lunedì 27 settembre 2010

individuo vs genere

lunedì mattina.
il che è già abbastanza tragico senza il punto e a capo, ma per me è veramente pesante, il lunedì mattina.
subisco ancora tantissimo il distacco con momo, e lui con me. piangiamo tanto (sì, anch'io, nel giardino dell'asilo, accovacciata sotto la finestra ascoltando i pianti suoi). e non so come mai, sento una delle parole che più di tutte ha urtato la mia sensibilità durante questi mesi di maternità, rimbombarmi nelle orecchie come un peccato, come un marchio di inadeguatezza, di errore, di sbaglio. morbosità.
ecco, morbosità. io questa parola l'ho sempre associata a qualcosa di sporco. non mi importa andare a vedere sul dizionario cosa significa. le parole non sempre significano quello che significano, spesso si arricchiscono e colorano di sedimenti esperienziali. e nella mia vita ho sentito pronunciare questa parole in situazioni sporche, spesso legate a una sessualità perversa. insomma una parola dalle accezioni negative.
e da quando sono mamma, da quando mi sono scoperta una mamma molto "carnale", una mamma simbiotica, una mamma canguro, una mamma molto di contatto, mi sono sentita appellare spesso come morbosa. non solo. ho sentito spesso appellare mio figlio, come morboso.
ora, ci sono momenti in cui mi sento forte, momenti in cui sono corazzata da guerriera, perché questo sono le mamme, guerriere, e riesco a ignorare, o addirittura ad affilare risposte educate ma assertive e mandare elusivamente al diavolo chi si permette di entrare nel merito di una relazione così intima come quella di mamma e figlio.
e altri momenti che no.
altri momenti in cui non riesco a vedere quell'individuo per quello che è, instaurare una relazione nuova, pulita con lui (o lei), senza pregiudizi, senza eredità altrui, e mi incazzo. e gli appioppo tutte le colpe del genere umano, tutto quello che ho subito da quando sono mamma, tutta l'indifferenza quando avevo bisogno e tutta la finta premura, quando era tutto sotto controllo. e tutti consigli che basta non ne voglio più sentire. basta, 'sta gente che in autobus vuole mettere su una copertina o togliere una scarpa, o prendilo in braccio che non lo senti che piange?, reggi il passeggino che si ribalta, vuole solo la sua mamma non lo vedi com'è disperato, certo però che caratterino se non gli dai quello che vuole strilla come un matto, non sarà che lo viziate?
io sono stufa di dovermi giustificare di fronte al genere umano, sono stufa di dovermi relazionare alla gente che incontro per strada che sta lì col ditino puntato a trovare le colpe. sono stufa di dover capire gli altri. io voglio stare per fatti miei. in un eremo, ecco.
perché nessuno se ne sbatte niente di come fai a crescere i figli in un contesto disumano come quello di questa città? che, per caso, qualcuno cerca di migliorare i trasporti pubblici, gli spazi verdi, i percorsi accessibili? qualcuno si preoccupa per le strutture degli asili insufficienti, dei salti mortali che uno deve fare per schizzare da una parte all'altra della città quando appena fa due gocce tutti prendono la macchina e hanno più fretta di te, più ragione di te, tempo più prezioso del tuo e impegni più importanti? qualcuno si fa carico dei problemi di un bambino costretto a vivere nello smog, che non può toccare niente neppure in un parco, perché accanto a un sasso ci sono posaceneri svuotati, escrementi di animali (di quelli al guinzaglio, non dei padroni), non può camminare tranquillo neppure sul marciapiede perché ci passano i motorini che devono superare le code di traffico immobile, o addirtittura parcheggiare? ma che per caso, mio caro autista dell'autobus che vorresti che io chiudessi il passeggino e prendessi in braccio il mio bambino, ti preoccupi del fatto che non ci sono posti dove sedersi e in piedi con un bimbo in braccio grazie alla tua guida da rally cado dopo un nanosecondo e mi rompo il muso, io e il mio bambino, e non posso lasciare per terra mio figlio perché è tutto tremendamente sporco e la gente sta in piedi schiacciata e me lo soffoca e poi tocca un bambino in faccia, indifeso, tu che fai? intervieni? e dici non toccare con quelle manacce il viso di un bambino? e vai a far alzare il bulletto per far sedere una mamma che deve chiudere il passeggino in autobus e tenere in braccio un bambino di 11 chili?
no, nessuno ci pensa neppure un istante, a tutto questo. allora fatemi il piacere, voi, genere umano, gente con gli occhi serrati e le orecchie tappate, fatevi gli affari vostri. se un bambino piange, giratevi dall'altra parte, fatemi questo sacrosanto piacere, lasciateci in pace.

20 commenti:

MERCURY ha detto...

