina?
momo: gallaio!!!
il gallaio mi mancava.
ok, mi alzo io.
vuole essere coccolato: male pancino.
vuole starmi vicino: mamma nenna cherezze (cerca il seno per le carezze)
poi si sveglia del tutto. prende la sediolina, si siede al mio capezzale (ero tutta accartocciata sul suo lettino).
momo: mamma pallando
io: di cosa stavamo parlando?
momo: chesette 'nimali
io: è vero, ieri parlavamo delle casette degli animali, ma le avevamo dette tutte, adesso possiamo dormire un altro po'.
momo: 'ncora
io: va bene, allora dove eravamo rimasti?
momo: cavalli
io: giusto, i cavalli, dove dormono i cavalli?
momo: 'ttalla, pjedi
io: eh sì i cavalli dormono nella stalla in piedi, e chi altri dorme nella stalla?
momo: mucca, deduta
io: sì, la mucca si siede per dormire, hai ragione. e la pecora?
momo: 'viile!
io: nell'ovile, bravo!
momo: e checchetta
io: che fa? fa la cacchetta?
momo: piccola, palline
io: sì non fa una piega
momo: mucca gaaandee, pechera checchetta
io: vabe' dai, passiamo alla gallina. dove dorme la gallina?
momo: gallaio!!!
il gallaio mi mancava.
lunedì 23 maggio 2011
te lo dico sottovoce...
stamattina entro in punta di piedi,
e cerco le parole, che non è facile dire certe cose.
due mesi fa ho scoperto di essere abitata da una bollicina.
una mattina, al risveglio, momo che era venuto durante la notte nel nostro lettone, mi ha sferrato un calcio del buongiorno e io mi sono sorpresa di un gesto particolarmente protettivo che mi son vista fare, quasi mi stessi guardando dall'esterno, nei confronti della mia pancia.
ero incinta.
test positivo e nausea istantanea.
sono incinta.
e poi l'incoscienza, i giorni sospesi a pensare "e ora?", la felicità, la felicità, gli sguardi perplessi, la ridarella, e poi momo ignaro.
poi barcellona e il mio compleanno lontana da casa, accanto al mio amore, tra le braccia il mio bambino dagli occhi blu e la mia pancia frizzante. ce la possiamo fare.
e poi siamo andati a conoscere quel pop corn e non tutto sembrava andare per il verso giusto, riposo, letto, poltrona, divano, niente pesi, e momo ignaro, ma triste e incapace di accettare una debbele e 'ttanca mamma, tanto nuova per lui.
e poi momo prende un virus che debilita anche me, e il desiderio di crederci lasciava il posto alla rassegnazione e la paura di affrontare tutto da quella prospettiva.
cercare di non pensarci eppure pensare ogni gesto in funzione della sua vita.
ora sappiamo che tutto va bene. il riposo è servito, ne servirà ancora, ma a piccole dosi.
momo è ancora ignaro, ma noi coviamo questo meraviglioso pensiero anche per lui, finché non verrà fuori dal mondo delle idee per farsi conoscere anche dal suo fratellino.
ps a volte mi stupisco della potenza della mente quando cerca espressione attraverso la poesia. tempo fa pubblicai qualcosa che insinuò il sospetto di una gravidanza. giuro che quelle parole non ci avevano niente a che fare, davvero. raccontavano tutt'altra emozione. esattamente come non scorderò mai il commento di una cara amica al mio post di inzio d'anno (quando questa avventura non era minimamente prevista): "quando pensai al mio ricomincio da tre ci ritrovammo in quattro"...
ecco perché credo che i bambini vengano concepiti prima nelle idee, quelle inespresse e quelle più profonde.
e cerco le parole, che non è facile dire certe cose.
due mesi fa ho scoperto di essere abitata da una bollicina.
una mattina, al risveglio, momo che era venuto durante la notte nel nostro lettone, mi ha sferrato un calcio del buongiorno e io mi sono sorpresa di un gesto particolarmente protettivo che mi son vista fare, quasi mi stessi guardando dall'esterno, nei confronti della mia pancia.
ero incinta.
test positivo e nausea istantanea.
sono incinta.
e poi l'incoscienza, i giorni sospesi a pensare "e ora?", la felicità, la felicità, gli sguardi perplessi, la ridarella, e poi momo ignaro.
poi barcellona e il mio compleanno lontana da casa, accanto al mio amore, tra le braccia il mio bambino dagli occhi blu e la mia pancia frizzante. ce la possiamo fare.
e poi siamo andati a conoscere quel pop corn e non tutto sembrava andare per il verso giusto, riposo, letto, poltrona, divano, niente pesi, e momo ignaro, ma triste e incapace di accettare una debbele e 'ttanca mamma, tanto nuova per lui.
e poi momo prende un virus che debilita anche me, e il desiderio di crederci lasciava il posto alla rassegnazione e la paura di affrontare tutto da quella prospettiva.