Ciao, ti leggo da un pò, perchè spesso mi ritrovo nei racconti della tua quotidianità avendo un bimbo che sabato ha compiuto 1 anno.

voelvo dirti che ti capisco, anch'io sogno l'eremo, ho ascoltato il tuo sfogo e non aggiungo altro, resto in silenzio, ti batto simbolicamente una mano sulla spalla. Coraggio mamma, domani o tra qualche ora andrà meglio.

...io a volte però, sogno anche tanta folla che mi sollevi un pò dal peso del piccolo tornado...

...poi quando arriva qualcuno e me lo toglie, sono gelosa e vorrei riprendermelo.

che dici questi sbalzi d'umore li possiamo ancora ricondurre agli ormoni??? o ormai è una pazzia che si è radicata per sempre?

Lulù

caia coconi ha detto...

@mercury grazie di aver commentato, solleva l'umore non sentirsi soli, pur sognando l'eremo ;)
il nodo è proprio lì: tutti a impicciarsi e nessuno a sollevarti. o se ti sollevano, a che prezzo!!!
cmq sto già meglio dopo lo sfogo!
auguri per il tuo primo anno di mammità!

pollywantsacracker ha detto...

il fatto è che la maternità ha forti connotazioni culturali, e non solo individuali, psicologiche.
la collettività da noi si aspetta qualcosa. ognuno si aspetta qualcosa di diverso. nessuno è in grado di accettare che nostro figlio è una persona con sue caratteristiche e non genericamente "un bambino qualunque" e noi siamo donne, con un nostro vissuto, le nostre caratteristiche particolari, una nostra psicologia.
lascia perdere, caia. fregatene.
e un rimedio c'è: a me, con tre figli, nessuno si permette più di dire quello che devo fare! ;)

caia coconi ha detto...

@polly ahahha allora dici che metto su la squadra di pallone? così al massimo li addestro a mordere ;)
grazie del commento :)

diana ha detto...

carissima...anche per me certi lunedì li vivo con il groppo in gola e li porto al nido, ma vorrei fuggire con la macchina insieme a loro e andarmeli a coccolare lontano da tutti...non so se sono morbosa,afissiante o cosa...io sono una mamma attenta e innamorata dei miei bimbi....non ci vedo niente di male!
un bacio

sicampeggia ha detto...

ciao caia, credo sia la prima volta che commento un tuo post anche se ti leggo da tanto; Quello che dici sulla difficoltà di vivere in una città con un bimbo piccolo è pienamente condivisibile anche se gli stessi problemi si presentano a chi, come me vive in un "campeggio", immersa nella natura, credo sia un problema culturale più che altro. La nostra è una società dove non c'è interesse per i bambini e le loro esigenze, figurarsi per quelle delle mamme; che strano tutti siamo stati bambini ma, da adulti, dimentichiamo tutto.
Per quanto riguarda le schiere di persone che si sentono in diritto di esprimere pareri e di dare consigli su come ti comporti con momo, ha ragione pollywantsacracker (spero di aver scritto bene)e io aggiungo: non solo non ascoltarle ma non sentirle proprio. Cosa c'è di strano se un bambino di un anno vuole la sua mamma in maniera continua ed esclusiva, se non può adesso allora quando? Problemi culturali si diceva.
Questa smania di volere che i bambini diventino subito indipendenti ed autonomi io proprio non la capisco, a questo proposito mi chiedo se non sarebbe meglio che andaste un po più adagio col nido. Anche io sono una mamma a tempo pieno e so quanto siano vitali anche poche ore al giorno da dedicare a se stesse, se una mamma sta bene ne godrà anche suo figlio, tuttavia, nel tuo caso, ho l'impressione che il gioco non valga la candela: soffrite troppo entrambi, magari tra qualche mese sarà tutto più naturale.
In ogni caso la cosa più importante che volevo dirti è: stai su, lo sai passerà questa rabbia, perchè sei una mamma e le tue energie non le puoi sprecare arrabbiandoti con chi non sa, non capisce.
Ciao.

PaolaFrancy ha detto...

posso dirti? tanto alla gente non vai mai bene comunque. se sei distaccata, è perchè sei distaccata. se non lo sei, diventi morbosa.
è come quando ti sposi: c' è sempre qualcuno che deve dire che qualcosa non va bene. è anche per questo che ho deciso di sposarmi su un' isola ( ma dopo ho DOVUTO recuperare, arghhhh ) e di scappare con mio figlio lontano da tutti.
non che dove viva adesso non ci siano problemi e ficcanaso, ma almeno ho tagliato via una bella fetta.
credo che in Italia ci sia gente con una mentalità talmente chiusa che ci vorranno decenni perchè in avvenga un cambiamento.
Facciamo i G20 per insegnare agli altri paesi come si sta al mondo e poi siamo ( sono! ) un gruppo di retrogradi che pensa che fare figli oggi sia come 50 anni fa.
ecco, è per questo che ho scelto la campagna. è sicuramente una vita più difficile sotto certi aspetti. ma almeno so che è "colpa" della natura, non dell' uomo.

un bacio, paola

p.s. senti un po' ... io e mc andiamo a belgioso alla fiera del vintage il week-end del 16 ottobre - mi rendo conto che sia lontanissimo per te ( è in provincia di pavia ), ma se riuscissi ad organizzarti potresti venire con momo e tuo marito. ci organizziamo anche per dormire ..........
dai ...........
beh, pensaci.

ari-bacio, paola

Giulia ha detto...

succede anche a me. di essere chiamata "morbosa", di sentir chiamare mio figlio "morboso" e di dover subire le istruzioni di puericultura da chicchessia. all'inizio pensavo, ma sono io che sembro particolarmente sciocca o inesperta? poi ho capito che questo atteggiamento è frutto di un'ignoranza emotiva dilagante.
è preoccupante.

e sì, roma è inumana.

Tatina ha detto...

Anch'io sono una mamma morbosa... ne ho sentite tante... e alla fine ho allentato molti rapporti! Molte persone dicono che sono diventata fredda e aggressiva... io amo definirmi una leonessa che per il bene di suo figlio farebbe di tutto! Comunque non andavo bene neanche prima... perciò mi faccio gli affari miei e quelli della mia famiglia che conta più di tutto!
Sogno anch'io di scappare da Roma ... vorrei vivere in un paesino...

Laura ha detto...

Che bel post, quasi quasi me lo incornicio e metto in mostra quando serve (praticamente ogni volta che metto piede fuori casa)..

Francesca ha detto...

brutta gente! gente che si è dimenticata di com'è tirare su dei figli. E' poi vero che il nostro umore conta tanto: se non dormo sono estremamente nervosa e basta una critica qualsiasi per farmi sprofondare, in questo periodo così emotivamente pesante che stai vivendo, è difficile fare la spalle grandi davanti ai chiacchiericci di gente pettegola! E poi sai un'altra cosa? la gente si è abituata a fare quello che vede in tv: guardano uomini e donne e poi pensano di poter fare la stessa cosa anche sull'autobus! ma"tu guarda e passa"! un abbraccio!

Anonimo ha detto...

quoto in toto il tuo post l'unica arma è fregarsene e andare per la prpria strada che tanto a giudicare sono bravi tutti...forza, sono periodi che passano
vistodalei.splindre.com

extramamma ha detto...

Se Roma è inumana provate Milano...
cara Caia hai fatto bene a sfogarti e hai ragione dal apncione in poi diventi patrimonio dell'umanità e tutti rompono mentre pochi aiutano.
Se vogliamo veder eil alto positivo penso che ti parlino anche perchè sei carina e giovane quindi attiri, se fossi una vecchia mamma cessa sono sicura che ti lascerebbero molto più in pace. Magari comprati una maschera spaventosa e mettitela quando vai in autobus.
P.S. Mi dispiace sapere che piangi sotto la finestra. Baci

Igraine ha detto...

Quoto extramamma, provate un po' Milano... Pienamente d'accordo con Caia per il resto!

Anna ha detto...

Ciao Caia
ho vissuto a Roma 14 anni, ora vivo in provincia di Avellino, mi ricordo che ero incinta di 6 mesi quindi avevo una bella pancia grossa e rotonda.Decisi di andare a Roma centro con mia madre per fare un pò di shopping.Andammò rigorosamente con i mezzi pubblici e nessuno nè all' andata e nè al ritorno si alzò per farmi sedere anzi...non mi sentì veramente male per l' indifferenza generale e da quel giorno che non ho rimpianti per averla lasciata!E' una città invivibile per una mamma con bambino/i.

Ilaria ha detto...

ehm... io già non ho più tanta simpatia per roma... mi sa che se divento mamma dovrò emigrare. vallo a dire a p.....

caia coconi ha detto...

grazie, grazie a tutte per le parole. in ogni commento c'è tanta condivisione e questo ti fa riarmare e corazzare la mattina dopo!
grazie davvero!

@extramamma tanto di cappello a milano, lungi da me toglierle il podio :D

Sibia ha detto...

grazie a te per questo post, perché posso fare mio il tuo sfogo e il tuo pensiero.. e un po' sfoga anche me!
Grazie davvero a te!

Anonimo ha detto...

Carissima Caia, sono panagya di alf. Non so se te l'ho scritto ma ti leggo da tanto, sempre e con piacere. Ti seguivo quando stavi a NY e vivevi la tua gravidanza, mi sono dispiaciuta quando latitavi dal tuo blog e sono stata felice di leggerti nuovamente. Non sono mamma, ma ti capisco e condivido la tua opinione. la gente dovrebbe proprio farsi gli affari suoi molto molto più spesso di quanto non faccia, e persino io ho notato che in caso di mamme, tutti sono sempe pronti a dar consigli...

Serena ha detto...

Caia... io ti dico solo GRAZIE!!! leggendo mi sono liberata di un sacco di cose pesanti...
un forte abbraccio