cercare di non pensarci eppure pensare ogni gesto in funzione della sua vita.
ora sappiamo che tutto va bene. il riposo è servito, ne servirà ancora, ma a piccole dosi.
momo è ancora ignaro, ma noi coviamo questo meraviglioso pensiero anche per lui, finché non verrà fuori dal mondo delle idee per farsi conoscere anche dal suo fratellino.
ps a volte mi stupisco della potenza della mente quando cerca espressione attraverso la poesia. tempo fa pubblicai qualcosa che insinuò il sospetto di una gravidanza. giuro che quelle parole non ci avevano niente a che fare, davvero. raccontavano tutt'altra emozione. esattamente come non scorderò mai il commento di una cara amica al mio post di inzio d'anno (quando questa avventura non era minimamente prevista): "quando pensai al mio ricomincio da tre ci ritrovammo in quattro"...
ecco perché credo che i bambini vengano concepiti prima nelle idee, quelle inespresse e quelle più profonde.
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giovedì 19 maggio 2011
Accomodatevi!
Chi dice che le case sono immobili?
La nostra si muove e rivoluziona continuamente, e le vostre?
martedì 17 maggio 2011
animali
mamma: allora momo ti è piaciuta la campagna?
momo: ssì, ssì!
papà: e cosa ti è piaciuto più di tutto?
momo: 'nimali... bbéchere (pecore), cavalli...
mamma: sììì! i cavalli!!!
momo: caezze (carezze)
mamma: ehh abbiamo fatto tante carezze ai cavalli, è vero?
momo: ssì... ebba maggiare (erba, mangiare)
papà: e certo! abbiamo dato l'erba da mangiare!
mamma: e poi? quali altri animali abbiamo visto?
momo: papà
...
papà: benissimo, questa mi mancava.
momo: ssì, ssì!
papà: e cosa ti è piaciuto più di tutto?
momo: 'nimali... bbéchere (pecore), cavalli...
mamma: sììì! i cavalli!!!
momo: caezze (carezze)
mamma: ehh abbiamo fatto tante carezze ai cavalli, è vero?
momo: ssì... ebba maggiare (erba, mangiare)
papà: e certo! abbiamo dato l'erba da mangiare!
mamma: e poi? quali altri animali abbiamo visto?
momo: papà
...
papà: benissimo, questa mi mancava.
domenica 15 maggio 2011
all'imbrunire
invidio l'impenetrabilità
voglio tutto
i silenzi
le ali di falena
voglio quella lampadina rotta
e l'impronta involontaria
e invidio chi ama di più
e non ha bisogno di parlare
voglio tutto
i silenzi
le ali di falena
voglio quella lampadina rotta
e l'impronta involontaria
e invidio chi ama di più
e non ha bisogno di parlare
giovedì 12 maggio 2011
mercoledì 11 maggio 2011
ti aspetto qui fuori
comprendo il senso
il verso del tessuto
il significato di un lamento
comprendo il rifiuto
e il passo svelto
esultante
colgo un tremito
negli occhi limpidi
che temono
disapprovazione
raccolgo briciole
di ciò che vorrei
e forse sono
che essere
è un divenire
ed è già passato
ti aspetto qui fuori
il verso del tessuto
il significato di un lamento
comprendo il rifiuto
e il passo svelto
esultante
colgo un tremito
negli occhi limpidi
che temono
disapprovazione
raccolgo briciole
di ciò che vorrei
e forse sono
che essere
è un divenire
ed è già passato
ti aspetto qui fuori
martedì 3 maggio 2011
memorandum
stamattina mi sono svegliata a casa dei miei, con momo accanto che cercava la mia guancia con la sua. si insinuava nel caldo dei nostri sogni e respirava come un animaletto. aveva due tratti di matita al posto degli occhi, adagiati lì sotto la sua frangetta nuova di zecca.
e ho fatto un pensiero, dopo giorni di fatica e di depressione fisica e mentale.
quanto sono fortunata.
perché nulla è perduto. io posso svegliarmi ogni mattina e decidere che tutto andrà meglio. posso scegliere di sorridere, di essere migliore, di cambiare rotta.
e vorrei ricordarmelo ogni giorno.
e ho fatto un pensiero, dopo giorni di fatica e di depressione fisica e mentale.
quanto sono fortunata.
perché nulla è perduto. io posso svegliarmi ogni mattina e decidere che tutto andrà meglio. posso scegliere di sorridere, di essere migliore, di cambiare rotta.
e vorrei ricordarmelo ogni giorno.
mercoledì 27 aprile 2011
Indovinate come abbiamo trascorso il week end pasquale?
Era meglio che non lo giravo questo video...
Diciamo che me la sono un po' tirata...
Comunque siamo in via di guarigione, speriamo di tornare presto ;)
Diciamo che me la sono un po' tirata...
Comunque siamo in via di guarigione, speriamo di tornare presto ;)
giovedì 14 aprile 2011
Postcards from Barcelona
sono riuscita a dare un'occhiata alle foto dello scorso week-end, mi sembra già così lontano...
abbiamo trascorso un tempo veramente armonico, per quanto momo sia sempre sovreccitato dagli spostamenti e non abbia gradito il lettino che avevano preparato per lui in albergo.
barcellona ci ha strappato la promessa di tornarci, il tempo era troppo poco per goderne appieno e i ritmi troppo lenti per sfruttare quel tempo al massimo
ma è stata la vacanza di cui avevamo bisogno: noi tre, senza troppi impegni e orari, col sole e un po' d'avventura
con un po' di fantasia e l'intrecciarsi di favole e sapori.
lunedì 11 aprile 2011
Viaggi
buongiorno!
eccomi di ritorno... quante cose!!!
intanto è uscito l'ultimo video per piccolini
e sempre in tema di viaggi e vacanze, siamo appena tornati da una breve fuga a barcellona, ma la cosa merita qualche foto e un racconto più dettagliato quindi vi rimando a un momento più tranquillo, intanto buon lunedì!
eccomi di ritorno... quante cose!!!
intanto è uscito l'ultimo video per piccolini
e sempre in tema di viaggi e vacanze, siamo appena tornati da una breve fuga a barcellona, ma la cosa merita qualche foto e un racconto più dettagliato quindi vi rimando a un momento più tranquillo, intanto buon lunedì!
venerdì 25 marzo 2011
21 mesi e un pezzetto più grande
mio piccolo momo,
tesoro grande della mamma,
lo sai che non so proprio come abbiamo fatto a ritrovarci così grandi?
il nostro filo si allunga sempre più e guardarti da qui è meraviglioso quanto di mattina annusarti la piega del collo in cui si incastra il pigiamino. sei un vulcano di energia, di ilarità, di inaspettate affermazioni di te. il tempo scorre sempre più veloce ed è sempre più denso di scoperte e condivisione.
ma questo ventunesimo mese si chiude con un momento importantissimo. non chiedi quasi più la nenna e credo che siamo quasi giunti alla fine di questa avventura. riesci a stupirmi sempre e a mettermi una guancia sul cuore quando sono preoccupata. così questa volta ci siamo capiti. abbiamo saputo trovare insieme questo momento. mi hai chiesto una manina, io te l'ho data e ti sei fatto coraggio.
tutto qui.
e sei diventato un pezzetto più grande.
sono orgogliosa di te, della tua voglia di crescere e di esplorare, di allontanarti e ritrovare la strada.
sono orgogliosa di noi, della nostra relazione libera. dei nostri tentativi, dei nostri litigi, delle nostre piccole battaglie, dei nostri segreti.
ho capito in questi giorni che la sfumatura più profonda del sentimento che mi lega a te è l'assenza assoluta di senso del dovere. sento di stare nella vita grazie a te, di appartenere al respiro dell'universo amando te e tuo padre come si indossa la propria pelle ogni mattina. semplicemente. con le mie imperfezioni, e la mia devozione.
mi auguro di riuscire sempre a donarti quest'amore qui.
tesoro grande della mamma,
lo sai che non so proprio come abbiamo fatto a ritrovarci così grandi?
il nostro filo si allunga sempre più e guardarti da qui è meraviglioso quanto di mattina annusarti la piega del collo in cui si incastra il pigiamino. sei un vulcano di energia, di ilarità, di inaspettate affermazioni di te. il tempo scorre sempre più veloce ed è sempre più denso di scoperte e condivisione.
ma questo ventunesimo mese si chiude con un momento importantissimo. non chiedi quasi più la nenna e credo che siamo quasi giunti alla fine di questa avventura. riesci a stupirmi sempre e a mettermi una guancia sul cuore quando sono preoccupata. così questa volta ci siamo capiti. abbiamo saputo trovare insieme questo momento. mi hai chiesto una manina, io te l'ho data e ti sei fatto coraggio.
tutto qui.
e sei diventato un pezzetto più grande.
sono orgogliosa di te, della tua voglia di crescere e di esplorare, di allontanarti e ritrovare la strada.
sono orgogliosa di noi, della nostra relazione libera. dei nostri tentativi, dei nostri litigi, delle nostre piccole battaglie, dei nostri segreti.
ho capito in questi giorni che la sfumatura più profonda del sentimento che mi lega a te è l'assenza assoluta di senso del dovere. sento di stare nella vita grazie a te, di appartenere al respiro dell'universo amando te e tuo padre come si indossa la propria pelle ogni mattina. semplicemente. con le mie imperfezioni, e la mia devozione.
mi auguro di riuscire sempre a donarti quest'amore qui.
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